Lo scoppio

  • Ciao, una cosa mi ha colpito: capisco il non esporre i problemi ad un familiare, anziano per di più, per non sovraccaricarlo di preoccupazioni. Ma un amico perché dovrebbe essere sovraccaricato mentalmente dai tioi problemi? Un amico è libero, non ha responsabilità nei tuoi confronti, non si fa "carico" dei tuoi problemi, può provare ad aiutarti ma non è suo "dovere" e quindi ti può aiutare in modo obiettivo e con i suoi tempi. Sei tu, forse, che non vuoi tediare gli amici con i tuoi problemi e lì, di nuovo, non vuoi mostrarti con loro vulnerabile. La psicoterapia l'hai già provata? Io, da quel che dici, vedo una lievissima forma di depressione che, comunque, non ti fa vivere serenamente e credo che un aiuto professionale ti possa far uscire dalla passività.

  • La psicoterapia l'hai già provata? Io, da quel che dici, vedo una lievissima forma di depressione che, comunque, non ti fa vivere serenamente e credo che un aiuto professionale ti possa far uscire dalla passività.

    speranza24, non cito la prima parte del messaggio in cui, sostanzialmente, concordo con te.

    Capitolo psicoterapia: munisciti di viveri di conforto, spiegherò tutto in questo messaggio.Premessa: non ho uno stipendio altissimo e devo fare attenzione alle spese. Ho fatto psicoanalisi per 5 anni circa. Nella tarda estate del 2022, quando ero ancora in terapia, mia mamma si ammalò (poi morì a novembre di quell'anno). Diciamolo pure: la psicanalisi non è economica (2 o 3 sedute a settimana per 9 mesi l'anno circa). Ovviamente, i miei genitori mi davano una mano in questo senso. Quando mia madre si ammalò, mio padre seguì 3 step:

    1. Mi disse che comprendeva la situazione e che avrei continuato la terapia: periodo che coprì proprio il periodo di pausa della psicanalisi.

    2. All'avvicinarsi di settembre, cominciò a fare i conti e mi chiese di passare da 2 a 1 sedute a settimana. Io, seppur a malincuore, acconsentii: del resto, non eravamo in una buona situazione in famiglia. Prima seduta (a metà settembre), concordo con la terapeuta che avrei fatto 4 sedute da lì a fine mese e - da ottobre - una a settimana.

    3. La stessa sera in cui dissi a mio padre quanto concordato con la terapeuta, cominciò un martellamento con frasi del tipo: eh, però la terapia costa. Ora: non sopporto i martellamenti. Al primo appuntamento con la dottoressa, spiegai la situazione e dissi: "Io interrompo qui!". Lei cercò di capire meglio la situazione, ma io avevo le mani legate: pagai quanto dovuto e la salutai. Da allora, sono seguito solo dallo psichiatra (l'idea di prendere farmaci senza essere seguito non è consigliabile)

    4. Dopo la morte di mia madre, mio padre dimostra una certa apertura al ritorno in psicanalisi. Rifiuto nettamente: del resto - dissi allora - in anni di terapia non avevo risolto nulla. Ora come ora, motivo tutto con una conseguenza dell'elaborazione del lutto. Ancora attualmente, ho una certa riluttanza nel cominciare il percorso: in parte perché non posso permettermelo, in parte perché non voglio ricominciare tutto daccapo, in parte perché non voglio far preoccupare in famiglia.

    Una cosa non di poco conto: prima di andare in psicanalisi, avevo provato altre strade, tutte senza successo.

    Detto questo, so bene di essere depresso, ma mi sento le mani legate.

    Sul discorso amici, sai che praticamente non ne ho? Sento un peso dentro che ho bisogno di sfogare con qualcuno: per questo scarico tanto sugli altri.

  • Ma la tua terapeuta ti ha seguito per 5 anni?? E non ci sono stati miglioramenti? Che tipo di terapia hai seguito? Io ho fatto terapia cognitivo comportamentale, vedevo la terapeuta 1 volta ogni 3 settimane, e lo psichiatra una volta al mese. Tutto questo per circa un anno. Ho speso, ma si trattava di 130 euro al mese, un sacrificio ma non eccessivo. Andare per 9 mesi 3 volte a settimana mi pare davvero troppo, soprattutto se non si vedono risultati. Mi dici che non hai amici, con chi "scarichi" il tuo malessere?

  • Ma la tua terapeuta ti ha seguito per 5 anni?? E non ci sono stati miglioramenti? Che tipo di terapia hai seguito? Io ho fatto terapia cognitivo comportamentale, vedevo la terapeuta 1 volta ogni 3 settimane, e lo psichiatra una volta al mese. Tutto questo per circa un anno. Ho speso, ma si trattava di 130 euro al mese, un sacrificio ma non eccessivo. Andare per 9 mesi 3 volte a settimana mi pare davvero troppo, soprattutto se non si vedono risultati. Mi dici che non hai amici, con chi "scarichi" il tuo malessere?

