Messaggi di Scacciapensieri82

    Ciao carissimo Kaido! Mi spiace tanto per il periodo "nero" che stai passando. Dalle tue parole si percepisce davvero tanta sofferenza e sicuramente non è piacevole avere difficoltà nello studio quando in passato si è stati alunni brillanti.


    Credo che molte delle tue certezze granitiche e catastrofiche siano per lo più dettate da uno stato depressivo molto forte e che tu non riesca, proprio le questo, a vedere le cose con il giusto distacco e lucidità.


    Hai vissuto un'adolescenza non certo facile, pure io non è che fossi popolare ai tempi delle superiori, ma almeno avevo il mio gruppetto di amici o comunque avevo una combriccola con la quale passare il tempo. Sei comunque riuscito con l'inizio dell'università ad avere un gruppo di persone con le quali apririti e cominciare a vivere, questo dimostra che sei più in gamba di quanto ti percepisci.


    Per quanto riguarda la difficoltà nello studio ti posso assicurare che è perfettamente normale. Digerire tante nozioni a ciclo continuo può essere si stimolante per il cervello, ma anche molto stressante! Senza contare che poi bisogna tenere conto dall'ansia da prestazione che si prova nel dover affrontare un esame, molti non si metterebbero in gioco a fare l'università per questo semplice motivo. Quindi non sentirti una mosca bianca, non ne hai motivo.


    Il consiglio che ti posso dare è banale ma sempre efficace: vivi, sperimenta, affronta i tuoi demoni parlando con un professionista e magari se c'è bisogno ricorrerai ai farmaci per ristabilire il tuo umore. Potresti provare a fare attività domani o teatro, a me ha aiutato moltissimo, o l'arteterapia. Ci hai mai pensato?

    Ciao zamoth! Senza fare troppa morale e discutere di quanto sia giusto o sbagliato fare sesso a pagamento, tanto poi ognuno la pensa come vuole, io ti consiglierei di andare dalle massaggiatrici cinesi/giapponesi/thailandesi (o più in generale dalle orientali). Il motivo è che faresti comunque un'esperienza altamente erotica, unita però al beneficio di un massaggio. Quest'ultimo può essere fatto più o meno bene, ma è risaputo che accarezzare, toccare, sfiorare placa moltissimo l'ansia e alla fine il servizio offerto si conclude con un lavoro di mano, in alcuni casi anche con sesso orale, quindi fanno tutto loro. Oltretutto molte si spogliano e si strusciano nude sulle schiena, ed è davvero molto piacevole come esperienza :winking_face:

    È sicuramente un sogno forte, che può anche far paura, ma il sogno alla fine è una cosa che rimane tale ed la rielaborazione di tutta una serie di informazioni che raccogliamo durante la giornata (spesso in maniera anche confusa).


    Diciamo che concordo con quello che dice Bruce. Il sesso per il maschio è uno dei modi più naturali per riequilibrare l'umore.


    Siamo talmente abituati a considerarci essere evoluti da non dare più importanza al nostro lato istintivo/animalesco. Forse dovresti riconsiderare il tuo proposito dell'astinenza forzata.

    Il sexting e le altre forme da dipendenza sessuale sono sicuramente molto "appaganti" perché creano una situazione di comfort, senza lo sbattimento di dover approcciarsi di persona in carne e ossa, in un contesto dove contano tantissimi fattori: un bel viso, il modo di porsi, di camminare, di parlare in un certo modo, di guardare dritto negli occhi e dover applicare tutto questo con un'altra persona che fa la stessa cosa, è una danza insomma.


    Tuttavia questi aspetti possono spaventare, ed ecco il rifugiarsi dietro uno schermo, lontano da possibili delusione.


    Non sono uno psicologo né un abile conoscitore delle tecniche di seduzione, ma essendo stato in passato abbastanza chiuso in ambito sensuale posso dire che molto spesso ci concentriamo troppo sul fine stesso della conoscenza.


    Pensiamo troppo al sesso, al come doverci approcciare, senza goderci davvero il momento.


    Forse il cominciare gradatamente ad aprirti, esporti alle persone, anche alle ragazze ovviamente, senza dover per forza pensare a cosa si farà dopo potrebbe esserti utile.


    Anche perché prima di arrivare al dunque ci sono tutta una serie di passaggi intermedi che non si possono saltare.

