Femminicidio

  • una persona per arrivare all'omicidio deve percorrere una strada mentale molto lunga.
    raramente è un evento che è sfuggito di mano, l'apice violento di una diatriba qualsiasi.

    queste stragi nascono nella mente che si isola, fantastica, medita vendetta e punizione. è un lavoro lungo e meticoloso, paragonabile ad un delirio. il torto non è solo subito ma è anche cullato ed alimentato, finché la morte diventa la giusta punizione.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • ascoltando i criminologi perlopiù è da escludere.
    viene usato (anche abusato) come linea difensiva.

    è anche un'esigenza umana: relegare certi eventi nell'imprevedibile ed incontrollabile impulso è in un certo modo rassicurante; lui è quello che ha fatto una cosa non "normale", noi siamo tutti normali e queste cose non le facciamo.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Se una persona, implicata in un rapporto abusivo arriva all'omicidio: Ho i miei seri dubbi che fosse "centrata" psicologicamente come un Santo.

    In psicologia c'è un principio sacrosanto che non è ancora stato spodestato da alcuna scuola e alcuno studio (e alcun esperimento): in una prolungata e costretta situazione deviata il soggetto sano si devia.
    Ovviamente, come fai tu, vanno distinte le situazioni in cui il "prolungata" e/o "costratta" sono date da una sorta di squilibrio personale della "vittima".
    Un soggetto sano non uccide. Un soggetto deviato si. Un soggetto sano costretto in condizioni deviate: devia e poi (forse) può arrivare a uccidere.

    Perché quando è la donna a sposare l'abusatore si dice che "poverina pensava che con il matrimonio e i figli cambiasse" e quando è il maschio a trovarsi in una dinamica malata, su che base ha sposato e ingravidato quella che poi è una abusatrice ? Forse perché, da "vittima", ha commesso uno dei più diffusi errori, cioè continuare per quello "schema" facendo il gioco del partner manipolatore.

    E' la stessa dinamica, lo stesso errore. Che lo commetta un "lui" o una "lei" non cambia gran che.

    Non sono molto sicura che le denunce e il sistema di giustizia abbia salvato molte donne.

    Alcune si, ma più che salvare donne: danneggiano uomini innocenti. I dati indicano che la stragrande maggioranza delle denunce siano banali ripicche infondate.
    E' questo uno dei motivi per cui la denuncia scarsamente si rivela utile.

    ci muoviamo su un terreno molto complesso. in letteratura vengono descritti anche casi di personalità patologicamente narcisistiche lato femminile. Quindi ammetto la violenza della donna nei confronti dell'uomo. Le realtà possono essere molto diversificate. nutro qualche perplessità che in genere gli autori di uccisioni di mogli e compagnie siano "vittime" che non vedono altre vie d'uscita. Molto spesso, almeno a sentire la cronaca, si raccontano storie di reiterata violenza e maltrattamenti prima di arrivare all'eliminazione definitiva. L'uccisione sembra essere solo l'epilogo di un processo che viene da lontano. Mi sconvolgono in particolare i crimini che vedono coinvolti anche i figli. Posso arrivare a capire in astratto (sia ben chiaro non giustificare!) l'eliminazione del coniuge, ma i figli?

    Il narcisismo non ha sesso, come dice Juniz. Gli studi più accreditati parlano di sostanziale parità, sia nella violenza psicologica, sia in quella fisica. La differenza sostanziale è che la violenza fisica delle donne viene molto più spesso rivolta ai deboli e ai bambini. A livello di violenza "non fisica" le quote variano in base alla zona del mondo, ma di certo non è maggiore quella maschile.

    Non sono totalmente d'accordo che dalla TV debbano sparire certe trasmissioni. Penso magari vanno riproposte in modalità diversa: Togliendo la parola femminicidio e parlando di VERO "amore" criminale.

    Sono d'accordo.

    Non credo neanche io che l'educazione debellerebbe totalmente il fenomeno, essendo come dici tu Juniz figlio di dinamiche spesso inconscie, ma forse si potrebbe ridurne almeno il numero.

    Il fatto è che, quando una dinamica inconscia viene compresa: diventa meno inconscia.
    Per limitare i problemi (o quantomeno i danni) dati dalle nostre dinamiche inconsce è utile comprenderli, conoscerli, capirne causa ed effetto.
    Il problema moderno è che siamo iper-istruiti su ogni nefandezza tecnica e paranoica, ma siamo totalmente ignoranti (se non addirittura deviati) per quanto riguarda la consapevolezza di come funziona la nostra psiche.

    Temo che oggi si parli molto stesso di narcisismo (mi sembra quasi diventato di moda), ma poi non si forniscono gli strumenti per poter riconoscere queste situazioni.

    Avevo iniziato a scrivere "strumenti" di facile comprensione in una discussione che poi è stata chiusa. Se la trovo ve la linko.

