Messaggi di NathanDrake

    Credo che sia una cosa comune a tutti ma forse viene amplificata alle persone che non sono molto soddisfatte della propria vita "reale". Potrebbe essere questo il tuo caso?

    Però leggo che prima di partire eri molto felice...

    Ciao Luca, grazie della risposta.

    Ho 35 anni ed è stato il mio primo amore... :(

    I farmaci sono già tanto tempo che li rimando ma credo che non sia più il caso...

    So che sono cose che capitano a tutti ma mi sento davvero male e soprattutto non noto miglioramenti!

    Stamattina ho lo stesso senso di vuoto e smarrimento di tutti i giorni :(

    Grazie per i consigli!

    So che dovrei attivarmi il più possibile per non pensare e cercare di non scriverle... a volte sono convinto di farlo e sono più "propositivo", il problema è che al mattino dopo ricomincia l'ansia e la mancanza di voglia di fare qualsiasi cosa!! Per me il mattino è un autentico dramma!!

    Ad esempio stasera mi sono preso l'impegno di andare in palestra domani mattina con un amico. Al momento sono convinto di farlo, ma so già che domani avrò dei ripensamenti e farò un'immensa fatica.

    Inoltre ho deciso di farmi aiutare dai farmaci venerdì alla prossima seduta con lo psichiatra... :(

    Ciao a tutti,

    soffro di Dipendenza Affettiva dalla mia ex, con la quale sono stato insieme circa 3 anni e mezzo e nei successivi 3 anni siamo rimasti in contatto, ci vedevamo come "amici" ed è sempre stata un punto di riferimento molto importante per la mia vita, direi l'unico.

    In sostanza ci siamo messi insieme nell'estate del 2013 e ci siamo lasciati verso Natale del 2016. Negli ultimi 3 anni fino a poco fa abbiamo continuato a vederci perché il nostro legame era molto profondo e non volevamo perderci.

    Circa un anno e mezzo fa lei mi dice che si sta vedendo con un'altra persona. Inizialmente ci rimango male per qualche giorno, poi però non ci penso troppo e vado avanti.

    In questi ultimi anni ho avuto più volte l'opportunità di tornare insieme a lei, ma non ho mai voluto, preciso che sono stato io a prendere la decisione di lasciarla ma è stato comunque molto doloroso.

    Lei è originaria del Veneto, io di Milano, ma si è trasferita qui un po' per me inizialmente e successivamente perché aveva trovato lavoro qui.

    Negli ultimi tempi però il lavoro non andava bene e quindi aveva in previsione di tornare in Veneto, insieme a questo tizio.

    Ero già parecchio giù per questa notizia ma speravo che poi in qualche modo sarebbe ritornata. A fine luglio il fattaccio.

    Mi dice di essere incinta.

    Crollo.

    È come se l'avessi persa per sempre. Il rapporto tra noi non sarà mai più come prima e questo mi distrugge. Inoltre comincio ad avere ripensamenti su di lei. Mi rendo conto che forse ho sbagliato a lasciarla e non volerci riprovare. Che per me è la persona più importante e che adesso non c'è nulla che io possa fare per tornare indietro.

    È dal 29 Luglio che pian piano sono sprofondato in depressione.

    Premetto che sono in psicoterapia da anni e che ho sempre sofferto di momenti di questo tipo alternati a fasi apparentemente stabili.


    Mi sembra di non essere mai stato così male.

    Piango spesso. Non ho voglia di fare nulla. Ho perso interesse per tutte le mie passioni, una su tutte l'attività fisica. Non ho mangiato per giorni interi. La mattina è una tragedia, mi sveglio sempre verso le 6:00 con una forte ansia e battito accelerato ripensando a questa situazione.

    Ho un lavoro part-time e per il momento sono riuscito ad affrontarlo ma credo che la prossima settimana mi metterò in malattia. Non credo di farcela.

    Continuo a scriverle, lei è un po' preoccupata, mi risponde sempre, mi sta vicino ma pensa che forse sia il caso di smettere di sentirci. In fondo anche io so che forse sarebbe la cosa migliore ma non ce la faccio. Sono totalmente dipendente da lei.

    Sabato scorso ho voluto andare a trovarla, ho fatto andata e ritorno in macchina in giornata. Quando sono stato con lei stavo benissimo, il problema si è riprensentato il giorno dopo, quando sono sprofondato nuovamente.

    Vivo insieme ai miei genitori e anche loro sono molto preoccupati. Non so come comportarmi. A volte mi sprono a fare qualcosa, ad uscire, ma sembra che non serva a nulla. Il giorno dopo mi sveglio e ricomincia tutto da capo, di nuovo.

