Qualcuno che è uscito dalla depressione può raccontarmi la sua esperienza?

  • Ho 28 anni, depresso da circa 12. È stato tremendo all'inizio, poi in qualche modo ci ho dovuto convivere. Non l'ho mai detto a nessuno, non ho mai chiesto aiuto a uno specialista perché me ne vergogno molto. Ora ho avuto una brutta ricaduta, ho tanta ansia, fatico ad affrontare la giornata, non provo nulla se non paura, non riesco ad avere pensieri positivi nonostante non mi manchi nulla. È questa la cosa peggiore: io sono soddisfatto del mio aspetto fisico quando mi guardo allo specchio, so di essere intelligente, nella media o poco sopra, ho una fidanzata perfetta – davvero non potevo chiedere di meglio – e dei genitori presenti, con cui sì, ho avuto dei trascorsi, ma ora li sento vicini e lo sento veramente. Sì, il lavoro è una m∙∙∙a, ma chissene frega, dopotutto è lavoro; l'importante è avere una buona stabilità economica. E allora che c'è? Perché mi sento così vuoto? Ogni potenziale situazione mi spaventa perché sono terrorizzato che qualcuno possa farmi uscire allo scoperto. In ogni momento vorrei solo stare da solo, vorrei respingere anche le persone che ho più vicino perché non voglio vedere nessuno. Mi pesa fare qualsiasi cosa, mi sento stanco e affannato. Era da tanto che non mi prendeva così forte. Cos'è che mi fa soffrire così? Come si fa a uscirne? Inutile negare che il mio sia un male piuttosto forte. Mi chiedo se un giorno riuscirò a uscirne, perché mi sentirei la persona più forte del mondo. Che cosa posso fare? Condividete con me le vostre esperienze.


    P.S. Scusate se sono ripetitivo, caotico, poco chiaro o addirittura ridicolo nel modo in cui scrivo. È difficile canalizzare tutto quello che penso, esprimere questo dolore con ordine. Ho fatto del mio meglio per riassumere.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Credo che si possa arrivare a un punto da non necessitare più di cure continue, ma non se ne esce mai del tutto, bisogna imparare a conviverci, questa è la mia esperienza.

    So che è stupido da dire senza avere la minima competenza medica, ma credo che i farmaci per me siano l'unica soluzione. Ho paura a chiedere aiuto perché non so come capire a chi affidarmi, uno psicologo, uno psichiatra? E se non mi aiuta? Mi fa buttare via soldi, tempo e sicurezze. Da dove potrei iniziare?

  • Ciao, dunque dici di soffrire di depressione da 12 anni. Come lo sai?

    Scusa la domanda stupida, ma io l'ho saputo perché me lo ha detto la mia dottoressa, sennò non lo avrei capito. Ho avuto nella vita tanti momenti in cui ero "giù" di morale, preoccupata e spaventata, ma mai ho provato quello che mi è successo a gennaio del 2024: disperazione, claustrofobia, insonnia, inappetenza, ansia. Il mio medico di base mi ha consigliato antidepressivi e io sono corsa da uno psichiatra e ho assunto quello che mi ha prescritto lui. Io non so dirti se i farmaci siano tanto utili, perché io, pur assumendoli, sono stata malissimo per circa 6-7 mesi. Dal di fuori non avevo niente, ma dentro ero morta e volevo davvero morire. Mi ha trattenuto l'amore per mio figlio, sapere che per lui sono necessaria perché ha solo 10 anni. Ora ne sono quasi uscita, ma credo che la malattia mi abbia cambiata per sempre. Continuo a vedere una psicologa, faccio meditazione quasi quotidianamente ed una volta a settimana in gruppo.

