gloriasinegloria, ma figuriamoci, non mi aspetto mica che l'altro faccia spettacolini per piacermi io all'inizio di una conoscenza parto sempre neutrale, e se vedo che può esserci interesse mi metto in gioco da subito. Ma poi... generalmente ci resto interdetto, perché l'altro non contraccambia nel medio/lungo periodo...
Nel caso in cui sia io quello a non contraccambiare ci sto, e non mi posso lamentare.

Avete vissuto mai così?
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Anche io non credo di avere veri amici. Nel senso di persone con cui posso davvero condividere i miei pensieri nascosti e con le quali posso condividere discussioni su argomenti che mi piacciono. Comunque non penso sia quello il problema di fondo.
Semplicemente credo che la situazione sia frutto di una forte introversione caratteriale. Per un introverso, gli altri sono una fatica, e la solitudine è assai più piacevole. Pertanto anche se a parole si cerca compagnia, inconsciamente so tende a non legare troppo, perché alla fin fine non interessa.
Per te è la stessa cosa? -
Hai un carattere introverso che ricerca estroversione e sente il peso degli anni che passano senza poter realizzare qualcosa di importante pur considerandoti intelligente e ricco di interessi che non riesci a sviluppare a causa di problemi sociali causati dai tuoi genitori e cose successe in passato. Questa condizione causa in te giornalmente disaffetto per la parola degli altri che non sia posata, docile, vicina come una madre, gli argomenti sono banali perché alla fine capisci che ogni socialità porta a banalità che finiscono e capisci che ogni rapporto sociale è fine a se stesso e non prosegue per qualcosa di intelligente.
Tuttavia è possibile realizzare qualcosa:
1 se sei religioso dimentica la religione e inizia a buttarti veramente nelle relazioni cioè insistendo con il dialogo anche andando ocntro te stesso
2 se ogni cosa non riesci prova a seguire un partito politico, candidati, conoscerai persone e forse cambierai
3 se già lavori e non hai questo problema puoi cercare persone come te nelle associazioni sociali, qualcuno di introverso c'è sempre
cit.:
La mia vita è circondata da una siepe invalicabile formata da ogni genere di stupidità umana possibile, per il quale disfarsene è opportuno applicare la propria sapienza e mente al fine di aprirsi un varco e vivere veramente. -
credo che la situazione sia frutto di una forte introversione caratteriale. Per un introverso, gli altri sono una fatica, e la solitudine è assai più piacevole. Pertanto anche se a parole si cerca compagnia, inconsciamente so tende a non legare troppo, perché alla fin fine non interessa.
Condivido e mi permetto di aggiungere questo : l'introversione come l'hai descritta con una pennellata magistrale (e lo dico da introversa totale) finisce per essere la prima ragione di una supponenza che è molto ingiusta verso tutti (verso il prossimo e verso noi stessi).
L'introverso finisce per "supporre" , solo teoricamente e senza esperire nulla, che "tutto" sia fatica inutile nel relazionarsi.
Ma non è così, per niente.
Io sono grata al mio lavoro, che comunque mi costringe ad avere relazioni per ...sembrare "normale", e ...certo che alcune (tante) consolidano l'introversione, ma è anche vero che tante altre mi costringono a scoprire situazioni e confronti e persone che...anche se sono diverse da me (o forse ancor più perché sono diverse) è solo arricchente coltivarci un dialogo e un rapporto. Ma SO che se non ci fossi "costretta" io eviterei anche queste, PERDENDO moltissimo!
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Condivido e mi permetto di aggiungere questo : l'introversione come l'hai descritta con una pennellata magistrale (e lo dico da introversa totale) finisce per essere la prima ragione di una supponenza che è molto ingiusta verso tutti (verso il prossimo e verso noi stessi).
L'introverso finisce per "supporre" , solo teoricamente e senza esperire nulla, che "tutto" sia fatica inutile nel relazionarsi.
Ma non è così, per niente.
Io sono grata al mio lavoro, che comunque mi costringe ad avere relazioni per ...sembrare "normale", e ...certo che alcune (tante) consolidano l'introversione, ma è anche vero che tante altre mi costringono a scoprire situazioni e confronti e persone che...anche se sono diverse da me (o forse ancor più perché sono diverse) è solo arricchente coltivarci un dialogo e un rapporto. Ma SO che se non ci fossi "costretta" io eviterei anche queste, PERDENDO moltissimo!
