Tra soli cinque giorni dovrò iniziare la scuola e, solo al pensiero di tornare a chiudermi per sei ore al giorno tra quelle quattro mura, mi sento soffocare. Sicuramente è una reazione normale, chi ha voglia di tornare a scuola dopo tre mesi di libertà? Ma quest'anno è diverso, almeno per me. Con l'avvicinarsi di settembre, sono sempre riuscita a trovare un po' di energia con cui cominciare e, in fondo, ero contenta di rivedere tutti i miei compagni di classe dopo tanto, anche quelli che non sopporto. Quest'anno niente. L'estate è volata e, nonostante alcuni momenti bui, è stata meravigliosa, sono riuscita a godermela dopo aver passato nove mesi terribili, ma le energie non le ho recuperate per niente. Sono stata in vacanza, al mare, sono uscita con gli amici, ma non mi sento cresciuta, né maturata, come è accaduto gli anni scorsi.. Mi sembra semplicemente che la mia vita sia stata in pausa per un breve periodo e non ho la sensazione di iniziare una cosa nuova, ma di riprendere semplicemente qualcosa che ho lasciato in sospeso, non so se mi spiego.. Devo ancora iniziare e già non vedo l'ora di finire per potermi dedicare ad altro, e qui, anche se a pensarci sembra tutto rose e fiori, viene il vero problema, che in confronto all'ansia pre-scuola non è niente. Ho l'università da scegliere, perché questo, finalmente, è l'ultimo anno di scuola. E' da quando avevo più o meno dieci anni che aspetto questo momento, non vedo l'ora di andarmene, vivere da sola, vedere cosa posso fare solo con le mia forze, scegliere di fare qualcosa che mi piaccia davvero, fare nuove conoscenze, avere un ragazzo, altre amicizie.. e chi più ne ha più ne metta! Ho sognato ad occhi aperti per tutti questi anni e ho immaginato la mia vita futura fin nei minimi dettagli, a volte trascurando il presente, ma so che non farò nemmeno una di tutte le cose che mi aspettano fuori da qui. Non voglio tornare sui banchi perché so che tutto ciò che ho sempre immaginato, dovrò viverlo davvero, le decisioni che mi sono sempre sembrate tanto semplici, dovrò prenderle sul serio e non sono pronta. Per quanto sembri allettante, non sono pronta a vivere senza i miei, non sono pronta ad abbandonare la scuola, perché, anche se la odio, mi protegge dalla vita vera. E non sono pronta nemmeno per scegliere cosa fare, perché non so in cosa sono brava e non sono all'altezza di ciò che mi piacerebbe. Non ho voglia di fare niente e non mi sento in grado di fare niente, quello che mi piacerebbe spesso evito di dirlo anche ai miei parenti o amici perché ho paura di leggere sulla loro faccia espressioni che mi facciano capire che anche loro non mi ritengono in grado.. e so che mi devasterebbe, perché sarebbe solo la conferma di ciò che io penso da sempre: che sarò solo un mediocre, un fallimento. Ci sono tantissime esperienze che vorrei provare, ma ho paura di non farcela e il giudizio degli altri mi condiziona sempre, penso sempre a cosa direbbero di me e rinuncio in partenza.. però non posso più, adesso devo buttarmi, devo fare qualcosa e non so come fare.. Mi rendo conto che questi non sono veri problemi, ma per me è una situazione terribile e non so cosa devo fare..
Messaggi di hopeful
-
-
Io non mi fido mai di nessuno e chi mi sta attorno lo sa.. Capita spesso che le mie amiche si confidino con me o mi facciano leggere una loro poesia e io mi chiedo come facciano, perché io delle cose così personali non le scriverei nemmeno su un diario che leggo solo io. Lo sanno che io con loro non farei mai la stessa cosa, nonostante per me siano molto importanti, ma, se dovessero tagliare i ponti per la mia diffidenza, credo che rimarrei sola al mondo.
-
Non devi scusarti, sono io che devo ringraziarti ancora. E' bello leggere quello che scrivi.
