Dipendenza da gioco d'azzardo

  • Sono ancora io. Riflettendo sul fatto che, se non avessi mai giocato, avrei circa 100k disponibili, mentre stamattina ho giocoforza dovuto scendere a lavoro senza un euro in tasca. Sto senza soldi.

    Io soffro di disturbo depressivo, in cura con psicofarmaci. Facile dire "non gioco più", il problema, come già sapete, è quando ti viene il craving e io non riesco a trattenermi.

    Io gioco alle VLT. Qualche volta pagano. Ho deciso di farmi aiutare, ma non riesco a iniziare un percorso serio di rinascita.

    Poi volevo sottolineare il fatto che non riesco a organizzarmi, a pianificare le attività quotidiane con un po' d'astuzia, ma mi comporto sempre da fesso. Dovrei cambiare atteggiamento, ma dopo anni è difficile.

    Salve, capisco cosa vuoi dire. Non ho mai avuto problemi di gioco d'azzardo però ho perso molti soldi con il trading di azioni che è simile. Chiaro che appena smetti hai per un po' di tempo la crisi di astinenza dal gioco e vorresti a tutti i costi rigiocare, poi però con il passare del tempo questa voglia irrefrenabile si attenua fino a sparire del tutto. L'importante è mettersi in testa che il gioco rovina solamente e non c'è alcuna possibilità di rivalsa, quindi di recupero dei soldi persi. La si deve prendere solo come una lezione di vita, durissima ma lezione di vita.

  • Devi sconfiggere il craving e lo puoi fare con terapia e medicinali.

    Chi ti presta soldi: alimenta la tua dipendenza

    Chi ti paga le cose: alimenta la tua dipendenza

    Le VTL sono fatte per farti perdere tutti i soldi.

    Come qualsiasi gioco più o meno legalizzato.

    Non pensare ai soldi persi. Quelli sono persi e irrecuperabili. Pensa a non perderne più.

    Adesso da quello che scrivi non hai più nessun appoggio, è il momento migliore per riprendersi da una dipendenza.

    Quando hai toccato il fondo nom hai alternative.

    Devi trovare una persona a cui far amministrare le tue finanze. Devi girare per un po' con i soldi giusti per benzina e caffè.

    Avrai ricadute? Certo che le avrai. Fanno parte del percorso, non ti devi abbattere, ma non le devi prendere sottogamba.

    Sarà facile? No.

    Soffrirai tantissimo? Sì, devi essere pronto ad andare in guerra e combattere.

    Ce la puoi fare? Sì, ma dipende esclusivamente da te.

  • Guarda, a volte penso di non essere ludopatico, questo dopo essere tornato a casa sconfitto dalle slot.

    Ritorno alla vita normale, la tristezza si affievolisce, ma il giorno dopo ritorna il craving, in un vortice che, secondo me, mi porterà alla completa rovina.

    Facile dire che te ne esci: basta un craving improvviso e soldi disponibili, e ti giochi anche le mutande.

    E poi?

  • Guarda, a volte penso di non essere ludopatico, questo dopo essere tornato a casa sconfitto dalle slot.

    Ritorno alla vita normale, la tristezza si affievolisce, ma il giorno dopo ritorna il craving, in un vortice che, secondo me, mi porterà alla completa rovina.

    Facile dire che te ne esci: basta un craving improvviso e soldi disponibili, e ti giochi anche le mutande.

    E poi?

    E chi l'ha detto che è facile?

    E' di gran lunga la cosa più difficile che dovrai fare, e questa ti causarà molta sofferenza fisica e mentale, ma è l'unica cosa che puoi fare.

  • Guarda, ci sono passato anch’io.

    Non so se la mia storia somiglia alla tua, ma so bene cosa vuol dire perdere il controllo. Il mio era un gioco compulsivo, anche se all’inizio non sembrava.


    Appena avevo un momento libero, mi rifugiavo nei giochi di carte online. Ero anche piuttosto bravo, non andavo quasi mai in perdita. Ma poi… sono passato alle scommesse.

    E lì è cominciato il buio.


    Ogni volta che capivo di aver esagerato, cercavo di tirarmi fuori. Mi autoescludevo.

    Stavo lontano per qualche mese, convinto che fosse finita. Ma poi, puntualmente, ci ricascavo.