    In realtà non esiste una modalità lecita o meno lecita di vivere il sesso. Si tratta di qualcosa di estremamente personale e ognuno di noi vive questa parte di sé secondo quelle che sono le sue inclinazioni, le sue vicissitudini e i valori con i quali è cresciuto (anche le esperienze e il tipo di persone che si incontrano contano in maniera non indifferente).


    Dal tuo post non si capisce qual è il grado di apertura di tuo marito verso una proposta del genere. Da uomo ti posso dire che ci vuole un'apertura mentale non indifferente per accettare una proposta simile senza sentirsi minacciati. Anche perché magari scopri che fare sesso con altri uomini ti piace di più, a quel punto che fai?


    Non ti sto giudicando, sia chiaro. Magari anche tuo marito non vede l'ora di fare questa esperienza. Ma se poi lui ti dicesse: "Ok, però poi io voglio farlo anche con un'altra donna" a te andrebbe bene?

    È un classico, la mamma che vuole tenere i figli vicini e vede nella moglie la rivale da combattere.


    Hai la fortuna di essere lontano, sfruttala. Diradare telefonate e visite, qualche influenza durante le festività salva tante famiglie.


    A livello economico tua madre ha fatto un investimento "sbagliato" se pensava di tenerti vicino costruendo casa per te, sotto il suo tetto. Se questa casa è ancora di tua madre la può affittare, se è già tua puoi fare altrettanto e restituire il fitto a tua madre, così rientra dei soldi che ha investito.

    Il punto è proprio questo: non mi è mai sembrata una cosa giusta costruire tanti appartamenti solo per tenere tutti vicino. Non mi sembra una cosa molto normale, tant'è che molte persone vanno a vivere lontano dalla propria famiglia in età adulta, è qualcosa di perfettamente normale e rientra nel normale ciclo della vita affrancarsi dalla proprie origini per dar vita a qualcosa di nuovo.


    Mio fratello maggiore ad esempio, di 11 anni più grande, una volta mi disse che avrebbe preferito stare lontano da casa e non dover vivere questa situazione con tutte le case in ballo. Anche perché gli equilibri di tre famiglie sotto lo stesso tetto mi sembrano complicate da gestire...

    La tua famiglia ora è quella che hai creato insieme a tua moglie, è comprensibile tu voglia tentare di non dover rompere del tutto coi tuoi genitori, ma ad un certo punto queste sono scelte che coinvolgono necessariamente due parti e non può funzionare quando la volontà di compromesso è solo in una delle due. Quindi fai tutto quanto ritieni nelle tue corde per risolvere ma accetta anche la possibilità che il problema potrebbe non rientrare mai, in tal caso non potrai far altro che mantenere i rapporti di facciata, lasciandoli comunque fuori dalla vostra vita affinché non si giunga a compromettere anche la vostra relazione.

    Sì, in effetti da un po' di tempo l'unica cosa che mi riesce di fare è mantenere un rapporto di facciata. Non è che all'interno della mia famiglia siano mai successe cose gravi e, per certi versi, ho avuto un'infanzia e un'adolescenza relativamente felice e al riparo dalle preoccupazioni (quando leggo alcune testimonianze del forum mi ritengo molto fortunato).


    Forse il primo elemento di rottura si è verificato in occasione del mio, unico, episodio depressivo, poiché inizialmente il mio stato non venne compreso dalla mia famiglia e questa reazione contribuì a sgretolare l'immagine ideale che avevo fino a quel momento.


    Sto rivedendo in chiave critica molti modi di relazionarsi tra i vari membri della mia famiglia, poiché ho avuto modo di vedere gli equilibri all'interno della famiglia di mia moglie. Quest'ultimi infatti sono molto più schietti e diretti, magari si mandano anche a quel paese tra di loro, ma di fatto non si serbano rancore e le tensioni non vengono nascoste sotto una coltre di cenere.


    Questo mi fa capire che mia mamma ha essenzialmente impostato un modello relazionale un po' ipocrita, cosa che attualmente mi crea dei problemi.

    Ciao a tutti! Non so se dovevo prima presentarmi nella sezione apposita, ho provato a vedere se c'era uno spazio dedicato ai nuovi utenti, ma non mi pare di averlo visto (in caso contrario indicatemelo e mi presenterò anche lì).


    Come suggerisce il mio nickname ho 40 anni, sono arrivato come si suol dire nel bel mezzo del cammin di nostra vita, lavoro come insegnante e sono sposato da circa 4 anni (dopo una relazione a distanza durata 5 anni abbondanti).


