Come uscire dal tunnel in cui mi trovo?

  • Buonasera.


    Sono una partita IVA che sta vedendo crollare tutto sotto i suoi piedi. Sono passati oltre 15 anni da quando ho iniziato a capire che sarebbe stata durissima rimanere in piedi economicamente. Ho commesso errori grossi. Il principale è stata la presunzione... presunzione di aver visto la difficoltà e di pensare di riuscire a gestirla. Io... che non avevo mai avuto prima esperienze da imprenditore e che sono figlio di un'artigiana e di un casalingo.


    Poi una sequenza di scelte sbagliate che forse, neanche a cercarle di proposito, ci sarei riuscito. Sei anni fa, fine del matrimonio (ho due figli). Tre anni fa ho trovato una nuova compagna. Grande persona.


    In questi ultimi tempi sto vedendo calare il lavoro e, di fatto, lo sto subendo quasi passivamente. Sono sempre e costantemente distratto dai miei problemi. Sembra che viva in un mondo parallelo. Spesso neppure ascolto chi mi parla.


    Gocce la mattina per calmare l'ansia (che fanno poco o nulla). Gocce la notte per dormire (le uniche sei ore buone della mia giornata). Vivo sempre di corsa... ma non perché abbia da fare chissà che cosa, ma perché non vedo l'ora di andare a letto.


    Non ho un amico con cui parlare (errore di gioventù... mi sono fidanzato a 16 anni ed ho chiuso con tutti... solo lei... la mia ex moglie). Non ho hobby. Fino a poco fa allenavo a calcio, ma senza la testa sul campo si fa poco ed ho smesso. Coi figli non è che mi possa sfogare (anche se sono maggiorenni, eh...).


    Mi sfogo solo con la mia compagna, ma inizio ad avere avvisaglie che si sta stufando. E come darle torto... anche lei è una partita IVA che lotta da mattina a sera. Non conviviamo perché è lontana e, quando ci vediamo, vorrebbe un po' di tranquillità, non un musone e taciturno.


    Da tutte queste cose, l'oggetto: paura. Paura di perdere tutto. Paura di non riuscire a lasciare ai miei figli quello che i miei genitori hanno lasciato a me. Paura di perdere la compagna, perché è veramente una grande persona. Paura di cosa mi attende economicamente. Paura di non riuscire a gestirlo. Paura di restare solo.


    Vivo con un estremo senso di colpa il mio presente e faccio fatica a guardare in faccia gli altri. Soprattutto i miei figli!!! Sono stanco. Vorrei tornare a ridere spensieratamente e dormire senza sonniferi.


    Dicono che alla fine del tunnel ci sia sempre l'uscita e la luce... Beh, il mio tunnel è veramente molto lungo...

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Ciao Pippo, certe cose tra quelle che hai scritto le ho passate, tra cui P.IVA e crollo del lavoro, ed altre le sto vivendo adesso, tra cui sentimento di paura e ansia. Da uomo e padre capisco la pesantezza di questa situazione, ma ci sono alcune cose che spesso dimentichiamo (io in primis e io in questo periodo della mia vita) tra cui il nostro passato.


    Stai passando un brutto periodo con un futuro incerto, conosci un futuro che non lo sia? Perché ne hai passate di belle, tra cui la separazione e l’allontanamento dai figli. Quanto è stato dura? Però ne sei uscito fuori e ti sei ricostruito una nuova vita, ci sono stati dei contraccolpi ma sei rimasto in piedi e sei ancora in piedi. E se sei arrivato fino a qui è perché hai affrontato e sopportato tutto, nel modo giusto o sbagliato (questo lo sai solo tu) però ce l’hai fatta.


    La paura è utile, ma spesso non ti porta da nessuna parte se non a farti riflettere. Spesso, almeno è quello che mi sta capitando adesso, è un invito all’azione, che magari è solo lo sguardo che deve essere puntato verso la direzione giusta, ma l’azione è d’obbligo. Niente è senza soluzione che, da imprenditore, dovrebbe essere il tuo mantra.


    Sei stufo di lamentarti con al tua compagna? Smettila di farlo, inizia a scrivere i tuoi pensieri e le tue lamentele così non ti senti pesante nei confronti di nessuno oppure fallo qui, è il posto giusto.


    Sei senza amici e hobby? Inizia qualsiasi cosa, anche solo la palestra o unisciti a qualsiasi gruppo di jogging della tua zona (sto sparando a caso, ma spero renda l’idea)


    Il lavoro va male? Non so che lavoro fai, posso però dirti da attuale commerciale che ci sono alti e bassi, sempre. Ma non può andare sempre male.

  • Grazie per la risposta, Sconsolato.

