Messaggi di keiji

    Ciao, la prima cosa che voglio dirti è che nessuno deve sminuire i traumi altrui.

    Le persone hanno tutte diversi gradi di sensibilità, ognuno reagisce secondo il proprio modo di essere, secondo il proprio vissuto. Così come nessuno deve considerarti stupido, siamo esseri umani, ognuno con le proprie fragilità e la propria emotività.

    Anche io ho subito bullismo e ne porto i segni tutt'oggi.

    Mi dispiace molto per la fine della tua storia e ti mando un abbraccio virtuale.

    Quattro mesi sono pochi, devi darti il tempo di elaborare questo dolore che è un dolore grande. Cerca di rifugiarti nelle cose che ti piacciono, come stai facendo. Anche se sembra che nulla ti motivi, continua a provare. Un piccolo passo alla volta. <3

    Grazie Hawthorn, devo dire che va meglio. Voglio recuperare l'amore per me stesso e basta. Coltiverò solo quello al momento. Il corpo mi sta dicendo qualcosa di importante :)
    Bellissima la tua citazione di Yoshimoto :mending_heart: :slightly_smiling_face:

    Ciao, ricambio l'abbraccio che fa sempre bene :)

    Diciamo che va, è tutto molto confuso al momento, la situazione è ancora come prima, siamo un po' in bilico, vorrei intraprendere la strada della terapia ma devo trovare il momento giusto.

    Forza forza forza.

    Il momento giusto dipende da te o da lui? Se da entrambi, quanto in percentuale? Scusa la domanda, ma secondo me è importante questa cosa.


    A prescindere, cerca di prenderti comunque i tuoi spazi, considera tutte le ipotesi. La cosa fondamentale è che tu non perda la tua identità. Quella è tua e tua soltanto, e lo sarà per sempre.

    Ciao a tutti, ogni tanto scrivo qui sul forum, ma sintetizzo la mia situazione. Ho 40 anni, vivo nella periferia di Roma con i miei genitori (lo so, è considerato "da sfigati", termine che non mi piace e non serve ribadirlo). Sono in cura per depressione maggiore da quando avevo 23 anni (ma avrei dovuto iniziarla prima), con alti e bassi, sospensioni di farmaci decise di mia iniziativa e non. Ho ripreso la psicoterapia circa due anni fa, dopo una precedente esperienza di tre anni dai 23 ai 26. Attualmente prendo Zarelis 225 mg la mattina.


    La mia malattia è dovuta sia a fattori ereditari (mia madre soffre della stessa condizione e credo la abbia tuttora, anche se segue solo la terapia farmacologica) sia a traumi del passato, che qualcuno definirebbe di lieve entità ma che per me non lo sono stati. Ho vissuto bullismo spinto e ho avuto un padre sminuente e rabbioso. Nonostante tutto, ho avuto diverse relazioni amorose, più o meno tossiche (probabilmente troppe), senza mai arrivare a convivenze prolungate, e ho avuto una discreta vita sociale. Non mi posso troppo lamentare del mio passato, nonostante il mio carattere e i miei "drammi". Questo percorso non è stato facile, soprattutto considerando che molte persone depresse con cui mi confronto dicono che io non ho nulla, forse perché sono considerato di bell'aspetto. Ma conta poco.


    Ultimamente mi sento vuoto, con una sorta di apatia fragile. Se le cose dovessero peggiorare, sento che crollerei. Quasi quattro mesi fa sono stato lasciato. La relazione durava otto anni con una ragazza di dieci anni più giovane di me. Questo evento mi ha fatto crollare, mi è mancata la terra sotto i piedi, perché avevo dei progetti con lei. Da lì, tutto mi sembra diverso. Sto facendo i conti con tutte le mie fragilità e problemi, che si sono ingigantiti anche a causa del mio costante giudicarmi.


    Ho cercato di tirarmi fuori dalla situazione riprendendo alcuni legami sociali, ma non ho molti amici e nessuna amica. Ho diversi conoscenti, ma non mi sento soddisfatto. Così ho iniziato a frequentare una ragazza conosciuta sui social. Mi sono stranamente sentito coinvolto e l’ho vista tre volte, durante le quali siamo arrivati anche a fare sesso e a trovarci bene, per quel poco che tre uscite possono permettere. Lei, però, non era convinta, non si sentiva presa e mi ha lasciato tramite chat. Lo capisco, ci conoscevamo da poco. Il vecchio me non avrebbe quasi battuto ciglio, ma questa situazione si è rivelata pessima per via del “mostro” e delle modalità con cui è finita la mia precedente relazione, che non ho ancora elaborato.


