Messaggi di hopeful

    Ti ringrazio perché anche solo sentirmi dire che è normale non sai quanto sia importante per me, non riesco mai a spiegarmi né a farmi comprendere da nessuno.. :)

    Onestamente non so che fare per facilitare le cose, di estati ne ho vissute ormai e non è mai servito :S

    Su alcune cose mi ci ritrovo, ad esempio io tendo spesso a paragonarmi con gli altri e con la vita che fanno, ovviamente dentro di me ne esco sempre sconfitto, questo non fa che portare la mia autostima, quasi inesistente, sempre più in basso...

    Trovare l'amore, che sia quello della vita o anche uno "temporaneo" non è facile, o quantomeno dipende dalla persona. Da quello che mi pare di capire mi sembri una che non si accontenterebbe di stare col primo che capita, e se così fosse: meglio direi. Magari con questo lavoro estivo farai nuove conoscenze, chi può dirlo? Prova a darti questa prospettiva perché davvero le cose accadono da un giorno all'altro...

    Anche io sono insicuro ma sono riuscito a migliorare molto sotto questo punto di vista curando il mio aspetto e costruendo un fisico come piace a me attraverso il fitness, una mia passione, questo mi sta aiutando molto, e non solo per l'aspetto estetico ma anche per tutta un'altra serie di cose come l'essere più in salute. Da qualche mese ho anche iniziato un corso di teatro per mettermi alla prova in situazioni completamente nuove, anche questo sta facendo la sua parte. Tu hai qualche passione? Credo che sia importante avere uno stimolo al di fuori di lavoro/studio e amici, aiuta come conseguenza ad essere più sicuri di noi stessi e stare bene, o quantomeno meglio, in generale.

    Ecco, comprendo appieno quel che dici. Il confronto con gli altri spesso è assolutamente deleterio e in cuor mio sono convinta che sia sbagliato. Ci sono momenti in cui mi confronto con chi ho davanti e mi sembra di essere una nullità in confronto. Ma poi in altri momenti subentra, come dicevo, la presunzione e allora mi rendo conto che invece da molti confronti esco "vincitrice". Mi dico che mi sono laureata a pieni voti nella facoltà che ho scelto e che mi ha dato la possibilità di fare un'esperienza meravigliosa come il tirocinio alle scuole medie che gli altri hanno evitato solo per laurearsi qualche mese prima, appena laureata mi sono messa alla ricerca di un lavoretto in attesa della magistrale per non starmene con le mani in mano mentre molti altri non lo hanno fatto, ho degli amici e la possibilità di coltivare le mie passioni come i viaggi, una famiglia che mi sostiene, pratico uno sport che amo, non mi piaccio molto, ma comunque mi rendo conto di non essere un mostro. E allora? A cosa serve tutto questo? Ci sono momenti in cui non riesco ad apprezzare niente di tutto ciò. E mi sento egocentrica, egoista, so di esserlo, ma per me l'unica cosa davvero importante è avere qualcuno da amare. E' così difficile da capire?

    No, purtroppo non mi accontento ;( Ci ho provato, c'è stato un ragazzo al primo anno di università che aveva perso la testa per me, a lui ho dato il mio primo bacio e i primi abbracci alla veneranda età di 19 anni ormai, e anche per me è stato importante per capire molte cose, prima tra tutte che non riesco ad accontentarmi, che accontentarmi non mi rende felice. E allora invidio chi ci riesce. Lui mi avrebbe dato tutto ciò che ora vorrei, però non lo volevo da lui, nonostante gli volessi bene non riuscivo a provare altro. Poi il karma si è vendicato per come l'ho trattato facendomi perdere la testa per un ragazzo che non mi ha voluta dopo due appuntamenti e per uno che mi avrebbe voluta, ma vive in un altro stato. :roftl: :dash:

    Per quanto riguarda il fitness ti capisco alla perfezione e credo che sia davvero una delle cose che fanno stare meglio. Non ci credevo fino a pochi mesi fa, poi ho iniziato con i tessuti aerei e davvero quelle due ore di lezione a settimana sono state la mia boccata d'aria nei momenti più terribili quest'anno. Ora per l'estate sto cercando corsi per continuare e vorrei iniziare anche pole dance. Quindi sì, ho delle passioni, ma a quanto pare tutto ciò che so ritagliarmi non basta più..