Ma infatti essere introversi non significa essere incapaci di relazioni sociali o non desiderarle affatto. Semplicemente esse sono di fatto un lavoro. Si può essere felici lavorando, e l'attività può essere piacevole.
Tuttavia dopo un po' stanca. Io ad esempio più di 2 ore di attività sociale continuata non riesco a farle. Ho bisogno di riposo salla presenza altrui, e magari mi chiudo nel bagno o faccio una passeggiata allontanandomi dal gruppo per stare solo. Se non lo faccio divento insofferente, o comunque mi chiudo e non spiccico parola.
Sul lavoro poi è ancora diverso. Lì ovviamente la collaborazione è necessaria, e naturalmente ci si adatta al contatto prolungato.
Per gli estroversi invece è diverso..... loro ricaricano le batterie stando con gli altri, e se rimangono soli anche per 2 minuti cercano di trovare chi chiamare al telefono per non essrre isolati roppo a lungo.
Il principale problema per noi introversi è che noi capiamo gli estroversi, mentre loro non capiscono noi. Non comprendono che dopo un tot di tempo dovrebbero smetterla di assillare con la presenza continua. E non capiscono che questi non ha nulla a che vedere con la simpatia e l'antipatia, ma solo con la necessità di stare solo che ogni introverso prova.
Mi piacerebbe molto sapere se l'autore del thread si riconosce in questo profilo. -
Ma infatti essere introversi non significa essere incapaci di relazioni sociali o non desiderarle affatto. Semplicemente esse sono di fatto un lavoro. Si può essere felici lavorando, e l'attività può essere piacevole.
Tuttavia dopo un po' stanca. Io ad esempio più di 2 ore di attività sociale continuata non riesco a farle. Ho bisogno di riposo salla presenza altrui, e magari mi chiudo nel bagno o faccio una passeggiata allontanandomi dal gruppo per stare solo. Se non lo faccio divento insofferente, o comunque mi chiudo e non spiccico parola.
Sul lavoro poi è ancora diverso. Lì ovviamente la collaborazione è necessaria, e naturalmente ci si adatta al contatto prolungato.
Per gli estroversi invece è diverso..... loro ricaricano le batterie stando con gli altri, e se rimangono soli anche per 2 minuti cercano di trovare chi chiamare al telefono per non essrre isolati roppo a lungo.
Il principale problema per noi introversi è che noi capiamo gli estroversi, mentre loro non capiscono noi. Non comprendono che dopo un tot di tempo dovrebbero smetterla di assillare con la presenza continua. E non capiscono che questi non ha nulla a che vedere con la simpatia e l'antipatia, ma solo con la necessità di stare solo che ogni introverso prova.INCANTEVOLE!!!
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Il principale problema per noi introversi è che noi capiamo gli estroversi, mentre loro non capiscono noi. Non comprendono che dopo un tot di tempo dovrebbero smetterla di assillare con la presenza continua. E non capiscono che questi non ha nulla a che vedere con la simpatia e l'antipatia, ma solo con la necessità di stare solo che ogni introverso prova.
Io sono molto estroverso ma rispetto gli altri e non ti nascondo che ho anche gran piacere, direi necessità, a stare da solo. Secondo me tu confondi essere estroverso con essere invadenti.
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Michele è tutta questione di percezione. Per un introverso il concetto di invadenza è diverso da quello di un estroverso :).
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Michele è tutta questione di percezione. Per un introverso il concetto di invadenza è diverso da quello di un estroverso :).
Ho sempre sospettato questo, e lo dico da estroverso e chiacchierone. Chi è solitario per carattere percepisce come invadenti molti comportamenti che a me, ad esempio, sembrano normali. Anche l'essere soli, o meglio come si vive la solitudine, è una condizione del tutto soggettiva. Per Solitario probabilmente è piacevole, per me, tranne alcuni momenti di introspezione, è una condizione molto dura. Poi la situazione di vita non sempre si accorda col nostro carattere...ma questa è un'altra storia.
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è tutta questione di percezione. Per un introverso il concetto di invadenza è diverso da quello di un estroverso .
Da introversa: confermo.
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