Fratelli e sorelle

  • Condivido pienamente.
    D'altra parte sarebbe davvero grottesco pensare di dividere l'umanità in due, i riusciti "cattivi" da una parte, e i non riusciti ma "buoni" dall'altra.
    Al mondo c'è di tutto, e nella vita le fortune si alternano un po' per tutti, ma da quel che vedo quello che non cambia quasi mai è la farina di cui si è fatti; c'è chi nella fortuna e non si dà da fare con umiltà, e chi preferisce criticare l'operato altrui, soprattutto se porta a risultati.

  • A questo punto, per non perdere il filo del discorso, direi che è doveroso sintetizzare il tutto
    Dinamica
    Mia sorella fa e dice cose che mi feriscono---> mi sento ferita
    Mia sorella non tollera il mio sentire---> inscena un teatrino volto a uscirne pulita e a scagionare i suoi amatissimi genitori. Durante queste performance estemporanee si sfianca a ripetere quanto mi voglia bene e quanto sia addolorata della situazione
    Non mi faccio abbindolare dalla sua falsità buonista--->Passa al piano B ovvero io ce l'ho col lei perchè sono invidiosa del suo alluce sinistro
    Nel frattempo io esco di casa. A 20 anni e soffrendo di attacchi di panico. Ovviamente i miei problemi psicologici non esistono, è tutta scena, sono io ad essere debole e di conseguenza farmeli venire.
    I miei problemi psicologici sono talmente falsi che mi faccio 8 anni di psicoterapia, di nascosto dalla mia "famiglia".
    Mentre io lotto per la mia sanità mentale e faccio ogni sorta di lavoro per mantenermi, la mia angelica sorella, a braccetto con la nostra venerabile madre, va a dire di me che sono:
    un'ingrata, un'invidiosa, una p∙∙∙∙∙a, una debole, un'egoista e addirittura, alla notizia del mio conclamato ateismo, vengo definita l'Anticristo, ma questo l'ho preso come un complimento.
    Ora, se mia sorella scrivesse sul forum, le dareste ragione al 100% perchè scriverebbe cose simili alle vostre.
    Quindi le pecore nere non hanno nemmeno il diritto di far sentire la loro voce.
    La ragione deve per forze essere tutta dalla parte del più forte, già scritto all'inizio.
    Perchè se una persona si realizza nel lavoro è una brava persona, dunque ha ragione di default. Del resto il mondo del lavoro, come la società tutta, è prettamente meritocratica , basta guardare la classe politica.
    A me piace sentir suonare tutte le campane e mettermi dalla parte del torto, contro il branco. Del resto il branco è già forte in sè, che potrà mai importare loro se qualche pazzoide li contraddice? Eppure...come quella volta al lavoro che mi schierai dalla parte di una collega aggredita dal branco e una dolcissima madre di famiglia mi definì Hannibal Lecter, ma anche questo lo presi come un complimento.

  • Vorrei sommessamente e umilmente far notare un particolare:
    l'odio nasce da una ferita profonda
    Non odi qualcuno perché ha un lavoro migliore, questa è la facile scusa di chi non vuol prendersi la responsabilità delle proprie cattiverie.
    Se una persona ti vuole bene, può pure diventare Presidente della Repubblica e gioirai con lei perché magari in quel successo ci hai sperato, hai tifato, hai sostenuto.
    Se una persona ti fa passare l'inferno, può essere il Presidente della Repubblica o Pacciani il contadino, la odi in ugual modo

  • Ma nessuno qui si permette di dubitare della tua storia (pur non conoscendola).

    Ti si sta solo dicendo che la TUA storia NON è necessariamente "TUTTE LE STORIE" di fratelli irrisolti, e che alcuni di questi possono BENISSIMO essere dei parac∙∙i profittatori punto e basta! E anche con i loro (evidenti, direi) margini psichiatrici, ma non per questo meno parac∙∙i!

    E allora NON ha senso il tuo "sindacato" che pare inneggiare al misero elemento totalizzante "se non sei riuscito è colpa di qualcun altro" !

    E' logica! Logica, LOGICA!
    Senza la quale ...de che stamo a parlà ?

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Specifico anche un'altra cosa inerente al settore lavoro, per far capire in che modo entri nella questione.
    Mia sorella svolge un lavoro impiegatizio statale. Un buon lavoro e un buon stipendio che, sono sincera, merita. Ha la preparazione idonea e sono sicura che svolge un buon lavoro.
    Però se lei dice che sono una p∙∙∙∙∙a e io le rispondo che mi ha ferita ed è una s∙∙∙∙∙a, se ne può uscire poi che io ce l'ho con lei perché sono invidiosa del suo lavoro d'ufficio?
    Perché di questo la incolpo: delle sue parole e dei suoi gesti nei miei confronti, dopodiché poteva fare l'impiegata o la barbona, per me rimane sempre la stessa belva crudele che ha contribuito a rendere i miei prima 20 anni di vita un incubo che per altro non riesco a far finire nemmeno con il no contact più estremo.

  • Però se lei dice che sono una p∙∙∙∙∙a e io le rispondo che mi ha ferita ed è una s∙∙∙∙∙a, se ne può uscire poi che io ce l'ho con lei perché sono invidiosa del suo lavoro d'ufficio?

    Non credo possa dirti che sei una p∙∙∙∙∙a .....perchè non hai un impiego statale.

    Quindi?

