Panico con agorafobia se mi allontano dal mio paese

  • Forse avrebbe dovuto essere più specifico il medico.

    Puoi contattarlo ?

    Deve dirti quante gg prendere, quante volte al giorno e per quanto tempo.

    E poi devi poterlo contattare durante il periodo di assunzione, per vedere come reagisce il tuo corpo la tua mente...magari serve aggiustare la dose oppure togliere o aggiungere.

    La cosa super importante è che dovete insieme stabilire un percorso di cura e quindi di conseguenza un periodo limitato di assunzione.

    Altrimenti finisci come me e altri che prendiamo Xanax da 20 anni e dobbiamo anche pensare a come toglierci sta dipendenza.

    Quindi se ti ha prescritto lo xanax deve anche anche dirti come e per quanto tempo assumerlo.

    "La felicità è benefica per il corpo, ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente..."

  • Hai ragione, ne parlerò...tempo fa mi aiutò Lexotan, ma è diverso. Spero di trovare le risposte che cerco. Tu lo hai assunto per l'agorafobia o per altri disagi?


    Comunque, se ti va, dicci anche domani come stai: condividere le nostre esperienze è importante per sentirci accettati ❣️

    Modificato una volta, l'ultima da ElleG: Incorporato un post creato da ElleG in questo post. ().

  • Sono strutture mentali, hai detto benissimo. In quanto tali, possono essere destrutturate. Sono questi pensieri che ci suscitano determinate emozioni, e la associazione tra pensiero ed emozione scatena la reazione fobica a causa della nostra personalità su cui sono state erette credenze disfunzionali...forse dobbiamo cercare di suggestionarci di più, poco alla volta, anche con qualche farmaco quando è necessario. Il dramma di tutto questo è che sto problema nasce e si sviluppa in persone sempre abituate all'autonomia, a gestire gli altri, a capirli,ma che hanno seppellito un sacco di ambizioni e desideri che vorremmo concretizzare (ma che il panico ci reprime). Tra le molte cose che mi passano per la mente, ne penso una in particolare adesso: se stiamo male quando siamo sole o ci allontaniamo da un rifugio sicuro, è perché dentro di noi fa leva il bisogno di evadere e di essere liberi; però tale bisogno è segnalato come "sbagliato" proprio dalle strutture inconsce che ci condizionano (nel nostro caso, forse, di natura morale o coercitiva) e per questo motivo si innesca il panico. In questo modo si sacrifica la libertà a favore del mantenimento di uno stato di "sicurezza" sia morale (stare a casa perché c'è chi ha bisogno), sia affettiva (se si è troppo liberi magari certi legami si indeboliscono). A me una volta era stato detto che la chiave è dentro di noi, sembra una frase fatta e idiota (vista così lo è), ma credo sia un'espressione utile per decodificare quale sia la nostra serratura, per comprendere come sbloccarla. Nel mio caso quel discorso ha senso, perché per anni sono stata con chii faceva pagare l'autonomia a suon di ricatti emotivi, che ho interiorizzato.

    Concordo,il mio panico è un mix di queste emozioni,da un lato le preoccupazioni degli ultimi anni una dietro l'altra,e secondo perchè fondamentalmente vorrei scappare vedere altri mondi,conoscere altra gente,forse perchè la mia adolescescenza è stata un po' diversa lavorando sempre quando gli altri si divertivano,e quindi sono stato" castrato" da quel punto di vista,poi con l'età,la mia soprattutto, fai un bilancio del tuo vissuto e ti ritrovi come si dice a non aver combinato nulla o poco e incominciano i rimorsi.

    There is nothing like waking up somewhere in the mountains, far from everything.

  • agosto Vero,mia madre è sempre stata iperprotettiva nei miei confronti,da un lato forse ha fatto bene perchè da ragazzino e anche da grande sono sempre stato un po' "pericoloso per me stesso" però allo stesso tempo questa iperprotettività mi ha fatto diventare razionalissimo,per dire,per lasciare come si dice il nido materno ci ho messo 44 anni,poi vabbè nell ultimo periodo dai 35 in su mia mamma è rimasta vedova,ho un fratello che 13anni piu di me che vive in un altra regione,e lasciarla sola,un po anche per comodo,non me la sentivo.


    ElleG Idem lo Xanax non agisce sulla agorafobia,almeno per me,che poi in realtà la mia è un agorafobia legata solo in caso delle vertigini e sbandamenti,se non li ho non ho nessuna paura degli spazi aperti,claustrofobia neanche,personaslmente dipende dai casi,se mi agito allora divento un po claustrofobico,ma se sono tranquillo,no.

    There is nothing like waking up somewhere in the mountains, far from everything.

