Messaggi di Mousetrap

    Ti ringrazio per gli spunti di riflessione interessanti!

    Io finora ho sempre desiderato contrastare questi segnali lanciati dal mio corpo, sia perché sono proprio pesanti da reggere sia perché a lungo andare mi hanno indotta ad evitare alcune situazioni (e ciò mi spiace perché mi sto limitando in attività che mi piacciono).

    Mettiamo anche che io riesca ad accettare certi sintomi, ma poi come faccio a far sì che questi sintomi mi consentano di condurre una vita "normale"?

    Proprio in compagnia di me che è difficile. Mannaggia. Poi di notte..

    Ma come si fa ad uscire da tutto ciò? Perché non posso stare un minimo serena? Dopo tanti traumi, almeno un sintomo risparmiato. 😰

    Credo che sia proprio colpa dei traumi se i sintomi pesanti ci sono.

    Se, al momento, non te la senti o non puoi ricorrere all'aiuto di uno specialista, direi che provare a stare bene con te stessa possa essere un palliativo, forse non la soluzione al problema, ma perlomeno un modo per accettare le emozioni che provi.

    Dovresti iniziare avendo più autostima, ti assicuro che in gamba lo sei davvero perché io e tanti altri magari al posto tuo, a quest'ora, saremmo completamente persi.

    Dici? Grazie per la stima. Ho paura stasera. Arrivano sensazioni che non so decifrare. Oppure ricordi del sogno passato, non ho nessuno da chiamare e parlarci un po'. A volte ho paura di impazzire... Non lo voglio.

    Non aver paura, prova a lasciarti cullare dalla musica che preferisci o da un bel film.

    Pensa solo a quanto sei forte, non sei impazzita finora e penso proprio che non possa accadere.

    Fidati di più delle risorse che hai dentro di te e cerca di star bene semplicemente in compagnia di te stessa!

    Sto male, allora io amo vivere, non voglio dormire come i depressi classici. Solo che sono depressa per la mia qualità di vita. Credevo che 19 anni di demenza di mamma che ho seguito, fosse il peggio. Invece sono 3 anni che non sto più bene, ho papà da seguire, gli ho salvato 5v la vita durante crisi glicemiche e l'ultima credevo che morisse, è avvenuta il 16 agosto. E sta ancora in ospedale ed io sono sola. Ho troppi stress post trauma. Non ho psicoterapeuti, non ci credo più, non ho un partner, non ho un lavoro, non faccio nulla di stimolante. Ho le mie patologie e tante paure soprattutto MORIRE. Tutto il razionale non mi basta. Dormire è un po' morire. È perdere il controllo e ne ho paura. La testa è piena e il corpo è stanco e non riposo.

    Faccio gli incubi su mamma e mio fratello che ho perso 13 anni fa. E sono incubi mostruosi. E mi sveglio Co tachicardia pure se ho i battiti bassi. Mi sento la pancia che si muove, insomma una marea di sensazioni. E la mattina sono così, rallentata stanca, la testa viaggia più del corpo. Non so come spiegare meglio. Immaginati di dormire e che qualcuno ti sveglia di colpo tu devi fare cose ma sei in quel mezzo sonno, non hai un bioritmo che ti aiuta. Solo che a me succede in un orario in cui dovrei essere fresca e lucida. 😰😰😰Allora penso a cose brutte, non so credere che sia ansia depressiva.

    Mi spiace davvero, spero che stanotte tu riesca a riposare decentemente.

    Comunque, dopo tutto quello che hai patito e che stai ancora soffrendo, è il minimo avere le sensazioni che hai tu.

    Anzi, sicuramente stai reagendo con una grande forza, molto maggiore di quella che tanti avrebbero al tuo posto.

    I traumi vissuti da te stanno senza dubbio alla radice di tutto.

    Io sto provando nuove strategie. Mi viene da svenire? Mi ripeto "forza, svieni, vediamo se ci riesci". Mi manca l'aria? Ripeto "avanti, smetti di respirare se ne sei capace". Ho capito finalmente di essere vittima del mio desiderio di controllo e sto provando a remarvi contro

    Vixen, ti ringrazio per i suggerimenti, spero prima o poi di riuscire ad applicarli nella vita di tutti i giorni.

    Sicuramente anche in me c'è questo forte desiderio di mantenere il controllo sempre e comunque e probabilmente il mio malessere deriva dall'impossibilità di avere il controllo su tutto.

    Prendiamo la tua domanda Mousetrap, come placare ed ignorare il panico ad una cena?

    Facciamo un piccolo ragionamento; l'ansia non è un fattore esterno, non puoi mandarla via come se lo fosse. L'ansia è parte di te, non puoi "eliminarla". Ma puoi capirla, e per farlo devi accettarla. Accettando che l'ansia sia parte di te, corpo e mente si riequilibreranno e ogni cosa prenderà il suo posto naturale. Non è immediato e a volte uscirà ancora per comunicarti qualcosa, ma con il tempo diventerà sempre più naturale accettarlo e alla fine forse non la noterai nemmeno più.


