Ti cercherò sempre
sperando di non trovarti mai
mi hai detto all'ultimo congedo
Non ti cercherò mai
sperando sempre di trovarti
ti ho risposto
Al momento l'arguzia speculare
fu sublime
ma ogni giorno che passa
si rinsalda in me
un unico commento
ed il commento dice
due imbecilli
Michele Mari
Le poesie più belle
-
-
-
Tutto ho raccolto di te:
briciole, frammenti, polvere,
tracce, supposizioni,
accenti restati in voci altrui,
qualche grano di sabbia,
una conchiglia,
il tuo passato immaginato da me,
il nostro supposto futuro,
ciò che avrei voluto da te,
ciò che mi avevi promesso,
i miei sogni infantili,
certe sciocche rime della mia giovinezza,
un papavero sul ciglio di una strada polverosa.
Antonio Tabucchi -
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo,
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia.
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Pablo Neruda -
La tentazione
Più vivo di così non sarai mai, te lo prometto.
Per la prima volta vedrai i pori schiudersi
come i musi di pesce e potrai ascoltare
il mormorio del sangue nelle gallerie
e sentire la luce scivolarti sulle cornee
come lo strascico di un abito; per la prima volta
avvertirai la gravità pungerti
come una spina nel calcagno
e per l'imperativo delle ali avrai male alle scapole.
Ti prometto di renderti talmente vivo che
la polvere ti assorderà cadendo sopra i mobili,
che le sopracciglia diventeranno due ferite fresche
e ti parrà che i tuoi ricordi inizino
con la creazione del mondo.
Nina Cassian -
Per le cantate che si svolgevano nell’aria io rimavo
ancora pienamente. Per l’avvoltoio che era la tua sinistra
figura io ero decisa a combattere. Per i poveri ed i malati
di mente che avvolgevano le loro sinistre figure di tra
le strade malate io cantavo ancora tarantella la tua camicia
è la più bella canzone della strada. Per le strade odoranti
di benzina cercavamo nell’occhio del vicino la canzone
preferita. Per quel tuo cuore che io largamente preferisco
ad ogni altra burrasca io vado cantando amenamente delle
canzoni che non sono per il tuo orecchio casto da cantante
a divieto. Per il divieto che ci impedisce di continuare
forse io perderò te ancora ed ancora – sinché le maree del
bene e del male e di tutte le fandonie di cui è ricoperto
questo vasto mondo avranno terminato il loro fischiare.
Amelia Rosselli -
- Come stai?
Domandi.
C'è quell'attimo di finta assenza, un respiro di esitazione e poi la risposta.
- Bene e tu?
Ma se avessi avuto il coraggio di non trascurare un piccolo particolare avresti chiesto la verità:
- Come stai, senza me?
- Non troppo bene, credo.
Massimo Bisotti -
Gli anni poi passeranno
masse di monti e pietra si frapporranno
tutto sarà dimenticato
come si dimentica il cibo quotidiano
che ci tiene in piedi.
Tutto, tranne quell’istante
in cui sul metrò affollato
ti aggrappasti al mio braccio.
Titos Patrikios -
La carne degli angeli
Un punto è l'embrione
un secolo di vita
che ascolta l'universo
la memoria del mondo
fin dalla creazione.
L'uomo che nascerà
è un'eco del Signore
e sente palpitare in sé
tutte le stelle.
(Alda Merini) -
Questa notte all'orecchio m'hai detto due parole.
Due parole stanche
d'esser dette. Parole
così vecchie da esser nuove.
Parole così dolci che la luna che andava
trapelando dai rami
mi si fermò alla bocca. Così dolci parole
che una formica passa sul mio collo e non oso
muovermi per cacciarla.
Così dolci parole
che, senza voler, dico: "Com'è bella la vita!"
Così dolci e miti
che il mio corpo è asperso di oli profumati.
Così dolci e belle
che, nervose, le dita
si levano al cielo sforbiciando.
Oh, le dita vorrebbero
recidere stelle.
Alfonsina Storni -
Donerò il mio cuore a chi mi chiederà
cosa è per me l’amore.
Come una piccola pagoda è per me l’amore.
Le sue fondamenta sono la vita di due persone.
Il pilastro portante l’affetto.
I piani sapienza e arte.
E di sudore e sangue verniciate
le sue pareti non sono.
Questa pagoda non ha limiti.
Si accresce giorno dopo giorno
e né vento né pioggia la intaccano.
Ecco, la mia pagoda la costruisco qui
in un posto umile, piccolo, dove spesso neanche il sole penetra,
come nelle fredde giornate di febbraio, sempre.
Ma il mio unico desiderio è che
qui dentro, per quanto debole,
ci sia sempre anche un solo
piccolo,
flebile,
raggio di luce.
Yosano Akiko
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