Come aiutare una sorella incastrata in una relazione tossica?

  • Buongiorno, cercherò di essere più breve possibile ed è il mio primo messaggio sul Forum, quindi spero di non aver sbagliato sezione. Ho una sorella che da circa tre anni è in una relazione tossica: ha una dipendenza affettiva e non riesce ad uscirne, nonostante se ne renda conto. Cerco consigli su come comportarmi perché, ad oggi, ho intrapreso la strada del "con calma e cercando di farla ragionare", senza dare contro a lui perché avevo paura che questo la portasse ad allontanarsi solamente e a chiudersi. Però non ce la faccio più, emotivamente mi distrugge questa cosa e mi ha portato al limite, perché dopo l'ennesima volta che mi dice decisa e pronta di chiudere, appena lui apre bocca lei torna sui suoi passi. Le ha tolto ogni briciola di dignità che le rimaneva, le ha tolto la sicurezza e le ha fatto mettere in discussione ogni cosa.


    Oggi, per la prima volta, non mi sono trattenuta. Le ho detto che sono qui a stare male (oltretutto i miei genitori non lo sanno per mia scelta e sua, perché altrimenti credo che per il dispiacere e l'ansia di quello che potrebbe succedere non vivrebbero più, quindi porto questo peso da sola), mentre lei continua a farsi prendere in giro e a farsi manipolare. Il problema è che riconosce che la situazione è grave, ma come ogni dipendente affettivo non ha la forza e il coraggio per uscirne.


    Le ho detto che se è così che ha intenzione di continuare, allora non ne voglio più sapere niente, perché gli sta rovinando la vita e più andrà avanti più sarà peggio. E io non starò qui a fare da spettatrice se questo è quello che vuole. Non so più davvero cosa fare e ho pensato che, forse, una manovra d'urto, parlandole e sbattendole in faccia la verità, possa farle capire che perderà anche me se continuerà così, nella speranza che si renda conto e dica "cavolo, se persino mia sorella si è allontanata da me allora forse..."


    È in terapia da due anni ma non ha fatto alcun progresso con questa psicologa, di nessun tipo, ma continua a voler andare da lei anche se non in modo continuativo. Datemi consigli per favore. Ah, oltretutto lei vive a Londra da sola, per cui è anche distante e non ha amici. Lui è l'unico punto di riferimento che ha. Grazie.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Ciao RebMas, immagino quanto sia dolorosa questa situazione. Mi metto nei tuoi panni (ho due sorelle) e provo tutta la frustrazione e la rabbia che giustamente provi tu e che si percepiscono dalle tue parole.


    Quanti anni ha tua sorella?


    Purtroppo ci sono alcune situazioni in cui puoi cercare di far ragionare l'altra persona quanto vuoi, ma non c'è verso che questa ti ascolti ed agisca per il suo bene. Sicuramente il fatto che tua sorella abbia solo lui come punto di riferimento non è un bel segno e contribuisce a farla sentire ancora più legata. Dovrebbe iniziare piano piano a conoscere nuova gente in modo tale da farsi un piccolo cerchio di amicizie con cui passare del tempo e fare esperienze di qualità. Questo secondo me è imprescindibile per uscire da una dipendenza affettiva: avere una cerchia sociale sana e variegata. Quindi io se fossi in te cercherei di concentrarmi sul consigliarle attività da fare e eventi a cui andare. Cercherei di spronarla a uscire di casa. Probabilmente andrei a Londra qualche week end armata di un programma di cose da fare (musei, concerti, pub, mercatini... ecc) perché ha bisogno di respirare aria nuova.

    Dici che la sua è una relazione tossica: questo ragazzo secondo te potrebbe essere pericoloso? E' aggressivo, violento?

  • Purtroppo, si è circondata di tre persone che hanno anche loro problemi e disagi, brave persone ma piene di mancanze e irrisolte.

    Sembra che abbia il lanternino e quindi non siano positive per lei. Le ho consigliato di uscire di più e soprattutto di tornare a lavorare almeno due giorni a settimana in ufficio, visto che fa smart working, ma non vuole, per comodità e altro. Questo però la isola e non è un bene per lei. Vado a trovarla quando posso, ma appena torno tutto torna come prima. Lei viene qui circa cinque mesi all'anno per le feste e l'estate.

    A volte penso anche che potrei trasferirmi là per una settimana, un mese (non mi è esattamente possibile con il lavoro, però ci penso) ma io non sarò per tutta la vita al suo fianco, quindi posso aiutarla per certi periodi, ma lei deve imparare ad autogestirsi. Ha 33 anni ed è una donna che si è fatta da sola e ha fatto carriera, eppure lui riesce ad annientarla completamente. Appena compare, che ci sia io o meno, lei torna ad essere come prima. Se fosse qui, sono sicura che supererebbe la cosa, ma non vuole tornare in Italia. Non ora, quantomeno.


    Vi ringrazio per il supporto, parlarne con qualcuno aiuta anche me a non esplodere. Non credo che lui sia pericoloso, ma onestamente tutti non lo sono prima di... C'è anche da dire che non ne ha molta possibilità, perché lui è dall'altra parte del mondo e pare volersi continuare a spostare senza fissa dimora (motivo di discussione tra loro e che ha spinto mia sorella più volte a cercare di chiudere). Mi preoccupa di più la violenza psicologica a cui la sottopone, al momento.