    Grazie ancora per aver risposto e scusami per i papiri che scrivo, mi è molto utile per sfogarmi, dato che nella realtà non riesco più a parlare con nessuno di questo. :)

    Innanzitutto ti ringrazio davvero per avermi dedicato un po' del tuo tempo :)

    Sicuramente quel che dici è vero, nel senso che non sono mai stata veramente isolata per molto tempo perché anche nei periodi peggiori avevo sempre attorno qualcuno, che fossero amici, genitori o coinquiline. Però sono certa del fatto che la solitudine mi faccia sprofondare, se ripenso ai periodi che ho trascorso senza nessuno attorno (e non parlo di mai più di una settimana) nell'appartamento all'università mi sale ancora il panico, sia perché appunto mi sentivo sola sia perché non avevo nulla da fare, essendomi appena laureata. So che tu parli di un isolamento diverso, e una parte di me ti dà pienamente ragione, tuttavia sento che quel che mi serve ora è semplicemente contatto umano, la cosa più banale del mondo. E sì, ho degli amici, però sento che adesso vorrei avere qualcuno al mio fianco e le mie crisi nascono dal fatto che vedo che gli altri riescono ad avvicinare le persone (anche in maniera temporanea o magari fallimentare, ma riescono e non sono soli), mentre per me non è così. E nessuno riesce a capire come questo bisogno possa oscurare tutte le cose belle che ho e che faccio, non ci riesco nemmeno io, ma è così.

    Credo comunque che l'esperienza di cui parli potrebbe aiutarmi, anche se onestamente non la vedo molto realizzabile, sia perché manca il tempo (anche se forse potrei trovarlo se lo volessi davvero), sia perché se dicessi ai miei che parto su un mercantile da sola, sarei causa di un infarto :D

    Ne sono consapevole purtroppo, ma non riesco a lasciar andare le cose, ho bisogno di programmare, pianificare, controllare e ricontrollare ogni cosa. Ovviamente il mio atteggiamento varia, nel senso che ci sono ambiti in cui questo mio lato emerge e ambiti in cui invece sono diversa. Emerge anche nelle cose più piccole, ad esempio prima di andare a dormire sono schiava di un rituale che odio, la mia mente mi costringe a controllare anche più volte che il gas sia chiuso e che alcune (per quale motivo solo alcune e non tutte non me lo spiego) prese della luce non abbiano nulla di attaccato.. e sono capace di stare anche qualche minuto a fissare la stessa perché non riesco nemmeno a fidarmi di quel che vedo.. è assurdo lo so, è un comportamento ossessivo e la mia psicologa dice che posso controllare la mia mente, ma io non ci riesco, non posso dormire se prima non sono passata attraverso questa "tortura psicologica". Questo solo per farti capire quanto appunto io abbia bisogno di controllo..

    Per quanto riguarda la tua domanda, sì, onestamente ora penso che l'unico problema sia il terrore di rimanere sola perché se sarò sola tutto il resto per me può anche sparire.. non mi interessa più studiare, diventare insegnante, avere amici, viaggiare, ogni mia passione impallidisce al pensiero che mi ritroverò sempre sola come adesso.. e so che è un circolo vizioso, ma per me ruota tutto attorno a questo ormai: ho riversato la mia ansia su tante cose più o meno importanti (esami, tesi, laurea, le scarpe che il giorno della laurea di abbinassero bene al vestito, cercare un lavoro estivo) e mi sono sempre resa conto che lo facevo perché aspiravo ad essere perfetta, impeccabile, come se questo potesse aumentare le possibilità di essere desiderata.. ora non ho problemi da risolvere, nel senso che attualmente va tutto bene (mi sono laureata, ho trovato un lavoro per l'estate non troppo pesante, ho dei giorni liberi in cui vedere gli amici e via dicendo), e non riesco ad essere felice perché appena sono libera mentalmente inizio ad arrovellarmi su questi pensieri e mi sembra che anche tutto il resto perda colore.. ovviamente finché non succede non posso dire se effettivamente questa sia la soluzione.

