Non so chi sono, non so cosa ho, so solo che sto sempre peggio

  • Volerlo veramente nel senso di non cercare più questi drammi e "accontentarsi" di vivere una relazione normale.

    Magari hai preso paura di come è finita male questa ultima storia e hai capito che vuoi stare con il tuo ragazzo e smetti di cercare altro.

    Per un po’ di mesi è stato così, ma passata la paura se non ci ripenso con razionalità, non ti nego che a volte anzi spesso, almeno una volta al giorno se non di più, lo penso e ho la tentazione di ricominciare. Per fortuna ho anche una parte razionale importante. Però passata appunto la paura ricado non nella noia, ma nell'apatia totale, che è ciò che mi sta succedendo in questi mesi. Rimpiango gli anni andati, ricordandomi solo il bello e non le sofferenze. Insomma, un continuo rimuginare nell'immobilità di un presente che, in futuro, rimpiangerò.

  • Per un po’ di mesi è stato così, ma passata la paura se non ci ripenso con razionalità, non ti nego che a volte anzi spesso, almeno una volta al giorno se non di più, lo penso e ho la tentazione di ricominciare. Per fortuna ho anche una parte razionale importante. Però passata appunto la paura ricado non nella noia, ma nell'apatia totale, che è ciò che mi sta succedendo in questi mesi. Rimpiango gli anni andati, ricordandomi solo il bello e non le sofferenze. Insomma, un continuo rimuginare nell'immobilità di un presente che, in futuro, rimpiangerò.

    Anche io apatica e insoddisfatta e non faccio che pensare a quanto mi "divertivo" prima...

  • Ciao, devo dire che le tue parole mi hanno molto colpita. Ecco, le cose che ti posso dire sono quelle che ti potrebbe dire chiunque, qualsiasi buona amica della quale fidarsi. Io partirei dall’idea che, per farsi capire dagli altri, bisogna principalmente, prima di tutto, fondamentalmente capirsi da soli. Mi trovo d’accordo con gli altri utenti quando dicono che, se non capisci tu quello che ti succede, sarà molto difficile far capire agli altri, visto che nessuno dei due ha la situazione chiara.


    Quindi, lo so che possono sembrare cose banali, ma mettiti davanti a un foglio bianco, con una matita in mano, e inizia a scrivere quello che ti passa per la testa, una specie di flusso di coscienza. Non stare troppo attenta alle virgole, ai segni di punteggiatura, agli spazi, alle righe. Non stare troppo attenta a queste cose, fidati, scrivere è una cosa così stupida ma allo stesso tempo così fondamentale per mettere ordine in una testa troppo disordinata.


    Una volta che hai capito quello che ti succede, fidati, ci vorrà molto tempo, visto che l’essere umano è una creatura troppo complessa per essere compresa anche da se stessa. Una volta che hai capito, non dico tutto, ma la maggior parte del tuo dolore, cerca di far capire agli altri. Se ci riesci, bene, tanto di cappello, i miei complimenti, devi essere felice di essere circondata da persone che ti capiscono. Se non ci riesci, cosa che, ahimè, devo dire che sarà probabile visto che poche persone hanno la sensibilità necessaria per capire queste cose, vai dritta per la tua strada. Non badare alle persone che non hanno la sensibilità necessaria per capire ciò che ti sta facendo soffrire.


    Un’altra cosa che ti posso dire per migliorare il tuo umore, ma soprattutto la tua forma fisica che mi sembra di aver capito preoccuparti molto, è quella di andare da una nutrizionista, richiedere un piano alimentare adatto alle tue esigenze e alla tua forma fisica. Questo ti aiuterà non solo con la forma fisica e con il raggiungimento dei tuoi obiettivi, ma anche, almeno per me è stato così, ad avere un obiettivo nella vita. Potresti anche, se riesci con tutti gli impegni che magari ti impediscono di fare questa cosa, andare in palestra, oppure, senza la necessità di abbonamenti e cose di questo tipo, andare a fare una bella passeggiata in mezzo alla natura. Stare a casa anche, magari per allenarti, cerca dei piani di allenamento mirati sulle cose che vuoi migliorare di te stessa.


