Voglio andar via...

  • Immagino che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, avrà pensato di andarsene il più lontano possibile dalla propria realtà e trasferirsi chissà dove per le più svariate ragioni. Tuttavia, al di là dell'aspetto romantico/cinematografico della questione, c'è qualcuno che ci è davvero riuscito? Attenzione, non sto alludendo alle persone che per necessità sono costrette a trasferirsi altrove, ma parlo di un desiderio di evasione/cambiamento che, se concretizzato, diviene una pura e semplice espressione della propria libertà.


    TIPO non sto bene nella mia città e il mese prossimo/durante l'estate/a settembre vorrei trasferirmi a Udine, Novara, Vicenza, Mantova, Ferrara, La Spezia, Pisa...come fare?

  • Non capisco la domanda. E' tutto collegato al tipo di lavoro che troverai in quel posto. Se ti trasferisci alle Hawaii per andare a saldare cisterne per 10 ore al giorno, pagato pure poco, forse ha poco senso. Se ti trasferisci in Kenya per fare il travel blogger insieme a una top model bellissima, pagato piu' di un ingegnere, magari ha piu' senso.

  • Secondo me nel 90% dei casi sono sogni che vengono venduti.

    Sì può riuscire a migliorare la propria condizione, forse, ma non è che poi si viva in estasi.

    Però è una domanda che mi pongo anch'io. Ma forse quella corretta sarebbe "dove" andarsene e "alla ricerca di che cosa"?

  • Pensi ad una fuga oppure un viaggio?


    Trovo ci sia una grande differenza tra la fuga, la voglio di evadere o fuggire da un luogo fisico o mentale e la scelta di andare in un determinato luogo, cercato e scelto attivamente.


    Sono stata una bambina che scappava di casa, anche da adulta fuggivo. Da casa dei miei, dal mio uomo, anche dal lavoro. Fughe brevi ma fughe vere e proprie.


    È da un po' di tempo che non evado più. Ogni tanto mi ritiro nel mio angolo, nel mio posto del cuore, dove sto bene, a prescindere.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Immagino che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, avrà pensato di andarsene il più lontano possibile dalla propria realtà e trasferirsi chissà dove per le più svariate ragioni. Tuttavia, al di là dell'aspetto romantico/cinematografico della questione, c'è qualcuno che ci è davvero riuscito? Attenzione, non sto alludendo alle persone che per necessità sono costrette a trasferirsi altrove, ma parlo di un desiderio di evasione/cambiamento che, se concretizzato, diviene una pura e semplice espressione della propria libertà.


    TIPO non sto bene nella mia città e il mese prossimo/durante l'estate/a settembre vorrei trasferirmi a Udine, Novara, Vicenza, Mantova, Ferrara, La Spezia, Pisa...come fare?

    Conosco una persona che l'ha fatto, donna ultracinquantenne divorziata senza figli. Ha venduto casa e si è trasferita a Tenerife. Secondo me la sua è stata una fuga alla ricerca di illusorie rinascite, tant'è vero che neppure lì era felice ed è tornata in Italia. C'è da dire che lei è una persona piuttosto chiusa e triste di suo, credo che questo abbia inciso.

  • Non capisco la domanda. E' tutto collegato al tipo di lavoro che troverai in quel posto. Se ti trasferisci alle Hawaii per andare a saldare cisterne per 10 ore al giorno, pagato pure poco, forse ha poco senso. Se ti trasferisci in Kenya per fare il travel blogger insieme a una top model bellissima, pagato piu' di un ingegnere, magari ha piu' senso.

    Il discorso che stavo cercando di fare era slegato dall'attività lavorativa. Mettiamo il caso che tu viva in una città X e avessi bisogno di uscire da quella realtà. Non hai mai pensato di "avventurarti" e scappare via per qualsivoglia motivo dalla tua quotidianità? Se sì, come potrebbe concretizzarsi questa evasione?

    Secondo me nel 90% dei casi sono sogni che vengono venduti.

    Sì può riuscire a migliorare la propria condizione, forse, ma non è che poi si viva in estasi.

    Però è una domanda che mi pongo anch'io. Ma forse quella corretta sarebbe "dove" andarsene e "alla ricerca di che cosa"?

    Assolutamente d'accordo, la stabilità e la conoscenza versus l'avventura e l'ignoto. Ovviamente è un'idealizzazione del cambiamento che ci porta a vedere in esso un'alternativa astratta migliore della concreta e triste realtà.

    Dove andare e alla ricerca di cosa è da scoprire. Le città che ho menzionato rispecchiano la mia idea di centri a misura d'uomo, di media grandezza, tranquilli, dove trovi tutto e quel tutto è funzionale. Poi la fuga può avere molteplici ragioni e, allo stesso modo, svariati obiettivi.