    Personalmente vi raccomanderei di non dare troppo credito alle fantasiose e teatrali definizioni di narcisismo che si trovano in rete: sono false e commercialmente drogate per attirare il maggior numero di contatti.

    Oltretutto il narcisista non è automaticamente un omicida. Nello spettro delle deviazioni che un soggetto può avere ce ne sono almeno una dozzina che nella classifica dei delitti vengono prima.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Bruce è sempre un piacere leggerti, i tuoi interventi non fanno una piega! Anche io dubito che i narcisisti possano essere assassini in generale, hanno bisogno di una vittima viva

  • Chi crede di poter razionalizzare l'inconscio, di poterlo sottoporre anche ad un controllo ponderato e sistematico, cade vittima della vecchia illusione razionalista del mondo e dell'uomo che credeva di poter entrare in pieno possesso del suo essere soggetto.

    Ma è proprio tramite il razionale che si avviano le peggiori manipolazioni. E' l'intervenire stesso che rende il tutto falso da un punto di vista razionale.

    La sanità non si fa solo con l'inspirazione logica. Perché il più delle volte è la coscienza, la logica della coscienza, a portare alla devianza.

    Ero soltanto. Ero. Cadeva la neve. (Kobayashi Issa)

  • Per definizione non si comprende l'inconscio razionalizzando. Ecco perché fare introspezione, sondandosi nella propria profondità, e così dannatamente difficile.

    Comprendere significa prima di tutto non pre-giudicare. E la coscienza lo fa sistematicamente.

    Ero soltanto. Ero. Cadeva la neve. (Kobayashi Issa)

  • Citazione

    Anche io dubito che i narcisisti possano essere assassini in generale, hanno bisogno di una vittima viva

    Non credo sia stato insinuato che l'assassino è per definizione un narcisista.

    La parola "narcisista" viene fuori per un motivo, ma prima (a mio modesto parere) bisogna fare il riepilogo di quanto detto sin ora:

    -Il femminicidio (o se vogliamo omicidio) nell'immaginario comune dei più noti casi di cronaca sembra essere strettamente collegato a ragioni sentimentali. Qualcuno nelle pagine precedenti ha fatto notare che il termine "femminicidio" ha un'etimologia illogica rispetto il tipo di crimine che rappresenta proprio perché non è "genocidio" di donne in quanto "femmine", ma appunto donne uccise in contesti prevalentemente relazionali da uomini ad esse sentimentalmente legati.

    -Infatti parlando di femminicidio si finisce quasi inevitabilmente a parlare di relazioni malate o rapporti detti "tossici".

    -Le relazioni malate (o tossiche) sono legami di codipendenza.

    -Il legame di codipendenza è composto da due soggetti che hanno (mediamente) due particolari e spiccate caratteristiche (oppose ma compensative) uno è innatamente manipolatorio e l'altro manipolabile.

    I personaggi che hanno capacità di manipolazione sono persone "con" (quindi non solo, ma "anche") tratti narcisisti. Quelli comunemente noti dalla "cultura web" come semplici narcisisti.

    Questa è la ragione per cui i "narcisisti" vengono spesso menzionati quando di parla di relazioni tossiche e dintorni.

    Il "narcisista" (messo fra virgolette) è una persona con determinate caratteristiche psicologiche che lo rendono particolarmente nocivo SE entra in contatto con un soggetto che a causa di altre caratteristiche psicologiche non è ad esso "immune" anzi potenzialmente "attratto".

    Perché sul web spopola il "mito" del narcisista ? :

    - La strada per arrivare al narcisista è abbastanza semplice e legata alle ricerche sulla dipendenza affettiva, o ai rapporti tossici. Basta digitare "dipendenza affettiva" - "non riesco a lasciarlo/a" - "bugiardo patologico" per ritrovarsi in pochi click articoli e video che parlano dell'argomento.

    - Alcuni siti soddisfano questa strada commerciale creando canali che sono veri e propri clickbait appositamente confezionati per attrarre persone in difficoltà I titoli più gettonati sono: "il narcisista torna sempre?" - "come contro manipolare un narcisista?" - "Quando il narcisista non ti cerca più".

    Ovviamente vengono diffusi identikit del narcisista oppure le tecniche di manipolazione in modo tale che le persone imparando possano difendersi.

    Purtroppo questa "caciara" confonde un problema che rimane reale: Le persone che hanno attratto un soggetto abusivo sono veramente tante e c'è necessità di aiuto. A mio avviso non è poi così utile capire le mille sfaccettature del narcisista.

    E' utile capire che non si sa vivendo una relazione sana e collaborativa, ma che si è parte di un "thriller". E non a caso dico thriller perché è noto in questo genere cinematografico scene del tipo: il marito dice "amore ho fatto controllare la tua macchina perché ti amo e tanto tengo a te " e poi alla moglie mentre è alla guida si rompono stranamente i freni ... questa è l'essenza delle relazioni con quelli che vengono chiamati a torto o ragione "narcisisti" ...

    DALI :hibiscus:

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