Messaggi di keiji

    Ciao Hope, grazie del messaggio.


    Sabato scorso, alle 4 di notte, mi ha scritto: "Ehi, come stai?". Le ho risposto il giorno dopo perché cercavo di riposarmi e non capivo il senso del messaggio. Ho risposto: "Me la cavo. Come mai hai scritto a quell'ora? Stai bene?" e lei ha risposto che se la cava anche lei e che mi pensa, che vorrebbe scrivermi ogni tanto per sapere come sto. Io le ho spiegato tranquillamente che la cosa ha poco senso e che sa bene come sto, per cui si è un po' ritratta dicendo: "Forse ho sbagliato a scriverti" e credeva che la cosa non mi facesse piacere. Le ho spiegato che non era per quello, però volevo delle spiegazioni. In seguito, visto che non rispondeva su WhatsApp, l'ho chiamata, e stava alla festa di un'amica. Siamo stati circa 30 minuti al telefono e mi ha spiegato che, data la relazione avuta, le faceva strano non sentirmi più e, a domanda fatta, ha detto che vuole stare da sola perché vuole essere indipendente. Le ho chiesto se voleva essere indipendente da me e ha osservato che, in effetti, io le lasciavo fare ciò che voleva senza costrizioni inutili (giustamente, non mi sto vantando) e che, in generale, non voleva mettermi in difficoltà. Poi siamo rimasti che, quando starò meglio, ci vedremo così le potrò chiedere qualsiasi cosa. Mi ha ribadito che all'aperitivo non era sola col collega, ma che lui le ha chiesto di rimanere. Queste ultime due cose mi sembrano un po' così, soprattutto la prima: lei non credo voglia vedersi con me, lo farebbe solo per me, e io le ho sempre detto che pena non voglio farle. Ci siamo salutati con un bacio perché io le ho detto che non le mando solo un abbraccio. Lei ha risposto con un bacio, ma credo per darmi il contentino, sicuro.


    Insomma, è ancora tutto un po' fumoso dal mio punto di vista. Dal suo è chiaro. Le ho scritto una battuta, ma la sua risposta è stata molto amichevole.


    Ho avuto altre relazioni, troppe probabilmente, per quanto io non sappia a quanto pare gestirle, ma una cosa del genere non mi è mai capitata. Forse figlia del momento, ma credo di avere diversi problemi relazionali: dipendenza affettiva, sindrome dell'abbandono, soffro questa solitudine. Diverse cose che ho fatto non le avevo mai fatte, e in gran parte è merito suo, forse (altro problema).


    Ora, se le scrivessi, credo non mi risponderebbe, tranne forse se fossi in fin di vita (non lo farò), ma comunque via chat non è che possa fare granché in generale. Conoscendola, non tornerà indietro, anche solo per l'imbarazzo del tutto, ma ci sono anche altri validi motivi, che sono stati anche citati precedentemente da qualcuno.


    Nel frattempo, io mi sto leggermente riprendendo, ma sono stato di nuovo molto male con la crisi depressiva che serpeggia (dormo poco, avrò perso 10 chili e fumo parecchio), e al lavoro sto avendo dei problemi, spero risolvibili, ma essendo al PC non mi aiuta al momento. Spero sia per effetto dell'aumento del farmaco (altra grossa sconfitta per me).


    Diciamo che ora ho un po' paura a prendere lo scooterone per via dell'attacco di panico che mi è venuto, e al quale non mi sono fermato.


    Ci sono altre cose di cui vorrei parlare, forse OT, e forse farò altri thread sul fatto che la mia socialità è ridotta all'osso, e ciò non aiuta. Io non so stare da solo, vorrei fare nuove conoscenze (amicizie), ecc.

    Sto letteralmente a pezzi in questo momento, dove c∙∙∙o vado? A momenti faccio un incidente in scooterone per un attacco di panico...


    Non ho idea di nulla e con i vostri commenti non mi sento propriamente capito, ma va bene. Ci sta tutto ed ho letto tutto. Grazie lo stesso e scusatemi, alle volte le sole parole sono lame.


    Magari scriverò con più lucidità in seguito.

