Ansia/attacchi di panico?

  • Certo, uno specialista è sicuramente di aiuto.

    Ma dato che nessuno potrà cercare le risposte dentro di noi (perché è solo li che si trovano) al nostro posto bisogna imparare a farsi le giuste domande. Il metodo migliore è fare delle domande come se volessi aiutare qualcuno che non sia tu, come rispondere a qualcuno su questo forum. E poi girare la domanda a se stessi.

    È più facile aiutare e consigliare qualcuno che se stessi, proprio come dice il proverbio "predicare bene e razzolare male".

    Questo perché si è più distaccati e meno coinvolti emotivamente, ma una volta poste le domande giuste e rigirate a se stessi è più facile trovare le risposte.

    Si può vedere anche come un approccio tramite "pensiero laterale", cioè pensare e analizzare uscendo dagli schemi.

  • Certo, uno specialista è sicuramente di aiuto.

    Ma dato che nessuno potrà cercare le risposte dentro di noi (perché è solo li che si trovano) al nostro posto bisogna imparare a farsi le giuste domande. Il metodo migliore è fare delle domande come se volessi aiutare qualcuno che non sia tu, come rispondere a qualcuno su questo forum. E poi girare la domanda a se stessi.

    È più facile aiutare e consigliare qualcuno che se stessi, proprio come dice il proverbio "predicare bene e razzolare male".

    Questo perché si è più distaccati e meno coinvolti emotivamente, ma una volta poste le domande giuste e rigirate a se stessi è più facile trovare le risposte.

    Si può vedere anche come un approccio tramite "pensiero laterale", cioè pensare e analizzare uscendo dagli schemi.

    Io provo a dare risposte alle domande che pongo a me stessa e spesso credo che tali risposte non siano poi tanto campate in aria; però non conosco gli strumenti per passare dal teorico al pratico.

    Faccio un esempio: se a cena fuori provo determinate sensazioni fisiche spiacevoli che potrebbero addirittura sfociare in panico, vorrei che qualcuno mi spiegasse come riuscire ad ignorare o placare quei sintomi che la mia mente enfatizza (in negativo).

    Di un terapista che, invece, provi a scandagliare il mio animo senza propormi soluzioni concrete me ne farei ben poco.

    Difatti, proprio per questo il mio timore è di scegliere un tipo di terapia non confacente alle mie problematiche.

  • Anche io personalmente credo sia essenziale almeno una mano da parte di uno specialista. Ricordo che tempo fa prima di affrontare la situazione stressante del parrucchiere ho provato da autodidatta alcune metodologie di rilassamento(es. Meditazione) nel tempo intercorso tra una seduta e l altra(vado dal parrucchiere ogni mese e mezzo). Ebbene il mio tentativo non ha dato frutti, in quanto il disturbo si è riproposto nella stessa intensità.Inoltre ogni volta che devo andarci provo appunto ad autoconvincermi che non ci sia nulla da temere, ma una volta sul posto tutti gli sforzi risultano vani(per fortuna il mio parrucchiere è una persona molto comprensiva e sensibile su tematiche come gki attacchi di ansia) Perciò anche con molta fatica ho deciso di affidarmi a breve a qualcuno che mi possa guidare nella risoluzione del problema

  • Prendiamo la tua domanda Mousetrap, come placare ed ignorare il panico ad una cena?

    Facciamo un piccolo ragionamento; l'ansia non è un fattore esterno, non puoi mandarla via come se lo fosse. L'ansia è parte di te, non puoi "eliminarla". Ma puoi capirla, e per farlo devi accettarla. Accettando che l'ansia sia parte di te, corpo e mente si riequilibreranno e ogni cosa prenderà il suo posto naturale. Non è immediato e a volte uscirà ancora per comunicarti qualcosa, ma con il tempo diventerà sempre più naturale accettarlo e alla fine forse non la noterai nemmeno più.


