Messaggi di Amelia2014

    Ti capisco, anch'io mi sono data questa regola e ricorro alla chiusura definitiva di un rapporto come come extrema ratio, mi dispiace di dover arrivare a tanto.
    E anch'io, come hai pensato di fare tu, anche in questo caso, mi sarei mantenuta sul vago, confermando un rapporto civile.
    Anche perchè, come dici, la chiusura netta e definitiva purtroppo non lo è mai davvero: lo è nel senso che la tal persona non ha più contatti con te direttamente, ma le ripercussioni poi si trascinano anche più del dovuto e a volte fanno male tanto quanto se non di più il danno creato dalla persona direttamente....


    Non so, mi viene da dire valuta caso per caso. In questo specifico se credi anche solo di poter avere un dialogo con questa persona spiegandole che restare in rapporti sì, ti farebbe piacere, però ponendo dei limiti (parlare di voi, di come vanno e come vanno le cose in senso generico, ma senza ogni volta riesumare fantasmi parentali che fanno solo male).


    Se credi anche così non capisca, metti dei paletti che ti consentendo di creare distacco, senza la rottura palese ed esplicita che porterebbe poi alle eventuali ripercussioni di cui sopra.


    E' difficile e mi rendo conto che non si ha mai bisogno di queste situazioni peggiorative!

    Mi sembra di capire meglio questa persona.
    Sicuramente è una persona invadente e non molto chiara.
    Ora, io non so esattamente la tua storia personale, ma da ciò che mi dici il quadro è abbastanza chiaro su quella che è la situazione attuale e questa persona si sta comportando in maniera alquanto scorretta. Ci sono quelle persone che in determinate situazioni decidono di non schierarsi, in effetti sarebbe anche logico se la questione non inficia direttamente questi personaggi che sono per lo più un contorno e non i diretti interessati (mi sembra di capire).

    ma ci sono una serie di "regole comportamentali" da seguire in questi casi.
    Se si decide per il non schieramento, allora il rapporto che si tiene con ambo le parti deve essere neutro e neutrale.
    Bisogna agire con molta delicatezza, altrimenti è inutile.

    Non mi sembra questo il caso, per cui, se non hai nulla da perdere, direi che puoi fare benissimo a meno di questa persona, a meno che tu non voglia non rompere i rapporti con lei, è il caso, comunque, di rimetterla un po' a posto. Gettare sale su una ferita aperta mi sembra una cosa alquanto vigliacca, e anche fare "da staffetta" o da informatrice non richiesta.

    Le cose faranno il loro corso, ma forse bisogna indirizzarle un po', mettendo dei paletti grandi come travi un po' qui e un po' là... al momento giusto e quando si presenta l'occasione.
    Non dannarti più del dovuto, non mi sembra davvero il caso leggendo ciò che scrivi mi sembra di capire che hai già avuto la tua bella porzione abbondante di dolore. (non ti chiedo di entrare nei dettagli perchè mi sembra di capire che faccia ancora tanto male, ma se vuoi invece, sentiti libera di parlarne, come vuoi).

    Questo è quello che penso, il resto sta ovviamente a te :)

    Un abbraccio.

    Forse è un problema di pigrizia che affligge il popolo italiano da tempo immemore.


    Sai, una cosa del tipo:
    - "Facciamo la Rivoluzione!"
    - "Sì, ma dopo pranzo però..."

    Per il resto che dire^
    nel mio piccolo ci provo a comportarmi in maniera civile, ma è difficile quando sei una minoranza e non lo dico per sembrare virtuosa, tutt'altro: dal mio punto di vista non sono io ad esser virtuosa, è la maggior parte della popolazione ad avere un livello di civiltà al di sotto della media... qualche volta perdo la pazienza, magari qualche giorno in cui lo spirito è meno "solido" del solito mi dico "ma che me ne importa" e se la cassiera del supermercato mi fissa con sguardo da triglia e il muso lungo senza nemmeno un grazie e arrivederci (lei che almeno un lavoro ce l'ha, che inizi almeno ad apprezzarlo, santo cielo!), io faccio scena muta e nemmeno la guardo in faccia.
    Dandomi della maleducata tra me e me ancor prima di essere arrivata davanti alle porte scorrevoli.
    E ripromettendomi di riprendere le vecchie abitudini alla prima occasione... però non è facile.