    Il futuro è incerto per tutti, lo so. Ma io non riesco a vederlo incerto: lo vedo delineato e nero.

    Per fortuna la separazione coi miei figli non c'è mai stata. Separandomi sono andato ad abitare vicino e li ho sempre visti quasi tutti i giorni, tutti e due... sennò sarebbe stato proprio insopportabile il tutto. Sono molto legato a loro e sento che anche loro lo sono con me.

    Della mia situazione non è che mi stanchi io a parlarne con la mia compagna... è lei che mi sembra si stia stancando di ascoltare i miei lamenti. Magari lo fa solo per darmi una scossa... magari sono ripetitivo... ma da lei sentirei il bisogno di essere compreso e accolto a prescindere da tutto. Invece, lei mi invita sempre a darmi una mossa sul lavoro per cercare la svolta (e come darle torto).

    È che ora sono stanco... risolvo una cosa e ne sorgono due. A volte ho come la sensazione di voler fermare il mare con le mani nude.

    E il modo che sta iniziando ad avere lei per spronarmi finisce per farmi sentire ancora più inadeguato.

    O perlomeno è quello che percepisco io...

  • Ciao Pippo e benvenuto!

    Per i problemi di lavoro ci sono passato anch’io, più di una volta, e ti capisco bene. Ho aperto la mia prima partita iva nel 91/92 e da allora mi sono trovato, anche a causa di miei errori, a chiudere e riaprire 3 volte. Non so in quale settore operi, ma l’unico modo che ho trovato per sopravvivere è stato reinventarmi ogni volta, acquisendo nuove competenze, facendo corsi…


    Per l’ansia forse ti farebbe bene parlarne con uno specialista, magari iniziare un percorso di psicoterapia. Nel mio caso è stato fondamentale perché da solo non sarei mai riuscito ad uscirne.


    E ti direi di lasciar perdere i sensi di colpa, tutti commettiamo errori. Prova ad iniziare a volerti bene, ad essere indulgente con te stesso, ad essere tuo amico. Potresti scoprire di avere in te stesso un potente alleato, che ti possa aiutare a risollevarti da questa situazione.


    Prova anche a ritrovare l’entusiasmo che ti spinto anni fa ad intraprendere una carriera come lavoratore autonomo. Questo però dipende molto dal tipo di attività che svolgi. Purtroppo il mondo del lavoro oggi corre ad una velocità impensabile fino a solo 10 anni fa. Per dire, se volessi tornare a fare quello che facevo 30 anni fa, probabilmente fallirei nel giro di una settimana.


    Se vuoi sfogarti qui sul forum, fallo tranquillamente, troverai sempre qualcuno che ti ascolta. Un abbraccio.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Grazie, LeggeraMente.

    Il tuo nome rappresenta perfettamente la mia ambizione.

    Quando dici che dovrei volermi più bene, hai perfettamente ragione.

    Da sempre io ho anteposto la tranquillità degli altri alla mia (e questo, alla fine, fa di me una teiera in ebollizione).

    Ho un terapeuta che mi segue, ma non molto assiduamente, e non per colpa sua... i soldi sono quelli che sono, e lui più di una volta mi ha seguito pro bono. Mi segue da oltre 15 anni ed è una grande persona. Mi ha aiutato e mi aiuta molto.

    Sono p.iva dal '92 pure io, per cui ritengo che anche tu abbia compiuto 20 anni diversi lustri fa...

    A differenza tua, io ho fatto sempre lo stesso lavoro. E non lo dico come vanto... anzi.

    Reinventarmi ora, a 20 anni compiuti diversi lustri fa, non è semplice.

    Ma, come mi consigli tu, riuscire a perdonarmi e vedere in me un amico sarebbe già una grandissima cosa.

    Grazie.

  • Paura di non riuscire a lasciare ai miei figli quello che i miei genitori hanno lasciato a me.

    Da figlia ti dico di toglierti questa paura dalla testa. I tuoi figli ti amano incondizionatamente. I soldi non sono niente di fronte all'amore e tutti i sacrifici che un genitore fa per i figli.

    Non li deluderai mai finché dimostrerai di amarli.

  • Grazie a te per le belle parole. Ho 62 anni, quindi 9 più di te. Ho iniziato tardi perché prima ho tentato la strada del lavoratore dipendente, ho cambiato diversi lavori ma non ero mai soddisfatto.


    Ottimo che hai già un professionista che ti segue, e lo so che questo rappresenta uno sforzo economico non indifferente, ma se ti è d’aiuto sono soldi ben spesi.


    Non sottovalutare le tue capacità, hai una grande esperienza nel tuo settore. Non intendo reinventarsi e andare a fare altro, ma vedere se esiste un mercato dove puoi spendere le tue competenze, magari aggiornandole e aggiungendo qualcosa. So che e un discorso astratto, non sapendo quale sia la tua professione.