    Con mia moglie le cose vanno bene, certo ci sono dei momenti dove discutiamo per delle cose legate alla gestione del quotidiano, lei è molto precisa e attenta ed io sono molto più naif e alla giornata, ma nel complesso siamo una bella coppia, ridiamo e scherziamo molto.


    Voi direte, e allora qual è il problema? Il punto è che credo che mia madre non abbia mai accettato davvero il fatto che io sia andato a vivere lontano da casa e veda mia moglie come la responsabile di questa cosa.


    Ma cominciamo dall'inizio: avendo una casa molto grande mia madre e mio padre decidono di avviare, anni orsono, tutta una serie di lavori per ricavare degli appartamenti dove far vivere me e i miei fratelli. I miei fratelli attualmente si trovano in questi appartamenti, io sono l'ultimogenito, e hanno le loro famiglie con figli.


    Ovviamente avendo pensato ai primi due figli decisero poi, in un secondo momento, di ricavare uno spazio anche per me. Benché non mi avessero chiesto espressamente un opinione in merito all'inizio questa cosa mi andava anche bene. All'epoca facevo ancora l'università e avere già una casa mia mi sembrava una soluzione comoda.


    Il punto è che per un bel po' di tempo non riuscivo ad avere dei buoni lavori e alternavo dei periodi di attività lavorativa, relativamente brevi, con lunghi periodi di disoccupazione. Cosicché i miei genitori misero in affitto il mio appartamento, "mio" solo nelle intenzioni perché era, ed è ancora, intestato a mia madre.


    Come se non bastasse dovetti affrontare anche un periodo di depressione, e il fatto di avere la casa di sopra mi pareva, almeno nella prospettica depressa e non lucida di quel periodo, come una sorta di minaccia creata dai miei genitori per spingermi fuori di casa.


    Ad ogni modo guarisco dal periodo di depressione e qualche anno dopo incontro lei, mia moglie. Ci sentimmo vicini fin da subito e nonostante la distanza decidemmo di iniziare una relazione.


    All'inizio le cose andavano bene tra mia moglie e mia mamma. Le cose cominciarono a cambiare quando dissi chiaramente ai miei che avevamo intenzioni serie e che sarei andato a vivere fuori regione una volta sposati.


    Lei non prese molto bene la cosa e mi rinfacciò il fatto di avere investito tanti soldi per la casa.


    Ora, è vero che questa casa è costata tanto in termine economici, e sono sicuro che qualcuno potrebbe darmi dell'ingrato. Il punto è che io non ho deciso di avere questa casa e comunque, tecnicamente, non è nemmeno mia. Qualora non dovessi prenderla io potrei comunque venderla ai miei fratelli.


    Io comunque ero deciso sulle mie scelte e ad un certo punto feci domanda per l'insegnamento nella regione di mia moglie, benché mia mamma volesse a tutti i costi che io facessi domanda nella nostra (ai tempi vivevo in casa con i miei e ancora mi trattavano come se non potessi prendere autonomamente delle decisioni).


    Decisi quandi di far finta di avere fatto domanda nella mia regione, ma poi venne a scoprire che non l'avevo fatta e ovviamente apriti cielo, non mi parlò per due settimane.


    Anche l'organizzazione del matrimonio non fu delle più facili, spesso si intrometteva nelle decisioni mie e di mia moglie e voleva essere molto coinvolta nel preparare il tutto ,cosa che a me e mia moglie non sembrava così necessaria, dopotutto avevamo 36 anni all'epoca del matrimonio.


    Poi ci fu una discussione piuttosto accesa tra mia moglie e mia mamma il giorno prima delle nozze, e questa cosa non è mai stata digerita da nessuna delle due.


    L'ultima cosa in ordine di tempo è stato il soggiorno a casa dei miei prima di Pasqua. Ci fece trovare i letti separati con relativa battutina "sentite ancora l'esigenza di stare appiccicati?" e altre discussioni con mia moglie sulla gestione di un gatto randagio che i miei stavano curando con annessa litigata. Insomma, io da un po' non riesco più tanto a parlarci, ne con mia madre ne con mio padre, li percepisco molto distanti dal mio modo di essere e di fare. Tuttavia sono i miei genitori e non vorrei arrivare a rompere del tutto, avete suggerimenti?


    Grazie a chi risponderà e perdonatemi la lunga missiva!