Ora quello che mi chiedo è: perché, anche se magari non la vado a cercare io, ma più lei, nell’atto pratico, mentre ci troviamo in condizioni in cui vi ho già raccontato, con i nostri corpi vicini, non riesco a evitare di provare piacere sessuale? Questo mi chiedo sempre. Forse perché, essendo stato cresciuto da lei sfruttando il mio lato ormonale nell'adolescenza, ha fatto in modo che il suo corpo diventasse il mio desiderio. Oppure potrebbe essere una cosa a livello di contatto tra due corpi nudi, cioè semplicemente "istinto uomo-donna". Può essere?
Io non ho nessuna autorevolezza per rispondere al tuo interrogativo.
Andando soltanto per logica penso, partendo da molto lontano, che non esista alcuna sensitività soprannaturale che possa far intuire (esempio) a una tredicenne a cui sia stato tolto il suo neonato alla nascita, e al suo bambino, di riconoscersi come madre e figlio, dopo 20 o 30 anni, se sono cresciuti in luoghi diversi e senza sapere più nulla l'uno dell'altro.
Come dire che potrebbero ritrovarsi ad essere innamoratissimi senza sapere affatto di essere madre e figlio.
Dico questo perchè sono propensa a credere che, tanto nella madre quanto nel figlio, il tabù assoluto nasca dai rispettivi ruoli, se vissuti per quel che sono ed è naturale che siano, a cominciare dall'accudimento della prima infanzia e assolutamente non soltanto da questo. E si tratta di un universo intero di rispettivi pensieri e azioni che con l'erotico non c'entrano veramente nulla : parte in totale naturalezza dalla madre, e in altrettanta naturalezza arriva al figlio.
Che la mamma, per stupenda e affascinantissima donna che possa essere, accolga totalmente il figlio fuorchè per l'aspetto erotico che non dovrebbe proprio mai venire all'attenzione del figlio, in nessun modo e maniera, è proprio naturale nella madre (se tutto funziona bene in lei).
Poi io sarei sempre portata a dire che lo stesso vale per il padre, ma non posso tacere a me stessa che aver portato in grembo il proprio figlio/a sia un elemento basico che certamente al padre manca. Non vuol esseere un'attenuante per il padre, ma è pur sempre un dato di fatto.
Tornando al tuo caso (senza nessunissima libera docenza da parte mia, e seguendo solo la logica) ...mi pare abbastanza doveroso centrare il fatto che tua madre abbia totalmente invertito l'approccio con te su questo fronte.
E lo ha invertito da sempre e in modo così radicale che, francamente, io mi meraviglio addirittura che tu riesca a porti i dubbi che ti poni!
Poi dimmi tu se sbaglio, ma io sono abbastanza convinta che tu debba RAGIONARE per trovare assurda questa situazione, perchè (appunto) stando agli impulsi che sono stati costantemente coltivati in te, avresti anche potuto non porti mai gli interrogativi di oggi.
E RAGIONARE su cosa?
Forse sul fatto che sia stata tua madre stessa a farti intendere che di questo non si dovesse parlare con nessuno. E magari il fatto che comunque esci di casa e realizzi da solo che nessuno vive esperienze simili, e intuisci egregiamente che rendere pubblica una relazione di questo tipo comporterebbe pesanti conseguenze sociali.
Ma se TU ci devi RAGIONARE è proprio perchè è stato così profondamente fuorviato in te (da tua madre) il rapporto madre-figlio, che tu non avresti potuto che finire per considerarlo "normale" .
Dove la beffa di tutte le beffe è che - tra mondo casalingo e mondo esterno - ti ritrovi TU a farti...chiamiamoli per nome... quelli che sembrano proprio sensi di colpa.
Tu non hai nessunissima colpa, perchè a questo clima sei sempre stato forzato e condizionato da quella persona al mondo (la mamma) a cui ognuno di noi istintivamente si affida nella più totale fiducia.
(ripeto : solo mia opinione)