  • Prima di qualunque consiglio per me è fondamentale stabilire se lui è un soggetto pericoloso e se sì, in che modo: violenza fisica, verbale, le ruba i soldi, eccetera.

    Le fa violenza psicologica, ad esempio una delle tante storie è la seguente: l'ha spinta a licenziarsi dal precedente lavoro perché ANNI PRIMA di lui, lei aveva avuto un flirt senza nessun seguito con un suo collega. Lui l'ha obbligata a confessare tutto tramite e-mail a quella che era l'attuale ragazza in quel momento, creando così dispiacere inutilmente in quella famiglia. Poi ci sono altre situazioni, ad esempio ora si è iscritta a tennis per cercare di passare un po' di tempo oltre il lavoro, e lui le ha fatto notare che sarebbe stato meglio se prendeva un istruttore donna. Nello stesso giorno, un suo amico di lunga data (nonché ex di una sua cara amica) ha messo like a un suo post di Instagram dove nemmeno c'era lei ma il cane, e ha iniziato a chiederle chi fosse dicendole che se lei fosse una buona compagna lo bloccherebbe, tutte situazioni del genere. Mia sorella ha avuto un'amica che dopo anni di matrimonio le ha confessato di provare attrazione per un altro che non era suo marito e, secondo lui, avrebbe dovuto allontanarla perché non dovrebbe circondarsi di persone che pensano e fanno certe cose. In un'altra occasione ancora, mia sorella inizialmente trasferitasi a Londra ha conosciuto una ragazza che, a distanza di anni, si è fidanzata e ha avuto un figlio con il vicino di casa dei miei genitori. Questo ragazzo di 34 anni (lei 30) frequentava mio papà, a volte andavano in giro insieme, insomma si facevano compagnia e, a suo avviso, mia sorella non avrebbe dovuto frequentare più questa persona perché era "moralmente sbagliato" che una sua amica si accompagnasse ad un "amico" di mio padre.


    Sono tutti pensieri assurdi. Ad oggi comunque non sono emersi episodi di violenza fisica o altro, e come dicevo all'altra utente lui è distante perché viaggia e probabilmente continuerà a farlo, tornando poche volte l'anno. Addirittura aveva degli orari per parlare con me e doveva anche tradurmi la conversazione in inglese, perché altrimenti si insospettiva se parlavamo in italiano. Potrei elencarne centinaia di episodi.

  • Penso che, per prima cosa, non devi farle capire che non la vuoi più vedere. Dille anzi che sei sempre con lei.

    Solitamente questi manipolatori cercano di allontanare le loro vittime da tutti i possibili aiuti famigliari e appigli amicali. Così hanno campo libero.


    Se lei è consapevole della situazione, non c'è nulla che tu possa fare per allontanarla da lui. Solamente cercare di aumentare la sua autostima e ripeterle tutte le sue qualità. Puoi magari sottoporle delle interviste di persone che hanno avuto il suo stesso problema. Così si renderà conto che le dinamiche sono ripetitive e che è solo una delle tante, che c'è il modo di uscirne. Che la storia che sta vivendo non ha nulla a che fare con l'amore. Che l'amore è fiducia e rispetto della libertà altrui. Non è controllo.


    Lei si deve sentire protetta e al sicuro con te, non giudicata. Altrimenti finirà per vergognarsi di sè e non dirti più nulla. Capisco che è difficilissimo, ma purtroppo non hai altri strumenti se non quello del tuo amore.

    Puoi chiederle se immagina un figlio con questa persona e che controllo potrebbe avere su un bambino... che esempio negativo sarebbe.

    Ma comunque non aspettarti grandi risultati. Le persone non cambiano perchè lo vogliamo noi, ma solo se lo vogliono loro.


    Consigliale di cambiare terapeuta e di rivolgersi ad un esperto in dinamiche di questo tipo (ma immagino tu l'abbia già fatto).

    Da lontano è ancora più difficile per te poterla aiutare. E immagino la frustrazione.

    Tu continua a "smontare" tutte le prevaricazioni di lui con calma e evita però di tartassare lei. Non otterresti altro che allontanamento da parte sua.


    P.S. Da quel poco che hai scritto, non si evince se lui è solamente un possessivo, oppure un narcisista che cerca anche di smontare la sua autostima. In quel caso ti consiglio di regalarle il libro "Dopo Narciso, la primavera" testimonianza vera di Federica Bosco. Oppure il libro "Il manipolatore narcisista".

  • Dovrebbe trasferirsi di nuovo in Italia, così farebbe un taglio netto e tu potresti aiutarla di più. Nelle condizioni in cui sta, sarà quasi impossibile uscirne. Credo che la psicologa presso cui va la stia manipolando, e da lei ha anche sviluppato una dipendenza. Chi ha dipendenze affettive può svilupparle anche nei confronti di uno psicologo, soprattutto se quest'ultimo non è professionale. Non prendertela con tua sorella, non ha nessuna colpa. Ti ripeto, incoraggerei lei a tornare in Italia o, per lo meno, andrei da lei per un periodo e la aiuterei a cambiare psicologo. Dubito che da sola ce la faccia, soprattutto vista la distanza da casa.

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