    E se non si dimostrano civiltà, correttezza e considerazione verso il prossimo in questi che sono esempi del vivere quotidiano (come quelli fatti anche da MeMedesima) figuriamoci in situazioni più importanti e pregnanti in cui gli arroganti si "possono permettere", grazie al ruolo di rilievo che rivestono, di fare il bello e il cattivo tempo perchè non ne pagano le spese, mai e in nessun caso.
    Perchè dovrebbero preoccuparsi di agire civilmente o correttamente?
    Perchè dovrebbero farsi crescere una coscienza civile?
    Perchè dovrebbero ridare dignità al sistema politico italiano?

    Se non fanno tutte queste cose cosa potrà mia capitar loro?

    ...Niente. Tutto andrà avanti sempre nello stesso modo, con gli stessi privilegi e gli stessi individui che lasceranno "la scena" solo a morte sopraggiunta.

    Quando Andreotti diceva "il potere logora che non ce l'ha" non parlava soltanto di invidia. Parlava di questo.

    Io non so davvero più in che modo e dove riporre la mia fiducia...

    In aggiunta a quanto detto mi vien da pensare che la tua amica non sia molto equilibrata.
    Mi spiego: sembra quasi che ogni singola cosa sia da far riferire a lei. Non so se chiamarla egoista o narcisista, in ogni caso è convinta di essere il centro dell'azione, sempre e in ogni caso. Faccio un esempio: se tu non hai tempo (a prescindere), sei tu la protagonista di questa azione. Con lei invece diventa una cosa riferita a lei in quanto "protagonista", ovvero tu non hai tempo per lei, quindi è una cosa personale nei suoi confronti.

    Che poi a lungo andare potrebbe anche diventarlo, personale nei suoi confronti intendo, perchè una persona asfissiante ed invadente non ti fa particolarmente venire voglia di frequentarla, è un altro paio di maniche. E' una conseguenza, secondo me anche normale, di un suo primario atteggiamento che invece tanto sano non mi sembra.

    Ma questa ragazza che storia ha? E' particolarmente sola? Soffre di sindrome di abbandono?

    E' una domanda che mi sono fatta molte volte anch'io ma mi sono fatta l'idea, purtroppo, che una denuncia del genere non solo non porterebbe da nessuna parte, ma rischierebbe anche di ritorcersi contro la vittima.
    Sarebbe la nostra parola contro la loro perchè come certifichiamo, come dimostriamo scientificamente, i danni subiti e le ripercussioni spesso incancellabili? Ammesso anche che trovassimo uno psicologo disposto a testimoniare, che mettesse in relazione i nostri disturbi con i comportamenti patologici dei nostri familiari, loro ne troverebbero un altro pronto a dimostrare il contrario. Tieni conto che viviamo in uno Stato dove la mentalità egemone è quella di stampo catto-borghese che mette famiglia e genitori su di un piedistallo come se fossero intoccabili, finirebbero per torchiare le vittime.
    E' anche difficile trovare persone disposte a testimoniare a nostro favore in generale sia per la mentalità imperante, sia perchè un cattivo genitore ha sempre una doppia faccia che mostra fuori di casa con parenti, amici, vicini. Quante volte accadono i delitti e puntualmente intervistano i vicini che, cadendo dal pero, affermano: "Pareva tanto una brava persona!"I peggiori sadici hanno sempre una maschera moralmente impeccabile.
    Questo non per smontarvi perchè se qualcuno avesse le palle di tentare una denuncia del genere avrebbe tutta la mia stima, però è meglio calcolare bene che un'impresa del genere potrebbe causare tanto altro dolore e tante altre frustrazioni, quindi bisogna essere più che solidi psicologicamente prima di tentare. Sarebbe interessante chiedere a qualche avvocato se ha mai partecipato o sentito di una causa di risarcimento danni morali contro i genitori e come è andata a finire, magari conoscere gli ostacoli incontrati da altri potrebbe esserci utile se in futuro volessimo provare.

    Concordo con Sera su tutto.

