DOC, dissociazione, ansia e insonnia: la mia vita sta crollando

  • Sì, anche io ero così. Se credevo ai miei pensieri e diventavo un tutt'uno con essi, arrivavano gli attacchi di panico, quasi due al giorno.

    Mi hanno spiegato che - non so se può essere anche il tuo caso - ero in "modalità sopravvivenza". Cerca su internet, potrei non essere molto bravo a spiegarti questo concetto e non voglio dirti stupidaggini. Stress, ansia e costante paura, ma puoi uscirne.

    Com'è andato il primo incontro con TBS?

    Sii gentile con te stesso, sempre.

  • Mi ha dato solo i compitini da fare: il diario e il silenzio.

    Ho capito cosa intendi per modalità sopravvivenza: praticamente sistema sempre attivato in difesa da tutto.

    Poi un altro problema è che sto sempre a pensare alla mia ansia e a come uscirne!


    P.S. il sintomo peggiore per me è quella specie di vertigine, come se stessi sempre in barca.

  • Mi ha dato solo i compitini da fare: il diario e il silenzio.

    Svolgili al meglio, come richiesto dalla terapeuta. Più avanti capirai perché sono molto importanti e a cosa servono.

    Non considerarlo un altro problema quello di pensare sempre all'ansia: è quello il fulcro principale.

    Se tu riuscissi a dirottare l'attenzione verso altro e non solo sull'ansia, su come ti fa sentire o quando andrà via, starai sicuramente meglio.

    Accettare l'ansia, accoglierla come amica e abbassare quindi il livello di pericolo e allerta percepito da corpo e mente è il passo più importante che potrai fare adesso e che ti farà iniziare a stare meglio, poco alla volta, passo dopo passo.

    Sii gentile con te stesso, sempre.

  • cicciomozart spero passino presto soprattutto i pensieri intrusivi. In alcuni momenti sono devastanti.

    I pensieri intrusivi devi imparare a gestirli: la terapia serve proprio a questo. Non puoi svegliarti domani mattina e non avere più pensieri intrusivi, ma puoi iniziare già da adesso ad allenarti. Quando arriva il pensiero A, notalo e ripeti: "è arrivato questo pensiero intrusivo A". Perfetto, qualunque sia il contenuto del pensiero A, tu non sei quel pensiero A, non hai niente a che fare con il contenuto del pensiero. Parti da questo concetto: distaccati da esso, non farti attirare dentro, non dargli attenzione, non cercare di rifletterci e non cercare spiegazioni, altrimenti causerai una reazione emotiva come ansia e paura, e il circolo vizioso ripartirà. Arriva il pensiero A, io non sono il pensiero A: ripetilo dentro di te o a voce alta e lascialo andare, distraendoti facendo qualcosa e concentrandoti nel qui e ora. Arriva il pensiero intrusivo B, forse più brutto e più pauroso del pensiero A: bene, ripeti "Io non sono il pensiero B" e lascialo andare, ricominciando da capo. Arriva il pensiero C: notalo, è un pensiero intrusivo o un pensiero utile? Se non è utile, distaccati da esso e ricomincia l'allenamento. Serve pazienza, costanza e tanto allenamento.

    Sii gentile con te stesso, sempre.

  • cicciomozart io i pensieri intrusivi li ho a casa (casa che amavo), quando sto vicino alle finestre del bagno e della cucina da dove è partito tutto quel maledetto giorno (sono diventate un incubo!). Poi in questi giorni, tanto per non farci mancare nulla, hanno diagnosticato a papà un melanoma, per cui ovviamente sono ancora più agitata. Anche nelle "migliori" giornate ho paura perfino a stare a casa da sola (anche tu eri così?) e mangio pochissimo perché mi si chiude lo stomaco. A volte penso di farmi dare dei farmaci, ma ho paura perfino anche di quelli! Poi, sono solo sintomatici e non curativi del problema di base.

  • Si Vale, io ero combinato come te. Mi dispiace per quello che stai vivendo, ci sono passato e capisco benissimo come ti senti. Oltre la psicoterapia, ho trovato di grande aiuto leggere ed informarmi riguardo i pensieri intrusivi, il doc e tutto ciò che riguarda questo problema. Chiedo agli admin se posso scriverti il link e te lo condivido subito.

    Sii gentile con te stesso, sempre.

  • Puoi fare anche il gioco del braccio.

    Pensa costantemente la frase "io non posso muovere il braccio" e nel contempo sventola la mano destra, o sinistra.

    È un semplice espediente per comprendere come i nostri pensieri non ci identifichino in realtà e molto spesso sono completamente distaccati dalle azioni che svolgiamo.

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