Desiderio di integrazione

  • Ci rifletto e devo convenire che è sempre stato un mio stato d'animo piuttosto accentuato.

    Mi riferisco a quelle situazioni in cui persone vicino a me fanno comunella, lasciandomi fuori, ma non facendolo neanche volontariamente. Nell'ultimo caso, che vi spiego a breve, non sapevano giustamente neanche della mia esistenza, è tutto virtuale, nella mia testa, come se volessi gridare "Ehi, anche io ci sono! Mi fate stare con voi?".

    Tralasciando i primi anni di infanzia, in cui ero benissimo integrata prima con tutti i bambini dell'asilo, poi comunque con i figli piccoli degli amici dei miei genitori, già dalle scuole elementari ho sentito le prime smagliature nei rapporti con gli altri, tipici casi le festicciole di compleanno, in cui i bambini invitavano solo chi stava loro più congeniale. Alle medie altre situazioni scottanti, alle superiori c'è stato un mio desiderio un po' particolare, posso dire di essere stata ben integrata nella mia classe, ma ad esempio soffrivo tantissimo il fatto che all'interno dell'intera scuola ci fosse un gruppetto un po' più popolare, formato innanzitutto dai rappresentanti d'istituto, di cui avrei voluto entrare a far parte. Ecco, in quel frangente, più degli anni precedenti, posso dire di aver sofferto particolarmente l'anonimato. Nei tempi di università idem, ero integrata nel mio gruppo (ora che ci penso, razionalmente, posso pure immaginare che magari tra i ragazzi dell'università ci fosse qualcuno che volesse essere integrato a noi, come lamento io adesso), però soffrivo le dinamiche che si erano create nel gruppo teatrale sempre legato all'università. La ciliegina sulla torta fu una di queste ragazze che aveva il padre che abita proprio nel mio quartiere, mentre lei e gli altri erano di fuori, che fece la festa di compleanno a casa del padre, invitando praticamente tutti tranne me che avrei raggiunto il posto in 5 minuti di camminata. C'era comunque da dire che erano persone che frequentava già dalle scuole superiori, ma io ci rimasi male tantissimo, perchè sebbene mi avesse conosciuta da relativamente poco, avevamo comunque un rapporto di simpatia. Ecco, comunque già il fatto che ci ripenso ancora adesso a 13 anni di distanza, mi porta a capire che in me c'è qualcosa che non va...

    Ma ciò che è più curioso è una cosa davvero stupida che è avvenuta in questi giorni... In pratica, come ne ho già parlato in un altro thread, io seguo su youtube alcuni creator che recensiscono profumi, che da un anno a questa parte sono una mia passione, ed ho notato dal di fuori che loro, gli youtuber dei profumi intendo, pian piano stavano creando amicizie tra di loro pur essendo molto distanti l'un l'altro di città. Alcune tra di loro si chiamano "sorelle profumose" tanto per dire. Ebbene nei giorni scorsi c'è stata la più grande fiera dei profumi in Italia e molti di loro si sono incontrate, trattenendosi per un apericena. Il giorno dopo tutti i resoconti, anche dei loro incontri, io ho avuto di nuovo quel sentimento... anche io avrei voluto stare con loro per poi sentirmi dire "E' stato bellissimo conoscere Creamy!". Infatti quando stavano parlando già da un mese che sarebbero andate alla fiera, io avrei voluto fare il biglietto e andare anch'io pur di sentirmi per un minuto soltanto parte della loro "famiglia", anche solo per fare una foto insieme a loro, ma razionalmente so che non sarebbe stato fattibile perché io sono una semplice ragazza che guarda i loro video, come centinaia di altre, non sono una creator, non faccio parte quindi del team e non sarei stata invitata a rimanere con loro la sera...


    Mi rendo conto che si tratta di una cosa infantile e che dovrei riflettere su me stessa, mettere a fuoco questi dolori che a volte ritornano. Chissà se esiste una sindrome da isolamento. Mi sono in parte data una spiegazione relativa all'imprinting che ho avuto fino ai 5/6 anni in cui ero circondata da amichetti e non sentivo minimamente di essere messa in disparte, quindi deve esserci stato subito dopo uno strappo che ha degli strascichi ancora adesso... La normalità vorrebbe che con la crescita queste cose si ridimensionino, a me non è successo :(

  • A me è successo l'inverso: da piccola ero l'emarginata, fino a tutte le superiori. Ora riesco a legare facilmente con le persone. Con la differenza che da piccola soffrivo il fatto che non riuscissi ad avere nemmeno una singola persona da poter considerare come miglior amica/o. Ora non sento la necessità di avere relazioni profonde con le persone, anzi leggendo il tuo post ho riflettuto proprio sul fatto che proprio non voglio nessuno troppo vicino, nemmeno le persone che fanno parte della mia vita.

    Ma da tempo sto riflettendo su un aspetto del mio carattere legato proprio alle relazioni che mi indispone da morire: la tendenza a cercare di compiacere gli altri, senza peraltro la volontà di farli avvicinare realmente a chi sono davvero. E non so come smettere di farlo. Ogni volta che mi accorgo di mettere in atto qualche comportamento dettato dalla necessità di piacere, di essere accettata in qualche modo, mi sento così stupida che vorrei nascondermi sotto una mattonella.


    Tutto questo per dire: non è affatto infantile volersi sentire integrati, inseriti e anche essere cercati. Quello che non ho capito è se tu hai contatti diretti, benché virtuali, con gli youtuber che segui (nel senso, se vi scambiate messaggi per conoscervi, oltre magari ai commenti).

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Qualche commento di tanto in tanto, ma non posso assolutamente dire che ci sia un rapporto, ma mi piacerebbe! Comunque non ho la stessa loro "padronanza tematica", quindi io sono una cosa a parte. È una sorta di ammirazione, se non ci fosse l'ammirazione non mi verrebbe proprio voglia di essere loro amica. Mi affascina anche l'idea di "gruppo", cosa che appunto mi porto dietro dall'infanzia, per quanto poi la vita non sia stata generosa da questo lato. Mi rendo conto che è una cosa come sedimentata in me, se mi doveste chiedere razionalmente cosa è l'amicizia posso anche riconoscere che c'è solo da ringraziare anche a trovare un solo amico speciale, poi però dentro di me accarezzo l'idea di fare gruppo con persone che, ripeto, reputo brillanti e stimo all'interno di una certa "tematica" che ci accomuna.

  • Lavoro in un settore che in un certo senso ho sempre associato a quello delle fragranze e dei profumi, perché parla alla passione delle persone. Ti posso garantire che questo è un ottimo punto di partenza per instaurare delle relazioni più o meno profonde, a ogni modo generalmente molto qualitative, perché laddove c'è una comunanza di passioni c'è anche un reciproco scambio di competenze ed esperienze.


    Lasciamo da parte per un attimo la padronanza tematica, che puoi accrescere anche autonomamente frequentando corsi, eventi e seminari. Così su due piedi mi viene da dire: buttati! Con le persone con cui trovi più affinità fra i commenti, magari prova a vedere se contattandole privatamente può instaurarsi un legame un po' più epistolare. Magari al prossimo evento vi potrete conoscere di persona.


    Dal tuo modo di scrivere trasmetti una personalità di spessore, affatto banale e anche solare, quindi perché rimanere nel "qualche commento di tanto in tanto" quando invece potresti anche essere d'ispirazione per chi condivide la tua stessa passione?

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

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