Hai ragione su tutto.
Partiamo da un presupposto: ci sono troppi errori di disinformazione che nelle persone creano un caos che porta a dire che Israele è l'unico paese "sano e buono" nella zona, quando nella realtà non è proprio così. O meglio, il mainstream vuol far passare la cosa come tale.
Un esempio banale, che si slega parzialmente dal discorso palestinese: i media fanno passare che i libanesi sono solo le milizie islamiche di Hezbollah. Sbagliato! Anzi, nessuno dice che il 45% dei libanesi è cristiano. Del resto uno dei suoi illustri più noti, ovvero lo scrittore/poeta Khalil Gibran, era cristiano.
Ad ogni modo, il problema è (e scusate il gioco di parole) che la soluzione è talmente facile che è un problema.
Sopra dicevo: diamo possibilità alla Palestina di crearsi uno stato da soli, con confini equamente disegnati e costruito senza influenze straniere (in particolare dai famosi esportatori di democrazie, senza opportunisti Winnie Pooh con gli occhi a mandorla e senza novelli Zar-Stalin) e vediamo cosa ne viene fuori. Una volta creato uno stato, le frange estremiste palestinesi non avrebbero più quasi nemmeno senso di esistere, poiché lo stato sovrano a quel punto c'è.
In uno schiocco di dita, le formazioni militanti anche di altri paesi limitrofi inizierebbero a vacillare, perché non avrebbero più senso di esistere se non per un concetto prettamente inteso di estremismo islamico. Ma non sarebbero più milizie, ma terroristi, e in un contesto di pacificazione credo verrebbero soffocati già internamente (come in Siria). Parliamoci chiaro, la non presenza di uno stato palestinese torna comodo alle frange militanti di ogni paese del circondario, ivi compreso Israele che, in qualità di potenza militare, può tenere tutti alla frusta (tranne i Sauditi, che sono i più furbi e infami di tutti: loro meriterebbero un discorso a parte che evito adesso).
Il problema di tutto? È che in quelle zone ci sono risorse economiche che sbucano in ogni maledetta buca che scavi. E se non c'è, ci puoi far passare tubi che trasportano tali risorse attraverso l'intera penisola araba.
Infine (mia considerazione):
Il cosiddetto "green deal" nasce dal fatto che la situazione caotica in Medio Oriente, in Russia, in Venezuela e in Nigeria non permette alle grandi "sorelle" di poter accedere agevolmente agli idrocarburi.
Scommettiamo che tali scelte verranno ridimensionate appena si placherà la situazione internazionale?
Il primo "green deal" avvenne già negli anni '70, il secondo all'inizio degli anni '90, e tutti in concomitanza con problemi analoghi, per poi cascare nel dimenticatoio.