    Parlare con parenti, cugini etc... è inutile e controproducente: si potrebbe verificare il caso in cui i loro pareri potrebbero risultare viziati dal fatto che sono parenti, che magari esternamente non hanno mai notato nulla... e ora uscendotene con queste accuse potrebbero vederti come un visionario e non credere a nulla, facendoti passare per l'esagerato di turno, perchè una sberla o una ramanzina non hanno mai ucciso nessuno (è difficile far capire ad altri ciò che si è vissuto, tutti tendono a rapportare ciò che viene loro raccontato alla loro personale situazione, magari più "normale", in cui tutto si risolve davvero solo con una ramanzina o al massimo una sberletta ogni morte di Papa) con il risultato che passi per l'esagerato, per quello che cerca un capro espiatorio per la sua vita fallimentare.

    Non ti sto dicendo che il tuo caso sia così, sto facendo l'uccello del malaugurio dicendoti le reazioni tipiche delle persone (parenti, etc...) a queste situazioni, purtroppo.

    Come ha detto Sera "I peggiori sadici hanno sempre una maschera moralmente impeccabile." E aggiungo che molto spesso è così perchè, soprattutto nel caso della violenza psicologica ed emotiva, nemmeno si rendono conto davvero di ciò che stanno facendo e degli effetti, anche e soprattutto in età adulta, che possono avere.
    Queste cose lavorano dentro come un tarlo, degenerativo, arrivi a trent'anni che vivi una vita che...la guardi e ti dici "non può essere la mia vita, non posso essere io" e non sai nemmeno perchè e come ci sei arrivato e volendo fare qualcosa non sai nemmeno da che parte cominciare...

    Hai mai pensato di rivolgerti a qualche professionista? Se non uno psicologo almeno ad un consultorio...qualcuno a cui raccontare i tuoi trascorsi che potrebbe dirti "Sì, hai subito senza ombra dubbio danni psicologici (abusi e violenze mentali e psicologiche hanno lo stesso peso di quelle fisiche)." Vedere che cosa puoi fare, anche al di là del risarcimento...

    Probabilmente l'egoismo.
    Un'invadenza come quella che descrivi mi fa pensare che alla persona in questione non importa nulla delle seguenti cose:
    - Hai piacere di vedermi?
    - Ti disturbo se passo a casa a trovarti?
    - Hai tempo per me?
    - Hai voglia di dedicare del tempo a me?

    L'egoista ti vuole vedere quando vuole e quando serve a lui / lei non in altri momenti, poco importa se tu non hai tempo o voglia o altro. All'egoista non passa nemmeno per l'anticamera del cervello che tu potresti avere da fare o che hai semplicemente deciso di passare un pomeriggio che hai libero dedicandolo a te stessa e senza essere disturbata.

    Il tutto condito da una buona dose di maleducazione perchè anche gli animali sanno che se si vuole passare a trovare una persona a casa, quanto meno ci si fa annunciare da una telefonata in cui si esplicita questo desiderio, chiedendo al diretto o alla diretta interessato/a se ha tempo o voglia di accoglierla.

    Non sprecare energie con queste persone, metti paletti belli grossi e belli chiari, anche inventandoti impegni per essere lasciata in pace se dall'altro orecchio non ci sentono: con tutti i problemi che si hanno, farsi aumentare il malessere da persone così è una cosa che fa solo venire il nervoso.

    Sono stata sbrigativa e franca nella risposta, non me ne avere, ma il tuo post mi ha fatto venire in mente certe persone che satellitano e/o satellitavano nella mia vita che... grrrr. :)

    L'unica cosa che vorrei dirti è di non confondere due cose principali:
    - Tu e le tue esigenze
    - Lei e i suoi problemi

    Tutto ciò che pensi di lei, del perchè assume determinati comportamenti, delle brutte cose che possono esserle successe in passato, del fatto che si senta sola e viva distaccata dalla realtà, che dica bugie a seconda della situazione e a seconda di ciò che le fa comodo per apparire in un modo piuttosto che in un altro o per far apparire la sua vita e i suoi trascorsi in un modo che lei crede essere più interessante agli occhi degli altri ...sicuramente lei ha un quadro psicologico ed emotivo non equilibrato e pieno di problematiche che si stratificano. Magari in parte se ne rende conto e in parte no, in parte ne soffre e nonostante tutti questi atteggiamenti continua a sentirsi sola...Fai bene ad avere empatia, ad avere un atteggiamento simpatetico nei suoi confronti, non bisogna voltare le spalle.

    l'unica controindicazione è: questo non significa che devi sopportare ogni cosa senza colpo ferire. I suoi problemi non possono e non devono diventare i tuoi, il suo comportamento, che, anche se lei non se ne rende conto, è e diventerà lesivo per lei per prima, non può diventare lesivo anche per te. E qui che devi mettere dei paletti. Ma non per cattiveria, semplicemente perchè il suo malessere non può essere il tuo e non deve diventarlo.