    Poi, una volta capite, se te la senti di farci fronte, scrivile una lettera cartacea in cui le chiedi (non con superficialità) come sta e ti impegni a far fronte alle sue necessità. Proponile una terapia di coppia a riguardo.

    Questo l'ho fatto nell'ultimo incontro avuto. Lei pensa che io sia fatto così e che non possa cambiare e che non debba cambiare per lei. In parte mi ha detto che le ha sempre fatto male il fatto che non la rincuorassi per i suoi successi. In realtà ho cercato di farlo, ma a volte non ci sono riuscito per via di alcune vicende abbastanza gravi che mi sono capitate.


    Col tempo ho migliorato degli aspetti del mio carattere, mi sono fatto vedere più coinvolto anche se lei sa che lo sono sempre stato. Il problema è che non mi ha mai fatto esprimere a riguardo; stranamente non si è aperta con me su queste cose quando di solito lo faceva. Ora ho un po' paura di lei e non sono lucidissimo. L'idea della lettera ce l'ho e penso di scriverla a breve in modo lucido (ora non lo sono più di tanto). Ho pensato anche di andare sotto casa sua per parlarle, ma temo sia troppo tardi e che le dia fastidio. Inoltre, lei abita con i suoi.


    Alle volte ho dei vuoti di memoria e questo mi dà fastidio; è prettamente fisiologico, purtroppo. Questo fattore le ha sempre dato fastidio, anche se l'ha sempre saputo.


    Anche il fatto che ora mi vede come un amico, dice che io e lei non saremo mai degli sconosciuti (menzogna), mi uccide.


    Non mi ha mai detto di essere immaturo; l'ha sempre negato. Ha detto che le ho insegnato tanto e che le ho portato tanta gioia e felicità... questo parlare al passato, lei l'ha digerito eccome... ci sto male.


    Grazie, Garden, per l'intervento e scusa per la mia risposta confusionaria; forse l'aggiusterò più in là. Ci penso quasi costantemente a lei e so che in questo momento il suo bene è stare lontano da me, specialmente in queste condizioni. Ma vorrei farle capire davvero che voglio migliorarmi, che posso cambiare per il bene mio e nostro.


    Ho dato peso a tutto quello che mi ha detto e scritto, compreso il "Non vedo un futuro con te". Questo mi ha tagliato le gambe e faccio fatica a parlarne. Poi ha proposto un periodo di pausa, ma si è ricreduta, pensando che non servisse a niente, come ho sempre detto io.


    Non vuole nessun contatto per ora. Ha detto che alla soglia dei 30 anni è scattato qualcosa in lei e che è cambiata.

    Lei ha 10 anni meno di te, tu quasi 40, otto anni insieme, nessuna convivenza (perché?).

    Non siamo andati a convivere ancora perché non abbiamo quasi mai avuto una stabilità economica, cosa che ora io ho. Ma anche lei.


    Abbiamo sempre avuto dei problemi su questa cosa e ne abbiamo parlato diverse volte.


    Quindi dovrei fare il passo io? Ancora una volta? In queste condizioni e con lei che fa muro in tutti i modi? (Non sono stato insistente e non è questo il suo obiettivo). Domande stupide le mie; lei si è raffreddata. Da quello che dice e dalla realtà ci sono delle discrepanze e delle cose dette (poche) che creano un po' di confusione.


    Scusate, forse riuscirò a rispondere a dovere più in là.

    Ciao a tutti, spero di scrivere nel modo corretto, seguendo un filo logico. Da poco meno di un mese sono stato lasciato dopo 8 anni di relazione. Non convivevamo, ma abbiamo convissuto per brevi periodi.


    Ha 10 anni meno di me e ha deciso quasi di punto in bianco, dal mio punto di vista, di mettere fine alla nostra relazione. Abbiamo vissuto bei momenti e anche brutti momenti, ma la cosa che ha dell'inverosimile è che ha fatto tutto lei: tra luglio e agosto ha deciso di porre fine alla nostra storia con un incontro dal vivo un po' singolare. Mi ha detto che non prova più il sentimento di prima e che non se la sente di continuare così, anche per il mio bene. Tempo fa lamentava una sua apatia generale e che non stava benissimo; io ho cercato di starle vicino, ma non me ne ha mai parlato, non si è mai voluta confidare. Spesso, a livello comunicativo, è stata così; per lo più dovevo tirarle fuori io le parole e, se lo faceva, sbottava a piangere.


