Messaggi di bruce0wayne

    Sono perfettamente d'accordo con luna stregata.
    Che poi, chi ha detto che si debba spiattellare tutto fuori contesto?
    E' chiaro che ogni cosa a tempo debito e nel giusto modo, io dopo 10 anni mi trovo a dire delle cose di me al mio partner solo perchè è il momento giusto, e prima questo momento non era mai capitato. E non dico che sia il mio il rapporto corretto, dico che diversamente non sarebbe un rapporto di mio gradimento.
    Continuo a non capire come si possa conoscermi se di me non si sa tutto, il bello e il brutto, il trauma e il momento felice.
    Infine non vedo il nesso in quel che dice squaw, cioè non vedo il nesso tra il raccontarsi ed essere appendici del proprio partner senza cervello indipendente.

    Avete il TERRORE di essere tradite e, anziché cercarvi un partner di cui vi fidate, blindate la privacy di quello che avete. (anche perché è possibile non vi fidereste di nessuno, la paura del tradimento è in chi la prova, non in chi la subisce)

    Si è costretti a spiattelare fuori contesto quando bisogna dire TUTTO, perché nella normalità non si arriva mai a toccare tutti i contesti, nemmeno in una vita intera.
    Quando e se ci si arriva è perché si è sotto interrogatorio.
    Tipo quando la domenica, mentre uno legge il giornale, una arriva e gli dice: "io a 16 anni ero fidanzata e gli ho fatto le corna... e tu?". Un uomo degno di questo titolo risponderebbe: "Ah si? Brava. Menomale che non ero io il fidanzatino". Uno schiavo ammaestrato invece risponderebbe con la lista delle findanzatine (per metà inventate) e il relativo status di cornute o meno.

    Non capisci come si possa conoscerti senza sapere tutto? Ti dico che non è possibile conoscerti al 100% anche se sapendo tutto, anzi: la massima conoscenza nei minimi particolari porterebbe il partner NON a conoscerti, ma a conoscere quello che può capire di tutta la massa di informazioni che ha ricevuto o che gli hai inviato!

    Prendi per esempio un ex discotecaro che si mette con un'assidua frequentatrice di silenziosissime librerie. Quando e se lei riuscisse malauguratamente a cavare fuori da lui tutto quello che ha vissuto: poi si ritroverebbe a non avere gli strumenti per poter comprendere e lo giudicherebbe in modo sbagliato (nel bene o nel male). E la stessa cosa vale anche se invertiamo i sessi dei soggetti.
    Nel caso lei (o lui) non avrebbe alcuna conoscenza del partner, ma solo un secchio di incomprensibili informazioni proiettate male.

    Faust ma perché ridurre tutto alla sc∙∙∙ta?
    Le relazioni precedenti che siano sessuali o sentimentali hanno contribuito a far di te la persona che sei oggi,tanto quanto altre esperienze di vita,come l'infanzia,come le esperienze con gli amici,col lavoro ecc.

    La sc∙∙∙ta è l'esempio alla portata di tutti e contemporaneamente la questione che infastidisce di più.
    Le relazioni precedenti infastidiscono praticamente sempre il compagno o la compagna, la differenza sta eventualmente nel loro ammetterlo o meno e nel "quanto".

    Lo sappiamo che siamo il frutto delle esperienze, dell'infanzia e dei traumi, ma l'unico posto che mi viene in mente dove ha senso parlare di queste cose è dallo psicanalista.

    Nella coppia alcuni argomenti si toccano solo se serve o per soddisfare una qualche curiosità, ma sempre nel rispetto di chi le ha vissute e della sua volontà o meno di parlarne.

    Eppure si da per scontato che immune coppia ci si apra,si parli di se' e ci si racconti su tutti gli altri ambiti,perché nom su quello sessuale?
    Dove sta il tabù?

    Si da per scontato una cosa sbagliata, anche perché in realtà non lo fa mai veramente nessuno. Tra il "dire di dire" e il dire...

    Si può conoscere l'altro anche senza raccontarsi tutto e soprattutto si può stare assieme apprezzandosi per ciò che si è e non per quello che c'era dietro le quinte.
    Qualcuno, magari anche qui, ha un passato che non è compatibile con la sensibilità delle persone "normali" che non hanno mai visto "situazioni estreme" (chiamiamole così). Svelarlo a ruota libera e senza contesto significherebbe solo traumatizzare il prossimo.
    La vita non è fatta solo di ex e di shopping :smoker:

    Amen

    Per fare un discorso più ampio, pur restando in campo psicologico, si può dire anche che ognuno di noi può temere nell'altro solo comportamenti di cui se stesso sarebbe capace. Per dirla in un'altra maniera: è estremamente difficile sospettare morbosamente di un tradimento se non si è pensato, almeno inconsciamente, a commetterlo in prima persona.
    Ci sarebbe da farsi qualche domanda a riguardo.