    Devi cercare di arginarla, ci vuole impegno effettivamente, ma se non vuoi stare al telefono per tanto tempo, semplicemente diglielo, magari dicendo che hai da fare o che "adesso devo lasciati, scusa, ci risentiamo presto".
    Cerca di ritagliarti degli spazi per te, ma senza sentirti in colpa (ne hai pienamente diritto) o momenti in cui frequenti senza di lei anche altre amiche... lo so, è assurdo perchè per "arginare" qualcosa che non è un tuo problema diretto, dovresti impegnarti molto più di ciò che un'amicizia con una persona più equilibrata richiederebbe, ma se non vuoi proprio chiuderle "la porta in faccia" forse questi accorgimenti ti aiuteranno a riprendere un po' di terreno senza litigare con la tua amica e anche lei, magari, di volta in volta, capirà che deve un po' mordere il freno con te e forse potrà ritrovare anche lei una sua dimensione...


    Magari così inizierà a rendersi conto di avere dei problemi: una parte del comportamento che descrivi l'ho vissuto io stessa in prima persona durante la tarda adolescenza e...sì, avevo dei problemi! E a ripensarci ora mi vergogno anche di essermi comportata in quel modo, ma per quanto mi riguarda, se le persone che avevo intorno non mi avessero ad un certo sbattuto la porta in faccia, forse non me ne sarei mia resa...è difficile dirlo, per assecondare certi atteggiamenti non fa mai bene a nessuna delle persone coinvolte. E aggiungo che tu ti stai comportando in maniera davvero amorevole con lei, non è da tutti, te lo posso confermare.


    facci sapere come va, un abbraccio! :)



    Scusate ma leggendo quanto avvenuto e alcune risposte mi chiedo una semplice cosa: perchè la colpa "deve" essere sempre degli altri?
    Cioè, noi siamo tutti qui a scrivere su un forum che si chiama "Niente ansia", non si chiama "Sto benissimo, sono una persona equilibrata e non c'è nulla che non vada nè in me nè nel mio rapporto con gli altri", per cui non capisco come mai, di fronte ad avvenimento la cui dinamica è alquanto anomala, la responsabilità (o colpa) di ciò che va male debba sempre essere dell'altra persone.


    Con questo non dico che dall'altra parte (le persone con cui ci relazioniamo) siano tutti sanissimi ed equilibrati tranne noi che scriviamo qua, perchè bisogna sempre essere in due per "ballare il tango", ma se siamo qui a scrivere forse è anche per imparare a distinguere fin dove arriva il nostro comportamento anomalo e dove inizia quello degli altri e magari iniziare ad agire per ritrovare un equilibrio nel nostro comportamento, prima di tutto.

    Con questo non voglio colpevolizzare assolutamente LaPauci, anzi: ha scritto qui per cercare aiuto e non per avere giudizi.


    Secondo me Lapauci, se la tua amica ha esagerato o non ha esagerato è una cosa che al momento non dovrebbe interessarti più di tanto: importante è capire perchè tu hai sentito di doverti comportare così: cosa ti ha intimorito? Ti è successo altre volte di trovarti in situazioni simili e comportarti così? Sempre con questa persona o anche con altri? Quando avrai raccolto le idee puoi provare a fare chiarezza con la tua amica aprendoti a lei e dicendo come ti senti, cosa provi quando ti senti spinta a comportarti in questo modo e perchè...

