Un bambino con la madre

  • Provo a fare psicanalisi su me stesso...


    Il rapporto con mia madre da piccolo era che gli stavo sempre vicino, mi portava sempre assieme a lei. Mi fece spostare dalla scuola elementare vicino casa che distava circa 4 minuti a piedi, a differenza dei 30 minuti dell'altra, perché diceva che una maestra non mi capiva, mi fece anche spostare in una scuola vicino al suo luogo di lavoro, il motivo era perché poteva venirmi a prendere lei. Quando usciva mi portava sempre con lei come se fossi un amico non un bambino da educare, e quando parlava con le persone cercava di coinvolgermi nel discorso, ma alla fine parlava lei per me. Con le persone simpatiche alla fine riuscivo a parlare, per come mi ricordo, con donne e con i maschi non tanto, per non dire niente. Andando avanti con l’età ho notato che quando mi chiedeva di uscire e non volevo mi sentivo in colpa, ma ci andavo lo stesso, Ricordo che una volta mi chiese di salire un attimo in casa a prendere una cosa ma io non volevo, si arrabbiò tanto e alla fine lo fece lei: quando lei uscì di casa mi misi a piangere a squarcia gola, sentii un senso di colpa che mi fece malissimo, rimpiangendo di non essere andato io perché tanto erano due passi. A peggiorare il tutto fu mio padre che venne e mi guardò stortissimo, arrabbiato, non ricordo cosa disse esattamente ma era tipo "cosa piangi a fare, cosa urli a fare" boh... invece di dirmi "non fa niente, tranquillo". Pezzo di m∙∙∙a, ero solo un bambino. A peggiorare il tutto era papà che non riusciva a parlare o scherzare senza dare fastidio, senza sfotterti o toccarti. Quindi praticamente rapporto unilaterale con lei, lui non c’è mai stato.


    Oggi con il nipote fa la stessa cosa: se deve andare da qualche parte lo porta con lei, solo quando deve tipo lavare i piatti cerca di intrattenerlo dandogli il telefono e mettendogli i video senza alcun limite, come a metterlo in pausa intanto che lei è occupata nelle faccende. Lo so che gli vuole bene, ma la sua pressione, la sua vicinanza lo fa sentire così al sicuro che alla fine è sempre con lei. Quando scherzo con lui o ci gioco finisce sempre per chiamare la nonna, forse perché non riesce ad interagire con gli altri se lei non c’è. Ha 2 anni e mezzo.


    Ieri ho notato una cosa travolgente che mi ha fatto ricordare me stesso. È venuta una persona a casa, erano lui, mamma e papa sul divano. Io ero fuori al balcone, il bambino viene da me tutto intimidito perché voleva stare con la nonna ma c’era quel tizio. Li spiava dal balcone e a bassa voce chiamava "nonna, nonna", poi appena il tizio se n'è andato l'ha subito raggiunta. Questo mi ricorda che quando ero piccolo e c'erano persone a casa facevo la stessa cosa, mi nascondevo in camera e se dovevo uscire per andare in bagno o in cucina mi sentivo a disagio, avevo vergogna...


    Ultimamente il bambino sta dando botte a tutti, alle persone e al gatto. Penso che gli si dovrebbe insegnare che è sbagliato nei migliori dei modi, infatti quando ieri l'ha fatto al gatto gli ho detto (seppur un bambino di 2 anni non comprende bene le parole) che non doveva farlo. Gli ho dato due piccoli pugnetti sulla gamba e ho provato a fargli capire che come non sono gradevoli su di lui non lo deve fare agli altri. Ha iniziato con il solito "nonna, nonna!", lei è venuta in soccorso e voleva prenderlo in braccio, l'ho fermata subito e mi sono arrabbiato, non voglio che lo rovini come ha fatto con me.


    Da questo ho capito quello che sono. Con i maschi non riesco a relazionarmi, non credo di avere avuto mai un vero amico. Se esco e non c’è una persona "protettrice" sono a disagio, non riesco a sentirmi in gruppo, ho "vergogna", non riesco ad esprimermi bene (esempio della dipendenza bruce0wayne) o a mettere le distanze, a dare le giuste misure al rapporto ecc. Vorrei trovare una soluzione per uscire da questo loop dovuto all'educazione che ho avuto...

  • Tua madre era iperprotettiva e ti coinvolgeva nelle sue cose da adulta, sbagliando.


    L'importante è che tu ne abbia preso coscienza.

    Sul come potresti fare per uscirne dipende dall'età che hai e dalle condizioni della tua vita. Il bambino di cui parli è tuo figlio oppure di tuo fratello/sorella?

  • Ho un passato simile al tuo e la conseguenza è un post che ho aperto ieri notte esasperata...

    Mia mamma mi ha sempre narrato che era la più piccola e più buona con sua mamma, di fatto coartandomi ad essere obbediente, le mie cugine mi hanno confermato che sembravo irreale tanto ero buona e telecomandata da lei. Il peggio è che è precisa e fissata con l'ordine per cui anche adesso che ho una mia casa (che di fatto mi ha costretta a prendere vicino a lei) viene ogni giorno a spostare qualcosa come pare a lei e a farmi sentire inadeguata, mentre io trovo disfunzionale il suo modo estetico e non pratico. Gliene ho parlato, ma continua. Mio padre è il grande assente che lei tira in ballo inventando bugie per tentare di innescarmi sensi di colpa o altro. Le ha detto di non parlare quando sono da lei con mio figlio (perché pensa che io non merito aiuto e che lei deve risparmiare il fiato), ogni tanto lei sta zitta, appena lui non c'è esonda e poi mi chiede spesso 5 minuti (pari a due ore) per cose che assolutamente deve dirmi su mio figlio e son tutte sbagliate e falsate dalla sua testa.

    Da bimba ero timidissima per colpa sua e lei parlava al mio posto (mi ha accompagnata in bus al mio primo lavoro e poi ad ogni esame universitario, restando tutto il giorno in facoltà) poi fortunatamente sono cambiata e diventata estroversa e aperta al mondo. Mio figlio è asperger e suo padre pensa da sempre che lo sia per colpa di mia madre. Questo mio ex le somiglia per il bisogno di controllare tutto. E poi la odiava, ma non sapeva darmi affetto, né comunicazione per cui io ero schiacciata e non trovando affettività in lui, mi riversavo in mia madre. Da quando mi sono un po' tolta lui, vedo chiaramente i danni fatti da mia madre a me e a mio figlio, interferisce anche su ogni percorso terapeutico che miracolosamente trovo per lui. Lei non sa dell'autismo tanto negherebbe l'evidenza. Mi dicono di non fare caso alle sue opinioni non richieste, ma mi ruba troppo tempo, manipola mio figlio e mi stressa moltissimo la sua quotidiana inferenza in casa mia. Non riesco ad evitarla perché mio figlio va su e giù, ma proprio lei non vuole capire niente.

  • Scusa ma la mamma del bambino che dice?

    Io non vedo grandissime stranezze nell'approccio di tua madre, sarà che io queste attenzioni non le ho mai avute.

    Ma coi miei bambini sono anche io molto protettiva, nonostante questo entrambi hanno sviluppato la loro indipendenza e il piccoletto di due anni e mezzo è il più indipendente tra i due, proprio per indole. E' normale che i piccoli siano attaccati alla mamma e vedano il mondo esterno attraverso di lei, è normale cerchino rassicurazione, generalmente ognuno coi propri tempi si stacca da solo.

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