Per quanto riguarda capire se mio marito sia felice oppure no, ne abbiamo parlato proprio lunedì pomeriggio mentre i bambini dormivano. Il problema è che lui ha proprio un blocco comunicativo! Resta lì zitto come se proprio la sua mente facesse fatica! E riesce solo a dirmi che anche lui vorrebbe di più, ma lui si riferisce al lato sessuale (e fa persino fatica a esprimerlo e a parlare di sesso), ma dal punto di vista emotivo lui sta bene così, cioè non ha tutta la necessità di profondità che ho io. Credo che proprio di indole lui sia poco emotivo. E comunque noto un blocco che dovrebbe risolvere da solo con un supporto adeguato, ma credo che a lui non importi più di tanto. Cioè, per rendere meglio l'idea, io gli apro il mio cuore e lui non sa mai cosa dire. Boh.
Tu parli di blocco comunicativo, ma in sostanza anche lui ti dice di non essere felice (e di volere di più).
Secondo me (non avendo io la più pallida idea di lui) credo si possa comunque escludere che lui sia sempre stato così: in caso contrario penso te ne saresti accorta molto prima, e soprattutto da fidanzati e appena sposati, quando il rapporto è solo "a tu per tu".
Se dunque, come sarei propensa ad ipotizzare, questo "blocco" è sopravvenuto in tempi più o meno recenti, si apre un ventaglio di possibilità molto ampio, ma che (sempre secondo me) non è affatto detto che necessiti di un supporto esterno.
Esempi a caso estraendo qualche listellino a caso del ventaglio : potrebbe sentirsi "in gabbia" (lucidamente e magari consapevole di non poter reagire) tanto per questioni professionali quanto per questioni familiari e quanto infine, per ragioni coniugali.
Oppure (succede, anche spesso) potrebbe essergli accaduto che dalle ore della sua vita che vive per conto proprio...abbia ripescato stimoli a "vivere se stesso" in una autonomia che oggi non sente di avere.
Oppure potrebbe essere effettivamente incappato in una leggera forma depressiva, e solo in questo caso potrebbe trarre beneficio da un supporto medico-psicoterapeutico.
Intendo solo dire che tu sembri già avergli tracciato una diagnosi, come dando per scontato che persino l'entusiasmo possa sorgere o rigenerarsi "ragionando e seguendo buone regole", ma in realtà non mi risulta affatto che sia così.
Qui c'è del vissuto personale mio, su cui non mi attardo per nulla, ma insomma...io stessa (riflessiva di fabbrica) ho avuto quelli che SONO "blocchi emotivi" in relazioni (anche familiari); chiamiamoli pure "blocchi emotivi", solo che...NON riguardano la mia personalità (come appunto potrebbe accadare ad una persona depressa), bensì sono sempre stati "blocchi" ultraselettivi nei riguardi di quelle sole relazioni importanti che volli e credetti intensissime, e in cui..."lento pede"... sono arrivata a concludere che quell'intensità relazionale, che riscontravo del tutto mancante di reciprocità, non avrebbe mai potuto , ma neanche teoricamente, essere recuperata (ove mai ci fosse stataI).
E' anche semplice da sintetizzare: il blocco emotivo, anche in chiunque non sia affatto "emotivamente bloccato"... eccerto che può generarsi" Ma si genera molto selettivamente nei soli confronti di quelle persone e relazioni verso cui realizzi, granellino dopo granellino (e magari con una pazienza e con una abnegazione positiva persino eccessive) che è del tutto inutile il "parliamone", che poi diventa noiosissimo e solo frustrante, perchè diventa assurdo il cercare di "sentirsi" con persone che hanno un loro alfabeto del "sentire" che non ha addentellati con il nostro, e che ci risulta devastantemente deludente, e nei casi peggiori (qui parlo addirittura del rapporto con mia madre, pensa te!) lo puoi svoltare soltanto nel segno della Pietas...fino a quando riesci a sostenerlo TU .
Tanto...ripeto: quando hai riscontratato (da calmo, paziente, riflessivo, avendo dato anche mille spunti nel quotidiano per farti comprendere, almeno a fronte di esondazioni altrui), mah...di cosa vogliamo stare a dialogare con chi ormai SAPPIAMO che parla una lingua troppo diversa dalla nostra?