Ansia e bugie

  • Salve a tutti, sono una ragazza di 19 anni e sono nuova del forum. Volevo condividere una cosa con voi sperando di trovare conforto: lo psichiatra mi ha diagnosticato un disturbo d'ansia generalizzata con picchi di attacchi di panico e per curarlo ho iniziato lo terapia con zoloft e tavor al bisogno. La cura l'ho iniziata da 10 giorni quindi sto ancora aspettando i risultati anche se in linea di massima mi sembra di cavarmela meglio del solito. Il problema sono appunto le bugie, dico bugie anche alle persone a me più care, soprattutto al mio ragazzo, che amo moltissimo, e tutto per nascondere la malattia. Quando proprio non ce la faccio ad alzarmi e andare all'universitào a condurre una vita "normale" mento, perché non voglio che gli altro mi vedano malata, quindi dico di essere andata a lezione, anche se non sempre è così e contemporaneamente ai miei amici di università invento balle assurde per spiegare che su 4 giorni di corso a settimana ne frequento mediamente 3. L'ultima? Un'ipotetica malattia di mio nonno. Gli unici a cui non mento sono i miei, con loro ho un rapporto per cui ci diciamo quasi tutto e loro mi capiscono in pieno perché purtroppo quest'ansia ha forti basi ereditarie e anche loro si sono curati/si curano per questo. Il problema è che mi sento malissimo quando mento e ho anche paura di essere scoperta non essendo affatto brava. Spero di non essere l'unica a sentirsi così e che qualcuno voglia condividere con me la sua esperienza.

  • Ciao Claudia,
    Ti capisco benissimo, all'inizio anche io raccontavo bugie specialmente agli amici quando mi chiedevano di uscire.
    A volte mi è capitato di inventarmi balle assurde poche ore prima di un incontro proprio perchè in preda ad un attacco di ansia per il quale preferivo stare rinchiusa in casa.
    Il problema è che più raccontiamo bugie, più alimentiamo la nostra ansia e più ne dovremo inventare.
    Un consiglio che mi ha dato fin da subito il mio psicologo, è quello di parlarne con le persone.
    Ovviamente non con tutti, ma con le persone che ci stanno vicino .
    E' normale che loro non possano capirci al 100% e noi non dobbiamo per forza scendere sempre in dettagli, ma solo il fatto di sapere che qualcun'altro sa di questa nostra "malattia", ci fa stare più tranquilli sotto tanti punti di vista.
    In primis, ci togliamo un grosso peso e non dovremo più dire bugie, inoltre se ci dovesse capitare un attacco con queste persone, almeno sapranno cosa ci sta succedendo e potranno aiutarci in un qualche modo.
    Non ti nascondo che per mia esperienza personale, ho trovato persone che o l'hanno presa sotto gamba, o sembrava mi compatissero, ma ne ho trovate altrettante, che per aiutarmi si sono documentate, ed ogni volta che sto male e glielo dico, fanno di tutto per distrarmi e farmi passare l'attacco.
    Non dobbiamo vergognarci di avere l'ansia...non siamo pazzi o brutte persone per questo, anzi!
    Prova ad aprirti, magari all'inizio solo con il tuo ragazzo...poi quando te la sentirai, potrai parlarne anche con altri..:)

    #Ila#

  • Cara ilalilla92 per prima cosa ti ringrazio per avermi risposto, adesso mi sento meno sola. In realtà è proprio il mio ragazzo il "problema", con alcuni miei amici cari sono riuscita ad aprirmi, mi sono tolta un gran peso anche se ho avuto spesso la sensazione che, pur volendomi molto bene, cosa che non metto in dubbio, non mi abbiano capito in pieno, cosa anche logica per chi nom ci è passato, anche perché troppo spesso (e lo capisco solo ora) si abusa della parola "ansia" e pure del concetto di "attacco di panico", spesso si sente dire da qualcuno che è ansioso semplicemente perché se la fa sotto prima degli esami (cosa più che comune), si vede gente in giro con il cappellino con la scritta ansia, che io che l'ho provata davvero di certo non indosserei, ecc... Comunque il punto cruciale è che ho prpvato ad accenare qualcosa al mio ragazzo, ma lui su questo fronte è incredibilmente chiuso e non mi spiego neanche perché dato che è una persona molto intelligente, dolce e che mi ama tanto, ma purtroppo questa malattia sembra proprio non capirla, è convinto che una cosa che proviene dalla mente non poter essere arginata con la forza di volontà, è totalmente contrario ai farmaci e si chiede perché debba stare così male per un periodo di cambiamento (università, trasferimento in altra città ecc..) che è stato pesante per tutti, ma che tutti, lui in primis hanno superato. Diciamo che ha un po' l'idea che abbiano il diritto di andare in terapia solo coloro che hanno subito chissà quali abusi, quali violenze e quali lutti, nom riesce a capire che l'ansia può essere generata da molti altri fattori e che spesso anhe io stessa non riesco a spiegarmela. Capisci perché è così dura avere un dialogo con lui su questo fronte? :(

