difficoltà a parlare

  • Mi capita a volte di non riuscire ad essere particolarmente brillante nel parlare.
    è una cosa che mi contraddistingue da sempre, sebbene non sempre mi accade.

    vorrei capire bene questo fenomeno e cercherò di descrivervelo per sapere cosa ne pensate.

    non sono un chiacchierone e spesso in discussioni a più persone o anche a 2 mi ritrovo in difficoltà.
    questo non sempre accade, quando sono in vena riesco anche a tener banco.

    ci ho riflettuto tante volte ed ero arrivato alla conclusione che si trattasse di una poca conoscenza degli argomenti.
    ma ho poi constatato che in certe situazioni non è vero, come non è vero che se conosco bene un argomento riesca sempre a interagire con tranquillità

    ieri tra l'altro mi ha sorpreso un'altra cosa, e vorrei capire se anche ad altra gente capita.
    una sorta di stress da discussione legata magari anche ad uno stress generale.
    ad un certo punto mi sono spento a casa dei miei genitori, non parlavo più e loro invece continuavano ad interagire.
    ho deciso di fare un sonnellino. al risveglio ho cominciato a parlare, parlavo solo io a ripetizione, e loro facevano fatica a starmi dietro.

    qualcuno ha disguidi di questo tipo?
    o è una mia paranoia? :)

  • Ti capisco benissimo,
    io non ho praticamente mai voglia.

    Mi sento sentito dire almeno una volta dalle ragazze con cui sono uscito nel tempo ''di' qualcosa'',
    è abbastanza frustrante (forse anche per loro) ma poi ci hanno fatto tutte il callo.

    Credo sia un fatto di indole,
    io non ne ho proprio voglia. Starei sempre zitto, non me lo spiego (anche quando, come te, conosco gli argomenti)

    anche perché la mia voce non piace,
    a volte non la sento proprio uscire quando parlo, mi sento affaticato.

  • Anche a me capita, ma io più che perchè non mi va spesso non parlo perchè ho paura che ciò che dico possa essere criticato male, o non accettato dagli altri, in pratica per timidezza. Anche quando si parla di un argomento di cui sono competente, mi terrorizza l'idea di poter essere criticato male, o di offendere involontariamente qualcuno.

  • :beer: :friends:
    ah ma qualcuno c'è allora.mi ero detto, qui tutti con la parlantina facile!!!!

    in parte è quello che succede anche a me, mi crea stress l'essere sotto i riflettori e alla fine se non sono a mio agio mi ritrovo stanco, agitato, emotivamente provato.

    non accade con tutti, o non accade sempre. con certe persone non accade mai. con altre con cui non accadeva mai, è incominciato a capitare.il tutto è legato anche con lo stato ansioso con cui convivo da più di 10 anni (15?)
    anche con te ci sono differenti contesti in cui avviene questa cosa?

  • Assolutamente si, dipende molto da dove mi trovo e con chi mi ci trovo, se sono con persone nuove, o in luoghi frequentati da poco, ho questa difficoltà nell'esprimermi senza trasudare insicurezza, mentre se invece parlo con "gli amici di sempre" sono più me stesso, anche se pure lì c'è da dire che non sono proprio me stesso al 100% sempre per paura di ricevere feedback negativi, forse solo con la mia famiglia e quando sono solo sono realmente me stesso al 100% (nonostante io sia molto critico con me stesso). Questo mio essere impacciato e questa specie di fobia sociale che ho dalla tenera età credo abbiano contribuito molto nel crearmi la situazione di ansia cronica ed agorafobia nella quale mi trovo adesso.

  • Questo mio essere impacciato e questa specie di fobia sociale che ho dalla tenera età credo abbiano contribuito molto nel crearmi la situazione di ansia cronica ed agorafobia nella quale mi trovo adesso.

    da cosa dipendeva la tua fobia sociale?
    timidezza o c'era qualcosa di specifico?

  • Timidezza, ma non solo. Ho anche avuto sempre un gran timore del giudizio altrui, e questo mi ha sempre generato un senso di imbarazzo ed inadeguatezza tra la gente. Sempre attento a non far nulla che sarebbe poi potuto essere criticato male, anche le cose più banali. Mi sono sempre sentito in dovere di dovermi comportare da "bravo bambino", e la cosa andrebbe anche bene, ma questo ha fatto si che io sviluppasi un tipo di auto-critica troppo severo nei miei confronti, quello che nel G.A.B. dell'analisi transazionale è conosciuto come "genitore". Il mio genitore è anche il mio persecutore che sta lì sempre a dettarmi come devo comportarmi e pronto a puntarmi il dito per rimproverarmi al primo errore (che poi sono io che lo considero errore, magari per la società non lo è). Per esempio non ho quasi mai fatto "sega", quando andavo a scuola perchè la cosa mi faceva sentire in colpa e mi faceva venire i rimorsi, e anche se una volta ogni tanto lo strappo alla regola ci sta, niente! Il mio genitore non transigeva e ora che ho terminato gli studi non transige più molte altre cose, come ad esempio il fatto che ho un atteggiamento un pò impacciato, che ho l'ansia quando sono fuori casa e questa auto-critica non fa altro che alimentare l'ansia. Non so bene come spiegarlo, ma quando sono fuori casa, tra la gente, mi sento imbarazzato ed inadatto, eppure quando mi vedo allo specchio mi piaccio, mi dico che tutto sommato sono un bel ragazzo, non ho niente che non va esteticamente parlando, ma poi una volta fuori casa, mi tornano tutte le sensazioni che ti ho descritto su. Credo che dovrò fare un lavoro interno con il mio terapeuta per rivedere alcuni di questi aspetti che hanno trasformato la semplice timidezza che avevo sin da bambino, alla fobia sociale che ho ora.

  • Io sono il primogenito (Ho una sorella di due anni più piccola) e un pò come la maggior parte dei primogeniti ne ho pagato le spese, i miei genitori mi sento di dire che sono sempre stati più severi con me rispetto che a mia sorella, io mi sono beccato qualche sgridata in più di lei e questo mi ha inibito. E ora che siamo più cresciuti si vede, lei è più estroversa e scalmanata,e io più introverso e pacato oltre che agorafobico e ansioso da un anno.

  • per qualche sgridata cosa intendi?
    io penso che a volte basti poco fatto bene per inibire una persona, oppure tanto poco per volta, come una goccia sulla pietra.

    sta di fatto che a distanza di tempo se penso a me stesso per come sono stato trattato, mi hanno letteralmente massacrato: famiglia, insegnanti, compagni di scuola, amici.

    l'ultima sensazione negativa che ho avuto prima di parlare successa qualche giorno fa, è stata stanchezza ... (anticipatoria :) )

    entrare in un mondo che non mi appartiene, che ho desiderato tanto, in cui sono entrato dalla porta di servizio.
    da cui entro ed esco in continuazione.
    il pensare di parlare con questo mondo mi stanca.


    c'è da dire che l'ansia l'hai scoperta da un anno (non è poco sia chiaro)
    è hai tutto il tempo per pensarci su e non far fissare certi comportamenti.

    secondo te è qualche episodio in particolare che ha fatto da genesi? o un più lento e lungo processo di inibizione dai contesti sociali?

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