Buonasera ragazzi. Ho trent'anni. Soffro di DOC da una ventina d'anni e di dissociazione da circa dieci. Quest'anno le cose sono andate gradualmente peggiorando con l'aggiungersi di una forte componente ansiogena che si traduce anche in una serie di somatizzazioni (ondate di freddo, vertigini, feroci malditesta). Il tutto mi rende impossibile provare il benché minimo piacere o rilassatezza, 24/7. Ho provato sia un percorso psicoterapeutico che farmacologico, ma nulla. Gli unici farmaci che mi hanno dato una qualche forma di aiuto sono stati il trittico e il lyrica (che però ha perso il suo effetto dopo una decina di giorni). Adesso sono in cura con Rxulti e Gabapentin da una decina di giorni ma provo soltanto acatisia, ansia, confusione e una forte depressione. Scusatemi per il pippone, avevo solo voglia di condividere la mia esperienza. Vi ringrazio.
DOC, dissociazione, ansia e insonnia: la mia vita sta crollando
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È passato un po' di tempo da questi post. Anche io, dopo una paura mentre ero affacciata alla finestra, ho iniziato a soffrire di pensieri intrusivi e terrore delle finestre e dei balconi.
Da 6 mesi ho cominciato la terapia comportamentale di terza generazione, ma non ho ancora risolto nemmeno un po', e ho paura di finire in depressione o davvero di fare qualche brutto gesto. Sono più i giorni che sto peggio che quelli che sto meglio, specie quando sto più a casa. Volevo provare la terapia breve strategica: ho letto che qualcuno l'ha trovata efficace.
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Ciao Valedanidany, anche io ho fatto prima la terapia cognitivo comportamentale di terza generazione, con la quale sono riuscito ad imparare a gestire l'ansia. Una volta finito il percorso però si è presentato il doc e ho scelto senza esitazioni la terapia breve strategica, con la quale mi sono trovato benissimo. Ho lavorato tanto ma ho ritrovato la serenità perduta.
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cicciomozart grazie, ho letto che tu stai meglio infatti. A me il doc è venuto dopo uno spavento, per cui credo che la terapia breve strategica ora mi occorra di più. Tanto non si può peggiorare vero, se non dovesse funzionare? Ho letto che tu nei uscito abbastanza in fretta con la TBS! Io ci combatto da 6 mesi, lo so che sono solo pensieri ma non è facile farli fluire senza stare male.
P.S. portare le paure al paradosso mi mette addosso un po’ di timore!
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Se non dovesse funzionare avrai imparato meglio come funziona il tuo cervello, come si presenta e si autoalimenta il doc e tante info utili per stare meglio anche se il doc non è scomparso. I pensieri sono solo pensieri, so che ti fanno paura, piano piano imparerai a distaccarti da essi.
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Grazie mille cicciomozart.
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cicciomozart scusami, ultima informazione: ma la comportamentale a te che strumenti ha dato per gestire l’ansia? A me dice solo di accogliere l’emozione senza giudicarla o contrastarla e di respirare, di non sovraccaricare il sistema con lo stress... però mi sembra poco.
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Quando arriva un'emozione qualsiasi, che sia ansia, paura, rabbia o qualsiasi altra emozione, positiva o negativa, il lavoro fondamentale è accoglierla: devi dire a te stessa "Benvenuta ansia, cosa sei venuta a dirmi? Di cosa dovrei preoccuparmi oggi? Di quali pensieri?". Inizi ad accettarla non come una nemica venuta a farti del male o ad ostacolarti, ma come un'amica che ti sta avvisando che c'è qualcosa che non va in ciò che stai pensando o vivendo. Dopo averla accettata, inizierai a sentirla nel corpo, nelle spalle, in gola, nella bocca dello stomaco, nelle gambe, ecc.. quindi comincia a descriverla, le dai una forma o un colore e la lasci lì dov'è, non cercare di modificarla, non cercare di ostacolarla, non la giudicare ma rivolgi a te stessa il seguente pensiero: "La mia ansia è dentro di me, la sento nella bocca dello stomaco, ha la forma di una nuvola grigia" ed ogni pensiero rivolto ad essa del tipo "sto male, non andrà mai più via, non riuscirò più a fare nulla, non vivrò più, starò sempre più male a causa della mia ansia", devi dirti che sono solo pensieri che la tua mente elabora come conseguenza dell'emozione. Li noti e provi a lasciarli andare, rimanendo nel momento presente. Respiri e ti concentri su ciò che devi fare o ti distrai facendo qualcosa che ti piace fare. Tu continua a respirare, a sentirla, a tenerla lì. Se provi a scacciarla o evitarla, tornerà più forte e più fastidiosa.
Così facendo, andrà via piano piano nel giro di poco tempo, magari ci metterà di più le prime volte che ti stai allenando a regolarla ma finirà per andarsene. La meditazione mindfulness e la terapia cognitivo comportamentale ACT mi hanno aiutato tantissimo ad imparare questa regolazione.
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cicciomozart, questo è ciò che viene detto anche a me. Ma anche quando non ho pensieri intrusivi, mi sveglio spesso già con un'agitazione terribile, una sorta di tremore interno e un po' di tachicardia che mi tengo quasi tutto il giorno e che nemmeno la respirazione calma. È come se fossi sempre in allerta e dentro casa, ad esempio, non riesco manco a distrarmi più di tanto, sto sempre a far caso ai miei sintomi. Forse 6 mesi di psicoanalisi sono pochi per vedere benefici?
Non credo di essere depressa (così mi conferma anche la psicologa), ma fare cose che mi piacciono diventa un problema! Perché quando non stai bene fisicamente diventa tutto pesante! E tutto la amplifica (es. guidare). Io esco e faccio più o meno tutto, ma sempre con quel peso sullo stomaco (che mi fa anche mangiare poco!) da cui non riesco a liberarmi.
Poi non capisco cosa vuole dirmi ogni giorno! Come si fa? La psicologa dice che devo smetterla di voler controllare tutto: è questo che l'ansia vuole dirmi da anni e sto cercando di fare piccoli cambiamenti anche coi figli.
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Capisco benissimo di cosa parli, mi capitava spesso di svegliarmi cosi con l'ansia a mille e senza saperne il motivo, ma non so darti una spiegazione. Forse il fatto di stare sempre attenta ai sintomi, indice di voler controllare tutto, crea proprio questa "ansia" che ti attanaglia. Non c'è un tempo giusto nella psicoterapia, 6 mesi possono essere pochi per qualcuno mentre altri riescono a stare meglio subito, dipende dal tipo di problema e da tanti altri fattori. Tu però parlane con la psicoterapeuta di questa cosa del tempo, condivi con lei questi dubbi.
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