    So che era troppo presto per frequentare un’altra persona, ma è successo. Le modalità di questa rottura, molto simili a quelle passate, hanno influenzato il mio stato attuale: sfiducia totale in tutto e in me stesso. Non riesco a darmi alcun merito, non esisto per me stesso. Questo mi fa intristire e piangere. Non riesco ad amarmi e non so come fare. Mi considero fortunato a non vivere da solo, perché questa prospettiva mi terrorizza. Ora ho momenti in cui non mangio, non ho fame, non dormo e mi sto lavando poco. Sono senza energie, e quelle poche le uso per lavorare. Vorrei isolarmi il più possibile, e già lo sto facendo.


    Mi sento quasi un hikikomori. Sto cercando di capire, attraverso video e libri (alcuni dei quali mi spaventano), cosa mi prende e cosa posso fare per stare meglio con me stesso. Per ora non ci riesco. Mi distraggo come posso e faccio poche cose per inerzia. Sento un vuoto totale. E penso che potrebbe andare peggio, che potrei essere solo. Non credo di poter affrontare tutto questo da solo, vivendo da solo. Prima o poi succederà e questa prospettiva mi angoscia. Non ho obiettivi. Tutto è piatto e senza senso. La vita sembra priva di significato.


    Non posso fare esercizio fisico, perché ho dolori alla zona lombare dovuti a una protrusione alla colonna vertebrale, che mi dà molto fastidio. Mi capita di lavorare al PC dal letto, spesso al buio. Ho difficoltà a metabolizzare e riconoscere le emozioni. Le ho tenute nascoste e camuffate per troppo tempo, interpretando altri ruoli. Ci sto lavorando in psicoterapia, ma i progressi sono lenti. Io sono lento. Ho 40 anni, ma credo di avere la sindrome di Peter Pan. Non è sempre stato così.


    Alla fine un lavoro ce l’ho, a tempo indeterminato. Economicamente e dal punto di vista dello stress è accettabile, anche se sedentario. Forse non mi piace più come prima, ma attribuisco questo giudizio alla mia condizione attuale.


    Sono avverso al cambiamento, ma so che è inevitabile. Questo mi spaventa, mi blocca, e non riesco ad arginare questo terrore. Per lo meno qui posso sfogarmi un po’. Mi dispiace aver scritto uno sproloquio quasi incomprensibile, ma tant’è. Sicuramente manca qualcosa, qualche tassello, qualche trauma irrisolto. È difficile consolarsi così.


    Accetto consigli, libri, integratori, parole, qualsiasi cosa. Chiedo solo la cortesia di non trattarmi come uno stupido. Questo è uno sfogo, ma non mi considero stupido e non accetterei di essere trattato come tale.


    Grazie a chi avrà la pazienza di leggere e cercare di argomentare con me. Vi abbraccio virtualmente.

    Ciao Laura, per ora posso solo abbracciarti e dirti che ti capisco eccome, anche se a differenza tua sono un maschietto.
    Voi avete diverse possibilitá in senso positivo. Punterei sulla terapia di coppia a questo punto.

    Ora come va? Spero meglio dato che non hai più scritto :)

    L'hai detto al tuo psichiatra che i farmaci non ti fanno nessun effetto? Quando stavo io così male, la terapia mi ha svoltato l'umore in un paio di giorni. Se non l'hai fatto, fallo subito, senza aspettare la data dell'appuntamento.

    In un paio di giorni? Forse ha aiutato l'effetto placebo iniziale o si tratta di una molecola particolare. Mi sembra molto strano. Sono incuriosito, non voleva essere una critica.

    Ciao a tutti, assumo Zarelis da circa 4 anni, forse 5. Inizialmente dose a 37,5 mg per poi passare a 75 mg, 150 mg e da 3 mesi a questa parte 225 mg per via di eventi esterni avversi. Non noto una particolare efficacia nella dose 225 mg perché ultimamente mi è subentrata apatia e piattume anche se riesco a lavorare a malapena (per fortuna lavoro da remoto e non è particolarmente impegnativo il lavoro ultimamente). Il problema è che mi sento fragile, apatia che potrebbe trasformarsi in angoscia e disperazione se le cose peggiorassero.