  • Tu lo hai assunto per l'agorafobia o per altri disagi?

    Purtroppo mi è stato prescritto dal mio medico di base a 16 anni perché avevo gli attacchi di panico in classe al liceo.

    Mia madre mi portò dal medico di base e lui ha fatto la cosa più sbagliata che potesse fare. Con il senno di poi, pensa se a posto che prescrivermi lo xanax mi avesse mandato da un psicoterapeuta (di quelli bravi però...no i ciancia) ...avrei fatto la metà della metà di fatica a cambiare le mie reazioni sbagliate a stress e cambiamenti e ora sarei almeno un adulta senza fobie.

    Con problemi ecc. Ma senza fobie.

    Io ogni tanto ci rifletto guardando mio marito: come deve essere pazzescamente stupendo iniziare la mattina senza dover fare i conti con l'ansia...o con il panico da agorafobia e claustrofobia.

    Chiudo gli occhi e mi immagino mentre prendo le chiavi della macchina ed esco serena come se fosse la cosa più naturale del mondo.

    Il problema è che, al momento, anche solo immaginare ciò mi crea ansia.

    "La felicità è benefica per il corpo, ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente..."

  • ElleG Idem lo Xanax non agisce sulla agorafobia,almeno per me,che poi in realtà la mia è un agorafobia legata solo in caso delle vertigini e sbandamenti,se non li ho non ho nessuna paura degli spazi aperti,claustrofobia neanche,personaslmente dipende dai casi,se mi agito allora divento un po claustrofobico,ma se sono tranquillo,no.

    Ciao, il vissuto con i tuoi genitori (la madre) è simile al mio, con la differenza che la mia è spesso stata una madre iper giudicante e castrante, il padre emotivamente sconnesso dai miei bisogni emotivi, sempre di umore altalenante e imprevedibile (da qui il terrore di perdere il controllo p impazzire quando sono fuori, ho introiettato molto una immagine genitoriale negativa che mi ha condizionato, soprattutto di fronte all'orrore di "perdere il controllo", ne sono stata terrorizzata). Io confido che riusciremo a spaccare il nostro guscio mentale...Sullo Xanax non so cosa dire, io soffro di panico agorafobico ogni volta che realizzo che sono lontana da un rifugio sicuro (casa), con i sintomi annessi quando mi accorgo che non posso facilmente scappare o tornare indietro subito. Si è aggravato, come dicevo, nello scorso mese. Nel bugiardino di Xanax è scritto che è indicato per questo disturbo,e il mio medico me lo ha prescritto per questo motivo...non cura di certo le cause dell'agorafobia, ma gestisce la sintomatologia. O esistono agorafobie diverse su cui può non fare effetto? Chiedo anche a te visto che hai esperienza.

  • A volte i medici sono veramente incommentabili...non ho parole. Avere attacchi di panico al liceo deve essere stato orribile. Se ci penso ora mi viene la pelle d'oca. Io spesso sogno di viaggiare, di essere in una città che mi piace e stare insieme a persone che vorrei vedere, poi nel sogno accade sempre qualcosa che mi fa sentire a disagio, come se mi accorgessi che non è la realtà e posso solo vivere oniricamente questa dimensione di 'falsa libertà": così mi sveglio e rimango demoralizzata e abbattuta. È come se vedessi la tua vita scorrerti davanti. Se ti fa tanta paura immaginare queste cose, prova a prenderle come stimolo per immaginartele con ancora più forza: vedila come una sfida (e lo è) con la tua paura. Io ho provato ad immaginare molte volte di fare cose che temo, è curioso che in immaginazione mi trasmettono serenità, mentre quando poi le vivo davvero poi sto male e mi dico "ma perché l'ho fatto, non ha senso" , e vado in down totale...nel mentre spero che la vostra giornata sia accettabile e serena. Usciremo da sta palude

  • Ciao, il vissuto con i tuoi genitori (la madre) è simile al mio, con la differenza che la mia è spesso stata una madre iper giudicante e castrante, il padre emotivamente sconnesso dai miei bisogni emotivi, sempre di umore altalenante e imprevedibile (da qui il terrore di perdere il controllo p impazzire quando sono fuori, ho introiettato molto una immagine genitoriale negativa che mi ha condizionato, soprattutto di fronte all'orrore di "perdere il controllo", ne sono stata terrorizzata). Io confido che riusciremo a spaccare il nostro guscio mentale...Sullo Xanax non so cosa dire, io soffro di panico agorafobico ogni volta che realizzo che sono lontana da un rifugio sicuro (casa), con i sintomi annessi quando mi accorgo che non posso facilmente scappare o tornare indietro subito. Si è aggravato, come dicevo, nello scorso mese. Nel bugiardino di Xanax è scritto che è indicato per questo disturbo,e il mio medico me lo ha prescritto per questo motivo...non cura di certo le cause dell'agorafobia, ma gestisce la sintomatologia. O esistono agorafobie diverse su cui può non fare effetto? Chiedo anche a te visto che hai esperienza.

