Ho già in thread aperto ma quello è più un diario di bordo
Qui vorrei fare l'adolescente e anche nel caso non vada bene con la persona che sto per descrivere, imparare qualcosa.
Premettiamo che io preferisco le relazioni con le donne che con gli uomini cosa che forse, può portare a dire "questo ci prova" (cosa che non è sempre così)
Sono una persona ansiosa nelle relazioni soprattutto se so che "mi possa interessare" perchè: ho fretta, paura di distruggere tutto, perchè non mi succede spesso che qualcuna mi interessi e quindi... beh avere qualcosa che non ho mai avuto.
Nella realtà questo non traspare. Non dico di essere sicuro di me ma non "mi piscio sotto" quando parlo con qualcuno, mi butto etc. ma solo se so che la persona mi interessi.
Sono introverso per essere italiano ma non da "rinchiudermi se ne vale la pena".
Ora la situazione attuale: Da qualche mese mi incontro a fare una pausa sigaretta con una collega; prima casualmente poi piu fissi.
Il giorno del suo compleanno un mese fa le regalo dei fiori indirettamente e da li gli incontri raddoppiano.
Ora io sto andando via da questo posto, non dall'altra parte del mondo ma comunque non dietro l'angolo.
Le chiedo il numero per vederci e me lo dà. Iniziamo a scriverci e condivide le sue vacanze dall'altra parte del mondo, iniziamo a fare conoscenza, ma senza andare in profondita. (ci rispondiamo in differita diciamo)
Al suo ritorno la invito fuori e accetta: la serata di per se va bene. Quasi tre ore. parliamo del piu e del meno; la metto a suo agio e ci conosciamo meglio. Inizialmente nervosa poi più sciolta. Unica pecca; nell ultima mezz'ora io avevo bevuto troppo e inizio a sentirmi male... lei lo nota sicuramente e dopo un po' decidiamo di lasciarci. Spero ci rivedremo ma i suoi ultimi frasi sono un po' un ?. Da un lato dice "non so perchè non siamo usciti prima, è stato bello" dall'altro "eh non so se riesco prima della cena di natale... sono abbastanza piena"
E qui nascono le mie ansie: ho incasinato tutto (anche se non è vero), analizzo tutto e trovo tutte le cose positive e negative, cerco di prevedere il futuro etc.
E qui sta il punto... non riesco ad andare "piano"; non riesco a non pensare anche se poi, diciamocelo... è andata bene. Non eccellente ma bene
Boh non so che pensare.
Io, la mia relazione con le donne e l'ansia al riguardo
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Ciao,
secondo me dalle tue parole traspare molta consapevolezza che hai di te stesso: sai come funzioni, riconosci certi segnali di allarme ("ho fretta, paura di distruggere tutto") e secondo me hai gestito la situazione molto bene, ti sei ritagliato degli spazi con lei, hai iniziato a conoscerla meglio, hai chiesto il numero, ci sei uscito. Non sei andato né piano né veloce. Guarda che per un introverso questa intraprendenza non è affatto scontata.
Non hai incasinato un bel niente! Sono cose che capitano e sinceramente se davvero lei si allontanasse perché non sei stato bene nella parte finale della vostra uscita, allora vuol dire che forse dovresti guardare altrove. Io ci scherzerei su e punterei sull'autoironia per tentare un secondo approccio.
E qui nascono le mie ansie: ho incasinato tutto (anche se non è vero), analizzo tutto e trovo tutte le cose positive e negative, cerco di prevedere il futuro
Tendenza a controllare tutto, rimuginio, ansie. Una cosa molto frequente che ha certamente delle cause. Dall'altro post leggo che in questo momento non fai terapia perché sei all'estero, mai pensato alla terapia online? Potrebbe aiutarti a gestire questi processi. Con me la terapia EMDR sta funzionando bene per problemi simili.
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Grazie della risposta cloud

Non hai incasinato un bel niente! Sono cose che capitano e sinceramente se davvero lei si allontanasse perché non sei stato bene nella parte finale della vostra uscita, allora vuol dire che forse dovresti guardare altrove. Io ci scherzerei su e punterei sull'autoironia per tentare un secondo approccio.
e lo so che non ho incasinato nulla ma continuo a credere che sia così. Che "non risponderà mai più" al messaggio che le ho inviato oggi (come hai detto tu, autoironia sulla situazione). Che non ci sarà mai un secondo incontro, che magari non per forza dovuto al fatto che è impegnata ma perché non vuole. (anche se non mi sembra una che mente).
