Quello che mi preoccupa è l'aumento di suicidi tra i giovani e molto giovani... Come fa un ragazzino, nel pieno della vita, ad arrivare a fare una cosa del genere? Dove trova l'iniziativa e la volontà di farlo? Quando hai dei figli inizi a preoccuparti, e forse anche se non li hai... Forse in questa era di progresso è diventato così facile uscire dalla vita come si esce da un videogioco? O forse la realtà, per alcuni, è così sbiadita e senza senso da preferire l'incertezza di un oltre? Me lo chiedo quando leggo certe notizie...
Messaggi di ladyparsifal
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Proprio ieri mentre stavamo a letto a chiacchierare prima di addormentarci, il mio compagno ed io stavamo riflettendo quanto sia difficile costruire una relazione duratura e soddisfacente.
Se ci pensate due persone completamente diverse in tutto si incontrano e si innamorano. Hanno vissuti diversi, valori diversi, capacità, interessi e abitudini diverse, funzionano in modo diverso. Il semplice fatto di amarsi e di piacersi è un grande motore ma non basta.
L'appetito sessuale è una caratteristica che non permette compromessi. Se due persone sono completamente diverse sotto tale profilo, non si può trovare una quadra.
Credo che quello sia capitato a voi due ladyparsifal. I comportamenti di lui li vedrei quindi come conseguenza di questa differenza insormontabile, a cui bisogna aggiungere limiti comunicativi.
Forse avevo bisogno di confrontarmi... Dopo avervi letto mi sento meno in colpa, anche se mi dispiace per come certe cose vanno e non posso che essere impotente di fronte a ciò. Per questo solo il tempo potrà fare qualcosa.
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Per esperienza ti posso dire che: Mancanza di sesso = mancanza di comunicazione.
È una cosa che ho imparato dopo anni a mie spese...
Può anche essere... Come comunicare però con qualcuno che pensa di avere sempre la verità in tasca? Ti senti un po' come Don Chisciotte... Ci ho provato per due anni, ma probabilmente parlavamo due idiomi diversi.
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In quale opera mi vedo non saprei, ma mi piacerebbe fare una passeggiata in un quadro di Bosch
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Nel tuo caso credo che il tuo corpo lo abbia rifiutato per la mancanza di sicurezza che ti offriva e per la consapevolezza che la persona che avevi davanti, quella da cui era partita l'infatuazione, oltre all'idealizzazione iniziale non aveva una grande affinità caratteriale. All'inizio ci si innamora dell'idea della persona che abbiamo davanti, poi scopriamo la vera persona nei suoi pro e contro e lì è la fase in cui si sceglie se ci piace la realtà o no. Se, inoltre, si vive una fase di stress, è ovvio che vince una relazione con maggiore empatia e rispetto piuttosto che viceversa.
Da esterna, che può basarsi sulle sole fonti che riporti, direi che la scelta di separarvi è stata la via più giusta, a fronte della mancata volontà di capirvi e, piuttosto, colpevolizzarvi e fomentare in negativo le relative diversità percettive.
Certo sì, all'inizio è sempre un idillio... Forse è come dici, al di là di tutto io gli volevo e gli voglio ancora bene e sarei rimasta con lui nonostante le divergenze. Solo negli ultimi tempi ho capito quel che dici, che queste divergenze erano troppe, e ringrazio che mi abbia lasciato.
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Non è colpa tua se avevi meno desiderio di farlo. Come dici tu, non siamo robot sempre pronti e performanti: ci sono momenti più stressanti in cui, complici la stanchezza, il lavoro e la routine di tutti i giorni, il desiderio diminuisce. Lui però ha sbagliato ad attaccarti e a fartene una colpa, facendoti sentire sbagliata. Questi atteggiamenti ti hanno fatto chiudere ancora di più a riccio: certo che non ti hanno fatto rinascere la voglia dell'intimità. Avrebbe dovuto dimostrarsi comprensivo e paziente. Anche lasciarti per questo mi sembra una decisione molto d'impulso, considerando che avete anche una figlia.
Esatto... Mi sono chiusa ancora di più e lo sono tuttora. Per un po' vedevo negli uomini solo satiri. Solo ultimamente sto ricominciando a essere più serena, ma tuttavia restando sola. La figlia è solo mia e non sua, la cresco da sola da sempre.
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lo credevo anche io ma ultimamente sto rivalutando questo concetto... specie sul lungo periodo è impossibile essere sempre allineati. Se ci si ama si comprende anche l'altro, i suoi momenti di stanchezza...
Già...
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Penso che sia come dite. Il fatto di non sentirmi in colpa è difficile perché in due anni lui mi ha sempre scritto dicendo che, se è andata così, è per colpa mia, che sono cambiata, ecc. Certe parole possono farti sentire un mostro. Forse molte coppie si lasciano proprio per questo, perché uno cambia e l'altro vuol rimanere sempre uguale. Chissà...