  • Grazie per il messaggio.

    Pensavo a una fuga vera e propria, una svolta importante e radicale. Un viaggio è solo una breve parentesi e non la considero una vera libertà, ma una boccata d'aria al guinzaglio di una quotidianità che vedrà il tuo ritorno dopo qualche tempo.


    Il punto è che quando penso di andare via, magari in una di quelle città da me citate, sono consapevole della mia ignoranza (a Udine ad esempio non ci sono mai stato) e di come la mia sia un'idealizzazione di quel centro urbano.

    Ricollegandomi a un'altra mia discussione in cui parlavo della morte, la città ignota risulta l'altro lato della medaglia. Infatti, se la morte è la fine di tutto (soprattutto del dolore), la nuova realtà cittadina rappresenterebbe per me un nuovo inizio, una nuova vita.

    In entrambi i casi ciò che succederà dopo è ignoto, ma ambedue sono caratterizzati dalla speranza che o la morte o l'evasione siano migliori del presente.

    Inoltre, in entrambe le scelte io vedo un atto di coraggio e di libero arbitrio.

  • Ogni città è diversa.

    Ho sentito più persone andarsene dalla loro città natia perché non più vivibile (tra l'altro compare proprio nel tuo elenco) e stabilirsi in una nuova e poi dire che lì si stava molto meglio e non sarebbero mai tornate indietro.

    Come conosco chi fa la spola da anni fra due Paesi per tornare a stare male in entrambi.

    E chi ha visto due continenti e ha concluso che si vive in pace in una piccola città provinciale come da nessun'altra parte.

    E chi non riesce a traslocare dalla casa che odia.

    Dipende anche da cosa si cerca...

    Ma una volta giunto in questa città desiderata dovresti procurarti un affitto ossia cercare un agenzia, quindi avere un lavoro cioè sfogliare annunci... E poi imparare le strade, cambiare supermercato, essere senza rete sociale..

  • Assolutamente sì e non solo ogni città, ma ogni persona, ogni esigenza, ogni percezione. Come dicevo nell'incipit della discussione, il desiderio di andarsene via può avere uno svariato numero di ragioni.

    Ma una volta giunto in questa città desiderata dovresti procurarti un affitto ossia cercare un agenzia, quindi avere un lavoro cioè sfogliare annunci... E poi imparare le strade, cambiare supermercato, essere senza rete sociale..

    Ed è esattamente questa la domanda della discussione :S:

    [...] ognuno di noi [...] avrà pensato di andarsene il più lontano possibile dalla propria realtà e trasferirsi chissà dove per le più svariate ragioni. [...] c'è qualcuno che ci è davvero riuscito? [...] parlo di un desiderio di evasione/cambiamento che, se concretizzato, diviene una pura e semplice espressione della propria libertà.

  • Il discorso che stavo cercando di fare era slegato dall'attività lavorativa. Mettiamo il caso che tu viva in una città X e avessi bisogno di uscire da quella realtà. Non hai mai pensato di "avventurarti" e scappare via per qualsivoglia motivo dalla tua quotidianità? Se sì, come potrebbe concretizzarsi questa evasione?

    Continuo a non capire la domanda. La fuga si concretizza nei modi in cui tutti la concretizzano, che include il lavoro come parte fondamentale. Devi avere ben chiaro il motivo per cui vuoi trasferirti, e valutare tutti i pro e i contro.


    Ad esempio hai citato molte citta' che d'estate penso abbiano un clima orribile, molto caldo e umido. D'inverno forse alcune di quelle citta' hanno pure le nebbie. Poi c'e' la questione della casa: la compri o vai in affitto? E devi tener conto che le zone delle citta' non sono tutte uguali, ogni citta' ha aree piu' tranquille e aree piu' degradate, aree comode e aree scomode. E poi il lavoro appunto: lavorerai da casa, oppure potrai usare i mezzi, oppure dovrai spostarti con l'auto fuori citta' ogni giorno? Infine devi pure tener conto della situazione attuale, se esci dalla casa dei genitori non devi fare niente, se invece hai una casa tua dovrai valutare se venderla, o tenerla chiusa, quali traslochi fare, se hai animali domestici...


    Ci sarebbe pure un discorso offtopic da fare, sul fatto che sia meglio la citta' o il paesino, il cemento o la campagna, visto che non e' detto che le citta' del futuro (ma anche quelle di oggi) siano piu' vivibili. Solo per fare un esempio stupido, ai tempi del lockdown chi viveva fuori citta' era piu' libero di muoversi all'aria aperta.

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