Vi racconto la mia storia

  • Buon pomeriggio a tutti, mi sono iscritto su questo forum per trovare un appoggio alle mie problematiche e ovviamente cercare di risolverle insieme, perché sono convinto che possiamo tutti risolvere le nostre situazioni.


    Vi racconto la mia storia: ho avuto un primo episodio circa 7/8 anni fa, non ricordo bene tutte le dinamiche e quanto è durato. Quello che ricordo sicuramente è il dolore che ho provato e causato e che purtroppo leggo ancora nelle facce dei miei cari. Non so dirvi ancora dopo tutto questo tempo da cosa sia nato, un giorno mi sono svegliato e la mia vita non aveva più senso, si era rotto qualcosa, non avevo più voglia di vivere e non provavo più piacere nel fare le cose che fino al giorno prima mi stimolavano. Non mi soffermo a dirvi tutto quello che ho passato la prima volta, ho rinunciato a vivere, allontanato tutti e tutto, compreso la mia futura moglie. Piano piano sono riuscito a risalire, avevo tutti vicino anche se non li volevo, mi hanno aiutato tutti ad uscire da un baratro enorme. Passavo le giornate a piangere perché avevo lasciato i miei impegni e perché avevo ferito la persona alla quale tenevo di più, in quel momento mi sentivo un nodo alla gola e l'unica cosa che riusciva a darmi sollievo era il mio letto, dove nessuno poteva farmi del male, in cui ero solo anche se la mia famiglia mi è stata sempre vicino. Nel mio letto non mi sentivo bene sia chiaro, ma avendo allontanato tutti ero come libero di sentirmi male anche se libero è un parolone, perché in realtà ero prigioniero della mia malattia, dei miei pensieri intrusivi, prigioniero di me stesso.


    Il dolore del primo episodio non lo dimenticherò mai. Da allora ci sono stati alti e bassi, il mio medico curante molto presente ma forse non precisamente adatto a questo tipo di problematiche, inizialmente mi consigliò un neurologo. Io e la mia famiglia andammo subito, mi disse che i sintomi erano di un episodio depressivo: non dormivo, non mangiavo, pensieri intrusivi, tristezza infinita, apatia, incapacità a concentrarmi e a prendere decisioni. Iniziò il mio percorso con il farmaco Efexor (Venlafaxina), ogni volta il mio pensiero intrusivo principale era di aver deluso la persona che amavo, di averla persa, di non essere stato abbastanza forte. Il mio cervello non si riposava mai, non dormivo da settimane alla continua ricerca del perché. In quel periodo lavoravo presso uno studio dove facevo il praticantato come dottore commercialista e ovviamente inventai la scusa di avere la febbre, pur di non andare in ufficio. Pensavo continuamente al perché la mia vita era stata rovinata da un giorno all'altro, una vita stupenda, un amore stupendo, una famiglia meravigliosa.


    Ad oggi ancora non trovo risposta, potrebbe essere genetica, potrei essere portato a questi cali di umore, non so. Nella mia vita l'unica cosa che mi può ricondurre ad una problematica a livello di salute è stato un fortissimo dimagrimento avuto 2/3 anni prima del primo episodio. Feci tutto da solo, sbagliando, e persi 60 kg in un anno. Iniziai e non mi seppi fermare, ovviamente non seguito da nessuno. Dopo circa un anno di dieta, ebbi dei problemi al fegato (transaminasi) e ci fu un periodo in cui non facevo altro che svenire. Poi riuscii a conquistare mia moglie e da lì iniziò una storia stupenda che dura ancora ad oggi. Ci siamo sposati il 2 giugno di quest'anno, e dopo una settimana un nuovo crollo. Nel corso degli anni ho avuto diverse ricadute, sinceramente non riesco a ricordarmi come sono riuscito ad andare avanti e come ho gestito la situazione, ricordo che tutti mi sono stati vicino, compreso Lei, anche se io non volevo sentire nessuno.


