di insegnanti che hanno voglia di fare il loro lavoro ce ne sono pochi

  • Questi racconti mi stanno persuadendo a non fare l'insegnante in futuro...

    Il problema sono quegli insegnanti che pensano di essere bravi e formativi e invece hanno qualche problema alle spalle che glielo fa credere... Saranno interessanti da certi punti di vista, perché spaziano nell'insegnamento, ma poi ti buttano addosso anche la loro frustrazione. Ho iniziato a pensare che un bravo insegnante dovrebbe aver avuto una buonissima infanzia e adolescenza, in modo tale da poter essere un completo punto di riferimento per i bambini e i ragazzi, altrimenti, proprio perché è un lavoro difficile e delicato, riuscire ad essere sempre tutto d'un pezzo in classe è difficile...

    Il fatto che gli insegnanti siano costretti a cambiare scuola negli anni è una vergogna! Pesa veramente tanto sulla formazione cambiare in continuazione insegnanti, anche gli insegnanti, se avessero cinque anni di tempo, sarebbe più rilassati nel creare e svolgere il percorso formativo per le proprie classi.

    Cara Irisk,a anche se gli insegnanti avessero una infanzia ed adolescenza perfetta, con la frustrazione accumulata in anni di precariato svilupperebbero,probabilmente, una serie di insicurezze e frustrazioni che potrei descriverti. Io ho dovuto aspettare 9 anni per un concorso pubblico che mi potesse far accedere al ruolo e nel frattempo mi sono dovuta adattare a tutte le situazioni che mi venivano proposte. Per risparmiare sono stati capaci di farmi una supplenza fino al 30 aprile e riassumermi il 2 maggio, solo per togliermi dallo stipendio un giorno di lavoro. Siamo maltrattati dalle istituzioni. Adesso quando ci ammaliamo, e spesso è per motivi professionali perchè nelle scuole è più facile prendersi l'influenza, ci tolgono soldi dallo stipendio. Per fare l'insegnante ( bene) credo ci voglia tenacia e bisogna crederci veramente, amare questo lavoro e curare i propri disagi interiori. Soprattutto bisogna far sì che nessun malessere personale ricada sui ragazzi o i bambini, sì, è veramente difficile. Purtroppo il mondo dell'insegnamento è soggetto a molte porcherie che un giorno voglio avere il coraggio di raccontarvi, anche se non sono sicura che questo possa fare bene perchè potrebbe intaccare questa visione pura che avete ( che vi invidio un po')

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

  • Il lavoro dell'insegnante dovrebbe essere il più tutelato, perché secondo me l'educazione scolastica è veramente il punto di partenza dell'intera società, da molti lati può anche sostituirsi con successo a mancanze familiari, come la mancanza di senso critico o la mancanza del punto di riferimento per il ragazzo. Una delle cose più assurde è il cambio dei professori secondo le graduatorie: è una delle cose più faticose per l'alunno cambiare insegnante di una materia anche tre volte in cinque anni! E' chiaro che non è colpa degli insegnanti.

    In ogni caso ci sono effettivamente insegnanti che danno i voti alti per il prestigio della scuola, altri che mirano a fare carriera, altri che anche se ci mettono del buono rimangono sempre in una vision egocentrica... Mi piace quel passo di Galimberti in cui dice più o meno che ci sono professori che sembrano cercare più un identità per se stessi piuttosto che aiutare i ragazzi a trovare la propria. In alcuni abbiamo visto proprio questo, per quanto ci si sforzi di coglierne il buono per noi :rolleyes:

  • Lunedì mattina vado a scuola tranquilla ( una delle mie tre ma quella principale) e il Preside mi chiama intristito e mi dice che mi deve parlare, mi siedo e lui mi informa che dal prossimo anno non starò più in questa scuola perchè a causa dei tagli sono diventata sovrannumeraria. Mi dice anche che sono OBBLIGATA a produrre domanda di trasferimento entro la mattina. Dice, però, che il vicepreside proverà a farmi riavere la cattedra, persa perchè il ministero ha unito insieme 2 quarte e 2 quinte. Allora io non mi allarmo ancora ma sono costretta a compilare un plico di moduli ministeriali tanto che a scuola sono costretti a mettermi un supplente. Dovevo far svolgere un compito in una quarta e ho affidato questa mansione ai miei supplenti. Naturalmete sono andata a leggerglielo e non me ne sono andata fino a quando non sono stata sicura che i miei studenti avessero compreso il testo. Ho spiegato ai miei alunni cosa stava succedendo perchè io voglio che loro conoscano la realtà delle cose e mi hanno commosso per la loro solidarietà. Io insegno da 17 anni e da 3 sono di ruolo, ho fatto 14 anni di precariato nei posti più disparati ed insegnando di tutto: sono una tuttologa, non avete idea di quante materie in Ministero mi fa insegnare, anche materie che non ho mai fatto all'Università e che io, con pazienza, mi devo studiare di volta in volta. Quest'anno, ad esempio mi hanno dato da insegnare Informatica con progammazione ..........non è che fossi un pozzo di scienza in questa materia ma me la sono cavata. Ieri mi hanno dato conferma che ho perso il posto e mi trasferiranno chissà dove. Non ho la possibilità di affezionarmi e di ambientarmi in nessuna scuola perchè anche essendo di ruolo sono sbattuta a destra e a sinistra......forse neanche mi troveranno una collocazione perchè la legge sui tagli scolastici ha fatto perdere posto anche a colleghi che hanno più di 20 anni di insegnamento. Io amo il mio lavoro e i miei studenti ma lavorando così ci si sente demotivati. Economicamente poi........se per caso il Ministero mi mandasse a Civitavecchia (98 Km da casa mia) prenderei circa 1350 euro mensili ed avrei una spesa media di 300-350 euro mensili solo di benzina. Ho 45 anni, un mutuo , le bollette, una salute anch'essa un po' precaria e vivo da sola (?)........Certo, ce la faccio a sopravvivere ma, secondo voi, come faccio a non essere frustrata? Ci vuole una dose enorme di forza di volontà per sentirsi soddisfatti in una situazione come questa.

