L'inconsistenza della felicità

  • Come scrive Cicciomozart, se al momento non te la senti, puoi anche non dirlo alla tua compagna che vai dallo psicologo. Potresti andarci in pausa pranzo e quindi rientrerebbe nella giornata lavorativa.


    E poi concordo con Fifilla: magari proietti sulla tua compagna una tua paura. Lei potrebbe non allarmarsi così tanto come pensi tu e, anzi, accogliere la notizia con favore.

  • Andrea scusa se te lo dico, ma tu il pasticcio l'hai già fatto e non sembri neanche rendertene troppo conto, prima scambiandoti foto provocanti con questa "amica" e poi riversando tutte queste attenzioni sulla collega in ufficio.
    Penso che alla tua compagna questo faccia soffrire, non il fatto che tu vada da uno psicologo per stare meglio.

    Chiariscile che con lei stai bene ma hai altri malesseri da quando è morta tua nonna.

    Per i farmaci, stai tranquillo, mica li prescrive lo psicologo.

    Purtroppo me ne rendo conto benissimo. La situazione che si è creata è per colpa mia e se ora ho queste difficoltà nei confronti della mia compagna è solo per colpa mia. La mia volontà è di non fare stare male nessuno. Forse cerco nell'ambiente lavorativo delle risposte che non potrò o non dovrei mai avere.

  • Come scrive Cicciomozart, se al momento non te la senti, puoi anche non dirlo alla tua compagna che vai dallo psicologo. Potresti andarci in pausa pranzo e quindi rientrerebbe nella giornata lavorativa.


    E poi concordo con Fifilla: magari proietti sulla tua compagna una tua paura. Lei potrebbe non allarmarsi così tanto come pensi tu e, anzi, accogliere la notizia con favore.

    È vero, mi faccio paranoie e paura da solo. Lavoro in un magazzino a un'ora circa da casa, mi faccio tanti problemi in testa. Potrei cercare qualcosa in zona, ma non mi va di andare vestito da magazzino, almeno voglio essere presentabile. Poi avrei la frenesia di guardare l'orologio per le tempistiche.


    Per quanto riguarda la mia compagna, è molto sensibile, ma ha un grande amore per me, così come io per lei. Non so quale sia la scelta giusta, probabilmente mi rendo anche conto con lucidità che tutti questi problemi derivano anche da una scarsa attitudine a voler cercare di risolvere qualcosa, quasi come un segno di arrendevolezza. Mi sento come se stessi scalando una montagna, ma non vedo vette. O forse addirittura la montagna la sto solamente fissando dalla valle solitaria.

  • Non ho la possibilità di tenerla nascosta...ci fosse anche solo un modo...siamo fuori casa tutto il giorno per lavoro e non facciamo uscite extra. Sarei subito scoperto o quanto meno mi chieserebbe dove stessi andando. Mi piacerebbe parlarle ma come dici tu è la paura che blocca perché sul lavoro lei tutta questa difficoltà che ho non la conosce.

    Terapia online, come dice Paoletta, senza dirle nulla, ti ritagli un'ora di tempo, ti metti in macchina in un posto tranquillo, cuffie e smartphone. Io faccio così, mettendo gli appuntamenti prima di entrare al lavoro, tra le 08 e le 09, per esempio, ma non per tenerla segreta, ma perché poi lavoro per 12 ore.

    Sii gentile con te stesso, sempre.

  • Terapia online, come dice Paoletta, senza dirle nulla, ti ritagli un'ora di tempo, ti metti in macchina in un posto tranquillo, cuffie e smartphone. Io faccio così, mettendo gli appuntamenti prima di entrare al lavoro, tra le 08 e le 09, per esempio, ma non per tenerla segreta, ma perché poi lavoro per 12 ore.

    La soluzione potrebbe essere ideale, anche se preferisco onestamente la presenza fisica. Ma, dato le circostanze, un modo bisogna trovarlo.

    Non nego di avere paura. Non so nemmeno da dove iniziare, a chi affidarmi. Prima o poi questa cosa salterà fuori e non vorrei, come dicevate voi, che la sofferenza per lei sia ancora più grave.

  • Lavori in magazzino ma non hai uno spogliatoio? Ti consiglio un terapista vicino al lavoro, ci vai in pausa pranzo o quando esci. Tanto sarà una volta ogni 7-15 giorni, riesci tranquillamente a farlo anche senza dire niente ai colleghi o alla tua compagna.

  • Lavori in magazzino ma non hai uno spogliatoio? Ti consiglio un terapista vicino al lavoro, ci vai in pausa pranzo o quando esci. Tanto sarà una volta ogni 7-15 giorni, riesci tranquillamente a farlo anche senza dire niente ai colleghi o alla tua compagna.

    Purtroppo nessuno spogliatoio. In pausa pranzo bisogna incastrare bene le tempestiche, non ho idea di quanto duri, ma forse su questo problema il mio responsabile potrebbe venirmi incontro. La sera è più tragica, non riuscirei a giustificare il fatto di rincasare più tardi dal lavoro. La verità è che se lo si vuole veramente lo si fa, perché a me manca questo coraggio?

  • Andrea, ma la tua compagna ha pregiudizi particolari contro la psicoterapia? Te lo chiedo perché il mio compagno so che li ha, per esperienza. Quindi tendo anche io a non raccontare i dettagli. Gli ho detto che faccio psicoterapia quando ho iniziato, ma poi basta, non ha fatto più domande.

    Però, se la tua compagna non ha pregiudizi di sorta, penso che le farebbe addirittura piacere sapere che stai facendo qualcosa per riflettere su te stesso e stare meglio. Non devi raccontarle i motivi specifici.

  • Andrea, ma la tua compagna ha pregiudizi particolari contro la psicoterapia? Te lo chiedo perché il mio compagno so che li ha, per esperienza. Quindi tendo anche io a non raccontare i dettagli. Gli ho detto che faccio psicoterapia quando ho iniziato, ma poi basta, non ha fatto più domande.

    Però, se la tua compagna non ha pregiudizi di sorta, penso che le farebbe addirittura piacere sapere che stai facendo qualcosa per riflettere su te stesso e stare meglio. Non devi raccontarle i motivi specifici.

    In realtà no, mai parlato dell'argomento e non posso saperlo onestamente. È una persona molto sensibile. La mia preoccupazione sta nel darle la notizia e farla rimanere male.

    Ragiono in questo modo perché, uscito dal lavoro, tendo a rasserenarmi e la sera a casa non do apparenti segni di cedimento emotivo. Diciamo che le darei dei forti dubbi, le darei modo di pensare a tanti motivi per cui sono in difficoltà e, senza una spiegazione esaustiva, non se ne capaciterebbe. Poi riconosco che siano pensieri ridondanti nella mia testa, ma solo perché la conosco a livello emotivo.

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