E non credo neanche sia stupida (anche psicologa quindi dovrebbe capire).Tendenza a controllare tutto, rimuginio, ansie. Una cosa molto frequente che ha certamente delle cause. Dall'altro post leggo che in questo momento non fai terapia perché sei all'estero, mai pensato alla terapia online?
no no la faccio... ormai con questa nuova sono 3 anni, più o meno da quando sono iscritto qui. Di progressi oggettivamente tanti però onestamente in questi tre anni non c'è mai stata occasione di parlare di qualcosa che stava avvenendo nel presente di eventi simili. (sono molto selettivo... non so perchè)
So molto bene le mie reazioni e purtroppo o per fortuna mi conosco molto bene però... credo di essere arrivato ad un punto in cui devo solo buttarmi e vivere le cose per poter prendere strade diverse e essere più sicuro.
Il punto è questo: se ad esempio al lavoro piano piano sono riuscito a superare le mie ansie, sbagliando anche, nel giro di mesi... in questo caso se sbaglio non ci sta una "seconda possibilità" nel senso... dovrei ricominciare da zero con qualcun'altro e io non ci provo con qualsiasi essere vivente esista. O mi piace anche un poco, mi fa curiosità, oppure niente, non mi interessa. -
Non ce l'ho fatta e ho inviato un messaggio di "scuse" per quello che è successo; mi sento molto più sollevato adesso. L'ansia è calata drasticamente, anche se non è sparita.
Riflettendoci un po', credo di poter essere un po' "dipendente", con una buona ansia relazionale, e credo di sapere anche da dove derivi... Il punto però è che la mia conoscenza di me stesso e delle varie psicologie non ha cambiato il mio modo di comportarmi e vivere la vita e, in questo caso, la relazione.
Mi è venuto inoltre questo pensiero: tra l'amare e il dipendere da qualcuno sta proprio la libertà: essere sicuri che si voglia costruire qualcosa assieme senza timore dell'altro, lasciando a sé stessi le proprie ansie, e fidarsi e affidarsi all'altro/a. Sapendo sempre che sarà sempre pronto ad accoglierti a fine giornata. Io ho il coraggio di lasciare libero l'altro? Ho il coraggio di affidarmi all'altro? A livello paritario e non subordinato? Dico sempre e ho sempre pensato che l'amore fosse e sia questo: vivere la propria vita accompagnati da qualcuno. Ma io sono pronto per questo? Io penso che sia arrivato il momento di provarci e vedere se quello che credo e sostengo sia nei fatti così (anche se qui non dipende più da me completamente).
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in questo caso se sbaglio non ci sta una "seconda possibilità"
Questa sorta di regola punitiva però te la sei imposta tu, chiediti il perché. Mi ricorda un po' quando all'università ero in ansia per un esame e "risolvevo" la questione non presentandomi.

Dico sempre e ho sempre pensato che l'amore fosse e sia questo: vivere la propria vita accompagnati da qualcuno. Ma io sono pronto per questo? Io penso che sia arrivato il momento di provarci e vedere se quello che credo e sostengo sia nei fatti così (anche se qui non dipende più da me completamente).
Secondo me gran parte di tutto questo dipende dall'avere gli strumenti per scegliere le persone giuste. Spesso pur di non stare soli ci si accontenta o peggio si fa finta di non vedere delle cose che non ci vanno affatto bene.
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Per "accontentarsi" intendo avere la volontà di capire e stare nella relazione al di fuori della prima impressione che si ha. Certo, se non va non va, non deve essere una costruzione, ma capire che forse l'uomo/donna perfetto non esiste. Per fare questo però ci vuole una maturità che non tutti hanno. E il mio problema adesso è che io me ne sto andando da dove abito adesso e, in questo caso, una "seconda possibilità" non c'è proprio perché non la rivedrò più dopo la cena di Natale.
Se fossi rimasto e la vedessi regolarmente, non mi farei tutte ste paturnie o, comunque, sarei molto meno ansioso perché saprei che avrei altre possibilità... Saprei di vederla più spesso ecc.
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Dico sempre e ho sempre pensato che l'amore fosse e sia questo: vivere la propria vita accompagnati da qualcuno.
Ciao, io ad esempio non la vedo così, io credo che l'amore sia quella "componente" fondamentale che permette a due persone di vivere le proprie vite assieme, nel bene e nel male, non semplicemente "accompagnati".
E qui entra in gioco il discorso che ti ha fatto cloud_p, dove dice...
Secondo me gran parte di tutto questo dipende dall'avere gli strumenti per scegliere le persone giuste. Spesso pur di non stare soli ci si accontenta o peggio si fa finta di non vedere delle cose che non ci vanno affatto bene.
Ovviamente da quello che hai scritto e da come lo hai scritto mi arrivi come persona intelligente, che sa elaborare, valutare, ragionare e capire le dinamiche di una conoscenza con un'altra persona, e da qui tutto quello che ne può conseguire.
punto in cui devo solo buttarmi e vivere le cose per poter prendere strade diverse e essere più sicuro.
È questa la strada amico mio...
Un grosso saluto.
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