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

  • Ok, non farò l'insegnante da grande...

    Sulla storia dei tagli abbiamo sentito tanti professori universitari e dottorandi, ahimé (mentre gli studenti quando parlano sembrano molto ingenui rispetto a loro, sembra ancora che debbano fare le manifestazioni del periodo della scuola superiore).

    Non hai pensato di fare concorso e insegnare all'estero per un anno o più? Non so se dia punti in graduatoria, ma mi pare che almeno pesi positivamente sulla pensione!

  • [non scrivo mai "mi dispiace" e cose simili perché è superfluo, però intendo]

  • Grazie del consiglio, ci ho penasto anni fa ma per la mia materia specifica non ci sono cattedre all'estero. Ho voluto raccontarvi un po' della mia storia perchè voi possiate compredere cosa c'è dietro quelle pesone che vi trovate nelle classi.......naturalmente ci sono anche i raccomandati e quelli che hanno giocato sporco che prendono lo sfascio generale come alibi per non fare nulla e quelle persone , devo dire, mi nauseano un po' :wasted: . Ho un collega, un insegnante di laboratorio, che mi dice sempre che viene a scuola ma ormai non ci crede più e quindi non gliene importa nulla. Fa fare tutto il lavoro a me. A volte in laboratorio ho lui, un insegnate di sostegno e l'assistente tecnico......sono solo io a fare lezione e a rapportarmi con i ragazzi. Lui, in un anno di lavoro non ha mai spiegato nulla di nulla. Eppure abita a due passi dalla scuola . Mi tocca pure fare i conti con questi figuri.

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

  • Quando un insegnante diventa di ruolo per anni?
    Non so se ho capito bene il meccanismo. E' solo questione di punteggio? e su cosa si basa?

    Noi abbiamo avuto fissi:
    ed. fisica
    inglese
    latino e greco (vabbé, cambia comunque da ginnasio a liceo)
    italiano se n'è andata all'ultimo anno perché doveva stare dietro alla mamma che era ammalata, altrimenti l'avremmo avuta per tutto il triennio
    storia e filosofia se n'è andato all'ultimo anno per sue questioni di CARRIERA (insegnante e preside al classico più prestigioso - tutto fumo - della città)
    matematica e fisica li abbiamo cambiati in continuazione :(
    biologia e chimica supplenti a vita...

    Erano tutti sui 50 effettivamente. Tranne matematica del ginnasio, aveva circa 40 anni.

    Invece una mia parente dopo i 30 è stata di ruolo nella stessa scuola fino alla pensione. Era un istituto tecnico, forse i licei pretendono una graduatoria più alta?

  • Non c'è alcuna differenza relativamente ai punteggi, fra le diverse tipologie di scuole. Ogni materia ha una sua graduatoria ed è in base a quella graduatoria che si è chiamati. Il punteggio dipende dagli anni di servizio e dal punteggio di abilitazione. Esistono le graduatorie dei presidi e quelle del Centro Servizi amministrativi. Nelle graduatorie dei presidi il voto di Laurea conta, mentre in quelle del CSA no; per entrare nella graduatoria del CSA bisogna fare l'esame di abilitazione, uno per ogni disciplina ( molto spesso taroccato per i raccomandati, come ogni cosa in Italia). Ti fa passare di ruolo il CSA e non il Preside, è una cosa che dovrebbe essere impersonale, a parte i vari intrallazzi che possono esserci. La tua parente deve essere passata di ruolo in periodi meno critici (beata lei) . Gli insegnanti attualmente 50enni si sono trovati in periodi più fortunati di questo. Le materie scientifiche sono quelle che hanno più ricambio, ci sono più posti liberi da far ricoprire ai supplenti ( non parlo della mia che invece cola a picco insieme agli Istituti Tecnici). Comunque se continua così gli insegnanti saranno sempre più vecchi perchè non sarà permesso un ricambio e 'sta cosa la trovo pessima. Dopo una certa età si hanno in generale meno energie per gestire i ragazzi, specialmente quelli più vivaci e si ha meno voglia di rinnovarsi. Occorrono nuove leve che portino entusiasmo e magari un aggiornamento dei programmi e dele tecnologie d'isegnamento ( ci sono docenti che si sono rifiutati di imparare ad usare il PC :hmm: )........

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

  • Una curiosità...
    Se io mi laureo bene a 26 anni, ho speranze di insegnare già una lingua straniera alle superiori dall'anno successivo? Magari in veste di supplente.

    Domanda sciocca: dal primo anno di lavoro, quante probabilità ci sono che si rimanga per qualche anno nella stessa scuola?

    E' possibile perciò iniziare ad insegnare anche come supplente in un liceo classico o scientifico piuttosto che in un tecnico-professionale-ecc.? (al classico ci trovavamo meglio con professoresse di matematica e di inglese che avevano studiato a loro volta al classico e lo stesso per loro perché sanno che aria tira...Se dovessi insegnare in un tecnico non so se sarei adatta, uno che si iscrive ad un tecnico e non ad un classico o scientifico lo farà per qualche motivo, no!!).

    E' veramente così bestiale la situazione delle classi oggi, oppure esiste ancora la concezione del rispetto, dell'educazione, ecc.? Non devono saltare i nervi a tutti i prof, vero?! ;(

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