    E ogni volta, dentro di me, cresceva la vergogna. Quella sensazione di delusione profonda verso me stesso.


    Non ho mai perso tutto, è vero. Non sono mai rimasto senza soldi, non ho mai chiesto prestiti.

    Ma quel meccanismo mi stava portando via tutto il resto: il tempo, le energie, la serenità, … la libertà.


    È andata avanti così per anni.

    Fino a quando, un giorno, ho deciso che non volevo più vivere in quella prigione. Ho chiesto aiuto. Ho iniziato la terapia.


    E oggi… oggi sono quasi due anni che non gioco nemmeno un centesimo.

    Qualche mese fa sono entrato in un centro scommesse con un amico, giusto per accompagnarlo.

    Lui si è fatto la sua bolletta. Io sono rimasto lì, fermo, in silenzio. Non ho toccato nulla.

    Poi sono uscito.


    E fuori, per la prima volta, ho sentito davvero cosa vuol dire essere libero. Ho sorriso.

    Non per quello che avevo fatto… ma per quello che non avevo fatto.


    Ti ho raccontato tutto questo perché so quanto possa far male. Ma so anche che si può uscire.

    Non è facile, no. Ma se lo vuoi davvero, con tutto te stesso… ce la puoi fare.


    Io ci sono riuscito. E se ci sono riuscito io, puoi farcela anche tu.

  • Io soffro di un disturbo mentale depressivo grave, in trattamento con psicofarmaci. Faccio molta fatica ad organizzarmi la giornata, il mio cervello processa una cosa alla volta e va spesso in tilt per lo stress. E quando va in tilt, posso restare attaccato a una slot che non paga fino a perdere l'ultimo euro in tasca.


    Il problema è non giocare più a NIENTE. Sarebbe bello dire a casa: "Stasera andiamo a mangiare una pizza fuori, tutti", e pagare di tasca mia. Invece continuo a giocare e a perdere. Quei soldi, che potrei investire in altro modo, vanno nelle macchinette. Ma per smettere bisogna smettere, e io non riesco a trovare quella fermezza per dire: "Io non gioco più".


    Penso ai miei tanti anni di lavoro e penso che stamattina non ho neanche dieci centesimi nel portafoglio. Non ho niente. Ho lavorato con tanto impegno, perché non sono neanche molto capace... per fare cosa? Giocare tutto? Allora sono sprofondato, e il mio cervello mi dice che devo sprofondare ancora, per sentirmi ancora più fallito. Perché non ho obiettivi e non riesco a pormeli. Ormai tutti sanno, in famiglia e non, che mi gioco tutti i soldi. È vergognoso.


    Ho cercato aiuto nel mio psichiatra privato, ma ho scoperto che anche lui gioca e... donne, soprattutto. E un medico che ha questi vizi è malato. Ma lui, in dieci minuti, guadagna 80 euro; io ne guadagno 50 in una giornata intera... vabbè, scusate questi discorsi scontati, ma è per farvi capire il mio problema in modo più specifico.


    Devo combattere il craving. Non risolvo con la buona volontà, mi ci vuole un aiuto esterno che non riesco a trovare. Ormai gioco così da vent'anni. Vent'anni di gioco, perdite assurde... penso di aver sforato i 100k. Ho una macchina vecchia. Non ho niente. Quando penso di aver perso così tanti soldi, vi lascio immaginare come mi sento.


    Forse il trucco è non uscire più di casa. Quante volte mi prefiggevo l’obiettivo di andare a comprare vestiti, scarpe... ma a casa non portavo niente, fermandomi a giocare in sale slot sconosciute solo per il gusto di perdere tutto. E ovviamente, a casa non ci portavo niente. Non è giusto.

  • Il tuo caso mi sembra molto grave, in questi casi un aiuto potrebbe essere quello di farsi nominare un amministratore di sostegno che ti gestisca le finanze. Da solo non ce la puoi fare (non voglio essere troppo duro, ma bisogna essere realisti).


    Se non hai nessuno di vicino (amico/parente/famigliare) che ti può gestire l'intero capitale (e con intero capitale intendo proprio tutto) è l'unica soluzione che mi viene da suggerirti.


    Quando un problema diventa troppo grande devi eliminarlo alla fonte. Il meccanismo è semplice: senza soldi non puoi giocare, craving o non craving.

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