    Anche a me non manca niente, ma arrivata a 46 anni ho fatto dei bilanci e sono crollata: mi sembra che il futuro mi riserverà solo sofferenza e lutti. Razionalmente so che sono timori senza senso, ma emotivamente è così. Ed adesso va tanto, tanto meglio. E considera che ho un bambino sano, genitori in vita e non troppo anziani anche se lontani 400 km, lavoro a tempo pieno, ho un compagno con un brutto carattere che comunque mi vuole ancora bene dopo tanti anni, ma per qualche motivo ora mi focalizzo solo sul negativo.

    Io ti consiglio di fare un colloquio con uno psicologo. Forse la tua non è propriamente depressione, ma comunque uno psicologo ti sa dare indicazioni per migliorare il mood con cui affronti la quotidianità.

  • Ciao, dunque dici di soffrire di depressione da 12 anni. Come lo sai?

    Scusa la domanda stupida, ma io l'ho saputo perché me lo ha detto la mia dottoressa, sennò non lo avrei capito. Ho avuto nella vita tanti momenti in cui ero "giù" di morale, preoccupata e spaventata, ma mai ho provato quello che mi è successo a gennaio del 2024: disperazione, claustrofobia, insonnia, inappetenza, ansia. Il mio medico di base mi ha consigliato antidepressivi e io sono corsa da uno psichiatra e ho assunto quello che mi ha prescritto lui. Io non so dirti se i farmaci siano tanto utili, perché io, pur assumendoli, sono stata malissimo per circa 6-7 mesi. Dal di fuori non avevo niente, ma dentro ero morta e volevo davvero morire. Mi ha trattenuto l'amore per mio figlio, sapere che per lui sono necessaria perché ha solo 10 anni. Ora ne sono quasi uscita, ma credo che la malattia mi abbia cambiata per sempre. Continuo a vedere una psicologa, faccio meditazione quasi quotidianamente ed una volta a settimana in gruppo.

    Anche a me non manca niente, ma arrivata a 46 anni ho fatto dei bilanci e sono crollata: mi sembra che il futuro mi riserverà solo sofferenza e lutti. Razionalmente so che sono timori senza senso, ma emotivamente è così. Ed adesso va tanto, tanto meglio. E considera che ho un bambino sano, genitori in vita e non troppo anziani anche se lontani 400 km, lavoro a tempo pieno, ho un compagno con un brutto carattere che comunque mi vuole ancora bene dopo tanti anni, ma per qualche motivo ora mi focalizzo solo sul negativo.

    Io ti consiglio di fare un colloquio con uno psicologo. Forse la tua non è propriamente depressione, ma comunque uno psicologo ti sa dare indicazioni per migliorare il mood con cui affronti la quotidianità.

    Ti ringrazio tanto per la risposta e la condivisione. Non è stupida, anzi, sembra stupido sparare diagnosi senza averne una fatta da un medico. Ricordo che un giorno, all'improvviso, mi è successo qualcosa. Ricordo il giorno, l'istante in cui ero con una ragazza e le ho detto: "Ma che è successo? Mi sento strano...". Da lì ho iniziato a chiudermi in me stesso, sono cambiato completamente, ero incapace di avere rapporti con le altre persone, mi sentivo estraniato da me stesso, avevo attacchi di panico, non provavo più emozioni, non avevo più nessuna certezza di ciò che mi circondava. Non sono mai riuscito a parlarne, ho sempre cercato di cavarmela da solo, e questo è stato l'errore più grande. Come faccio a saperlo, mi chiedi? Sono 12 anni che vivo così, ormai questo stato è costante. Il problema è l'intensità con cui si presenta: a volte non è troppo difficile farlo scorrere, a volte invece mi sento in trappola, non vedo la luce in fondo al tunnel, tutto mi terrorizza. Vorrei solo stare da solo, perché è l'unico modo in cui riesco ad evitare la paura di avere un crollo totale. Per questo motivo evito tante situazioni che potrebbero compromettere la mia stabilità. Ho condotto finora una vita in cui i rapporti sociali sono stati costanti e frequenti, non so come ho fatto. Sono stufo, voglio stare bene perché sento di essere una bella persona, buona, emotiva, eppure ho questa cosa dentro che mi divora.