    Sarebbe bello trovare la causa iniziale, ma a meno di aver avuto un evidente trauma, secondo me non esiste un reale motivo. Sono decine si anni di crescita e di una miriade si eventi che ci hanno plasmato i pensieri e noi ci siamo immedesimati, ci siamo convinti erroneamente che noi siamo i nostri pensieri.

  • Anche io personalmente credo sia essenziale almeno una mano da parte di uno specialista. Ricordo che tempo fa prima di affrontare la situazione stressante del parrucchiere ho provato da autodidatta alcune metodologie di rilassamento(es. Meditazione) nel tempo intercorso tra una seduta e l altra(vado dal parrucchiere ogni mese e mezzo). Ebbene il mio tentativo non ha dato frutti, in quanto il disturbo si è riproposto nella stessa intensità.Inoltre ogni volta che devo andarci provo appunto ad autoconvincermi che non ci sia nulla da temere, ma una volta sul posto tutti gli sforzi risultano vani(per fortuna il mio parrucchiere è una persona molto comprensiva e sensibile su tematiche come gki attacchi di ansia) Perciò anche con molta fatica ho deciso di affidarmi a breve a qualcuno che mi possa guidare nella risoluzione del problema

    Io, purtroppo, ancora non mi sono decisa ad intraprendere attività quali meditazione/yoga, anche se sarei molto interessata, sulla carta.

    Traggo però giovamento della respirazione profonda diaframmatica durante attacchi di panico o ansia acuta. Il problema è che funziona solo se sono sdraiata, quindi fuori casa la vedo dura metterla in atto (a meno che io non accetti l'idea di perdere il controllo davanti a tutti...a quel punto finirei sicuramente gambe all'aria, perché di solito tutti sanno che è un modo utile di aiutare chi sta male).

    Mi aiuta molto anche ascoltare musica zen o generi similari, oppure guardare film che mi catturano particolarmente (però ciò è fattibile solo per placare l'ansia o al termine di un attacco di panico).

    Un aiuto lo vorrei di sicuro, anche soltanto per apprendere qualcosa di più tecnico su queste tematiche.

  • Anche io personalmente credo sia essenziale almeno una mano da parte di uno specialista. Ricordo che tempo fa prima di affrontare la situazione stressante del parrucchiere ho provato da autodidatta alcune metodologie di rilassamento(es. Meditazione) nel tempo intercorso tra una seduta e l altra(vado dal parrucchiere ogni mese e mezzo). Ebbene il mio tentativo non ha dato frutti, in quanto il disturbo si è riproposto nella stessa intensità.Inoltre ogni volta che devo andarci provo appunto ad autoconvincermi che non ci sia nulla da temere, ma una volta sul posto tutti gli sforzi risultano vani(per fortuna il mio parrucchiere è una persona molto comprensiva e sensibile su tematiche come gki attacchi di ansia) Perciò anche con molta fatica ho deciso di affidarmi a breve a qualcuno che mi possa guidare nella risoluzione del problema

    Sei fortunata per il parrucchiere. Invece io sarei costretta a fare proprio una figuraccia di quelle epocali.

  • Prendiamo la tua domanda Mousetrap, come placare ed ignorare il panico ad una cena?

    Facciamo un piccolo ragionamento; l'ansia non è un fattore esterno, non puoi mandarla via come se lo fosse. L'ansia è parte di te, non puoi "eliminarla". Ma puoi capirla, e per farlo devi accettarla. Accettando che l'ansia sia parte di te, corpo e mente si riequilibreranno e ogni cosa prenderà il suo posto naturale. Non è immediato e a volte uscirà ancora per comunicarti qualcosa, ma con il tempo diventerà sempre più naturale accettarlo e alla fine forse non la noterai nemmeno più.


    Sarebbe bello trovare la causa iniziale, ma a meno di aver avuto un evidente trauma, secondo me non esiste un reale motivo. Sono decine si anni di crescita e di una miriade si eventi che ci hanno plasmato i pensieri e noi ci siamo immedesimati, ci siamo convinti erroneamente che noi siamo i nostri pensieri.