    È difficile riassumere 8 anni, ma già 3 anni fa aveva deciso di troncare perché non le piaceva il mio comportamento. Poi, dopo una settimana, ci ripensò ed io cambiai. Le dissi che era un periodo stressante per me e che dovevo migliorare su molte cose.


    Invece, l'ultima volta, circa un mese fa, siamo usciti a bere in un locale e, forse di proposito, io non mi sono potuto sfogare alle sue affermazioni: "Non vedo una vita con te", "Non abbiamo progettualità", "Io ci sarò sempre per te", "Non voglio che tu mi aspetti, non ti voglio illudere" (detto più volte), "È sempre bello parlare con te". Quando ci siamo salutati, non mi ha voluto baciare ed è corsa via. Non è mai stata una persona troppo coraggiosa, perciò dubito che torni indietro. Io ho sbottato che non si potevano buttare 8 anni così, con una folata di vento. Lei mi rispose che non era una decisione presa sul momento, ma già da tempo nella SUA testa. A me non ne ha mai parlato, mai un confronto decente se non per il fatto che diceva della sua apatia nell'ultimo periodo, ma ciò non riguardava noi due, pensavo.


    Nel mese di luglio ci siamo visti molto poco; inizialmente le avvisaglie le ho notate quando è voluta andare a dormire da una sua amica invece che da me. Lì ho pensato male, anche se lei mi rassicurò che non era per me, con conseguente mia rabbia e frustrazione: "Se non sono io, perché non vieni da me? Mi stai prendendo in giro? Parlamene, qualunque cosa sia", e invece niente.


    Nel mese di luglio poi siamo stati insieme e siamo andati anche a un concerto in un'altra parte d'Italia e SIAMO STATI BENE, o almeno questa è stata la mia percezione. La sera che dovevamo partire, lei ha fatto molto tardi dicendo che si era protratta troppo con i colleghi per l'aperitivo. Dopo un po' di tempo, via telefono, mi sono fatto confessare che un collega, di cui non voleva neanche dirmi il nome, le ha detto di rimanere a fare l'aperitivo e lei ha accettato. Ha giurato che non è successo nulla, ma non le credo al 100%, anche se su queste cose non è mai stata bugiarda.


    Scusate la confusione, ma c'è molto da dire: lei nell'ultimo periodo è dimagrita molto ed ha scoperto una parte di sé da tempo assopita (parole sue) e voleva acquisire una sua sicurezza individuale, indipendente da altre persone. Lei ha avuto la sua prima storia solo con me in assoluto, anche dal punto di vista sessuale. Tra l'altro quest'ultima cosa andava a gonfie vele tra noi.


    Lei sa che io ho sofferto e soffro di depressione maggiore, sono in cura con Zarelis 150mg al dì, ed ho avuto dei periodi bui dove lei mi ha sostenuto in tutto e per tutto. È (era?) una persona sensibile e generosa. Ultimamente mi ha detto che è cambiata, anche grazie alla terapia psicologica che ha iniziato ed era giunta l'ora di badare solo a se stessa. Però la persona che ha allontanato sono io. Ha dei piccoli problemi con la madre, che secondo me lei esagera, ma quello a cui ha dato il ben servito sono io.


    Ho molta confusione e non riesco a capire molte cose, soprattutto perché non mi ha lasciato la possibilità di confronto, di dire la mia, visto che nell'ultimo incontro ero rimasto molto interdetto, senza energie per replicare o dire la mia.


    Nelle settimane di ferragosto e quella successiva abbiamo fatto le "vacanze" separati anche perché lei mi ha lasciato e voleva stare per conto suo, prima dicendo di non avere piani e poi partendo con le sue amiche. Ora, se non le scrivo io, lei non si fa viva, ma legge e vede le mie cose su WhatsApp (non uso social io), nonostante le abbia scritto meno di quanto avrei pensato.


    Ci penso sempre ed ho l'impressione che mi abbia detto qualche c∙∙∙∙∙a (non da lei) e che non saprò mai visto che non vuole vedermi perché perderebbe la sua serenità. Non che cambierebbe molto, ma magari mi aiuterebbe.