  • Ciao Claudia,
    Ho capito benissimo il tuo disagio.
    Purtroppo c'è questa sorta di tabù e di disinformazione su tutto quello che riguarda le "Mental Illness" e tutti i medici ad essi associate.
    Per questo tante persone ansiose, depresse o altro, fanno fatica a parlarne...per la paura di essere giudicati.
    E devo essere sincera, anche io all'inizio credevo che lo psicologo fosse il "dottore dei matti", e ci ho messo tanto ad accettare il fatto che avevo bisogno di fare delle sedute con lui per cercare di risolvere dei problemi.
    Quindi non mi meraviglia il fatto che il tuo ragazzo sia un po' scettico, quello che però non capisco in lui e in tutte le altre persone che ragionano come lui, è come possano dare per scontato che quello che loro pensano sia giusto senza aver provato qualcosa come l'ansia.
    Come giustamente hai detto tu, l'ansia, la depressione, anche il farmaco xanax, vengono usati nel gergo quotidiano (pensa che io ho visto gente comprare cover per i cellulari con la foto del boccetto di Xanax.........)
    Certo, l'ansia normale è quella che ti viene prima di un esame, di un'interrogazione ecc, ma esiste anche l'ansia come disturbo, che è quella che abbiamo noi..e che non ha niente a che vedere con la tipica ansia pre esame.
    Quindi in molti, quando diciamo di soffrire di un disturbo d'ansia, credono che sia una sciocchezza che possa passare semplicemente distraendosi, quando non è così.
    Ogni persona poi sviluppa disturbi d'ansia per diverse circostanze...c'è chi è predisposto geneticamente, c'è chi soffre di ansia a fronte di cambiamenti, chi a fronte di brutte esperienze, abusi ecc.
    Non c'è un solo modo universale per cui una persona possa "ammalarsi" si ansia.
    Per il fatto dei farmaci lo posso anche capire perché comunque la cura ansiogena viene curata spesso con antidepressivi, che non sono sicuramente la cosa più leggera di questo mondo, ma queste cure vengono prescritte da psichiatri o neurologi che ti seguono nel percorso.
    Non sono medicine che puoi prendere a caso .
    Io spero solo che tu possa trovare il modo di fargli capire come ti senti, cosa provi, magari facendogli leggere dei libri o scritti sull'ansia, in modo che possa avere un'idea di quello che succedere nella tua testa e nel tuo corpo quando te ne capita uno.
    E specialmente che capisca come può aiutarti.
    Di certo essendo così chiuso, non ti rende la vita facile e non ti aiuta.

    #Ila#

  • Quando proprio non ce la faccio ad alzarmi e andare all'universitào a condurre una vita "normale" mento, perché non voglio che gli altro mi vedano malata

    Capisco lo stato d'animo essendoci passato, tuttavia il più grosso errore è sentirsi malati a causa dell'ansia. L'ansia non è una malattia è una forma di sofferenza, un male dell'anima, il segno che qualcosa si è inceppato e non funziona come dovrebbe. Ritengo che una delle chiavi di volta per vivere meglio la propria vita e affrontarne le relative difficoltà sia alleggerire. Alleggerire il peso delle cose e delle situazioni a cominciare dal proprio malessere. Premesso che in presenza di amici e relazioni "vere" non bisognerebbe temere di mostrarsi nelle proprie debolezze e nelle proprie sofferenze (sennò a cosa servono amici, fidanzati, mariti?), altrimenti si finisce per non essere più se stessi e si accontenta ancora una volta il proprio malessere una delle cui facce è proprio modificare il nostro comportamento.

    Hai l'ansia, cel'hanno milioni di persone, non è una cosa di cui vergognarsi, non è un segno di debolezza, è solo un malessere che evidentemente doveva affiorare e che vendendo fuori ti segnala che qualcosa non va, quindi è per te un'occasione per conoscerti e migliorarti. Cerchiamo di trovare sempre un lato buono nelle cose anche se volentieri ce le saremmo evitate ma è importante sin dall'inizio imporsi a se stessi e non diventare vittime sacrificali dell'ansia.

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