Mi sento tanto in colpa perché sono una figlia unica che vive all'estero.
I miei genitori non sono tanto anziani, 63 e 64 anni, ma ogni tanto hanno quella visita medica, quel pagamento online che non riescono a effettuare, quel piccolo acciacco, e io non ci sono mai.
Ho sempre deluso le loro aspettative, scegliendo percorso di studi, fidanzato e città dove vivere.
Quando li aggiorno sulla mia vita sento la disapprovazione e la tristezza.
Della disobbedienza ho sempre fatto il mio manifesto, ma al posto della persona responsabilizzata, che ha scelto per sé non ascoltando quello che gli altri volevano per lei, ci sto scomoda.
Se per tanto tempo mi sono fatta forza, dicendomi che ragionare con la propria testa è la cosa giusta, che ho perseguito cose giuste come per esempio l'indipendenza economica, da una parte credo abbiano ragione.
Li ho abbandonati, non ci sono per loro.
Mi dico che non è giusto come mi fanno sentire, che mi fanno pesare che vivo lontana, sbagliano in questo.
Però la mia parte di responsabilità in questo esiste e la sento.