Buongiorno a tutti. Ho 29 anni, mi sono appena iscritto e vi ringrazio anticipatamente se vorrete leggere queste noiose righe.
In età preadolescenziale sono iniziati a comparire i sintomi di un disturbo ossessivo-compulsivo: pensieri intrusivi, ossessioni superstiziose (pronunciare, fare, pensare, ripetere determinate cose) ossessioni aggressive, paura di poter perdere il controllo.
Mi capitava di passare parecchie ore del giorno o della notte a ripetere frasi o concetti che avrebbero scongiurato l’ipotetica disgrazia, l’ipotetica perdita di controllo.
Mentre molto tempo era dedicato a dialoghi interiori e riflessioni rassicuranti per cercare di razionalizzare e arginare il problema.
Nel corso degli anni i pensieri intrusivi più irrazionali lasciarono posto ad una condizione più subdola: pensare di non pensare.
Il tentativo di ignorare gli ipotetici pensieri intrusivi che sarebbero occorsi e la consapevolezza di non poter immergermi nel flusso normale della vita, perché restava sempre latente quella menomazione, diventavano essi stessi l’ossessione.
Gran parte della mia giornata si consumava quindi nell’inesauribile scontro dove la mia mente restava in allerta di possibili pensieri intrusivi e, contemporaneamente, continuava ad elaborare trucchi mentali per ignorare tali pensieri intrusivi e superare questa condizione di perenne stallo.
10-15 anni fa entro gradualmente nello stato che persiste ancora oggi: ho una perenne sensazione di depersonalizzazione, come se mi percepissi in terza persona, e di derealizzazione, dove la realtà è percettivamente bidimensionale, piatta, gli stimoli sono come filtrati, ovattati.
Contemporaneamente è come se il mio pensiero primario fosse tensivamente focalizzato su me stesso, le mie azioni e percezioni.
Ad esempio, se dovessi fissare una macchia su un muro, percepisco me stesso che giro la testa e fisso la macchia sul muro.
Vi è un'incapacità di abbandonarmi al normale flusso esperienziale, alla spensieratezza, come se tutti gli stimoli dovessero passare attraverso la depersonalizzazione e il "pensiero tensivo", costantemente presenti. Mi è quasi impossibile provare rilassatezza o piacere, quel piacere che si prova in una passeggiata, in una conversazione piacevole oppure nel guardare un panorama suggestivo.
Sono andato sia da uno psicoterapeuta che da uno psichiatra, ma senza risultato. Anzi, negli ultimi mesi, dopo aver provato con i farmaci e cambiato psicoterapeuta ho avuto un crollo significativo: doc e dissociazione sono ulteriormente aumentati, insonnia, ansia, una profonda sofferenza che attraversa tutto il corpo. Tutto questo h24.
Un inferno sulla terra, insomma.
Volevo chiedervi se per caso qualcuno si ritrova o significano qualcosa i sintomi che ho citato. Grazie mille per l'attenzione.