Referendum 8 giugno

  • Ciao a tutti, ho deciso di aprire questa discussione perchè per quanto mi riguarda il prossimo 8 e 9 giugno ci sarà un referendum con importanti riforme in materia di disciplina del lavoro (più uno che riguarda la cittadinanza Italiana), solo che dalla percezione che sto avendo sembra che buona parte degli Italiani non sanno della sua esistenza o comunque ne ignorano il contenuto, senza tener conto che alcuni politici di una certa importanza hanno pure fatto passare il messaggio che non andranno a votare e questo perchè se non si supera il 50% dei partecipanti non sarà considerato valido. Personalmente ritengo che un referendum dove noi cittadini esprimiamo direttamente la nostra scelta con un si o un no ad un cambiamento sia più importante per il nostro futuro, rispetto alle elezioni politiche dove spesso le promesse fatte da chi prende i voti non vengono poi mantenute, voi cosa ne pensate?

  • Che sta boiata di referendum è costata 140 milioni di euro di soldi pubblici. E chi ha creato quella p∙∙∙∙∙a del Jobs Act, oggi è quello che pontifica per il Sì. E i sindacati ne sono stati pure complici. Hanno precarizzato e distrutto il lavoro (insieme alla legge Biagi) e ora mi vengono a dire cosa? Via su...


    Dal canto mio, dottrina Craxi: tutti al mare.


    Rispetto alle elezioni politiche dove spesso le promesse fatte da chi prende i voti non vengono poi mantenute

    Non sono d'accordo. Io con il mio voto delego una persona che deve appunto fare sì che i referendum come questi non avvengano, e in qualità di mio rappresentante in politica deve risolvere i problemi, non scaricarli su di me (noi).


    Certe dinamiche politiche non tutta la popolazione le può capire.


    I referendum vanno bene solo su questioni non strategiche: dove posizionare la statua in un paese, se fare un campo da calcio o da tennis nel terreno del comune abbandonato. O una legge sul divorzio tipo.

    Ma già quando si entra in questioni che possono essere tecnicamente difficili (tipo quella sul nucleare) o compromettenti ad una parte della popolazione (tipo questa, che ripeto, fu creata da chi la vuole abrogare) sinceramente il referendum non dovrebbe esistere in quanto dovrebbe essere chi deleghiamo in parlamento a dover risolvere.


    A maggior ragione se penso che le persone anziane, pensionate, possano decidere e sentenziare su un contesto... che non appartiene più a loro, è assurdo... specie se si considera a che aliquota di anziani ci sono in Italia.

    Ecco perché deve essere la politica in parlamento a dover decidere certe cose.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Grazie innanzitutto per aver risposto, pure io però non sono d'accordo, ritenere il popolo italiano in grado di capire e decidere solo per questioni tipo "dove posizionare la statua in un paese, se fare un campo da calcio o da tennis nel terreno del comune abbandonato" lo riterrei offensivo nei nostri confronti, abbiamo una TV di stato (oltre ad Internet) che dovrebbe preoccuparsi di spiegare e far capire a tutti noi per cosa si va a votare, inoltre quando vai votare per un determinato partito politico lo fai perchè si presume che tu hai capito quali sono le leggi e le riforme che vuole mettere in pratica (mica lo voti perchè vuoi più statue o campi da tennis), quindi non vedo tutta questa differenza, senza tener conto che poi spesso il partito ed i politici che tu voti non mantengono le promesse fatte in campagna elettorale, ma fanno come ve bene a loro, ad esempio Renzi mica ha fatto il jobs act perchè lo aveva promesso prima di prendere i voti, lo ha fatto perchè andava bene a lui (ed a suo padre che è un imprenditore) e l'altro Matteo che aveva promesso che avrebbe abolito la legge Fornero sulle pensioni "ridando la pensione agli Italiani", ora che è al governo invece non ne parla più. Quindi io continuo a pensare che il referendum sia uno strumento molto utile, casomai come già detto il problema sta nel fatto che non si spiega adeguatamente alla popolazione in cosa consiste, le TV unificate vanno bene solo per eventi come le elezioni del Papa.

    Sul fatto che una parte dei votanti sono persone anziane in pensione è vero, però molti di loro hanno dei figli o nipoti che lavorano o ne cecano uno, senza tenere conto che la pensione poi loro la prendono perchè c'è chi lavora e versa i contributi, quindi anche se indirettamente io li vedo comunque coinvolti.

  • Personalissima opinione: il voto è un diritto/dovere. Anche, e soprattutto, su questioni importanti e strategiche. Certo è dura, in un paese come il nostro, con circa il 30% della popolazione affetta da analfabetismo funzionale (fonte Ocse).

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Io voterò sì. Quando c'è un referendum adotto un approccio molto pragmatico: non guardo al passato, chi a suo tempo ha fatto o detto cosa, leggo i quesiti e sulla base solo di questo decido se andare a votare e come.

    In questo caso i quesiti prevedono una mitigazione dei danni (ovviamente mio parere personale) dal Jobs Act e un miglioramento (sempre mio parere) delle regole per la cittadinanza.

    Certo, la copertura mediatica è stata praticamente nulla.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Rispetto ad altre volte, questi referendum sono stati poco reclamizzati (ma forse sono io che non mi sono interessato a dovere).

    Ho sempre considerato il Jobs Act allo stesso modo in cui Fantozzi considerava La corazzata Potemkin.

    A prescindere dal quesito, mi sorge sempre un dubbio. Sappiamo bene come funziona il sistema con le leggi vigenti, non sappiamo con cosa verranno sostituite queste leggi se fossero abrogate. Per saperlo, forse dovrei chiamarmi Nostradamus. Insomma, il timore di cadere dalla padella nella brace c'è sempre.

  • Io andrò a votare e voterò sì a tutti i quesiti. I referendum pur con i loro limiti sono l'unico strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione per quanto in passato alcuni siano stati traditi (vedi quello sull'acqua pubblica).

    Sarei più cauto sull'abolizione del quorum perché rendere più facile l'abrogazione di una legge potrebbe portare ad esiti tutt'altro che progressisti.

  • Rispetto ad altre volte, questi referendum sono stati poco reclamizzati (ma forse sono io che non mi sono interessato a dovere).

    Ho sempre considerato il Jobs Act allo stesso modo in cui Fantozzi considerava La corazzata Potemkin.

    Secondo il mio punto di vista, sono poco reclamizzati perchè l'attuale governo in carica non vuole farli passare e solitamente chi va a votare è probabile che voterà per il sì, quindi spera che non si superi il 50% in modo da renderlo nullo.

    Sul Jobs Act concordo con il tuo giudizio, poi l'aspetto più assurdo è che a farlo sia stato uno che in teoria doveva essere di sinistra, mentre nemmeno uno come Berlusconi quando era al governo aveva fatto riforme così sfavorevoli per i lavoratori.

  • Penso che questo referendum sia importantissimo, non ci sarà un'altra occasione per ripristinare l'articolo 18 per tutti, l'unico strumento di deterrenza contro i licenziamenti illegittimi e discriminatori.

    Ragazzi informatevi, di certo teleMeloni non lo farà, il tema riguarda tutti noi, oltre all'articolo 18 vogliono anche mettere un freno ai contratti interinali senza causale, e dare più tutele ai lavoratori in appalto.

    I referendum sono promossi dalla CGIL, non dal PD.

    Il referendum è uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che ci rimane.

    Chi è indeciso vada a votare anche solo perché La Russa ha detto di non andarci.

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