    Rompere un porta sapone non è la fine del mondo. Certo danneggi un oggetto che appartiene ad altri in casa loro, ma è un incidente e gli incidenti capitano, non è colpa di nessuno. Anche la tua amica non credo si sia arrabbiata per il danno in sè (molto piccolo) ma per il significato che tutta la questione ha: il tuo comportamento anomalo, poco chiaro, non fiduciario, l'aver nascosto il tutto goffamente...

    Riflettici un attimo e cerca di capire, poi spiegati con lei.

    Sii chiara tu per te stessa, se gli altri poi non cambiano idea o decidono di stare ancora sul piede di guerra, allora è un loro problema, ma non crocifiggerti per questo. :)

    Ciao :)

    Prova a sostituire i "devo" con i "voglio" e al di là dell'età anagrafica e al tempo che passa, prova a capire a quale ritmo e con "che tempo" ti muovi tu.

    Che il tempo passi è assodato...il tempo passerà sempre, è già passato da quando ho iniziato a scrivere questo post, nessuno può farci nulla. :)

    La cosa importante è come impiegare questo tempo che passa, in un modo che sia importante per noi stessi... e importante è come noi ci allineiamo al trascorrere del tempo.

    Puoi fare, puoi conoscere e puoi interessarti se vuoi fare, vuoi conoscere e vuoi interessarti, di cosa lo decidi tu, con che tempi lo decidi tu, il come e il cosa anche.

    La paura della solitudine è più un pensiero che altro, e come ogni paura, più pensi a quanto ti spaventa e più diventa grande e spaventosa. Vivi e sii aperto al mondo e troverai quello che ti serve, ma non accontentarti, fidati: non porta mai a nulla di buono e l'insoddisfazione arriva sembra inesorabile e quello sì che sarebbe tempo perso!

    In bocca al lupo per tutto :)

    ...Ciao di nuovo :)
    Posso aggiungere una cosa che mi è venuta in mente?

    ... mi lascia davvero sbalordita ciò che hai scritto all'inizio, presentando la tua situazione...quando ci hai detto che la tua amica è anche psicologa.
    Probabilmente sono io ad essere una persona davvero ingenua, perchè ho sempre pensato che chi svolge attività di psicoterapeuta, psicologo e professioni in ambito, fosse di per sè una persona fortemente equilibrata sia nel rapporto con sè stesso e sia, di conseguenza, nel relazionarsi con gli altri, al di là del fatto poi di avere un atteggiamento magari diverso all'interno della sfera professionale rispetto alla sfera personale.

    Ma da ciò che ci racconti me sembra una persona, la tua amica, altamente disfunzionale.


    E infatti ha ragione Bruce0wayne quando dice: "Guarda che essere psicologi non è certificazione di bontà o equilibrio nelle relazioni personali, anzi."


    La tu amica è davvero egocentrica, se non narcisista. E' come se avesse creato un'amicizia che assomiglia più ad una dipendenza, all'interno della quale lei dovrebbe rappresentare "l'ape regina"...e tu cosa, mi viene da chiedermi?


    Salvati e scappa! Anche tagliando la dose dei contatti quotidiani via chiamate ed sms: la sua onnipresenza è inquietante! Che tristezza poi la sua battuta per cui "se non può parlarti dei suoi uomini non sa di cosa parlarti".

    Fra amici si parla di tante cose, ma sembra che lei voglia usarti come diario segreto-dittafono personale unicamente per le sue avventure sentimentali...

    Guarda, scusami, non voglio aver scritto cose troppo pesanti, ma sto vivendo una situazione simile alla tua proprio in questo periodo e mi rendo conto di quanto fosse deleteria per me solo ora che da oltre un mese a questa parte mi sono iniziata a distaccare da questo "personaggio" (diversamente non mi viene di definirlo, pensa) e giorno dopo giorno è stato come se la mia mente si schiarisse, come se tornassi in me poco alla volta, rendendomi davvero conto di quanto potere avevo dato a questa persona di trattarmi come il suo personale "cagnolino" (non ho timore di ammetterlo, se non avessi di queste "debolezze" non starei qui...).

    Ancora non è finita, ma voglio approfittare dell'innesco di questo "processo di chiarificazione" per riuscire a recuperare i miei spazi e la mia dignità. Ti dico questo perchè è un processo lungo, ma ti consiglio di provare a fare la stessa cosa.

    Ti meriti di più di questo.

    Un abbraccio. :)