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Grazie per aver risposto, Leila... Allora, al di fuori della fisicità c'era un rapporto abbastanza buono: stavamo bene insieme e facevamo cose insieme, come vedere nuovi posti, passeggiate, parlavamo...
Il problema è che sentivo che, quando dicevo alcune cose, lui tendeva sempre a minimizzare o diceva di aver capito e compreso, quando sentivo che non era così. Io, purtroppo, sento molto quel che arriva al di là delle parole, e a me arrivava sempre il solito macinino: sentivo che a parole c'era, non sbagliava mai un colpo, ma non sono le parole a contare a un certo punto...
Poi questa cosa del sesso mi faceva capire che, in pratica, non ero normale per lui. Penso che le tante uscite infelici che ha avuto in quel periodo nei miei confronti (un giorno mi disse che invidiava il suo coinquilino perché sentiva lui e la ragazza che di notte lo facevano; mi invitò a casa sua per dimostrare all'altro che anche lui aveva una vita in quel senso, e io rifiutai... e tante altre cose che mi risparmio di scrivere) abbiano contribuito a questo.
Sono due anni che non riesco ad avere un rapporto nemmeno di amicizia con un ragazzo, perché non mi fido più. Lo desidero da una parte, ma lo temo dall'altra...
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Ciao.
Vorrei sapere un parere riguardo a questa cosa, successa due anni fa. In poche parole, il mio ragazzo, con cui stavo da due anni, mi ha lasciata dicendo che soffriva troppo a stare con me, in quanto negli ultimi due mesi avevo iniziato a essere un po' più reticente riguardo al fare l'amore. Probabilmente ero stressata dal lavoro e avevo molti pensieri, tra cui quello di mandare avanti una casa e crescere una figlia da sola, senza l'aiuto di nessuno.
Il mio staccarmi "fisicamente" da lui è stato graduale. All'inizio era solo qualche volta, perché davvero ero stanca, ma poi, sentendo i commenti, i musi che metteva, ho realizzato che iniziavo a stancarmi di lui, a disinnamorarmi forse. In ogni caso non l'avrei lasciato, perché gli volevo un gran bene e mai lo avrei voluto ferire, pensando che magari lui potesse iniziare a capirmi o comunque avere pazienza per quel periodo un po' strano.
Invece no: è successo che lui iniziasse sempre di più a farmi pesare questa cosa, facendo paragoni con altre coppie, dicendo che non è normale essere così come sono io, che c'è qualcosa che non va. Ok, penso io, sarò un alieno? Più lui dice queste cose e più io mi disprezzo, pensando che davvero sono un'aliena.
Tra tante cose che mi ha detto, un giorno gli proposi di fare una gita e lui mi rispose che mia figlia è insopportabile e non vuole farla, che sono gelida con lui, che sono un pezzo di legno ormai.
Quello che mi chiedo ancora e su cui ho dei dubbi, dopo essere stata lasciata due anni fa, è: è possibile che io mi sia stancata del suo modo cinico di fare, mi sia disinnamorata e per questo non abbia più voluto avere rapporti con lui? Oppure sono un mostro privo di senso del perdono, che avrebbe potuto passare sopra a certi commenti dettati da un'insoddisfazione altrui?
Sentirsi umiliati può davvero essere tollerato o è un campanello d'allarme?
Oltre a questo, nella sua ricerca di fare l'amore avvertivo ossessività: ogni momento era buono per lui, mentre a me sembrava fuori luogo. Se andavamo a trovare i suoi parenti, mi portava in camera; se veniva da me, idem. Io ricordo che era spesso così e non riesco a non provare rabbia.
Un giorno gli ho detto che, dopo quasi due anni, farlo ogni volta che ci vedevamo per me era troppo. Lui mi rispose che non è normale non provare desiderio per il proprio ragazzo, facendomi di nuovo sentire in colpa. Ogni volta che provavo a dire ciò che sentivo, mi metteva davanti queste frasi da psicologia spicciola.
Alla fine penso di aver iniziato a detestarlo e ringrazio che mi abbia lasciata, anche se vivo ancora con i sensi di colpa che lui mi fa venire ogni volta che scrive dicendo che è distrutto perché vuol tornare con me e io non ci penso neanche. Scrive che questo blocco, che secondo lui ho verso il sesso, lo supereremo insieme, ecc., come fossi malata.
Se una persona ama davvero, non ti lascia perché non sei più prestante come all'inizio. Mi vien da pensare che farebbe lo stesso se ti ammalassi o ti succedesse qualcosa: non ci puoi contare.