    Ho frequenti pensieri suicidi.

    Sto valutando assieme allo psichiatra l'assunzione di fluoxetina o un altro antidepressivo.

    Scusate per il post un po' disordinato ma ho una gran confusione in testa...

    Grazie a chi vorrà rispondermi e dire la propria opinione.

    Che bello questo post per me che ho una prova di lavoro domani!!!!
    E complimenti a zibibbo che si è dato un anno di tempo, che costanza!!!! Di solito io mi do 2 settimane XDD

    Ciao! Allora com'è andata la prova?

    Ragazzi io nel frattempo sto continuando ad andare... stringo i denti e vado... anche se ogni tanto ho sempre un po' d'ansia, ma devo ammettere che è notevolmente scesa.

    Nonostante questo il lavoro proprio non mi piace... tanto che i miei capi mi hanno chiamato in disparte e mi hanno fatto un discorsetto dicendomi che lavoro bene ma che mi vedono parecchio forzato... solo che io non ci posso fare nulla, se non sono molto a mio agio e non mi piace questa mansione non è che posso fare i salti di gioia!

    Sono ancora nel mese di prova e quindi vedremo come va. Devo essere sincero, dovessero dirmi che la prova non è andata bene da un lato sarei sollevato!! Dall'altro però mi troverei di nuovo disoccupato... nel dubbio, mi sto già cercando un altro lavoro.

    :hi:

    Innanzitutto grazie a tutti per le vostre risposte, mi sono davvero di aiuto! :)

    Ciao!diciamo che un po' di ansia all'inizio di un nuovo lavoro è normale. Parto col dirti che hai fatto molto bene ad accettare, in primis per rimetterti in gioco dopo tempo.
    Per una persona timida stare a contatto con tanta gente puo essere difficile ma è anche un modo per metterti alla prova e sbloccarti.
    Come mai hai paura e vorresti scappare? Quali sono i compiti che ti mettono ansia?

    È proprio così, ho accettato per rimettermi in gioco dato che è tanto tempo che sono fermo, non ce la facevo più a vedermi così inattivo...

    Più che altro non sono tanto i compiti che mi mettono ansia ma tutto il contesto... l'ambiente nuovo, i colleghi, le persone intorno...

    Tutti e 10 i punti che hai scritto sono sacrosanti e sono perfettamente d'accordo! Sono spesso cose che mi dico anche io tra me e me, soprattutto prima di iniziare questo lavoro, il fatto è che poi mi perdo nella mia forte emotività e tutto il resto improvvisamente non conta! :(

    Attualmente comunque sono seguito da una psicoterapeuta dove abbiamo affrontato più volte questo argomento, però un conto è parlarne un conto affrontarlo in prima persona...

    Ecco, questa è un'ansia che vorrei avere molto volentieri. Non preoccuparti, non hai motivo per temere che le cose vadano male, fatti coraggio e tutto filerà via tranquillamente, Non essere ipercritico nei tuoi confronti. Sii razionale.

    Purtroppo sono una persona molto critica con se stessa ed effettivamente sì, dovrei essere più razionale e ragionare meno con i sentimenti...

    Anche io credo che sia questione di tempo, quantomeno per ambientarmi, purtroppo spesso non mi do tempo. Pretendo tutto e subito da me stesso... tanto che un anno fa ho mollato un lavoro dopo un mese perché non riuscivo emotivamente ad affrontarlo... proprio come è successo a te inizialmente non sapevano bene dove collocarmi e per quasi tutte le 8 ore mi trovavo senza fare nulla...


    Vi ringrazio ancora per i consigli, in ogni caso vi aggiorno sulla situazione:

    Dal terzo giorno, mercoledì, ha cominciato ad essere un po' meglio... non so, ho iniziato a sentirmi più a mio agio. Giovedì ancora un pochino meglio e venerdì anche... certo da qui a dire che ora vado al lavoro felice e pieno di entusiasmo ce ne passa... però almeno l'ansia è un po' calata.

    Sul lavoro in se sono ancora scettico ma obiettivamente sono all'inizio, devo ancora capire bene tutte le dinamiche... insomma se all'inizio mi ero dato fino a venerdì per decidere se andarmene, adesso ho prolungato fino alla fine del mese di prova! :D

    Davvero non credevo che 4 ore potessero mettermi così in crisi, è stato un impatto davvero inaspettato...

    In effetti come avete detto voi devo essere più razionale e pensare ad una minima indipendenza economica ed un'occasione per uscire dal guscio. Spero che vada sempre meglio...