Spero davvero che sia come dici tu.. -
Forse sembro interessante perché qui sono sincera e scrivo quello che mi passa per la testa, ma nella realtà non lo faccio, cerco di non allontanarmi da quel che ormai le persone si aspettano. Chi potrebbe trovare interessante una persona che indossa una sorta di maschera? Quando dico quello che penso lo faccio in maniera molto diretta e vengo classificata come "cinica", perché riesco sempre a vedere il lato negativo, e questo non è interessante.. Anche se fosse vero che ho qualcosa di speciale, a cosa mi servirebbe stando isolata? Nonostante abbia diverse amicizie, non c'è nessuno a cui voglia permettere di notare quello che c'è dietro la facciata.. Come ho già scritto sopra, tendo ad allontanare le persone che si avvicinano troppo, perché mi sento oppressa, come se il mio spazio fosse stato invaso..
-
Io so perché non mi piaccio: sono timida, monotona (il che è sinonimo di noiosa), cinica, spesso scontrosa (anche con chi non lo merita), allontano le persone perché ho paura che si avvicinino troppo, non ho fiducia negli altri, sono ingrata, mi sento egoista e viziata, spesso provo invidia anche verso le mie amiche per quello che loro possono avere e io no (non parlo di cose materiali, ovviamente), non mi piaccio fisicamente e, cosa peggiore, mi sento incredibilmente stupida per avere scritto tutte queste cose. Praticamente dovrei cambiare tutto di me, ma mi rendo conto che è impossibile, quindi continuo ad essere così senza nemmeno provare a fare il primo passo. Ecco, sono anche codarda. E ogni volta che che provo a pensare a quel che di buono vedo in me, mi sento presuntuosa ad averlo creduto.
Fino a qualche anno fa, durante il passaggio al liceo, quando tutti cambiavano e io ero ancora una bambina (e, per certi versi, lo sono ancora) credevo di essere io quella dalla parte del giusto e, dato che sono molto testarda e orgogliosa, non ho nemmeno provato a trovare un punto di incontro con chi si stava allontanando da me, poi ho capito perché lo hanno fatto e mi sono detta che avrei fatto la stessa cosa, quindi che diritto avevo di giudicare? -
LuigiB
Io sono esattamente così. L'altruismo è indubbiamente un pregio ed è per questo che io ho sempre cercato di aiutare gli altri, anche quando avevo voglia di fare altro. Penso di aver cercato di costruirmi una personalità che all'inizio non mi apparteneva perché volevo che essere vista in un determinato modo ed essere apprezzata. Con il tempo, però, è diventata un'abitudine e adesso mi sembra quasi di indossare una maschera stretta, perché appaio in un modo, ma io dentro non mi sento così. Se penso a come mi mostro agli altri, vedo una persona altruista, ma io molto spesso, in realtà, mi sento solo una viziata egoista (o almeno i miei pensieri mi fanno credere di esserlo). Mi sono sforzata di essere in un modo (il risultato poi non è all'altezza di quel che desideravo, ovviamente) e adesso non so più chi sono. Anni fa non mi facevo tutti questi problemi.
Emanuele
Io passo la metà del mio tempo ad analizzarmi e a viaggiare di fantasia, anche quando sono con altre persone, spesso con la mente sono assorta nei miei pensieri. Penso anche io che sia utile, però spesso mi incasino ancora di più: anche nei post che ho scritto qui mi rendo conto di essermi contraddetta da sola, di essere passata da un argomento all'altro senza nemmeno accorgermene.. E poi io non so se voglio accettarmi con pregi e difetti, perché vorrebbe dire accettare qualcosa che non mi piace, io non mi piaccio, vorrei essere un'altra persona. -
da te prendono ciò che sai offrire meglio, e ti accantonano riguardo al resto
Il fatto è che io sono stanca di risultare quella seria, responsabile e disponibile per gli altri.. Detta così, sembra una cosa bella, ma in realtà fa schifo. Voglio avere di più da offrire, qualcosa che vada al di là del supporto morale o dell'aiuto a fare una stupida versione di latino! Perché alla fine è questo che sono, vista dall'esterno, ma io sento che c'è altro in me, non so se bello o brutto, ma la mia personalità non può limitarsi a questo. Ci sono tantissime cose che vorrei fare o dire, ma a cui rinuncio perché so che nessuno se lo aspetterebbe da me e che l'idea che si sono fatti crollerebbe. A volte è come se agissi pensando a cosa farebbe la persona che tutti vedono, anche se in realtà la persona che si nasconde dentro vorrebbe fare altro. Mi sento come se fossi incatenata.