    Detto ciò, secondo voi è una dose massiccia 225 mg di Zarelis? A me sembra di sì, non prendo altro.

    Mi è stato diagnosticato un disturbo depressivo maggiore molto tempo fa, credo sia endogeno e cronico. Mi terrorizza questa cosa, ma così è.

    Grazie a chi risponderà.

    Le assurdità stasera le sto scrivendo io; non ci sono proprio con la testa, troppa solitudine.

    Non preoccuparti, Hope. Mi dispiace per la troppa solitudine. Se ti può un po' consolare, almeno sei abituato; c'è chi, come me, dovrà forzatamente abituarsi.


    Comunque oggi sono tornato a lavoro (da casa, per ora), almeno faccio qualcosa e piano piano forse tornerà a piacermi. Piacermi qualcosa.

    Mi sto facendo troppe paranoie, ma a livello sociale la situazione è penosa, poi alla mia età...

    Di solito trovo le soluzioni, almeno nei pensieri, ma in questo caso non ho proprio idea di come muovermi. In alternativa diventerei un robot da lavoro, ma quanto potrò resistere? :rolleyes:

    È pazzesco! A me era successa la stessa cosa con la sertralina, oltre a nausea forte e diarrea; mentre quando ho iniziato efexor nessun effetto avverso, se non un leggerissimo calo dell'appetito, oltre all'immancabile anorgasmia, che personalmente la trovo trascurabile. Incredibile quanto sia tutto così soggettivo.

    Io prima prendevo Efexor, poi sono passato a Zarelis (sempre venlafaxina come principio attivo). Per esperienza, sapete se cambia qualcosa?

    Lo psichiatra dice che sono uguale, ma lo Zarelis costa molto meno. Allora perché mi prescrisse l'Efexor? Mah...


    Ne assumo 225 mg da poco, perché è stato aumentato da 150 mg. Una bella dose, mi sa...

    Ciao. Mi spiace per quello che stai provando. Potresti lavorare un po' a casa e un po' in ufficio? Uscendo, a piccole dosi, potresti iniziare a distrarti e, anche se temporaneamente, allontanare i pesi negativi. Non trovo giusto che l'allontanamento di una persona possa scatenare tutto questo. Un abbraccio.

    Grazie, Ponte.

    Sì, proverò a fare così.


    Riguardo all'ultima frase, hai ragione: il problema sono io, che probabilmente ho sottovalutato la mia condizione generale. Poi ci sono anche le coltellate morali subite da persone che pensavo mi volessero bene, ma lì bisogna sapersi difendere ed è un discorso lungo. Purtroppo, la vita non si importa del giusto o dello sbagliato; sono costrutti della società ed anche molto soggettivi. Diciamo che mi fa male sapere che eventi "minori" possano buttarmi giù così. Anche se minori fino a un certo punto.

    Stai dicendo assurdità, mi segui? :) Hai bisogno di seguire una cura e migliorerai.

    Non lo so se ti seguo sinceramente. Assurdità ne ho scritte in parte. La cura la seguo da anni ormai.

    Però apprezzo le buone intenzioni :)

    Conviviamo da un anno: io, 38 anni appena compiuti, e lui, 35. La nostra convivenza ha solo rafforzato la nostra coppia dal punto di vista relazionale e del feeling. Stiamo molto bene insieme, e c’è un forte sentimento condiviso.


    Partiamo col dire che lui ha un carattere fragile, soprattutto non avvezzo ai cambiamenti e alle novità. Anche la scelta di andare a convivere è stata molto sofferta e intrapresa solo con un aut-aut.

    Un uomo fortunato. Però preciso che non conosco la situazione ed il mio è un giudizio probabilmente affrettato.
    Fortunato perché vi sostenete e c'è comunicazione. A me è capitato che sono "stato fatto fuori" senza confronto, nonostante in parte mi sento come hai descritto lui. La relazione durava da 8 anni, ma avermi lasciato così senza troppe remore è devastante.

    Chiedo scusa per l'OT, tornando in tema sono d'accordo sul metodo morbido. Un valido compromesso.