    Dici bene, l'ansia che provo non vorrei eliminarla, so che è fisiologica e mi caratterizza, ha anche contribuito in passato a farmi raggiungere ottimi traguardi.

    Però non vorrei più provare sensazioni fisiche legate all'ansia e non vorrei più provare panico.

    So che vari eventi del passato potrebbero aver accentuato la mia indole ansiosa e catastrofista, sicuramente le patologie che hanno afflitto dei miei familiari hanno scatenato in me l'ipocondria.

    Ma a me starebbe anche bene avere pensieri negativi, non pretendo di eradicare in toto dalla mia mente alcune idee. Mi piacerebbe semplicemente che il mio corpo non mi lanciasse segnali di angoscia, facendomi credere ogni volta di svenire/morire.

    Come si fa?

  • Io sto provando nuove strategie. Mi viene da svenire? Mi ripeto "forza, svieni, vediamo se ci riesci". Mi manca l'aria? Ripeto "avanti, smetti di respirare se ne sei capace". Ho capito finalmente di essere vittima del mio desiderio di controllo e sto provando a remarvi contro

  • Io sto provando nuove strategie. Mi viene da svenire? Mi ripeto "forza, svieni, vediamo se ci riesci". Mi manca l'aria? Ripeto "avanti, smetti di respirare se ne sei capace". Ho capito finalmente di essere vittima del mio desiderio di controllo e sto provando a remarvi contro

    Vixen, ti ringrazio per i suggerimenti, spero prima o poi di riuscire ad applicarli nella vita di tutti i giorni.

    Sicuramente anche in me c'è questo forte desiderio di mantenere il controllo sempre e comunque e probabilmente il mio malessere deriva dall'impossibilità di avere il controllo su tutto.

  • Mi piacerebbe semplicemente che il mio corpo non mi lanciasse segnali di angoscia, facendomi credere ogni volta di svenire/morire.

    Come si fa?


    purtroppo siamo convinti, la società ci ha convinto, che dobbiamo essere fatti tutti con lo stesso stampino, tutti uguali, mentalmente e purtroppo anche sempre più fisicamente.

    NON siamo tutti uguali e non lo saremo mai.

    Non sarebbe normale chiedere ad una persona alta 150 cm di fare salto in alto e andare alle olimpiadi, è evidente che non potrà mai.

    Se nessuno lo forzerà vivrà benissimo la sua particolarità, se invece verrà forzato a farlo è evidente che con il tempo si sentirà uno scarto della società, un buono a nulla e di conseguenza avrà dei crolli mentali.

    Perché con la mente non è la stessa cosa? perché dobbiamo reagire tutti in modo uguale?

    Ognuno di noi ha dei limiti, perfettamente gestibili, ma ci viene fatto capire che non è normale e questo amplifica all'ennesima potenza questi limiti arrivando a diventare veri e propri disturbi invalidanti.


    Per questo dobbiamo prima di tutto accettare i nostri "difetti" (che difetti non sono, sono caratteristiche), come possiamo pensare che gli altri le accettino se prima non le accettiamo noi?

    e anche se gli altri non le accettano, il problema è degli altri.


    Il tuo corpo ti lancerà sempre segnali di allarme, è giusto cosi. Se non li accetti e cerchi di combatterli ritorneranno sempre più forti e poi arriviamo alle nostre condizioni dove i segnali di allarme sono sempre a DEFCON 1.


    Mi verrà un attacco di panico? va bene, l'accetto

    La giornata sarà rovinata per questo? va bene, l'accetto

    Gli altri mi guarderanno male e farò una figuraccia? va bene, l'accetto


    il cambiamento non sarà immediato, e ci vorranno molti molti attacchi ed è difficile non arrendersi prima.

    ma è come andare in palestra, al primo esercizio non appaiono gli addominali, nemmeno al secondo e nemmeno al terzo.


    Accettazione è il punto centrale.

    Durante la crisi è quasi impossibile accettarlo subito, ma l'importante è esserne cosciente prima e dopo.

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