    Comunque tra alti e bassi siamo andati avanti, ormai sono passati tanti anni ed ho imparato a riconoscere tutti i sintomi. Ora ho una famiglia, siamo io e mia moglie e non vediamo l'ora di avere dei bambini e di continuare la nostra vita, mi sono creato una figura professionale di tutto rispetto, con tantissima fatica, dedizione e pazienza. Sono 2 anni che conviviamo, dicembre 2021 primo crollo da quando viviamo insieme; arrivo a casa una sera e le dico: "Angela non mi sento bene!", la paura nei suoi occhi era devastante. Inizia il calvario, le prime notti non dormo, sensazione perenne di nausea, pensieri intrusivi e di nuovo giù nel burrone. Riconosco perfettamente tutti i sintomi, chiamo tutte le persone che mi conoscono e le avviso, ogni volta faccio così. Tutti mi aiutano e mi comprendono (ovviamente gli intimi) e io mi sento leggermente più libero di manifestare il mio malessere. Dopo qualche settimana inizio a stare meglio, aumento un po' Efexor e riesco ad uscirne. Tanta ma tanta forza di volontà nell'alzarmi dal letto e non buttare a rotoli il tutto. Passo dei mesi stupendi ad organizzare il matrimonio, tutto bellissimo, una settimana dopo il matrimonio nuovo crollo. A questo punto dico basta, io e mia moglie riprendiamo in mano la situazione, andiamo da un nuovo psichiatra e ad una nuova psicoterapeuta.


    Nel corso di questi anni ho fatto tanti errori, lasciato e ripreso i farmaci, non mi seguiva più nessuno specialista, sono un c∙∙∙∙∙∙e, quando sto bene penso che sia tutto finito. Il nuovo psichiatra mi lascia Efexor e mi prescrive Lamictal (Lamotrigina). Il suo approccio è il seguente: inserire uno stabilizzatore dell'umore, pian piano eliminare Efexor, lasciare solo lo stabilizzatore, per poi togliere anche quest'ultimo. L'approccio invece della psicoterapia è quello di permettere al mio carattere di essere più forte, di creare delle barriere e non ricadere più, di continuare ad essere una persona molto sensibile ma di dare il giusto peso a cose e fatti. Chiamo il mio dottore generico e mi sconsiglia di prendere Lamictal, disse di aspettare per vedere come va e poi nel caso prenderlo. Purtroppo mi fido, e purtroppo nuova crisi a luglio. Ora sono 2 giorni che prendo questa nuovo farmaco in concomitanza con Efexor. Quest'ultimo a parer mio ottimo. L'unica cosa, dopo tutti questi anni, non so se la mia dose che si aggirava dai 37.5 ai 75 per poi arrivare ai 150 in casi estremi, è ancora diciamo un valido sostegno o inizia a diventare placebo.


    Eccomi qui, che decido di parlare con voi in questo forum perché la vita è bella e meritiamo di viverla come tutte le altre persone, e per crescere io con voi e voi spero con me.

  • Ho una domanda: cosa vi porta a uscire dalla routine quando siete nel bel mezzo di un episodio? Riuscire a fare programmi per il futuro? Io sto cercando di capire che influenza ha su di me questa cosa, perché effettivamente pensare solo di organizzare un viaggio o una spesa importante mi ributta giù in maniera drastica. Potrebbe essere d'aiuto condividere le nostre esperienze.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Ciao! Io credo che devi affidarti allo specialista, in questo caso lo psichiatra! La strada dello stabilizzatore potrebbe aiutarti visto le tante ricadute, io come te sto passando a uno stabilizzatore dopo tanti anni con alti e bassi, crisi grosse per fortuna solo tre, diciamo una ogni 10 anni. Quando gli episodi tendono a ripetersi è probabile che si soffra di oscillazioni umorali che vanno stabilizzate, questo è quello che ho capito, ovviamente non sono un medico... Lo stabilizzatore impiega parecchio tempo a fare effetto devi quindi avere molta pazienza.


    Io sono nella tua stessa situazione, se non che ho la fortuna di non stare male in questo periodo, ma voglio trovare una soluzione più longeva nel tempo. Mi è stato prescritto il Depakin, ma mi dava effetti collaterali, credo passerò al Lamictal, ho l'incontro con lo psichiatra in agosto.


    Per quanto riguarda il programmare qualcosa o fare progetti nel bel mezzo di una crisi, io personalmente non riuscirei proprio, e anzi mi aumenterebbe il disagio. Durante una crisi cerco di rallentare le cose e abbassare di molto le aspettative, una cosa questa che mi costa tanta fatica perché vorrei sempre essere efficiente, ma poi mi rendo conto che mollando la presa sto effettivamente un po' meglio! ;)

  • Grazie mille per la tua risposta e per aver condiviso con me tante cose. La strada è tutta in discesa, io penso che nei momenti in cui stiamo bene dobbiamo essere ancora più forti per capire come non ricadere o come alleviare in caso di ricaduta e permetterci di vivere una vita tranquilla.

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