Poliamore

  • I figli non sono figli della famiglia per forza: possono anche essere figli di un sentimento temporaneo tra due individui o di situazioni che si pensava di trasmutare in "famiglia" e poi non è stato possibile. In natura la famiglia esiste, ma è per sua definizione temporanea. Ogni "famiglia" deve durare il tempo che serve a rilasciare nel mondo i figli con un minimo di autosufficienza.


    La famiglia umana, quindi anche la durata della monogamia è diventata lunga quanto una vita, perché i neonati umani nella società umana impiegano una vita a diventare indipendenti. In questo lunghissimo tempo i genitori sono naturalmente spinti a cercare altri partner per fare altri figli. Da qui la facilità con cui da sempre gli esseri umani deviano verso il tradimento.


    C'è da dire anche che il problema della certezza della paternità è tutto maschile, ma il maschio è naturalmente portato a cercare altre partner anche se ancora non sono nati i figli con quella attuale. All'equazione aggiungiamoci che le donne hanno comunque molto più potere sessuale (di trovare altri partner) e che quindi basta un solo loro minimo dubbio e possono accedere a un nuovo partner.


    Insomma: la famiglia è funzionale però non funziona.

    Siamo andati a finire nel vicolo del poliamore e la filiazione.


    Nella società italiana non credo che i figli siano svincolati da un progetto familiare.

    Salvo le gravidanze per sbaglio, cioè non volute (che possono accadere anche in un rapporto occasionale non protetto) nel mettere al mondo un figlio non si compie un gesto di egoismo individuale ma un gesto programmatico, di costruzione di una famiglia allargata.

    E' la visione tradizionale, verissimo. Ma è quella più comune, dal punto di vista emozionale anche al giorno d'oggi.


    Ora, il progetto familiare può fallire, nell'esempio più semplice (e, direi, più ricorrente) a causa del tradimento. Poi, si apre tutto un mondo complesso circa le motivazioni del tradimento ... ma è chiaramente OT.

    Ma credo, che dopo tutto, anche i figli capiscono, almeno alla fine della loro giovinezza, quali sono state le motivazioni dei genitori, le loro debolezze o l'incoerenza delle loro intenzioni/aspettative (e giudicano i loro genitori).


    Ebbene, il poliamore di un genitore credo che sia parecchio difficile da accettare, piuttosto verrebbe inteso da un figlio come una rottura del progetto familiare, anche se scoperto dopo la scomparsa dei genitori.


    (------ 8) --------)

    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Ebbene, il poliamore di un genitore credo che sia parecchio difficile da accettare, piuttosto verrebbe inteso da un figlio come una rottura del progetto familiare, anche se scoperto dopo la scomparsa dei genitori.

    C'è da dire che i figli sono un po' come delle papere: una volta che si schiude l'uovo: mamma e papà non sono necessariamente i genitori, ma chi meglio di tutti interpreta questo ruolo tra i candidati a disposizione.


    Forse il poliamore potrebbe creare una sorta di "confusione", ma durerebbe poco.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • C'è da dire che i figli sono un po' come delle papere: una volta che si schiude l'uovo: mamma e papà non sono necessariamente i genitori, ma chi meglio di tutti interpreta questo ruolo tra i candidati a disposizione.


    Forse il poliamore potrebbe creare una sorta di "confusione", ma durerebbe poco.

    Permettimi di dire che, parlando sulla base dell'esperienza da genitore separato, il problema più grande che ti trovi da affrontare, sia sul piano pratico che su quello psicologico, è proprio quello di mantenere il rapporto con i figli, tanto come frequentazione (che da giornaliera senza problemi diventa molto ridotta e regolamentata come orario) quanto per un forte timore di perdere il rapporto (a parte una umana "gelosia", quando si affaccia nella quotidianità un compagno della moglie separata che entra in rapporto con il bimbo) con il figlio: ansia, timore e rabbia sono gli stati di animo che ricordo per me e che, poi, ho riscontrato con amici e conoscenti separati.


    L'interpretazione del ruolo di "genitore" relativamente a figli altrui è un argomento spinosissimo e molto delicato. Non solo quando sono in età adolescenziale, ma anche da grandi.

    Ci vuole grande equilibrio e capacità, anche nella ex moglie/madre (soprattutto, ma entro certi limiti vale anche per l'ex marito/padre) nel mantenere e rispettare quel rapporto originario, senza consentire al nuovo compagno di occupare, oltre il letto, anche la posizione di genitore nella quotidianità. E' un terreno minato ...


    Dietro molti femminicidi, per dirne una, ci sono questo tipo di paure che diventano ossessioni, purtroppo.


    (------ 8) ------)

    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

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