Ciò che mi ha permesso di vivere dignitosamente è un insieme di scorciatoie o scappatoie continue, pianificando sostanzialmente tutto quello che faccio. È davvero difficile da spiegare, ma è come un lavoro. Mi sveglio con l'obiettivo di nascondere al mondo il modo in cui mi sento. A volte lo faccio così tanto che poi, inevitabilmente, non so più chi sono. Io sono capace di provare molto odio, ma non augurerei mai a nessuno di vivere quello che sto vivendo io: sopravvivenza e lotta continua con me stesso. A questo punto non mi spaventa più il fatto di parlarne con uno specialista. Dopo tutti questi anni, il "passerà, pensa alle cose belle, pensa a che persona sei, pensa a quante soddisfazioni hai regalato ai tuoi cari, pensa a quanto sei fortunato" non funziona più, anzi, non ha mai funzionato. Io sto male, qualcosa si è rotto nel mio cervello. Ricordo quel giorno. Non so se è depressione, disturbo della personalità... Non so nulla, so solo che non è una cosa leggera. Fa male, fa tanto male. Spero di avere la fortuna di trovare uno psicologo che mi ascolti, come hai fatto tu. Io ti ringrazio di cuore per avermi ascoltato e non solo. Chiunque tu sia, ti auguro davvero di ottenere tutto ciò per cui stai lottando da anni.
Allora, io potrei essere tua madre (ho 47 anni) e la depressione mi ha preso solo lo scorso anno, perciò per me è stato "naturale" cercare aiuto da un professionista, perché ero abbastanza "matura" da capire che stavo affrontando qualcosa di troppo intenso per uscirne da sola.
Adesso, dopo 14 mesi, sto molto, molto meglio, direi quasi "come prima", anche se credo che le esperienze che viviamo ci facciano cambiare e quindi non tornerò più "come prima". Magari sarò "meglio" di prima.
Tu hai affrontato questo dolore da adolescente e, probabilmente, è più difficile capire se puoi o meno farcela da solo. Finora sei stato bravissimo, ma ti consiglio di farti aiutare da un professionista. Ci vorrà tanto tempo, ma ne uscirai.