    Il caso che avevo immaginato io leggendo la tua frase era una cosa del tipo:

    "esco con un mio amico e due sue amiche, e a mia moglie dico che sono uscito solo con il mio amico. Non ho detto una bugia, ho solo fatto un'omissione."

    Io non sono capace di fare queste cose.
    Almeno non mi è mai capitato e non era il mio primo pensiero quando parlavo di omissioni.
    ;) :beer:

    Ahh... ecco. Così cambia tutto, in effetti. Piuttosto strano il tuo concetto di bugia.

    Non sono bugie sono omissioni o ritardi.
    Per esempio (uso "moglie" come "partner femminile" e "marito" come partner maschile):
    - una moglie può aver fatto 10 tentativi per riuscire a preparare una cenetta romantica, ma aspetta il giorno dopo per dirlo.
    - un marito può aver non gradito una sorpresa della moglie, ma non lo dice per 2 anni.
    - una moglie può non descrivere, come fosse una descrizione splatter, ogni suo trattamento estetico al marito
    - un marito può aver speso tutti i suoi risparmi per fare una sorpresa alla moglie, ma evita di dirlo per un po'
    - una moglie può odiare la maglia preferita di homer simpson del marito, ma può evitare di insultarlo quando la indossa (anche se è quello che farebbe)
    - un marito potrebbe provare attrazione sessuale assoluta e totale per la sorella più giovane della moglie, ma può evitare di farlo presente ogni volta
    - una moglie può provare la pulsione di farsi "zompare" dal vicino di casa che quando passa la guarda come un assatanato, ma può evitare di dirlo (e magari anche di farlo)
    - un marito può evitare di far presente alla moglie sessantenne che gli fa schifo il suo didietro cadente
    - una moglie può evitare di far presente al marito settantenne cartiopatico che lei soffre del non poter più far sesso 3 volte al giorno

    Potrei continuare per ore e, bada, sto scrivendo solo "c∙∙∙∙∙e" che mi vengono in mente mentre faccio altro. Figuriamoci cosa esce se ci concentriamo tutti e iniziamo a scrivere veramente queste cose.

    Vi prego, no. Non facciamolo. Altrimenti faremmo il gioco degli spudorati persecutori. :-W

    Se ti piace edulcorare omettere, mentire, probabilmente con me non stai bene, o io non sto bene con te, il risultato non cambia !
    Qui poi non si parla , mi sembra, di “controllo” di una mente sull’altra, ma di condivisione di pensieri , desideri e segreti intimi.

    A me non piace mentire, ma faccio buon uso delle omissioni o dei ritardi nel "dichiarare" e proprio per questo sto benissimo con me stesso. Il risultato cambia! Eccome!

    Quando si dice che deve esserci "massima condivisione totale" si parla sempre di "controllo". Non esiste un'altra forma di controllo più efferata che l'impedire al prossimo di avere una privacy. In alcuni casi si chiama stalking ed è un reato penale, in altri è persecuzione ed è un reato civile.

    La condivisione di pensieri e desideri può essere tale solo se volontaria, altrimenti è un semplice maltrattamento. Costringere il partner a dichiarare tutto nel nome della (fantomatica) coppia è sbagliato per entrambi.
    Sbagliato per il partner che è privato della privacy e sbagliato per il "persecutore" che si priva del piacere di conoscere ogni cosa a suo tempo.

    Quando in una coppia, poi, c'è il terrore (unilaterale o meno) di tradimento allora la coppia non esiste (o non ha da esistere). E di certo non si placa la "voglia" di tradire del partner con la persecuzione.

    Non c'è invito migliore a mantenere un segreto che il solo obbligo morale a non averne. E' naturale.

    La coppia è un gioco di ruoli, se non c'è un po' di mistero diventa uno squallido reality.

    Per fare un discorso più ampio, pur restando in campo psicologico, si può dire anche che ognuno di noi può temere nell'altro solo comportamenti di cui se stesso sarebbe capace. Per dirla in un'altra maniera: è estremamente difficile sospettare morbosamente di un tradimento se non si è pensato, almeno inconsciamente, a commetterlo in prima persona.
    Ci sarebbe da farsi qualche domanda a riguardo. 8)

    Plausibile? Ah ah . La tua libertà finisce dove inizia la mia se stiamo insieme.

    Esatto. La mia libertà finisce dove inizia la tua (e viceversa) ANCHE se non stiamo insieme.


    E la tua libertà NON può e NON DEVE invadere la mente di un'altra persona, nemmeno se questa è il tuo partner.
    Si chiama rispetto. E' alla base di ogni rapporto, non solo quelli di coppia.

