Ciao a tutti, vorrei raccontarvi la mia storia. Non ho mai avuto colloqui con psicologi e le amicizie con cui posso esternare la mia situazione sono davvero poche, il che, ovviamente, rende tutto più difficile. Soffro di depressione, le cui cause sono molteplici. Vorrei cominciare descrivendovi la prima sensazione di vuoto che ho provato. Nel marzo 2020, presso la casa di riposo del mio paese, il Covid si è portato via mia nonna. Non ho potuto farle un funerale, non ho avuto la possibilità di vederla per l'ultima volta.
Ho avuto però la fortuna di conoscere, tramite messaggistica online, una persona speciale, una vera amica. Con lei ho condiviso tantissimo di me e anche lei ha condiviso molto di se stessa. Purtroppo, poi, la situazione è cambiata. Abbiamo iniziato con qualche foto, qualche telefonata in video. Poi, tra battute goliardiche, è arrivato il nudo. Nel frattempo, al lavoro è arrivata una nuova collega, una ragazza di 32 anni, di bella presenza, puntigliosa e nel segno della Vergine, che non lascia scappare nulla. Inizio a confidarmi con la mia amica riguardo alla situazione in ufficio e mi rendo conto che, più passa il tempo, più mi affeziono a questa nuova collega. La mia amica cerca di capire se sono innamorato di lei, ma in realtà io sono già "sistemato". Vorrei solo avere un'amica con cui andare a fare una bevuta al pub o scambiare qualche confidenza.
Un giorno, prendo coraggio e parlo con la collega. Lei mi risponde che tiene separata la sua vita privata da quella lavorativa, che esce a pranzo solo in gruppo e non condivide i suoi social personali. Dopo questa risposta, inizio a sentirmi un po' male. Mi sembra che ci sia una certa freddezza nei miei confronti mentre parla di cose sue, ed è più sciolta con gli altri colleghi. Per fortuna, ho la mia amica con cui passare le giornate e sfogarmi. A casa ho la mia compagna, con cui va tutto bene, ho una casa e tutto ciò che mi serve per essere felice. Ma poi, in un attimo, crolla tutto. La mia compagna non era a conoscenza della mia amica. Scopre i messaggi, vede qualche foto e crolla. Le sue parole sono state: "Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più". Da quel momento, è crollato tutto. Ho dovuto, per scelta personale, dire addio alla mia amica, perché amo la mia compagna. Abbiamo pianto tanto entrambi e ci siamo sentiti malissimo.
Sto ancora insieme alla mia compagna, ma non sono più quello di prima. Mi sento un guscio vuoto senza anima, non riesco più a sorridere, soprattutto quando sono fuori casa o a lavoro. Quando torno a casa dalla mia compagna, però, provo un po' di sollievo, sapendo che c'è lei a mio fianco. Nel frattempo, al lavoro, le cose peggiorano. Un collega invita a pranzo la collega e lei accetta. L'invito era stato fatto con una specifica richiesta: se lei voleva venire, ma nessun altro che non fosse "un rompiballe" doveva essere presente. Capite bene che questa situazione mi ha spiazzato. Inizio a sentirmi solo, inutile e isolato da tutti. Inizio a rimanere in silenzio. Non riesco più a ridere, a scherzare e al lavoro non saluto nemmeno più le persone. Sto male, voglio stare solo. Intanto, intorno a me, vedo i colleghi e la collega scherzare e sto sempre peggio.
Un giorno, la collega si avvicina e mi chiede come sto, dicendomi che le dispiace vedermi così. A fatica le rispondo: "Io non voglio più proseguire, voglio fermarmi qui." E lei: "Di lavorare con noi stai parlando?" Io, quasi in lacrime, le rispondo: "No, di vivere." Probabilmente non avrei dovuto parlarne con lei, ma avevo bisogno di esternare ciò che provavo. Non voglio coinvolgere altre persone e farle soffrire per me. La collega è rimasta molto toccata, non è nemmeno andata a pranzo e ha lo stomaco chiuso. È rimasta in ufficio. Prendo coraggio e le dico quanto ci sono rimasto male quando è andata a pranzo, nonostante avessimo parlato e lei fosse stata chiara sulle sue posizioni. Si è giustificata dicendo che ha deciso di accettare l'invito, perché non si riusciva mai ad andare insieme. Dopo che le avevo confidato la mia volontà di suicidarmi, qualche giorno dopo è rimasta in ufficio a mangiare con me e il collega. Con la scusa di offrirmi il caffè, siamo usciti e ci siamo seduti su una panchina a parlare del più e del meno. Credo che sia stato il suo modo per "scusarsi".
Poi siamo arrivati ad oggi. Ho fatto otto ore di lavoro in silenzio, senza salutare e senza parlare con nessuno. In ufficio, tra le discussioni, scopro che ha condiviso i suoi social con vari colleghi. Onestamente, sono in un vuoto totale. Oggi avrei voluto piangere in ufficio. Penso di essere odiato da tutti. Sto facendo cose che non avrei mai voluto fare, sono arrivato addirittura a registrare di nascosto l'audio in ufficio mentre non sono presente. Oggi pomeriggio, infine, ho riscritto un messaggio alla mia vecchia amica, dicendole che sto male, perché stavo scoppiando e non ce la facevo più. Lei mi ha risposto supplicandomi di non farla stare più così male, che non lo sopporterebbe. Probabilmente ho sbagliato anche qui. Non so più cosa fare, sono in black-out. Vorrei tanto andare a letto stanotte e non svegliarmi, aprire gli occhi e trovarmi abbracciato a mia nonna.