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Il non sei riuscito è l'ultimo anello della catena.
    Una catena in cui ti hanno distrutto in maniera ben più profonda e anche se in qualche modo "riuscivi" ,qualsiasi cosa avesse significato, non avrebbe cambiato nulla.
    Quante persone riuscite sono nello stesso tempo infelici? Persino le rockstar, persino gli attori più amati e ammirati si suicidano!
    Allora se la vita a queste persone dà tutto dal punto di vista materiale: successo, soldi, ammirazione e chi più ne ha più ne metta, significa che quello non basta a risolvere il resto!
    Quelli erano rovinati psicologicamente, chi è stato? Lo sapevano solo loro.
    Come io so chi ha rovinato me, con parole e fatti e non permetto di dire che il mio dolore è un capriccio, non tanto e non solo perché ci sono cartelle cliniche redatte da professionisti della psiche che attestano ben altro, uno dei quali disse che dovevo già ritenermi fortunata così, perché dato il mio ambiente familiare, aveva visto pazienti sforare nella psicosi per molto meno.
    Ma contro la mia campana c'è una famiglia intera che dice il contrario, una famiglia che a voi piacerebbe, ne sono sicura.
    E allora se dietro la campana di mia sorella che voi accogliereste a braccia aperte ci sono io, dietro la campana di chiunque di voi ci può essere una come me che però ancora si sta ammazzando di colpe.

  • Vorrei sommessamente e umilmente far notare un particolare:
    l'odio nasce da una ferita profonda
    Non odi qualcuno perché ha un lavoro migliore, questa è la facile scusa di chi non vuol prendersi la responsabilità delle proprie cattiverie.
    Se una persona ti vuole bene, può pure diventare Presidente della Repubblica e gioirai con lei perché magari in quel successo ci hai sperato, hai tifato, hai sostenuto.
    Se una persona ti fa passare l'inferno, può essere il Presidente della Repubblica o Pacciani il contadino, la odi in ugual modo

    Ma in tutto il tuo racconto non è chiaro di cosa discutete con tua sorella, impossibile dire chi ha torto e chi ha ragione.
    Invece i casi riportati su questo forum sono molto diversi.
    Io ho una sorella coetanea che oggettivamente ha dei problemi di personalità che le impediscono l'arrivare alla vita che vorrebbe, problemi per i quali è molto aiutata da tutti noi in famiglia, e nessuno le direbbe che è colpa sua se li ha.
    L'unica cosa di cui la si accusa è la mancanza di assunzione di responsabilità, e questa è una distorsione forse dovuta essa stessa ai suoi problemi.
    Si possono avere tutti i problemi del mondo, e nessuno ti verrà a giudicare se umilmente te ne fai carico per quanto possibile e ti fai aiutare.
    Ma se sei chiaramente un soggetto problematico (quindi il problema sei tu) e ti trinceri nel fare la vittima dell'universo è più difficile anche ricevere aiuto.
    E che non si odia qualcuno per un lavoro migliore è una palese falsità, si odia per molto meno. Tra fratelli è un classico questo genere di invidia, perché appunto è evidente che nascendo nello stesso contesto, con pari opportunità, se uno ha vita sociale, relazionale, lavorativa e in generale condizioni di vita migliori è chiaro che è per suo merito, e che ciò provochi invidia ci sta, è umano. Ma per come la vedo io questa invidia deve durare poco, il tempo necessario per capire cosa fare per trovare la propria strada, prendendo esempio dal fratello che ha quello che si vorrebbe, oppure discostandosene se non è la nostra strada. L'invidia è un sentimento anche sano se non ci si cristallizza sopra, serve a dare una misura di quanto si è distanti dai propri obiettivi. Ammetterlo è una forma di maturità.

  • Non credo possa dirti che sei una p∙∙∙∙∙a .....perchè non hai un impiego statale.

    Quindi?

    Quindi se lei mi ferisce, perché p∙∙∙∙∙a non credo sia un complimento, io non posso affermare che lei mi ha ferita?
    No, perché secondo la sua logica ( e immagino la vostra) , io non sto soffrendo per quello che mi ha detto, ma sono solo invidiosa perché lei ha un lavoro impiegatizio

  • io so chi ha rovinato me, con parole e fatti e non permetto di dire che il mio dolore è un capriccio

    Nessuno sta minimizzando il tuo dolore.
    Si sta semplicemente cercando di dirti che sei tu a massimizzare il tuo vissuto come se questo fosse il vissuto di tutti quelli che hanno una famiglia con cui non si prendono.

    Se mia madre mi avesse indotta alla prostituzione da ragazzina sarebbe una cosa bestiale e non permetterei a nessuno di minimizzarla, ma questo non mi autorizzerebbe neanche lontanamente a pensare che ogni madre faccia o desideri fare altrettanto.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. I suoi genitori e il sostegno che non c'è 5

      • Polimori
    2. Risposte
      5
      Visualizzazioni
      199
      5
    3. La Marina

    1. Da quando è nato mio figlio non ho più una vita 52

      • andrerdna
    2. Risposte
      52
      Visualizzazioni
      2.3k
      52
    3. Andre73

    1. Sto vivendo un incubo, come posso sopravvivere? 5

      • maria27
    2. Risposte
      5
      Visualizzazioni
      398
      5
    3. Andre73

    1. Un esperimento, una lettera e la solita reazione che fa male 53

      • nonloso1989
    2. Risposte
      53
      Visualizzazioni
      2.5k
      53
    3. gloriasinegloria

    1. Marito emotivamente assente e suocera tossica, sono in crisi 96

      • talpa18
    2. Risposte
      96
      Visualizzazioni
      4.4k
      96
    3. leila19

    1. Quando si scende al sud a trovare la famiglia... 8

      • Polimori
    2. Risposte
      8
      Visualizzazioni
      370
      8
    3. Crisantema