Messaggi di Lupettadibosco

    Te lo dico da donna... non si può per sempre vivere il sesso in un certo modo, trasgressivo e quindi marcatamente egoista. O lo si può fare ma questo concepirsi il centro dell'universo ha un prezzo che spesso è l'amara disillusione che non lo si è. Non è solo questione di apertura mentale. E' questione di divenire persone più sensibili, più connesse con se stesse e più consapevoli oltre che di sé, anche degli altri che nel sesso, più che in ogni altro luogo, spesso vengono declassati a strumenti del proprio egoismo.

    Ecco brava. Il sesso è bello, non dico di no, ed è sicuramente una forma espressiva che è giusto, appunto, esprimere. È un equilibrio che può essere sublime nel dare e nell'avere, ma non può, secondo me, essere ridotto ad un mero soddisfacimento egoico delle proprie pulsioni e del proprio istinto a sentirsi desiderate e a prendere un oggetto di desiderio bello e prestante. Non in una relazione in cui c'è sentimento perlomeno. A quel punto meglio la masturbazione. Che poi l'orgasmo è l'orgasmo, cosa cambia se te lo dà un sex toy, il sesso orale piuttosto che altro? C'è davvero questo bisogno insopprimibile ed inevitabile di essere bombata da un ragazzo giovane e fisicato? Se ami davvero secondo me no.

    Per Lupetta di bosco: chiediti anche tu che male c'è a chiedere aiuto. Se stai male, perché non chiedere?

    Bella domanda. Razionalmente lo so ma poi... Credo che alla base ci sia una resistenza enorme ad affidarmi, che ormai rientra in un imprinting, come molto giustamente scriveva Juniz. Sono emozioni e suggestioni che si sono scolpite in me da bambina, per una serie di vicissitudini familiari e sì, mettiamocela pure, una bella dose di sfiga ^^ È come se dentro di me io sentissi che posso unicamente contare su me stessa e mi comporto di conseguenza. Mostrare le mie fragilità, e le ho eccome, prestare il fianco mi ingenera una chiusura a riccio, un istintivo rifiuto... Ho sempre il timore di essere strumentalizzata, derisa, di perdere valore agli occhi di chi mi guarda. Il fatto è che, per come sono fatta, vedere le fragilità degli altri mi provoca un istinto di protezione, e non c'è mai derisione in me, te lo assicuro, solo il bisogno di vicinanza e di aiutare, di confortare. È un po' come se proiettassi sugli altri il mio stesso bisogno di conforto, di protezione, tenendo il mio ben nascosto. È un casino :)

    Porto qui la mia personale esperienza, sperando che possa ingenerare ulteriore riflessione in Biglove83, senza alcuna pretesa di giudizio né tantomeno di verità assoluta. Io ho amato profondamente mio marito e il sesso mi è sempre piaciuto, negli ultimi due anni la sua patologia gli provocava difficoltà in questo senso ma si trovava ugualmente il modo di vivere la nostra intimità. E non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di pretendere l'introduzione di una terza persona o bull che dir si voglia. Ecco l'ho detto :|

    Concordo totalmente con le riflessioni di Alba Cremisi, infatti la mia perplessità maggiore in merito alla vicenda, che niente hanno a che vedere con una lettura moralistica, è proprio l'imprevedibilità dell'evoluzione di un siffatto rapporto perché le persone restano persone con le loro emozioni. In conclusione, per quanto il menage ora sembri veleggiare tranquillo e nel rispetto dei ruoli concordati, io lo ritengo rischioso e molto scivoloso. Proprio perché le persone non sono manichini né tantomeno vibratori umani. Questa è solo la mia opinione, confortata però dalla conoscenza di situazioni di coppia con analogie alla vicenda di cui stiamo parlando.

    Cara Garden ti ringrazio del quadro che hai tratteggiato di me, troppo buona, ti assicuro che ho una marea di difetti 8) e grazie anche per gli spunti che mi hai fornito. Comunque sì, questo me lo voglio concedere: non tradirei mai chi mi ha accordato la sua fiducia, sia un partner, un amico o un collega. Considero la fiducia un bene prezioso ed è un onore per me tutte le volte che mi viene accordata, se un'amica si confida con me la sua confidenza è al sicuro, anche dovessimo litigare o lei dovesse farmi un torto non violerei mai il patto di lealtà :)

    Onestamente quando ho compreso questa dinamica perversa me ne sono tirata fuori, avrò fatto bene, avrò fatto male? A dirla tutta non me ne frega una cippa, quando sono stata sola a combattere con una solitudine viscerale me la sono smazzata per conto mio, non ho chiesto niente a nessuno per cui.

    Ho avuto un disturbo ansioso depressivo fortunatamente superato ma sono stata malissimo, e sì, è stato uno schifo :| L'eredità che mi ha lasciato è una maggiore consapevolezza dei miei limiti e, soprattutto, una maggiore comprensione della potenza devastante del disagio psichico, sia mio che altrui. Prima di vivere quel malessere pensavo che le persone depresse e ansiose fossero sostanzialmente ignave e mi irritavano. Ora ho capito che non è così, il disagio è immanente, pervasivo e la persona che lo vive si comporta in un certo modo perché non riesce, non può fare diversamente. La mente comanda il corpo. È stata un'opportunità? Sinceramente non saprei, se avessi potuto evitare di stare così male sarebbe stato meglio e di questa consapevolezza ne farei volentieri a meno.