    Ti ho parlato del ‘volerti bene’ perché mi sono riconosciuto in diverse cose che hai scritto. Sensi di colpa, bassa autostima, senso di inadeguatezza, e poi un auto giudizio severo e implacabile. Ero veramente il mio peggior nemico. Con il tempo ho capito che volersi bene e pensare a se stessi non è egoismo, ma un qualcosa che poi va a beneficio di tutte le persone che ti stanno intorno. La mia psicoterapeuta mi ha spiegato che se noi non stiamo bene, facciamo soffrire anche chi ci sta intorno. Quindi tutto quello che facciamo per stare meglio non va solo a nostro vantaggio, ma di tutti.


    Riassumendo, il volersi bene, è un atto assolutamente razionale, perché è matematicamente certo che porti solo vantaggi.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Da figlia ti dico di toglierti questa paura dalla testa. I tuoi figli ti amano incondizionatamente. I soldi non sono niente di fronte all'amore e tutti i sacrifici che un genitore fa per i figli.

    Non li deluderai mai finché dimostrerai di amarli.

    Grazie Laoncì.

    Ad oggi io mi sento amato dai miei figli.... vediamo andando avanti.

    E' a me che pesa che io "L'Imprenditore" non riuscirò a lasciare nulla ai miei figli mentre i miei genitori molto più semplici di me mi avessero lasciato tanto.

    Mia madre più di una volta mi aveva mandato avvertimenti.... che stavo osando molto.

    Ma io ero oscurato dalla mia presunzione per rendermi conto di quanto avesse ragione.

    Lei ci aveva visto giusto. Sul lavoro... su mia moglie... su tutto.

  • Io ho 58 anni e sul fatto di "volermi bene" credo che debba lavorare molto ancora.

    Ho conosciuto mia moglie che eravamo giovanissimi ed ho spostato su di lei tutte le mie aspettative ed attenzioni.

    La assecondavo praticamente in tutto o quasi. Duravo fatica a dire di no.

    Da sempre mi sono sobbarcato del peso dei problemi. Ci sono io. Faccio io. Ci penso io. Forse non letteralmente "uomo zerbino"... ma quasi.

    Il fatto è che non sono così solo sul lato affettivo.... ma anche su quello lavorativo... mi accentro quasi tutto col risultato che pesa tutto sulle mie spalle. Dal 1992. Non riesco a staccare mai. 7gg su 7. Quando vado in ferie ho il telefono con me... se necessario lavoro.... ovunque io sia.

    Insomma, mi sono legato mani e piedi da solo. Prima 2 mutui grossi. Poi un lavoro con me al centro ma che la crisi ha fatto calare dal 2009. Prime grosse difficoltà. Aiuto da genitori miei e di lei. Siamo andati avanti ma ci siamo separati. Adesso nuova crisi ma i genitori non ci sono più ad aiutarci. Per cui fine dei giochi.

    Sul lavoro credo di essere apprezzato. La casa madre mi ha proposto di assumermi e di rilevare i clienti... mi ha proposto però una cifra ridicola.... che non risolverebbe praticamente nulla e quindi sono indeciso sul da farsi.

  • Ti chiedo scusa, avevo letto distrattamente le ultime due cifre del tuo nickname (72) e pensavo fosse l'anno di nascita.


    Ti capisco benissimo perchè fino a pochi anni fa facevo più o meno la stessa vita. Non staccavo mai, mi portavo il computer in vacanza, lavoro e solo lavoro, spesso anche di sera e la domenica. E poi due fallimenti con relativi debiti e un clima in famiglia non proprio sereno.

    Nel 2019 sono crollato definitivamente, e dopo un periodo con farmaci e psicoterapia mi sono pian piano rimesso in sesto. Da allora mi sono imposto delle regole molto rigide per quanto riguarda il lavoro. Ho rinunciato a posizioni economiche molto allettanti in cambio di una vita più serena e di maggior tempo a disposizione per me e i miei cari.



    Da sempre mi sono sobbarcato del peso dei problemi. Ci sono io. Faccio io. Ci penso io. Forse non letteralmente "uomo zerbino"... ma quasi.

    Qui noto ancora una certa severità di giudizio. Dal di fuori invece io penserei che ti sei comportato da Signore, ti sei sacrificato per il benessere altrui, cosa non da poco.


    Per quanto riguarda la tua attività, non riesci a negoziare condizioni migliori con la casa madre? magari un compromesso, che renda per te accettabile e praticabile questa soluzione? (Parlo sempre da ignorante e in modo astratto).

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

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