    Per la freddezza emotiva del tuo ragazzo, mi dispiace, non so cosa dire. Purtroppo di gente chiusa, fredda, emotivamente distaccata, il mondo è pieno. Cerca di farti capire come ti senti. Se ci riesci, complimenti, è molto difficile cercare di far capire le proprie emozioni a delle persone che hanno un’impostazione emotiva di questo stampo. Se non ci riesci, non darci troppa attenzione, passa con lui solamente momenti belli e, se l’argomento risulta difficile per lui, non toccarlo così tante volte, non parlare così tante volte di questa cosa. Rischi solamente di cadere nel baratro. Cadere nel baratro che cosa? Per una persona che, non voglio dire che lo faccia consciamente, ma che comunque non riesce a capire i tuoi stati d’animo?


    Non dirti che fai schifo, non dirti che sei inutile. Vedi, il nostro cervello percepisce tutte le cose che ci diciamo come vere, quindi, più continuerai a dirti che sei inutile, più il tuo cervello si convincerà della veridicità di questa affermazione. Non farlo. Per le persone che ti dicono di avere dei tratti manipolatori, loro, chi si credono di essere? Non so chi ti dica queste cose ma, comunque, tieni conto che c’è modo e modo di dire determinate cose. C’è il consiglio, c’è la considerazione e infine c’è l’aggressione, c’è il giudizio maleducato e non richiesto. Tocca a te capire in quale categoria rientra questa considerazione che ti viene fatta e tocca anche a te capire come comportarti.


    Veramente, fatti forza, non pensare al suicidio, una vita che fa male è reversibile, la morte no. Fatti forza, lo so che sono giorni orribili, capisco perfettamente quello che intendi. Io ho 18 anni ed è da due anni che sono finita in un baratro sempre più scuro: disturbi alimentari, ansia, attacchi di panico, depressione, derealizzazione, depersonalizzazione, pensieri ossessivi, pensieri intrusivi, pensieri di suicidio, autolesionismo e chi più ne ha più ne metta.


    Ti lascio con questa considerazione: non tutte le persone sono in grado di pensare come quelli che si ritrovano a scrivere su questo forum. Io credo che tutte le persone che iniziano a provare sensazioni di questo tipo, in fondo, siano diverse dagli altri da sempre, abbiano una visione del mondo molto più emotiva e non così meccanica, industriale, come quella delle persone che li circondano.


    Sempre a disposizione, un bacio e un abbraccio.

  • Ciao, grazie per le tue belle parole e i tuoi consigli. Consigli che, ahimè, ho già messo in atto per lo più, ma quando mi manca quella forza di fondo, non riesco a fare niente. Qualcosa mi blocca sempre. Mi colpisce la tua giovanissima età, che fino a poco fa era la mia. Mi sentivo che avevo tutto il tempo per cambiare e rimettere le cose a posto. Ora ho 28 anni, e mi sembra solo di aver perso tempo prezioso.


    Non so da cosa scaturiscano tutti i bruttissimi sintomi che hai elencato e che, ahimè, conosco, ma ti prego di farti seguire da una persona brava e con cui ti trovi bene perché, credimi, tra un attimo saranno passati dieci anni ed è brutto ritrovarsi come me. La stessa cosa la dico alla me stessa di 38 anni… però a te lo dico come lo dicessi alla me di allora. Che si sentiva comunque grande e capace di fare qualsiasi cosa… però rimandando… sempre rimandando… e sono ancora qua a rimandare, rimpiangendo ricordi e vita non vissuta pienamente.


    In bocca al lupo per tutto e forza!

  • Dimenticavo, grazie del consiglio e dell’interesse dimostrato, grazie del desiderio di salvezza che mi hai trasmesso.