  • Io credo che, più che dalla depressione, si possa uscire da un periodo in cui la depressione prende o ha preso il sopravvento.

    Al mondo sono sicuro che pochissime persone non abbiano avuto almeno un periodo di depressione. È la percezione, come la subiamo, che fa la differenza.

    C'è chi, distratto dalle varie forme di quotidianità, dà più o meno peso alla depressione. Chi invece non riesce a farne a meno, in quanto investito da essa come un proiettile che lo ha trapassato da parte a parte.

    Personalmente devo dire che, dopo un periodo di immane sofferenza, sono riuscito pian piano a riprendere forza e a rialzarmi dopo aver veramente avuto la faccia nel fango. Con ciò non dico di essere guarito, perché la ferita rimane ed è un attimo che si riapra.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Ti ringrazio tanto per la risposta e la condivisione. Non è stupida, anzi, sembra stupido sparare diagnosi senza averne una fatta da un medico. Ricordo che un giorno, all'improvviso, mi è successo qualcosa. Ricordo il giorno, l'istante in cui ero con una ragazza e le ho detto: "Ma che è successo? Mi sento strano...". Da lì ho iniziato a chiudermi in me stesso, sono cambiato completamente, ero incapace di avere rapporti con le altre persone, mi sentivo estraniato da me stesso, avevo attacchi di panico, non provavo più emozioni, non avevo più nessuna certezza di ciò che mi circondava. Non sono mai riuscito a parlarne, ho sempre cercato di cavarmela da solo, e questo è stato l'errore più grande. Come faccio a saperlo, mi chiedi? Sono 12 anni che vivo così, ormai questo stato è costante. Il problema è l'intensità con cui si presenta: a volte non è troppo difficile farlo scorrere, a volte invece mi sento in trappola, non vedo la luce in fondo al tunnel, tutto mi terrorizza. Vorrei solo stare da solo, perché è l'unico modo in cui riesco ad evitare la paura di avere un crollo totale. Per questo motivo evito tante situazioni che potrebbero compromettere la mia stabilità. Ho condotto finora una vita in cui i rapporti sociali sono stati costanti e frequenti, non so come ho fatto. Sono stufo, voglio stare bene perché sento di essere una bella persona, buona, emotiva, eppure ho questa cosa dentro che mi divora.

    Allora, sei così da 12 anni, ma nonostante tutto ho capito che riesci a lavorare normalmente, hai una vita sentimentale soddisfacente e sana. Insomma, questa "depressione" ti consente di vivere dignitosamente, giusto? Ma tu sai che potresti stare molto meglio.

    Ed hai ragione. Secondo me non hai davvero una forma depressiva, forse solo un disturbo d'ansia. E non è detto che siano necessari i farmaci.

    Io ti consiglio di parlarne con uno psicologo inizialmente. Se il tuo è un problema da "farmaci", te lo indicherà. Ci vorranno almeno 2-3 incontri per capirlo. Se non lo è, forse puoi affrontare le tue paure con le "strategie" che il terapeuta ti indicherà.

    Sarà un lavoro da portare avanti per anni,se non a vita, ma si migliora. Se ci sono riuscita io ce la farai anche tu!!

  • Io credo che, più che dalla depressione, si possa uscire da un periodo in cui la depressione prende o ha preso il sopravvento.

    Al mondo sono sicuro che pochissime persone non abbiano avuto almeno un periodo di depressione. È la percezione, come la subiamo, che fa la differenza.

    C'è chi, distratto dalle varie forme di quotidianità, dà più o meno peso alla depressione. Chi invece non riesce a farne a meno, in quanto investito da essa come un proiettile che lo ha trapassato da parte a parte.

    Personalmente devo dire che, dopo un periodo di immane sofferenza, sono riuscito pian piano a riprendere forza e a rialzarmi dopo aver veramente avuto la faccia nel fango. Con ciò non dico di essere guarito, perché la ferita rimane ed è un attimo che si riapra.

