Messaggi di Mousetrap

    Grazie, mi hai dato anche stavolta dei suggerimenti interessanti! ☺️

    Li metterò in pratica di sicuro! Però non stasera perché saremo solo io, mia figlia ed il mio compagno con la famiglia che ci ha invitati (comunque durerà poco perché nel loro cortile c'è una scarsissima illuminazione, quindi al più quando sarà buio pesto dovremo andarcene).

    Quando capiterà di andare a cena in ristoranti, applicherò i tuoi trucchi! 😊

    Ma questo autunno capiteranno pochissime occasioni perché, come scritto prima, al chiuso non me la sento ancora di mangiare (sono vaccinata, ma ho lo stesso paura).

    Daniele, grazie ancora, sono veramente ben accetti tutti i consigli per cercare di stare un po' meglio.

    Questa sera ho una cena da amici, in campagna, staremo all'aperto quindi perlomeno il timore del COVID non c'è (comunque al chiuso io non mangio, nei ristoranti o casa altrui, da febbraio 2020...ti ho detto tutto!); però è una zona parecchio isolata e lontanuccia dall'ospedale.

    Automaticamente mi sta venendo la paura di andare a questa cena, soprattutto perché a causa di problemi di reflusso e digestivi/intestinali quando non sono a casa vivo male il momento dei pasti (mi sento subito gonfia, mi aumenta la frequenza cardiaca, mi vengono vampate di calore...poi mettici l'ansia, e vai!).

    Che pensieri potrei avere per scacciare questi timori?

    Ti ringrazio ancora!


    dipende dal motivo, è una domanda generica oppure hai un caso specifico?

    discuterne in generale sarebbe poco produttivo, ogni caso va valutato per quello che è.

    Concordo, si potrebbe provare a parlare del caso specifico, sarebbe meglio.

    "Pacata" ancora non è, forse sai è anche stanchezza. Sicuramente faccio molto per aiutarmi (meditazione, sport, mi circondo di persone positive). Anche io ero così da bambina. Adesso sto cercando un nuovo terapeuta che possa davvero condurmi in un percorso produttivo, non è facile e ti sono vicina

    Ti ringrazio e ti faccio un grande in bocca al lupo! A proposito di terapeuta, io sono completamente a digiuno in materia: la terapia breve strategica potrebbe andar bene?

    Ti capisco e anche io ho vissuto situazioni simili alle tue. Ho capito anche che una certa rassegnazione nei confronti della morte non guasta. Pensieri come "sto per morire? Pazienza, prima o poi moriremo tutti" a me stanno aiutando molto.

    Hai assolutamente ragione. Difatti credo che tutto nasca, in me, dal terrore della morte, del non esistere più.

    Non puoi immaginare quanto io abbia cercato di credere in un'altra vita/dimensione dopo la vita terrena e quanto avrei voluto avere fede, ma purtroppo mi sono dovuta rassegnare al fatto che non sono credente (e ciò sicuramente peggiora il mio terrore).

    Sin da ragazzina, quando mi veniva spontaneo pensare alla morte dovevo smettere immediatamente di avere questi pensieri perché mi sembrava di impazzire.

    Però fisicamente non avvertivo nulla.

    Mah, io davvero non so come si possa finire in un girone infernale come quello in cui ci troviamo in tanti.

    La tua pacata rassegnazione sei riuscita a raggiungerla da sola?

    Penso di non essere l'unco ad avere questa sensazione di oppressione dovuta alla consapevolezza di non riuscire a "fermare" il tempo. Voglio dire, sarei un illuso se pensassi di poterlo fare, ma quello che mi angoscia di più è vedere che non riesco a massimizzare l'uso del tempo a mia disposizione, per tutta una serie di fatalità, contrattempi, incidenti di percorso, imprevisti.