    Non sono nella mente degli altri e penso che i miei amici non mi direbbero mai nulla che possa ferirmi sapendo quanto sono critica ed esigente verso me stessa, però sulla base di quel che dicono e che traspare dal loro comportamento credo che ritengano che i miei difetti siano sostanzialmente due: sono testarda e insicura. Insicura in ogni ambito: non mi vedo abbastanza bella, abbastanza intelligente, ho sempre paura di fallire e fino ad ora non è mai successo, avevo paura di non riuscire a laurearmi e ce l'ho fatta a pieni voti, avevo paura di non passare gli esami e andavo in crisi ogni volta e quasi sempre è andata alla perfezione.. mi sento un mostro fisicamente e tutti mi dicono che sono carina e per certi versi da invidiare.. dicono che ho un'immagine distorta di me stessa, ma non riesco a sentirmi la persona che loro vedono. Tutti mi dicono che sono una ragazza dolce, ingenua, a volte troppo buona, mi definiscono "pura".. e puntualmente nella mia testa "pura" diventa sinonimo di suora, ingenua di vergine, dolce di sfigata.. ed entro nel mio inferno in cui mi sento bloccata e non riesco ad esprimermi e a fare in modo che gli altri mi vedano per quel che sono.
    Poi c'è una parte di me più presuntuosa che mi dice che ho fatto tutto come andava fatto, mi sono sempre impegnata nello studio, ho cercato un lavoro appena ne ho avuto la possibilità per qualche mese, sono sempre buona e gentile, come dicono gli altri, mi comporto bene, da quel che dicono sono almeno carina, perché gli altri sì e io no? Passo da un estremo di autostima sotto i piedi all'esatto opposto di presunzione esagerata e mi sento come se fossi sulle montagne russe dell'umore..

    A comportarmi in modo differente no, non ho provato.. l'ultimo ragazzo con cui c'è stato qualcosa (che si è interrotto perché vive in un altro stato) credo sia stato colpito dalla spensieratezza che emanavo nel periodo in cui ci siamo conosciuti (il periodo della mia laurea), però non so come fare per essere così sempre.. ora come ora quella spensieratezza è perduta.

    Scusami per il papiro che ho scritto, mi è servito come sfogo, ma non preoccuparti di rispondere per forza :) e grazie ancora per le tue parole :)

    Non penso affatto che tu mi abbia risposto con sufficienza, anzi, ti ringrazio davvero per averlo fatto. :)

    Condivido pienamente tutte le cose che hai scritto e sono consapevole di avere tempo e di non aver incontrato la persona giusta (anche se appunto in un paio di occasioni mi sono illusa che fosse così), però non riesco a vivere serenamente. Alterno momenti di tranquillità a momenti in cui sembra che tutto mi crolli addosso per il semplice fatto che mi sento sola, provo odio anche verso i miei migliori amici per il semplice fatto che loro possono avere quel che io temo di non avere mai e non so come fermare tutto questo perché mi sale proprio una sensazione di panico che mi impedisce di respirare o, peggio ancora, di ragionare. Ho bisogno di avere il controllo, ma purtroppo in questo ambito non riesco e sono stanca dell'idea che le persone hanno di me. Sono stanca di non riconoscere e di non veder riconosciuti dagli altri i miei bisogni e, soprattutto, di vergognarmene.

    Hai ragione, so che hai ragione.. so che la perfezione non esiste e che non è di questo che ci si innamora.. però è l'unica cosa che posso fare, anche se ormai mi sono resa conto che non ha senso e che le cose non cambieranno mai e allora preferisco che finisca tutto..

