Un padre può odiare una figlia?

  • A TE pare "di vendetta". A me che ho avuto una madre dai modi spicci e all'occorrenza grevi...NON pare "di vendetta" e mi pare l'unico modo possibile a un genitore non avvezzo a sofismi...

    Questo non è vero, e il padre lo sa.

    Come lo sapeva mia madre quando si incaxxava a 10mila se scopriva i miei traffici "commerciali" di abbigliamento a vent'anni (supervietatissimi da lei, perchè il dictat era "non ti manca niente e il tuo dovere è studiare!") . Ma io e la mia amica del cuore facevamo "soldi a palate" a vent'anni, con il commercio di maglieria qualificata...e pur dovendo io farlo di nascosto (pensa te!) . Ovviamente sono illusioni ottiche che ingannano il ventenne e non il Genitore! Eccerto che noi facevamo faville andando per spacci aziendali in quel di Carpi e...senza nessuna ufficialità fiscale era proprio da godere (altro che ripetizioni!). Solo che il Genitore ti guarda e pensa (giustamente) che stai solo perdendo Tempo e che se quello dovessi farlo di mestiere e mettendoti in regola...sarebbe più la spesa che l'impresa...Per cui alla fine...Grazie Mamma!

    Vabbè però Gloria, ora non mi pare il caso di insistere con questa questione. Mi sembra che stia tornando alla carica con un'argomentazione che non regge sul padre della opener.


    Cioè perlomeno se è per il piacere di scambiare pareri ok, se no Bruce alla fine la sua l'ha detta e va anche rispettata.

  • Io da mia madre sono stata umiliata, cacciata di casa, picchiata, aggredita verbalmente, sorvegliata e controllata in maniera castrante.

    Perdonami Psyco, ma io non conosco il tuo vissuto e mai mi sentirei di esprimermi su questo, giacchè non ne ho la più pallida idea.

    Peraltro sono proprio partita (tante pagine fa) dal concetto che situazioni di gravissimo degrado esistono e qundo esistono sono drammatiche. Solo che NON sono la norma e quindi...non mi verrebbe mai da abbinarle a qualunque caso di scaxxo tra figli e genitori e neanche a qualunque (normalissimo) caso in cui...il genitore con i figli "parla come mangia" e anche se gli viene un "ma sei proprio un cretino/a!" ci può stare tutto e senza drammi...(anzi...nella media dei casi finisce per essere molto formativo :P ).

    Poi lo ammetto senza problemi : benchè io sia una madre esecrabilmente viziante...e sebbene non mi manchi proprietà di linguaggio e GUSTO di ragionare per il gusto di ragionare...embè...lo stile di mia madre l'ho applicato anch'io in qualche occasione con il mio adoratissimo figlio! ^^ E l'ho applicato tutte le volte che la stupidata filiale era talmente stratosferica da rendere persino ridicolo ogni ragionamento in merito ... E devo dire pure che FUNZIONA! :D

    E tu come te lo immagini un atteggiamento di vendetta in un caso come questo?

    Non me lo immagino proprio.

    Per me è categoricamente IMPOSSIBILE pensare che un genitore sano di mente ( e malati di mente non si diventa per il fatto di essere ruvidi e illetterati) possa volere "vendetta" verso i figli.

    E' proprio questo il punto su cui non ci intendiamo per nulla, tu ed io.

    Il fratello si alza al mattino presto, si spacca la schiena e porta a casa 1.400 euro (se dio vuole, altrimenti sono 1.200). Lei sta a casa, si spacchicchia la testa e ne prende 1000. Fai le dovute proporzioni. Se non è otto decimi saranno sette?

    Questo NON è vero, e come sempre...so che lo sai. Ma si fa presto a dimostrarlo.

    I mille e più del fratello metalmeccanico sono integralmente spendibili dal fratello (=netti) mentre il datore di lavoro ne versa altrettanti ogni mese che al fratello metalmeccanico tornano come assistenza e previdenza sociale (un giorno avrà la sua pensione e nel frattempo se si ammala è protetto e PAGATO).

    Ergo : se il fratello percepisce 1.400...in realtà sta avendo garanzie che costano al datore di lavoro IL DOPPIO e che si ritroverà il fratello, mentre la sorella percepisce meno della metà dell'effettivamente spendibile SENZA nessuna regolarità legal/fiscale e senza nessunissima assistenza e previdenza...