  • Ormai ho quasi 30 anni, sono ad un punto in cui davvero sono stanca di vivere così perché è da quando ne ho 13 che penso consciamente ad un futuro in cui sentirmi “libera”, ma non arriva mai. Pur essendo autonoma e indipendente è come se avessi sempre il legame con i miei genitori e questo super io, super occhio, che temo in ogni momento. Anche se poi nella pratica non mi hanno mai detto niente e sempre lasciato fare quel che volevo.

    Il fatto che tu abbia quasi 30 anni ti colloca alla perfezione quasi al centro delle "generazioni perdute" a livello educativo.

    Quel mantra del "sentirsi libera" e della "ricerca di se stessi" in tanti casi è alimentato a dismisura da una narrativa sociale generale che è decisamente deviata.

    Non conosco la tua vita con i tuoi genitori, ma intuisco con una certa sicurezza che la tua gabbia è fatta proprio di libertà.


    Questo fenomeno diseducativo di massa ha interessato in modo particolare le donne, poiché alla diseducazione data dall'incapacità dei genitori moderni si è sovrapposta una iper-tolleranza universale verso qualsiasi comportamento e pensiero, anche i più folli e in contrasto con la stessa realtà.

    Ciò impedisce di evolvere. Si resta 13enni per sempre, o quantomeno fino a quando ci si possono permettere determinati comportamenti. Poi la realtà arriva tutta di colpo.


    Agli uomini è andata paradossalmente meglio, perché gli errori spesso li pagano ancora e di solito ottengono meno di quello che meritano. Ciò gli permette, anche se tardivamente, di evolvere e tenere i piedi un po' più ancorati al terreno. Ovviamente parlo in generale. Ogni caso singolo poi è a sé. Ci sono quelli che non imparano nemmeno dopo millemila bastonate.


    I tuoi genitori hanno certamente sbagliato qualcosa. Altri eventi si saranno infilati in questa situazione accentuando ancor più questo "squilibrio". Va risolto quello, altrimenti tutti gli altri problemi non evaporeranno.


    Se un terapeuta non ti sembra in grado: cambialo.
    Cerca di evitare i terapisti che tendono a normalizzare qualsiasi cosa, pur di non offendere il proprio paziente.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ciao Senzaparole, leggendoti ho sentito tutta la tua sofferenza, il tuo sentirsi persa, ma anche quel brandello di forza che, nonostante tutto, ancora ti tiene attacca alla vita e ti permette di resistere a una condizione così oppressiva e pesante. Mi hai fatto impressione perché è stato come guardarsi allo specchio, pressappoco. Hai descritto benissimo come mi sento anche io, cosa provo, le mie paure. È davvero assurdo quanto abbiamo in comune. Io ho 34 anni però, sono sola da anni ormai. Forse potrei dire che sono "andata avanti" rispetto a te. Anche io lavoro nel sociale e per lo stesso motivo lo stare male e l'idea di prendere farmaci pesa ancora di più per il pregiudizio che mi sarebbe riservato qualora uscisse fuori questa cosa. E, altra differenza, non mi abbuffo ma reagisco al contrario: le mie angosce generalmente mi chiudono lo stomaco con il risultato che dimagrisco contro la mia volontà (e ho paura di prendere i farmaci perché tra gli effetti collaterali c'è il dimagrimento). Per il resto due gocce d'acqua. Come te penso anche io che il mio malessere deve essere accompagnato e favorito da qualche disfunzione ormonale, chimica... e lo psichiatra mi ha prescritto gli esami della tiroide. Fosse così sarebbe un sollievo ... almeno avrei qualcosa a cui dare la colpa. Come te vado in terapia ma da anni, purtroppo però quest'anno nulla mi ha aiutato e non faccio che sprofondare. Ho i tuoi stessi sintomi e sono assolutamente sicura di essere affetta da depressione grave, nonostante la mia terapista non me lo abbia mai detto a chiare parole, ecco lei minimizza e relativizza il tutto. Ma ormai veramente sono a un punto di non ritorno, temo. Ho paura che andrà solo peggio visto come è andata finora da anni...ho proprio il terrore, e non so dirti il perché ma è come se "sentissi" che è così. Mi spaventa il futuro, ma come te tra i tanti momenti di crisi, di apatia, di disperazione c'è ancora quel cuore che non si arrende a tutto questo e annaspa disperatamente qualche boccata di ossigeno tra tanta aria soffocante e velenosa.