    Andiamo per punti:

    1. Cinque anni di psicoanalisi: lettino e tutta la baracca. Miglioramenti ce ne sono stati (e anche parecchi). Se vai a controllare su internet, sono stato più o meno nella media.

    2. Tra psicoanalisti e psicologi di altro orientamento c'è una sorta di guerra sotterranea: diciamo pure che si mandano a quel paese a vicenda. Ecco uno dei motivi per cui sono sfiduciato: non mi va di farmi influenzare dal fatto che qualcuno pensi che "X sia meglio di Y" (o viceversa). Da questa considerazione alla valutazione di quanto debba durare una terapia, il passo è breve.

    2.bis : Anni prima di approdare in psicanalisi, tentai la strada della TCC. Al terzo appuntamento (in ospedale, quindi il terapeuta non l'avevo scelto direttamente io), mandai tutti al diavolo. Motivo: Il primo che mi vide mi scaricò sulla seconda, che mi scaricò sul terzo, che non mi rivolse la parola.

    3. Diciamolo francamente: anche se diversi da quelli che avrei desiderato, risultati ce ne sono stati...e anche duraturi, finché non è accaduto il fattaccio di mia madre.

    4. Sinceramente? Tiro la corda finché non si spezza e - allora - son dolori per chi mi circonda. Non posso dire scarico con Tizio, Caio o Sempronio. Per ipotesi: supponiamo che io abbia patito una giornata pesante psicologicamente, in cui ho ingoiato un bel po' di bocconi amari e in cui sia particolarmente stanco. Se tu, speranza24, dici mezza parola fuori posto, perdo il controllo e comincio ad urlarti contro tutta la mia rabbia....Un po' quello che è successo fra me e mio padre

  • Bene risultati quindi ne hai avuti.

    Sul controllo devi lavorare perché con tuo padre è un conto, ma rischi di perdere degli amici. E con la tua partner come fai? Non ti molla dopo le sfuriate?

  • Bene risultati quindi ne hai avuti.

    Sul controllo devi lavorare perché con tuo padre è un conto, ma rischi di perdere degli amici. E con la tua partner come fai? Non ti molla dopo le sfuriate

    Ci credi che non ho mai avuto amici in vita mia? O meglio: pochi, ed il migliore è morto un paio di mesi dopo mia madre. Ci sono persone che frequento, questo sì (soprattutto nel giro degli scacchi). Per non so quale ragione profonda, non riesco ad andare oltre la partita di scacchi ogni tanto e un paio di cene all'anno. Certamente, delle giustificazioni ci sono: non sono tutti intorno a me - per citare la pubblicità Vodafone -, hanno tutti i loro impegni ed altre motivazioni generali. In fin dei conti, io mi sento solo

  • Ci credi che non ho mai avuto amici in vita mia? O meglio: pochi, ed il migliore è morto un paio di mesi dopo mia madre. Ci sono persone che frequento, questo sì (soprattutto nel giro degli scacchi). Per non so quale ragione profonda, non riesco ad andare oltre la partita di scacchi ogni tanto e un paio di cene all'anno. Certamente, delle giustificazioni ci sono: non sono tutti intorno a me - per citare la pubblicità Vodafone -, hanno tutti i loro impegni ed altre motivazioni generali. In fin dei conti, io mi sento solo

    Perdere mamma e amico nel giro di pochi mesi è un lutto importante che, forse, non hai ancora superato.

    Riguardo alle amicizie, se non cerchi di coltivarle tu nessuno lo fa per te. Anche io spesso mi sento sola, ma se ci tengo ad una persona la cerco. Più ci chiudiamo e meno siamo poi interessanti per gli altri. Io sono molto estroversa di carattere e faccio amicizia facilmente, e anche a me pare che ognuno pensi ai fatti suoi. Ma questo non vuole dire che ci metta del mio.

  • Io sono molto estroversa di carattere e faccio amicizia facilmente, e anche a me pare che ognuno pensi ai fatti suoi. Ma questo non vuole dire che ci metta del mio.

    Questo è un punto su cui penso debbano più lavorare le persone che mi circondano, non io. Se c'è una cosa che apprezzo di me stesso (chissà poi per quale masochistica ragione) è quella di venire fuori col tempo. Chiarisco con un esempio: se io e te ci conoscessimo di persona, probabilmente al primo incontro non avrai un'opinione positiva su di me, perché sono un po' timido. Se mi dai qualche giorno in più e un po' di tempo per parlare vis a vis, tenderò ad uscire dal mio guscio. Insomma, io del mio ce lo metto, ma ho bisogno di tempo.

  • Scusami la franchezza, ma se tu "non ti rendi interessante" perchè le persone dovrebbero aspettare di vedere cosa c'è sotto??

    Tu dici che LORO devono metterci dell'impegno, ma forse devi metterla anche tu se vuoi crearti delle amicizie.

    Non possiamo pretendere che gli altri cambino, dobbiamo essere noi a cambiare atteggiamento, se vogliamo dei "risultati". Non lo dico per polemizzare, ma per "spronarti".

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