    Ora sono senza forze, dormo poco, a lavoro è durissima e la cosa peggiore è che ho perso quasi del tutto la mia autostima. Mi è crollato il mondo addosso, sembra che senza di lei io sia niente, e ciò è purtroppo grave per uno della mia età (39) e che lei dimostri forse più maturità di me.


    Da tutto ciò il quesito del titolo del thread. Io non ci riesco, probabilmente ho una dipendenza affettiva ed uno stile di attaccamento ambivalente. Come mi salvo da questa congiura? È la storia più lunga ed importante, e ne ho avute altre 3 importanti nella mia vita.


    Ora come ora non mi sento bene con me stesso e spero di non compromettere la mia vita, ma è dura, durissima.


    Accetto qualsiasi risposta e commento, anzi ve ne sarei grato. Mi scuso per la confusione e la poca lucidità, oltre che per essere prolisso.


    Un abbraccio.

    Chiedo scusa, principalmente a Peter, in anticipo per questo mio intervento: da circa un mese è finita la mia relazione di 8 anni. Mi ha lasciato quasi improvvisamente con giustificazioni di vario tipo e confuse. Non ho avuto modo di sfogarmi con lei, non me ne ha parlato prima. Forse, se riesco, scriverò un post a riguardo.


    Tutto ciò per dire che sulle ossessioni bisogna lavorarci. Io sono un po' ossessivo, ma con me stesso. Ad esempio, se penso a lei ora con un altro, mi dispiace molto, ma non mi crea enormi disagi (sorprende molto anche me questa cosa).

    Inoltre, posso dire a malincuore che le donne non tornano mai indietro.


    Post inutile lo so, diciamo che è uno sfogo il mio.

    Ciao Dakota97, rispetto a quanto scritto da altri aggiungerei solo di portarlo ad una sorta di ultimatum: fare terapia o terapia di coppia. Dovrebbe lottare per uscire da questa situazione.
    In caso non volesse gli dovresti dire che la relazione non può andare avanti così.

    La pista del tradimento non la considererei al momento, anche se fosse non cambierebbe molto.


    Ti abbraccio forte.

    Ciao Hawake, ti scrivo solo per darti un consiglio: non sottovalutare questi segnali e fai terapia. Anche solo verbale, ma se vuoi cambiare e non riesci ti consiglio di iniziare per evitare situazioni peggiori.

    Grazie mayra dell'intervento. Hai ragione, affronterò una strada diversa sperando di mantenere il posto di lavoro attuale, a meno che non diventi ingestibile :)


    Comunque in generale ho creato questo thread per capire a fondo in cosa consistono le comunità psichiatriche, anche di vario tipo, senza dover leggere per forza ed unicamente informazioni sui siti web delle strutture apposite che spesso sono fuorvianti.

    In sintesi mi interessa più un riscontro esperienziale, se così si può dire.

    Salve a tutti. Crca 3 anni fa ho cambiato mestiere e sembrava piacermi, ero per lo più "senza padrone" ed andavo abbastanza bene. Poi ho cominciato a lavorare "con padrone" e sembra che non mi piaccia più, lavorare in proprio in questo campo è difficilissimo.


    Però devo dire che gli stati depressivi portano ad una demotivazione profonda e non so più quello che mi piace o no. In questo momento di crisi sembra non piacermi nulla e sono stanco di fingere, forse ho sempre finto.

    La percezione di me sta sfumando, dei miei piaceri, dei miei gusti. Sta svanendo. L'unica cosa che mi fa stare momentaneamente meglio è bere ma non posso bere tanto.


    Eppure sono quasi sempre stato uno selettivo, in forma non esagerata, ma moderato. Purtroppo non una persona che sa quello che vuole a quanto pare.

    Forse la depressione arriva per darci dei segnali? Io di mio ho la sfortuna di avere ereditato questo disturbo, perciò non capisco se è un segnale o meno.

    Forse sono uno svogliato come mi è stato detto spesso da bambino/adolescente, che non ha voglia di lavorare.


    Sono in una crisi profonda nonostante la terapia e non posso permettermelo alla mia età, preferirei essere un automa che affronta la giornata ed esegue le mansioni.


    Voi come vi comportate per affrontare la giornata?