    Ciao,sinceramente per non confonderti,la mia è una supposizione,mi spiego meglio,io non ho avuto una diagnosi stilata da uno psichiatra che mi accertasse tu soffri di,mi sono rivolto a lei durante la pandemia è mi ha dato la cura col Cipralex senza però effettivamente dirmi quale fosse la mia diagnosi.

    Lo Xanax a me calma l'ansia,ormai manco più tantissimo,sull'agorafobia posso dirti che personalmente se posso chiamarla tale la mia è una paura delle discese e della camminata su terreni molto lisci o se piove, ma probabilmente sono connessi alle mie sensazioni vertiginose e di sbandamento,se non ho questi sintomi (rari casi e sempre nella medesima situzione,all'uscita dal lavoro,o se devo camminare dove c'è troppa gente)io non ho problemi di spazi aperti,allontanarmi da casa etc,a me quello che mi imprigiona la mente è la sensazione di sbandamento perpetua.

    There is nothing like waking up somewhere in the mountains, far from everything.

  • ElleG Il mio primo attacco di panico è incominciato così,scesi dal bus per recarmi al lavoro,nella piazza centrale della mia città,stavo bene,nessun problema,la piazza è molto grande e dovevo attraversarla per intero,a metà strada ho incominciato a sentirmi debole,più cercavo di camminare più le mie gambe sembravano sprofondare come nelle sabbie mobili,in pù vista offuscata,vertigine,tremore,palpitazioni,respiro affannoso,caldo freddo,non lo dimenticherò mai.Probabilmente la mia mente associa quel momento come un sintomo anche agorafobico visto lo spazio grande,è una mia supposizione.

    Io purtroppo ormai il mio tragitto è circocritto,casa,lavoro,macchina,casa,lavoro macchina 2volte al giorno,quindi non ho molte altre possibilità di vedere al di fuori dei miei schemi giornalieri come si comporta la mia ansia,o meglio,se la mia compagna mi dice,per ipotesi, lunedì andiamo in centro che voglio comprare X o Y io vado già in defibrillazione perchè vado fuori dalla mia comfort zone che ho creato nella mia testa,se ci penso dico,ma sono veramente rinc∙∙∙∙∙∙∙to(scusate la parola),di cosa dovrei aver paura?Ho girato in tanti posti pericolosi in Italia e all'estero e adesso ho paura di andare in centro città a far due passi?Eppure è così.

    There is nothing like waking up somewhere in the mountains, far from everything.

  • Ciao,sinceramente per non confonderti,la mia è una supposizione,mi spiego meglio,io non ho avuto una diagnosi stilata da uno psichiatra che mi accertasse tu soffri di,mi sono rivolto a lei durante la pandemia è mi ha dato la cura col Cipralex senza però effettivamente dirmi quale fosse la mia diagnosi.

    Lo Xanax a me calma l'ansia,ormai manco più tantissimo,sull'agorafobia posso dirti che personalmente se posso chiamarla tale la mia è una paura delle discese e della camminata su terreni molto lisci o se piove, ma probabilmente sono connessi alle mie sensazioni vertiginose e di sbandamento,se non ho questi sintomi (rari casi e sempre nella medesima situzione,all'uscita dal lavoro,o se devo camminare dove c'è troppa gente)io non ho problemi di spazi aperti,allontanarmi da casa etc,a me quello che mi imprigiona la mente è la sensazione di sbandamento perpetua.

    Grazie per la tua spiegazionione. Sicuramente è una componente fobica...ma sembra una sottospecie di agorafobia molto situazionale. O la paura di cadere, causa la tua sintomatologia vestibolare (sbandamenti).capisco quando parli di agitazione nello spostarti dalla tua zona comfort. Io se fisicamente mi separo o allontano molto dalla mia area sicura avverto tutti i sintomi del panico, mi sento come un animale selvatico portato via dal suo habitat. Infatti è come se perdessi la ragione, mi sento braccata. E nessuno capisce in famiglia. Forse con qualche momento di rabbia in più scaricata, ci sentiremmo perlomeno un poco più sollevati. È brutto da dire, non so se accade anche a te, ma nutro una invidia profonda nel vedere tante persone che se la vivono tranquillamente mentre si ha questo disturbo invalidante. A volte vorrei avere un altro cervello nel cranio.

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