    Non so come aiutarti, non so come aiutare neanche me stessa. Il consiglio di cercare di capirti mi sembra valido, anche io mi rendo conto che non mi comprendo e sto male per questo, sono perennemente insoddisfatta. Anche andare dal nutrizionista mi sembra una buona cosa, vorrei farlo anche io. Spero, mi illudo forse, che cambiando alimentazione abbia meno squilibri, riesca a stare meglio.


    Per il tuo ragazzo ti comprendo bene. Ho avuto una storia bella anni fa. Non avrei mai creduto e per anni pensavo che quello sarebbe stato il mio futuro, ne ero certa ormai. E invece ci siamo allontanati, lo abbiamo dato per scontato e io stavo male e lui a un certo punto si è stancato di fare il tifo per me. La frase che ti ha detto è stata esplicativa "ci si abitua al fatto che piove sempre" è veramente triste. Ma è la frase che con rammarico dico a me stessa perché purtroppo è la verità. La mia storia è finita, e alla fine è stato orribile sentirsi sola pur vivendo con lui. Io credevo davvero che non sarei sopravvissuta alla fine della storia. Eppure sono ancora qui, per quanto terribile sia stato. Ecco non so se sia un esempio positivo o negativo, ma in effetti ci si abitua a tutto alla fine e si sopravvive (il come è un altro discorso).


    Ti auguro di stare meglio, di non arrendersi a quelle brutte sensazioni, quei pensieri ritorti. E ti dico che sei fortissima ... Già solo perché sopravvivi in una situazione così. Purtroppo credo che se non hai sperimentato cosa è la depressione, come è stare nella sua morsa allora non puoi capire chi cerca disperatamente di uscire da queste sabbie mobili. Ma io davvero ti comprendo, so quanto sia difficile e quanta forza ci voglia. Altro che persone deboli e fragili...i depressi che continuano a lottare hanno una forza spaventosa. Non ti arrendere, mi raccomando. Un abbraccio forte da chi combatte insieme a te

  • Nel mio caso è stato così, libera di fare qualsiasi cosa ma in gabbia, con sensi di colpa e senza direzioni. Ancora oggi è così. Io non mi sento adulta, mi sento una bambina, emotivamente sono ferma a non più di 6 anni.

    Ciao, ti ringrazio per le belle parole e per l’affetto e la vicinanza che non posso non ricambiare. Capisco benissimo ciò che dici e le situazioni che descrivi, anch’io sento e ho paura di aver raggiunto o stare raggiungendo un punto di non ritorno, soprattutto in certi momenti. Però a volte mi faccio forza dicendomi che in fondo prima o poi finirà per forza di cose, e provo a cambiare qualcosina nelle mie giornate, ovviamente con obiettivi a brevissimo termine. Non so quali sono le cause, probabilmente son tante, io ho pensato anche all’intestino che da sempre ho un po’ gonfio…dicono sia il secondo cervello. Magari vai a vedere se una causa fisica parte da lì, ma a chi chiedere?

  • Nel mio caso è stato così, libera di fare qualsiasi cosa ma in gabbia, con sensi di colpa e senza direzioni. Ancora oggi è così. Io non mi sento adulta, mi sento una bambina, emotivamente sono ferma a non più di 6 anni.

    La gabbia di libertà infarcita di sensi di colpa in formato retrogrado è una delle peggiori, perché ha una natura ambivalente. Da una parte ti si dice di "fare tutto quello che vuoi" e dall'altra ti si fa provare colpa e conseguenze per quello che fai, ma senza dare spiegazioni.


    Si tratta di una gabbia di libertà "dogmatiche", ovvero: "è così e basta", senza argomentazione alcuna. Ormai è diventato uno standard della società attuale.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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