    Ciao a tutti,

    da Lunedì 8 Aprile ho iniziato una nuova esperienza lavorativa. Era circa un anno che non lavoravo e tenete conto che l'ultimo lavoro era da casa, quindi sono poco meno di 2 anni che non faccio un lavoro "vero", inteso come alzarsi la mattina, uscire, avere a che fare con le persone ecc.

    Inizio col dire che non è il lavoro che avrei voluto perché sto cercando in un altro ramo, mi è stato proposto da un'agenzia interinale e dato che sono disoccupato da un anno e il colloquio è andato bene ho deciso di accettare, anche se a malincuore. Quasi come fosse un obbligo.

    Questo lavoro prevede di stare in Reception di un'azienda abbastanza famosa, quindi tutto ciò che concerne rispondere alle chiamate, accogliere clienti ecc.

    Insomma c'è molta esposizione, ed io sono un carattere timido e introverso.

    Oltre a questa mansione ci possono essere altri lavoretti da ufficio come sistemare documenti, scansioni e cose di questo tipo. Il primo giorno ho iniziato proprio così, mettendo a posto documenti ed ho avuto una panoramica generale sul lavoro e sull'ambiente da parte dei "capi".

    Il lavoro è part-time, quindi sono 4 ore giornaliere, pensavo davvero di poterlo reggere tranquillamente, anche perché in passato ho retto lavori di 8 ore. Purtroppo mi sbagliavo!

    Dopo il primo giorno sono uscito di la con un'ansia indescrivibile. Mi sentivo inadatto, inadeguato, sbagliato, l'ambiente di lavoro mi soffocava, insomma sono andato in tilt.

    Questo mi era successo anche in alcune esperienze passate ed il risultato è stato sempre lo stesso: me ne sono andato.

    Il secondo giorno (ieri) volevo fare proprio così, non presentarmi al lavoro. Non so con quale forza ce l'abbia fatta. Infatti mi sono sforzato e ci sono andato.

    Potrei dire che è andata leggermente meglio, ma il lavoro in se non mi da stimoli e l'ambiente mi crea grossi problemi di ansia.

    Oggi ci tornerò e già comincio a sentirmi male...

    Non so cosa fare. Se andarmene subito o resistere finché posso. Purtroppo so già quale sarà il risultato, ovvero licenziarmi prima del periodo di prova (un mese).

    So anche che dopo mi sentirei terribilmente in colpa per non avercela fatta.

    Non so se darmi tempo ancora qualche giorno per vedere se riesco ad ambientarmi, il fatto è che vedermi in reception così esposto mi fa stare male...


    Vi è mai capitata una situazione del genere? Come l'avete gestita?

    2) Sentite sarà sessista, sarà sbagliato, sarà quello che volete ma andate decentemente ai colloqui e in linea con il posto a cui ambite. Se puntate a fare il direttore di banca ci sta che vi presentate in giacca e cravatta (personalmente vi scarterei ma diciamo che passare me è mediamente particolarmente difficile); se dovete andare a fare l'operaio invece evitiamo di andare in giacca... fate ridere i polli al tempo stesso nemmeno troppo sportivi tipo con i risvoltini o cose del genere. Per le donne poi c'è un mondo di eleganza a disposizione a seconda dei ruoli. Che ne so... un leggero tacco, un vestito elegante ma anche in pantaloni se non siete da gonna ma non i jeans strappati o cose del genere e nemmeno in tuta manco se è un posto da spazzino.

    Sono perfettamente d'accordo con tutto il tuo post, soprattutto su questo. Non è sessista, tantomeno sbagliato, è semplicemente Buonsenso. Ciò che purtroppo a tanta gente oggi giorno manca.

    Grazie a entrambi per le risposte,

    insomma mi sembra di aver capito che siete d'accordo con me... essere disabile, appartenente alle categorie protette è più uno svantaggio...

    Per rispondere a Sienne, io sono quasi certo di essere in grado di affrontare un lavoro anche senza essere assunto come cat.prot., cercherò in entrambi i casi e poi vediamo.

    Comunque ribadisco, trovo abbastanza scandaloso che si parli tanto di Privacy quando praticamente al giorno d'oggi non esiste. I recruiters vogliono sapere tutto di te, sono invadenti e sempre più pressanti, la cosa triste è che in ogni caso il coltello dalla parte del manico lo hanno sempre loro, e che se tu mostri un minimo di obiezione questi non fanno altro che passare al candidato successivo. Siamo come delle figurine... che sconforto.

    Ciao a tutti,

    ho 35 anni, sono disoccupato da tempo e da circa tre anni insieme alla mia psichiatra abbiamo deciso di presentare la domanda per l'invalidità civile. Sia per avere un piccolo riscontro economico che un aiuto sul lavoro per poter accedere alle famigerate Categorie Protette.