Quello che ho appena scritto non c'entra niente con l'argomento del primo post, ma almeno mi sono sfogata qui, dato che sto per uscire con le mie amiche e per quattro ore sarò quella tranquilla, seria e responsabile. -
Come ho scritto sopra, anche io ho sempre pensato che il problema fosse l'opportunismo delle persone, ma negli ultimi anni mi sono convinta che invece fossi io ad avere qualcosa di sbagliato (anche per altri motivi), perché questi atteggiamenti spesso li vedo solo nei miei confronti, come se fossi l'unica ad essere accantonata quando non serve più. Ovviamente so che non è così, che succede anche a molti altri e che, come dici tu, è quasi "normale", ma questo atteggiamento da parte di alcune delle persone di cui mi fidavo di più ha distrutto la mia autostima e adesso sono sempre diffidente verso tutti, non posso fare a meno di pensare che, se qualcuno mi cerca, lo faccia solo perché vuole qualcosa da me, non la mia compagnia. Mi sono abituata alle amicizie di convenienza, ma adesso mi sono stancata. Se da un lato posso attribuire agli altri la colpa della mia situazione, dall'altro non posso non pensare che anche io debba cambiare atteggiamento.
-
"I’d love to be one of those colorful early summer days
When everybody is happy that you came
Everybody smiles back at you as soon as your eyes cross their eyes
But something has to happen first
I know winter has to come before it blossoms"
Broken-Elisa -
Non riesco a capire dove abbia sbagliato. Fin da quando ero piccola, ho sempre cercato di mostrarmi disponibile verso gli altri, di essere quella altruista e gentile, perché pensavo che fosse la cosa giusta da fare: ogni volta che le mie amiche avevano bisogno di confidarsi, di un passaggio o di una mano in una materia scolastica in cui io andavo meglio, ero sempre disponibile ad aiutarle, spesso mettendo le loro esigenze davanti alle mie. In questo modo mi sentivo utile e credevo che loro mi avrebbero apprezzata di più e avrebbero fatto lo stesso con me, ma non è stato così. Mai una volta che sia stata io a confidarmi o a chiedere aiuto per i compiti! Non ho mai dato troppa importanza alla cosa, perché sono una persona molto orgogliosa, a cui non piace parlare di sé, perciò pensavo che il loro atteggiamento dipendesse dalla mia riservatezza. Ovviamente, quando hanno trovato di meglio, mi hanno messa da parte, come se fossi un'amica "usa-e-getta" e hanno continuato a cercarmi quando conveniva a loro e, nonostante tutto il rancore che stavo accumulando dentro, ogni volta tornavo più disponibile di prima, sperando che mi chiamassero anche quando era ora di divertirsi. Ma ovviamente non lo hanno mai fatto. Solo dopo un lungo periodo in cui non ho mai parlato con una (quella che conosco dall'asilo e a cui volevo bene come una sorella, che mi considerava un'egoista perché per la prima volta avevo pensato prima a me stessa) e ho completamente ignorato l'altra, le cose hanno iniziato a cambiare e siamo tornate amiche come prima, anche se in modo molto diverso. Pensavo che fossero semplicemente delle opportuniste, ma, a quanto pare, il vero problema è il mio. Perché anche adesso tutti mi danno sempre per scontata e mi trattano come se io fossi completamente al loro servizio e non avessi altro da fare? Non sono più gentile come prima, o meglio, lo sono solo con chi voglio io e in molte occasioni mi sembra di comportarmi da st****, allora perché sono sempre io quella che ci rimette, che si dà tanto da fare e alla fine ci rimane sempre male? Non capisco dove sbagli..