    Non so da dove iniziare questo thread, in parte perché mi rendo conto che, visto dall'esterno, il mio non può essere considerato un vero problema, e in parte perché conosco già la prevedibile risposta ad ogni mio sfogo di questo tipo. Ho 22 anni, quasi 23 per l'esattezza (ed essere esatti in questo è fondamentale perché mi sento come se avessi un orologio sulla testa che conta i giorni che impiego a risolvere il problema) e la paura di rimanere sola è diventata ormai una vera ossessione. La mia vita dall'esterno può essere considerata perfetta, so che da molti è invidiata e mi rendo conto di avere tutte le carte in regola per essere ammirata e stimata. Mi sono da poco laureata a pieni voti, a settembre inizierò il corso di laurea magistrale, ho appena trovato un lavoro per il periodo estivo che sono felice iniziare, sto viaggiando tanto, pratico uno sport che amo, la mia famiglia mi vuole bene e mi sostiene sempre, ho tanti amici.. tutte cose di cui sono grata, ma non riesco ad essere felice perché in tutto questo mi sento sola. Lo sono sempre stata, sono uscita con qualche ragazzo, ma mai nulla di importante e soltanto due volte mi è successo di provare davvero quell'euforia che si sente quando si incontra una persona speciale. Poi per vari motivi non è andata avanti in nessuno dei due casi e una parte di me vorrebbe non aver mai vissuto niente di tutto ciò perché ora che so cosa si prova la mancanza di quella sensazione è insopportabile. Si è ormai radicata in me la consapevolezza che sarò sempre sola e, di conseguenza, non avrò mai una famiglia e per questo motivo non riesco ad essere felice di tutto il resto e di tutte le fortune che ho. La mia vita non avrà mai un senso se le cose andranno in questo modo e non c'è lavoro, amico o viaggio che possa o potrà colmare in futuro questa mancanza che sento. Mi rendo conto che organizzo ogni cosa con l'intento di essere perfetta e degna di essere amata e che ogni mio piccolo o grande insuccesso diventa per me una catastrofe per il semplice fatto che mi sento sola ad affrontarlo e diventa nella mia testa un tassello che va ad accrescere le probabilità che io sia sola per il resto dei miei giorni. E non riesco più a tollerare la vicinanza delle altre persone, nemmeno dei miei migliori amici che riescono sempre ad attrarre a sé persone interessate a loro, ad affezionarsi, a provare sentimenti. Io, invece, non solo non suscito l'interesse dei ragazzi, ma quando succede non riesco a ricambiarlo e, come ho già scritto, sono stata davvero infatuata (invaghita, innamorata?) soltanto in poche occasioni che mi hanno lasciato soltanto amarezza. Perché sono così diversa? Perché sembra che io sia destinata a restare sola? Mi sono sempre impegnata ad essere una bella persona e chi mi circonda mi dice che lo sono, fatta eccezione per le crisi periodiche che mi prendono senza apparente motivo. La ragione è in realtà quella che ho scritto, ma faccio fatica a parlarne e ogni volta riverso questo mio terrore su un problema diverso, che sia l'ansia da esame, un vestito che mi sta male e via dicendo, trasformando questi episodi in vere tragedie. Non so come devo fare, vado da una psicoterapeuta che mi ha aiutato tantissimo, ma ora sento che non ho più tempo, che è un problema che devo risolvere subito, che da sola non ho ragione di vivere, se non evitare di distruggere la vita dei miei genitori.

    Grazie di cuore a tutti, è davvero bello per me leggere le vostre parole. Come ho già scritto anche nel primo post, sono circondata da persone che mi dicono le stesse cose, che la persona giusta arriverà e che se non è accaduto fino ad ora significa che non era il momento adatto. E sono d'accordo, davvero, io stessa mi direi le stesse cose e, in effetti, le dico ad amiche che si sentono nella mia situazione, al di là della verginità.

    Però si tratta di un "problema" (senza farne un dramma, sono consapevole che i problemi della vita purtroppo non siano questi) che va al di là della sfera della sessualità. Mi rendo conto che io non sono "in grado" (lo metto tra virgolette perché so che non dipende, purtroppo, da qualche capacità o sforzo particolare) di suscitare l'interesse di una persona, mi sento terribilmente banale. Eppure i miei amici mi dicono spesso di sentirsi fortunati ad avermi nella loro vita, spendono parole riguardo alla mia generosità, al mio esserci sempre per gli altri, alla mia dolcezza, alla mia serietà e, a costo di sembrare presuntuosa, sto iniziando a convincermi anche io di questo. Spesso in passato mi sono svalutata completamente e non ho mai riconosciuto una sola tra le mie qualità, ma ora inizio a pensare sul serio di avere questi bei pregi che gli altri mi riconoscono. Eppure non è abbastanza e ora mi chiedo: perché le persone che spesso si comportano male (e lo vedo con i miei occhi) o che hanno già una persona speciale nella propria vita sono comunque sempre ricercate? Con queste parole sembro la classica invidiosa e forse un pizzico lo sono diventata, ma non capisco davvero cosa ci sia che non va in me. Prima parlavo del fatto che tendo a "non buttarmi", ma forse mi sono espressa male, perché questo accadeva in passato: durante l'adolescenza me ne stavo rinchiusa in me stessa, senza fare anche le più banali esperienze. Ora mi piace andare a ballare, sono più aperta, ho molti amici, se c'è da bere un drink per sciogliermi o altre cose banali, non mi tiro indietro. Quindi non si tratta di fare vita sociale, è come se avessi una bolla trasparente attorno a me che mi rende assolutamente poco interessante. Quando mi chiedono come mai non provi io ad avvicinare qualcuno, rispondo semplicemente dicendo che so di non poter piacere per il mio aspetto, ma ormai non so nemmeno più se si tratti di questo.

    Chiedo scusa per il mio nuovo sfogo, ma a volte mi ritrovo attanagliata da questi pensieri e non riesco a concentrarmi su altro..