    Ti ringrazio per la risposta, se posso, vorrei chiederti come hai fatto a rialzarti, perché per quanto mi riguarda, ho tante cose per cui lottare, ma se questo "male" chiamamolo così, mi prende così forte come in questo periodo, io non vedo più niente, non provo più niente, non vedo nessuna via d'uscita se non aspettare che si calmi con il passare del tempo, ed è un ciclo continuo.

  • Allora, sei così da 12 anni, ma nonostante tutto ho capito che riesci a lavorare normalmente, hai una vita sentimentale soddisfacente e sana. Insomma, questa "depressione" ti consente di vivere dignitosamente, giusto? Ma tu sai che potresti stare molto meglio.

    Ed hai ragione. Secondo me non hai davvero una forma depressiva, forse solo un disturbo d'ansia. E non è detto che siano necessari i farmaci.

    Io ti consiglio di parlarne con uno psicologo inizialmente. Se il tuo è un problema da "farmaci", te lo indicherà. Ci vorranno almeno 2-3 incontri per capirlo. Se non lo è, forse puoi affrontare le tue paure con le "strategie" che il terapeuta ti indicherà.

    Sarà un lavoro da portare avanti per anni,se non a vita, ma si migliora. Se ci sono riuscita io ce la farai anche tu!!

    Ciò che mi ha permesso di vivere dignitosamente, è un insieme di scorciatoie o scappatoie continue, pianificando sostanzialmente tutto quello che faccio. È davvero difficile da spiegare, ma è come un lavoro, mi sveglio con l'obiettivo di nascondere al mondo il modo in cui mi sento. A volte lo faccio così tanto che poi inevitabilmente non so più chi sono. Io sono capace di provare molto odio, ma non augurerei mai a nessuno di vivere quello che sto vivendo io, sopravvivenza e lotta continua con me stesso. A questo punto non mi spaventa più il fatto di parlarne con uno specialista, dopo tutti questi anni il "passerà, pensa alle cose belle, pensa a che persona sei, pensa a quante soddisfazioni hai regalato ai tuoi cari, pensa a quanto sei fortunato" non funziona più, anzi non ha nai funzionato. Io sto male, qualcosa si è rotto nel mio cervello, ricordo quel giorno. Non so se è depressione, disturbo della personalità, non so nulla, so solo che non è una cosa leggera, fa male, fa tanto male. Spero di avere la fortuna di trovare uno psicologo che mi ascolti, come hai fatto tu. Io ti ringrazio di cuore per avermi ascoltato e non solo, chiunque tu sia, ti auguro davvero di ottenere tutto ciò per cui stai lottando da anni.

  • Ti ringrazio per la risposta. Se posso, vorrei chiederti come hai fatto a rialzarti, perché, per quanto mi riguarda, ho tante cose per cui lottare, ma se questo "male" – chiamiamolo così – mi prende così forte come in questo periodo, io non vedo più niente, non provo più niente, non vedo nessuna via d'uscita se non aspettare che si calmi con il passare del tempo, ed è un ciclo continuo.

    Guarda, il modo migliore è non arrendersi ma accettare una sorta di "impossibilità a combattere una guerra impari".


    Mi spiego. Quando tu ti rendi conto di non poter continuare a sostenere il peso di una malattia di questo tipo, è fondamentale accettarla ma, allo stesso tempo, affrontarla con le armi a disposizione: medicina, psicologia e psicoterapia (che presumo già segui). Cosa che ho fatto.


    Il focus, però, non è tanto "nascondere", perché sovente la gente che ti circonda, come dicevo, a sua volta ha subito l'onta della malattia.

    In altre parole, devi accettare non solo il tuo essere, ma essere consapevole che una buona aliquota degli altri lo è (e lo sa).


    Quando hai un raffreddore, per quanto tu possa nasconderlo, ce l'hai. E gli altri lo sentono. E magari anche loro ce l'hanno.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

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