    Faccio un esempio banalissimo. Dopo un po' di tempo, l'altro giorno avevo programmato di pulire in modo approfondito il vecchio PC che, forse perché pieno di polvere, inizia a darmi qualche problema ed è instabile. Torno a casa dopo una serie di commissioni, penso di riposarmi un po' prima di partire con le grandi manovre... accendo la TV (acquistata nuova il 22 agosto 2021) e vedo che funziona malissimo... Faccio tutta una serie di tentativi per capire di quale problema di tratti, ma invano. Decido quindi di contattare l'assistenza al numero verde e, tra una cosa e l'altra, si fanno le 13:30. Prima delle 15:30/16:00 non si possono fare rumori (il compressore per spruzzare l'aria non è proprio silenzioso) e quindi devo spostare l'inervento a quell'ora. Puntualmente alle 15:45 ricevo la telefonata di mia madre che necessita di aiuto per sbrigare delle pratiche buorcratiche. Devo quindi lasciare casa per andare in suo aiuto... e, alla fine della fiera, si fanno le 18:30 e la giornata èbella che andata.

    Questo è solo un banale esempio di quello che accade. Vedo che le giornate passano e non riesco praticamente mai a portare a termine degli obiettivi che mi prefiggo, perché molto spesso, le priorità degli eventi hanno un'inevitabile precedenza su tutto.

    Ciao!

    Io ho un'angoscia legata al tempo che passa, però non come la tua, che è più correlata al non riuscire a sbrigare tutte le cose che vorresti fare in un giorno.

    Io ho più che altro la classica paura del tempo che scorre e che, inevitabilmente, conduce alla morte.

    Questo sia per me che per i miei cari; anzi, a volte faccio fatica a guardare foto/video attuali di personaggi famosi che amoperché faccio troppo il raffronto rispetto a come erano da giovani e mi viene da piangere.

    Per me in prima persona, invece, non temo il decadimento fisico di per sé (tipo rughe o capelli bianchi), ma proprio lo scorrere del tempo che indica che la mia clessidra si sta velocemente svuotando.

    E poi, ma non è un'angoscia meno forte di quelle suddette, ho paura di non usare bene il tempo a mia disposizione, nel senso di non vivere pienamente la mia vita, quindi di sprecarla, in un certo senso.

    Dopo tanti anni sono arrivata alla stessa conclusione di Daniele. Se accetti i sintomi di ansia o gli attacchi di panico e li chiami con il loro nome mentre li stai vivendo, questi diventano sempre più "piccoli", gestibili.

    La domanda :" e se stavolta sto davvero morendo?" deve essere sostituita da : "respira, è solo panico/ansia", ripetuto come un mantra

    Ciao, scusami... posso chiederti se hai ricevuto un aiuto medico per riuscire a non enfatizzare più ansia e panico? E come hai fatto a non pensare più di avere un grave problema di salute? Grazie!

    Hai fatto degli esempi che calzano bene alla mia persona: mai andata sulle montagne russe e sono terrorizzata all'idea (perché ho paura di svenire/morire di paura lì sopra), ma sono una grande appassionata di film horror, spesso li guardo proprio quando sono in preda all'ansia forte e hanno un effetto quasi sedativo (forse perché la mia mente si concentra sulla paura dovuta al film).

    Però non mi sono mai sentita "diversa" per le cose suddette, forse un pochino per gli horror (ma più perché tanti mi hanno detto spesso che è inusuale che una ragazza ami gli horror e, di fatto, al cinema son sempre dovuta andare a vederli con uomini e mai con amiche).

    Invece, le somatizzazioni dell'ansia mi provocano non tanto un fastidio "mentale" o il pensiero di essere "anormale", ma più che altro un fastidio fisico grosso.

    Se, ad esempio, sono al cinema col mio compagno e mia figlia a vedere un cartone e, improvvisamente, avverto tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di svenimento o morte io innanzitutto penso che sto per morire, quindi mi viene spontaneo alzarmi ed uscire dalla sala, prima di tutto per vedere se mi passa e poi, eventualmente, per chiedere aiuto ai ragazzi alla cassa.

    Quindi, mi viene da chiederti: come le ignoro queste terribili sensazioni fisiche? Oppure, come faccio a non pensare che sto per morire?