    Bruce alla fine la sua l'ha detta e va anche rispettata

    Tutto il rispetto del mondo! :thumbup:

    Rispetto infatti è spiegarsi all'altro che si rispetta, quando la si vede diversamente, come sto facendo con Bruce. :)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Buongiorno a tutti,

    sono Ilaria ed ho 30 anni. Vorrei esporre un quesito che mi sta molto a cuore.

    Faccio parte di una famiglia semplice: padre operaio, madre casalinga, fratello operaio. Sono l'unica di tutta la famiglia che dopo il diploma ha deciso di continuare a studiare. All'inizio mio padre sembrava approvare questa scelta pur avendo da ridire sul corso di laurea scelto. Mi sono laureata in Lettere, ho cercato sempre di prendere borse di studio per non pesare troppo sulla famiglia. Vivo nel sud Italia e per me non è stato facile trovare lavoro, nonostante questo non mi sono persa d'animo e ho iniziato a dare ripetizioni per tutto il giorno riuscendo a guadagnare cifre che si aggirano intorno ai 1000 euro al mese. Anche se non ho un contratto a tempo indeterminato, e lavoro in casa, io questo lo considero un lavoro vero e proprio. Il punto è che mio padre non la pensa così. Non fa altro che denigrarmi e parlare male di me con conoscenti e parenti. Dice che è ovvio che non riesca a trovare un lavoro a tempo indeterminato in quanto la mia laurea non vale nulla essendo una laurea in Lettere. Si lamenta spesso con i parenti dicendo che ci sono sempre ragazzi per casa (in quanto io do ripetizioni). Due anni fa ho scritto un romanzo che è stato pubblicato; lui non lo ha preso neanche in mano. Quando qualcuno gli diceva di essere orgoglioso del fatto che io fossi riuscita a pubblicare un libro non rispondeva nulla. Denigra qualsiasi cosa io faccia. Quando è capitato che io sia partita per qualche viaggio, mi ha attaccata dicendo che sono una stupida che non pensa alle conseguenze in quanto secondo lui dato che c'è una pandemia in corso non si dovrebbe andare da nessuna parte. Sembra che abbia l'ansia che io possa trasferirmi lontano. La cosa gli da tremendamente fastidio. Nel 2020 sarei dovuta andare all'estero per un'esperienza di lavoro, e mi ha offesa dicendo che tanto lì non avrei combinato nulla perchè ero un'incapace e la mia laurea non serviva a nulla. Io sarei partita ugualmente ma il lockdown non me lo ha permesso. Spesso dice che i lavori veri e propri sono quelli che si fanno in fabbrica, e che secondo lui un professore o uno scrittore è un fannullone, perchè secondo lui gli insegnanti non fanno nulla se non stare seduti e dire quattro chiacchiere. Se mio fratello lavora in fabbrica un'intera giornata lo elogia, al contrario se io faccio le stesse ore dando ripetizioni, la sera mi ripete che non ho fatto nulla tutto il giorno. Io sono orgogliosa di quello che faccio, porto a casa dei soldi, mi impegno e amo fare questo lavoro anche se non ho un contratto fisso. Quando parla con gli altri si percepisce che si vergogna di me. Non rispetto i suoi canoni poichè a 30 anni non ho un contratto a tempo indeterminato e non sono sposata. A volte io penso che mi odi. Sto mettendo tutto quello che guadagno da parte perchè non ho più intenzione di vivere qui. Presto prenderò casa per conto mio. Lui è il classico padre-padrone. Decide tutto lui e l'opinione degli altri vale 0. Il fatto è che non riesco a capire perchè lui abbia questo risentimento nei miei confronti. La ragione di ogni sua lamentala sono io. Mi domando il perchè.

    Avete due linee di pensiero antitetiche: la sua e la tua. Forse non riesce nemmeno a spiegarsi bene come vorrebbe, e ti attacca perchè non sa come agire altrimenti nei tuoi riguardi. Lui sa a cosa porterebbero le azioni/reazioni? Cioè: gli hai fatto presente che te ne vorresti andare da casa?

    Non mi sembra odio ma più un non capirti e forse, e che nessuno ne abbia a male, un senso di invidia nei tuoi riguardi. Di possedere qualità che lui non ha.

    Ho sciupato il tempo, ed ora il tempo sciupa me. (William Shakespeare)

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