    Non sta a te (e a nessun'altro) decidere se i pensieri e gli eventuali segreti di una persona sono o meno a tua disposizione. Lo decide la persona stessa. Tanto è vero che dallo psicologo ci devi andare di tua spontanea volontà e nessuno (per legge, fatto salvo casi gravi) può o deve costringerti.

    Figurati in una coppia. Dove gli individui che arrivano a casa devono "sentirsi a casa". E "la casa" non è il tetto, ma il posto in cui "posso stare in pace con me" o "con te" (cit.). Per stare in pace con se stessi e con gli altri bisogna che un principio non venga MAI violato: ognuno è responsabile dei propri pensieri.

    Ne penso 1000 e te ne dico 10 e -ti dirò- puoi illuderti quanto vuoi di avere il controllo del partner: in realtà se te ne dice 1000 è perché ne pensa 10.000... per fortuna sua e anche tua.
    :hi:


    A me poi da proprio fastidio il fatto che TU debba decidere ciò che a ME farebbe male.
    Con quale presunzione ti arroghi il diritto di non dirmi una cosa perchè mi farebbe male? Lascia a me il diritto di scegliere e sapere cosa mi fa male o no...cosi come io lo lascio a te..

    Pensa che a me da proprio fastidio il fatto che TU debba decidere, all'interno di quelli che sono i MIEI (!) pensieri, cosa io debba o non debba dirti che possa farti male o meno.

    Con quale presunzione ti arroghi il diritto di sapere tutto quello che penso e di non lasciarmi spazio di nasconderti una sorpresa o una paura, nemmeno temporaneamente.

    Lascia a me il diritto di decidere cosa fare dei miei pensieri e dei miei (presunti) segreti, così come io lo lascio (volentieri) a te.


    Se permetti, la versione più plausibile è la mia. La libertà è intrinseca nell'essere umano e vive nella mente di ognuno di noi. Li nessuno deve poter arrivare a suo piacimento, nemmeno mogli o mariti. (per fortuna) E' l'individuo che decide cosa, quando e se condividere ciò che prova e che pensa.

    Quando in una coppia c'è fiducia, non c'è tempo da perdere per l'ossessione del "sapere tutto e subito".

    la vita di coppia puo' trasformarsi in un inferno come dici tu, ma puo' anche essere il paradiso in terra, per quanto riguarda la scelta del partner e' stata sempre una mia scelta in barba a tutti i canoni di convenienza, sia economici che di altra natura...come d'altronde tutto si puo' scegliere o quasi..

    Per evitare i pericoli (oggettivi) della vita di coppia bisogna conoscerli (questi pericoli). E anche per quello che li dico (io e non solo io) ;)

    Preferirei avere un rapporto di coppia privo di segreti ma mi rendo conto che non è possibile perché siamo tanti e tutti diversi.
    Preferirei conoscere TUTTO della persona che mi sta accanto. Non sapere significa non conoscere. E non mi piace.

    C'è una vecchia maledizione che dice: "Che tutti i tuoi desideri possano avverarsi"; ed è veramente una maledizione.
    L'essere umano è fatto di ambizioni. Sono queste che, unite alla curiosità, ci spingono a migliorarci. Dove non v'è dubbio è felice solo chi è a un passo dalla depressione (secondo me). Le persone più depresse che conosco fanno una vita perfettamente sferica: mangiano solo sano, hanno orari per tutto, mai un imprevisto, affrontano solo quello che conoscono al 100%, non provano (quasi) mai nulla di nuovo, ripercorrono fedelmente le orme dei genitori, etc. Un piattume che li spinge a essere prevalentemente tristi.

    Sono le sfide che eccitano, che ci fanno sentire vivi. Lo sport e le montagne russe ne sono la dimostrazione :D
    Il desiderio stesso è mosso dall'impossibilità (apparente o meno) di poter raggiungere facilmente l'obbiettivo.

    E' poi (a mio parere e personale rilevazione tra chi conosco) tipico femminile il voler considerare "la coppia" come qualcosa di "vivo", che possa brillare di luce propria offuscando quella di chi la compone. Come lo è (femminile) anche in desiderio morboso che non vi siano segreti e il voler sapere tutto del partner (e possibilmente subito).

    Tutto ciò a me (e non solo a me) genera tristezza e rabbia proprio perché va contro la natura umana (e maschile in primis).
    Quando una donna è troppo facile perde il suo fascino. Quando si sa tutto, ma proprio tutto, del partner: questo rischia di perdere il proprio fascino.

    Dopo un po' nella coppia ci si somiglia addirittura e si finisce per diventare l'uno un pezzo dell'altra; il tutto sorretto e basato sull'abitudine alimentata dalla mancanza di interesse e curiosità per ciò che ancora non si conosce.

    Non per niente le coppie più durature (oggi in particolar modo) sono quelle che non vivono costantemente assieme.