Non riesco a chiedere aiuto, devo sempre cavarmela da sola

  • Mi dispiace molto che hai vissuto queste cose, deve essere stato devastante per te :|

    Eppure...no, non potrei definirlo devastante.

    E (forse, ma molto forse) mi mancherebbe se non fosse nella mia storia.


    Il tuo episodio del cavalcavia e la tua narrazione potrebbero essere la metafora perfetta anche della mia dinamica nelle mie vicende.

    E cioè prendere scelte pericolose, nella consapevolezza che lo siano; avere anche la prova (ove mai necessaria) della loro pericolosità; portarle comunque fino in fondo e senza farne alcun dramma; a fine percorso chiedersi "ma perchè lo faccio?" senza trovare risposta; ma non rinnegando quelle scelte, e continuando a viverne gli aspetti vitalizzanti e unici, proprio come la te che dice "d'altra parte, se non lo avessi fatto non avrei mai vissuto così intensamente i profumi e la vita della campagna di notte". :S :)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Quant'è vero! Ma quando ti arrabbi parli in siciliano stretto? Perché io quando qualcosa mi fa arrabbiare (ed ho capito che spesso la rabbia nasconde un dolore), parlo in friulano stretto 8)

    Credo che chiunque sappia bene il linguaggio locale reagisce al nervoso con un crescendo wagneriano che, al topico, sfocia nella letalità del dialetto conosciuto.


    Io che sono bergamasco puoi immaginare; pare quando trovano un posseduto che parla in aramaico antico.

    Ciò nonostante, ironicamente, quando parlo in italiano, molti fanno fatica a indicare le mie origini.


    Sicchè non ti preoccupare, quello è perfettamente normale. ;)


    E se non credi a me, vai in qualunque bar di paese mentre giocano a carte. :D

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • mia madre parlava di me con le sue amiche dicendo "è brava, è come non averla", intendendo dire che non le arrecavo disturbo io mi sentivo felice perché lei era contenta di me.

    [...]

    Sono stata in collegio dai 6 ai 14 anni e una parte di me ha pensato che se mi ci avevano portata dovevo aver fatto qualcosa che non andava

    Anche se forse non serve nemmeno scriverlo, probabilmente il trauma è qui: hai paura dell'abbandono se non ti comporti come se non ci fossi, cioè senza dare disturbo. I contesti in cui puoi disturbare ti toccano il nervo: trigger - trauma dell'abbandono e, da lì, ti parte il pilota automatico.

  • Anche se forse non serve nemmeno scriverlo, probabilmente il trauma è qui: hai paura dell'abbandono se non ti comporti come se non ci fossi, cioè senza dare disturbo. I contesti in cui puoi disturbare ti toccano il nervo: trigger - trauma dell'abbandono e, da lì, ti parte il pilota automatico.

    Eh sì Garden, mi sa che il nocciolo è proprio lì. Io ho sempre minimizzato questo vissuto ma è evidente che ha avuto un impatto più potente e incisivo di quanto non mi sia mai piaciuto pensare. Forse ho rimosso, forse me la sono raccontata, chissà :)

  • Anche se forse non serve nemmeno scriverlo, probabilmente il trauma è qui: hai paura dell'abbandono se non ti comporti come se non ci fossi, cioè senza dare disturbo. I contesti in cui puoi disturbare ti toccano il nervo: trigger - trauma dell'abbandono e, da lì, ti parte il pilota automatico.

    Riflessione che sembra preziosa anche a me, dal momento che ricordo nitidamente commenti materni molto simili (per la verità identici) rispetto a quelli recepiti da Lupetta bambina...

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Ma quando ti arrabbi parli in siciliano stretto? Perché io quando qualcosa mi fa arrabbiare (ed ho capito che spesso la rabbia nasconde un dolore), parlo in friulano stretto

    Devo dire... non più di tanto Lupetta.


    Quando mi arrabbio, accade perché percepisco un forte senso di ingiustizia e argomento come faccio sul Forum, ci metto dell'intellettuale insomma, ma in modo molto cattivo e ovviamente distruttivo, volto a ferire, umiliare soprattutto.


    Il siciliano, mi esce fuori, sebbene non stretto da sembrare ostrogoto, ma più nell'inflazione, nei momenti di intimità con gli amici, quando si scherza e ci si diverte soprattutto ... in fondo, l'idioma orientale, come dissi una volta, è una lingua che ha in sé una certa filosofia tipo "scialla", nel catanese, poi, si scorge un'attitudine all'humor nella sua espressività, sostenuta da tanti modi di dire della zona.


    Comunque un esempio calzante (e che mi può rappresentare quando calco forte la mano con in dialetto) è Nannini ne il personaggio di Mimì il metallurgico. A ben vedere, il suo siciliano, è ancora "comprensibile" anche a chi non lo parla.

  • ma in modo molto cattivo e ovviamente distruttivo, volto a ferire, umiliare soprattutto.

    Ecco, una cosa simile mi è capitata con mio marito e, per quel che ricordo fu l'unica volta che argomentai con il preciso intento di ferirlo e, se ci penso, mi fa ancora male. Non ricordo cosa disse lui per scatenare il mio impulso distruttivo, non lo ricordo davvero. Però ricordo il suo sguardo, disarmato, incredulo e appunto ferito. Sono passati anni ma non l'ho mai dimenticato, darei non so cosa per riprendermi quelle parole. La cosa strana è che hanno fatto più male a me che a lui, me ne sono scusata e il mio sconvolgimento emotivo era così evidente che alla fine lui ha dovuto consolare me. Mi ricordo che mi disse "vieni qua scema, ti pare il caso di stare male così? ". Mai più, mai più, le parole sono pietre :crying_face:

  • Naturalmente ricordo questo episodio con mio marito perché lui è stata la persona più importante della mia vita e io, in quel frangente, denigrai, col preciso intento di ferirlo ci tengo a sottolinearlo, una sua dinamica consolatoria e autodifensiva di quando era ragazzo. Lui aveva perso la mamma da adolescente ed aveva un rapporto difficile con il padre, uno dei suoi rifugi era lo studio, la lettura, in particolare il mondo dei classici in cui lui vedeva una dimensione eroica, un universo di ideali, un profondo senso dell'onore. E io gli ho detto che erano tutte panzane, che era stato un ingenuo a confidare in quelle cose. :( Chiaro però che con persone con cui ho rapporti meno profondi non mi faccio problemi a rimetterle al loro posto con parole sferzanti, sempre di rimessa però, non lancio mai il sasso per prima :)

  • Naturalmente ricordo questo episodio con mio marito perché lui è stata la persona più importante della mia vita e io, in quel frangente, denigrai

    Penso che l'amore, ci insegni anche - se non soprattutto - questo Lupetta.

    Mette in contatto con quelle parti di noi che non sono idilliache e ce la fa conoscere... la rabbia, l'egoismo, la gelosia o il possesso.


    Conoscendole, si ha possibilità di superarle.


    Le storie perfette dove nessuno ha mai detto una parola fuori posto, né si è mai arrabbiato, né ha mai sofferto o fatto soffrire? Sono un'abitudine dove ci si è abituati a fingere...

  • Grazie Juniz. È che la sua passione per i classici era una cosa così cara e dolce di lui. Ricordo i primi tempi della nostra storia, ero una pischella, nella nostra prima casa in affitto, sul lettone mentre lui mi leggeva Erodoto e insieme ridevamo del fatto che lui asseriva con convinzione che il seme degli africani fosse nero come la notte =O Lo so detta così fa ridere, ma la complicità che ci univa in quei momenti era qualcosa che non so spiegare <3

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