    Sarebbe bello trovare la causa iniziale, ma a meno di aver avuto un evidente trauma, secondo me non esiste un reale motivo. Sono decine si anni di crescita e di una miriade si eventi che ci hanno plasmato i pensieri e noi ci siamo immedesimati, ci siamo convinti erroneamente che noi siamo i nostri pensieri.

    Dici bene, l'ansia che provo non vorrei eliminarla, so che è fisiologica e mi caratterizza, ha anche contribuito in passato a farmi raggiungere ottimi traguardi.

    Però non vorrei più provare sensazioni fisiche legate all'ansia e non vorrei più provare panico.

    So che vari eventi del passato potrebbero aver accentuato la mia indole ansiosa e catastrofista, sicuramente le patologie che hanno afflitto dei miei familiari hanno scatenato in me l'ipocondria.

    Ma a me starebbe anche bene avere pensieri negativi, non pretendo di eradicare in toto dalla mia mente alcune idee. Mi piacerebbe semplicemente che il mio corpo non mi lanciasse segnali di angoscia, facendomi credere ogni volta di svenire/morire.

    Come si fa?

    Anche io personalmente credo sia essenziale almeno una mano da parte di uno specialista. Ricordo che tempo fa prima di affrontare la situazione stressante del parrucchiere ho provato da autodidatta alcune metodologie di rilassamento(es. Meditazione) nel tempo intercorso tra una seduta e l altra(vado dal parrucchiere ogni mese e mezzo). Ebbene il mio tentativo non ha dato frutti, in quanto il disturbo si è riproposto nella stessa intensità.Inoltre ogni volta che devo andarci provo appunto ad autoconvincermi che non ci sia nulla da temere, ma una volta sul posto tutti gli sforzi risultano vani(per fortuna il mio parrucchiere è una persona molto comprensiva e sensibile su tematiche come gki attacchi di ansia) Perciò anche con molta fatica ho deciso di affidarmi a breve a qualcuno che mi possa guidare nella risoluzione del problema

    Sei fortunata per il parrucchiere. Invece io sarei costretta a fare proprio una figuraccia di quelle epocali.

    Anche io personalmente credo sia essenziale almeno una mano da parte di uno specialista. Ricordo che tempo fa prima di affrontare la situazione stressante del parrucchiere ho provato da autodidatta alcune metodologie di rilassamento(es. Meditazione) nel tempo intercorso tra una seduta e l altra(vado dal parrucchiere ogni mese e mezzo). Ebbene il mio tentativo non ha dato frutti, in quanto il disturbo si è riproposto nella stessa intensità.Inoltre ogni volta che devo andarci provo appunto ad autoconvincermi che non ci sia nulla da temere, ma una volta sul posto tutti gli sforzi risultano vani(per fortuna il mio parrucchiere è una persona molto comprensiva e sensibile su tematiche come gki attacchi di ansia) Perciò anche con molta fatica ho deciso di affidarmi a breve a qualcuno che mi possa guidare nella risoluzione del problema

    Io, purtroppo, ancora non mi sono decisa ad intraprendere attività quali meditazione/yoga, anche se sarei molto interessata, sulla carta.

    Traggo però giovamento della respirazione profonda diaframmatica durante attacchi di panico o ansia acuta. Il problema è che funziona solo se sono sdraiata, quindi fuori casa la vedo dura metterla in atto (a meno che io non accetti l'idea di perdere il controllo davanti a tutti...a quel punto finirei sicuramente gambe all'aria, perché di solito tutti sanno che è un modo utile di aiutare chi sta male).

    Mi aiuta molto anche ascoltare musica zen o generi similari, oppure guardare film che mi catturano particolarmente (però ciò è fattibile solo per placare l'ansia o al termine di un attacco di panico).

    Un aiuto lo vorrei di sicuro, anche soltanto per apprendere qualcosa di più tecnico su queste tematiche.

    Certo, uno specialista è sicuramente di aiuto.

    Ma dato che nessuno potrà cercare le risposte dentro di noi (perché è solo li che si trovano) al nostro posto bisogna imparare a farsi le giuste domande. Il metodo migliore è fare delle domande come se volessi aiutare qualcuno che non sia tu, come rispondere a qualcuno su questo forum. E poi girare la domanda a se stessi.

    È più facile aiutare e consigliare qualcuno che se stessi, proprio come dice il proverbio "predicare bene e razzolare male".

    Questo perché si è più distaccati e meno coinvolti emotivamente, ma una volta poste le domande giuste e rigirate a se stessi è più facile trovare le risposte.

    Si può vedere anche come un approccio tramite "pensiero laterale", cioè pensare e analizzare uscendo dagli schemi.

    Io provo a dare risposte alle domande che pongo a me stessa e spesso credo che tali risposte non siano poi tanto campate in aria; però non conosco gli strumenti per passare dal teorico al pratico.

    Faccio un esempio: se a cena fuori provo determinate sensazioni fisiche spiacevoli che potrebbero addirittura sfociare in panico, vorrei che qualcuno mi spiegasse come riuscire ad ignorare o placare quei sintomi che la mia mente enfatizza (in negativo).

    Di un terapista che, invece, provi a scandagliare il mio animo senza propormi soluzioni concrete me ne farei ben poco.

    Difatti, proprio per questo il mio timore è di scegliere un tipo di terapia non confacente alle mie problematiche.