    Dopo le varie visite sono riuscito ad ottenere sia l'invalidità che la pensione minima che certo, non riesce a farmi essere autonomo, ma quantomeno è un aiuto per non gravare troppo sui miei genitori, con cui purtroppo abito ancora nonostante la mia veneranda età.

    Insomma con l'aiuto dell'invalidità civile dopo un po' di tempo sono riuscito ad ottenere un lavoro, tra l'altro un bel lavoro, che mi piaceva e combaciava con la mia passione per il web. Mi trovavo molto bene anche se l'orario era di 5 ore al giorno rispetto a tutti gli altri miei colleghi che ne facevano 8.

    Si trattava di un'azienda con almeno un centinaio di persone, la mansione si svolgeva prevalentemente in team e in quel contesto io ho sempre cercato di nascondere la mia appartenenza alle Cat. Prot. un po' per timore personale, un po' per evitare pregiudizi. Ogni tanto però ho avuto l'impressione che qualcuno ne fosse al corrente anche se devo dire che non mi è mai stato fatto pesare, anzi, sono sempre stati tutti molto discreti.

    Poi il rapporto di lavoro purtroppo per svariati motivi è terminato ma arriviamo al dunque, la questione che vorrei discutere con voi è:

    Ma inserirsi in un contesto lavorativo come Categoria Protetta, ammesso che non sia per qualcosa di fisico, è davvero un vantaggio?

    Mi spiego, l'impressione che ho io, dopo qualche esperienza lavorativa e numerosi colloqui di lavoro, è che si tratti di un'arma a doppio taglio. Certo, se sei invalido perché non ci vedi da un occhio, perché stai su una sedia a rotelle o qualsiasi altro fattore fisico evidente allora "tutto bene", ma appena i datori di lavoro devono confrontarsi con una tipologia di invalidità psichica, a quel punto l'argomento diventa quasi tabù ed appare un alone di disagio.

    Inoltre ho notato che la Privacy che ci dovrebbe essere riguardo a questo argomento nel team di lavoro, spesso non è rispettata, nemmeno a livello personale. Si perché se tu agenzia interinale, mi chiami per un lavoro e al telefono mi chiedi "Posso sapere che cosa riguarda la sua invalidità?" mi stai mettendo a disagio. Non tanto perché non voglio dirtelo, ma perché quantomeno sarebbe opportuno parlarne in sede di colloquio, a quattr'occhi, dato che l'argomento è abbastanza delicato. Una volta mi è anche stato risposto che se non avessi voluto parlarne al telefono allora non se ne sarebbe fatto nulla. A quel punto ho chiuso la chiamata e ciao.

    Quello che voglio dire è che se da un lato hai più opportunità perché la competizione con gli altri candidati diminuisce, dall'altro hai lo svantaggio di essere "Diverso" dagli altri. E purtroppo questo dagli altri viene percepito. Ad esempio nel lavoro di cui ho parlato all'inizio ero l'unico a fare 5 ore invece che 8, e già solo questo ti pone in maniera differente rispetto ai tuoi colleghi.

    Ai colloqui, una volta assodato che non hai nessun deficit a livello fisico, ti viene sempre chiesto di raccontare del motivo della tua invalidità, spesso aggiungendo un "Se vuole / Se se la sente".
    Che praticamente diventa un obbligo dato che se rifiuti di parlarne vieni automaticamente scartato perché è come se avessi qualcosa da nascondere.

    Infine gli assunti come Categorie Protette sono un obbligo da parte dell'azienda. È come se tu venissi assunto perché devono per forza assumere uno come te, ma non perché realmente l'azienda ne ha bisogno... come tu fossi una ruota di scorta... un tuttofare... qualcuno in più che può fare comodo.

    Insomma dopo diverse esperienze credo che siano più gli svantaggi che i vantaggi. Ovviamente se sei uno che se ne frega e pensa solo a portarsi a casa il suo stipendio allora nessun problema, ma per chi ha un minimo di dignità ed amor proprio e crede fortemente nelle sue capacità si rivela un handicap non indifferente, tanto che ho sempre continuato ad inviare CV anche per posizioni aperte a tutti.

    Nel mio verbale di invalidità, che va necessariamente consegnato in sede di colloquio o prima dell'assunzione, è riportato "Disturbo di personalità di tipo schizoide", mettendomi nei panni di chi legge non è proprio la cosa più rassicurante del mondo... per fortuna c'è anche la versione con scritto "Omissis", il problema è che tendono comunque ad indagare a fondo.

    Qualcuno di voi rientra nella categoria? Opinioni? Esperienze personali?