    Mi rendo conto di quanto il mio sfogo possa apparire privo di senso e dettato da un'insicurezza a dir poco ridicola, ma mi sto arrovellando il cervello con questi pensieri e ho davvero bisogno di essere rassicurata. Che poi, in realtà, sono circondata da persone che mi esortano a non credere di essere sbagliata e a non trasformare in un problema quella che in realtà potrebbe essere una cosa bellissima. Il punto è che sono vergine e io ormai di bello non ci vedo niente. Ah, ho dimenticato di dire che ho 21 anni, a breve 22. E' una scelta? Non lo so. All'inizio lo era, per tutta l'adolescenza sono stata la classica ragazza tranquilla, timida, insicura, quella che resta in disparte sognando il principe azzurro (troppe favole da piccola, lo so). Non sono mai stata interessata alle classiche avventure estive, né ho mai perso la testa dietro ad un ragazzo più grande a scuola. Ho sempre osservato quasi con sufficienza le mie amiche che passavano da una cotta all'altra, che in discoteca baciavano più ragazzi in una sera, pensando che non ne valesse la pena. Certo, nella mia bolla spesso mi sono sentita fuori luogo ed insignificante per il fatto che, mentre loro venivano guardate, desiderate, nessuno mi si avvicinava o chiedeva di uscire. Ma appunto era una questione di orgoglio, non sentivo realmente di perdere qualcosa. Sognavo una storia d'amore come quelle dei romanzi in cui mi perdevo, sognavo di trovare una persona, non appena fossi stata matura abbastanza, che mi facesse perdere la testa e di impazzire d'amore. Ridicola, lo so. E, soprattutto, banale. Banale perché ora mi ritrovo a 21 anni, appunto, senza la minima esperienza. Ho dato il primo bacio a 19 anni e sono contenta di aver aspettato un ragazzo che mi volesse bene davvero, anche se poi mi sono resa conto di non aver provato le tanto attese farfalle nello stomaco. Dopo di lui sono uscita giusto con un paio di ragazzi e non è mai successo niente, fino a che non ho incontrato quello che credevo fosse il tanto sognato principe azzurro. Con lui è stato tutto perfetto, ci siamo baciati ed è stato come essere catapultata senza rendermene conto nella favola che avevo tanto desiderato e, nonostante, ci conoscessimo da poco, io sentivo che mi stavo innamorando di lui. Poi è successo che lui si è accorto che io non ero la principessa che credeva e abbiamo smesso di vederci. Il problema è che, tra le altre sensazioni che lo inducevano a voler chiudere, ha tirato fuori il fatto che fossi vergine (cosa che, tra l'altro, non aveva saputo da me) e che non avrebbe mai osato portarmi a letto senza quel rapporto di base che sarebbe stato necessario per me. Da quel momento (sono passati sei mesi) io non riesco a non sentirmi a disagio per quel che sono, mi sento la classica sfigata. So che il problema non era quello, so che, se fosse stato innamorato di me, la mia verginità per lui sarebbe stata solo speciale. Però non posso fare a meno di notare quanto io mi sia comportata da ingenua e inesperta. Se avessi avuto più esperienze alle spalle, probabilmente avrei saputo come mantenere vivo il suo interesse nei miei confronti, lo avrei baciato meglio o che so io. Invece mi ritrovo a 21 anni senza la benché minima idea di come suscitare l'interesse di un ragazzo. Da fuori appaio (almeno da quel che mi par di capire) come la classica ragazza seria, forse un po' repressa, che difficilmente si lascia andare (non solo con il mondo maschile, ma anche in tutte le altre banalissime esperienze di vita e socializzazione: niente discoteca fino ai 19 anni perché mi vergognavo di ballare, nemmeno un drink fino ai 20 per il timore di perdere la testa e bla bla bla), forse un po' persa nei propri sogni romantici e molto legata ai propri valori. So di essere patetica e di essermela cercata, ma non so come rimediare a tutto ciò. Ho voglia di nuovo di perdermi nello sguardo di qualcuno di speciale, ho voglia di camminare di nuovo mano nella mano sulla spiaggia con una persona a cui voglio bene sul serio, voglio sapere cosa si prova a fare l'amore. Però non ne sono capace, sembra che là fuori non ci sia nessuno adatto a me, nessuno che abbia voglia di conoscermi e non posso accontentarmi di qualche "limonata" in discoteca. Però sento che ho un blocco, dovuto alla mia scarsa autostima, al fatto che non mi piaccio e do sempre per scontato che gli altri non gradiranno il mio aspetto o la mia compagnia. Come devo fare per cambiare questo lato di me? Se mai troverò un ragazzo sinceramente interessato a me, cosa penserà quando gli dirò che sono vergine a 22, o magari 23, 24 .., anni?