Buonasera a tutti!
Sono nuova del forum e, non essendo molto pratica di queste cose, spero di non fare pasticci.
Mi sono iscritta perché ho un problema (in realtà un bel po', ma un passo alla volta) e vorrei tanto che qualcuno mi desse consigli o anche solo un po' di conforto, e che magari mi dicesse che non sono una povera matta. Ma andiamo con ordine: ho 23 anni e da più di un anno soffro di ansia generalizzata (a detta del mio psicoterapeuta) e questo "disturbo" mi sta lentamente portando all'esasperazione. Alterno fasi in cui sono tranquilla e serena (maggiormente quando non faccio nulla o quasi) a fasi in cui tutto sembra crollare (quando ho molte cose da fare o mi ritrovo in situazioni nuove). Tutto ciò mi fa stare male. Sono una persona piena di interessi ai quali mi piacerebbe dedicarmi a tempo pieno, ma purtroppo, quando inizio nuove esperienze, la paura e l'ansia prendono il sopravvento. E quindi mi ritrovo alla mia età a non aver concluso quasi nulla di concreto. Ho lasciato l'università perché non riuscivo a dare esami (ansia, tachicardia, palpitazioni, balbettii) nonostante mi piacesse studiare, non guido la macchina nonostante abbia la patente... insomma, sono una persona parecchio bloccata. Non ho mai fatto vere esperienze da sola, ma sempre "accompagnata" (viaggi, uscite e quant'altro). Dopo parecchi mesi dallo psicoterapeuta credevo di essere riuscita, almeno in parte, a risolvere i miei problemi, ma mi sbagliavo. Ad inizio mese sono andata per qualche giorno a Roma (per seguire un corso), città a me sconosciuta, da sola. Mi è ripiombato tutto addosso: ansie, paure, panico; con una piccola aggiunta: fortissima nostalgia di casa. Non avevo mai lasciato prima casa e l'essermi ritrovata sola in una città grande (sono nata e cresciuta in un piccolo paesello e non sono per nulla abituata alla città, grande o piccola che sia), senza un punto di riferimento, senza sapere come spostarmi, mi ha scossa molto. Volevo scappare, tornare a casa mia, dai miei genitori, i miei cagnolini (ai quali sono legatissima) e lasciare tutto quello che mi aveva portata lì (un sogno, un obiettivo, una passione). Potrò apparire tragica, ma veramente mi sono ritrovata disorientata. Ora sono a casa (non avevo motivo di rimanere), ma a giorni dovrò ritornare (per un mesetto circa e, se riuscirò ad ottenere quello che voglio, potrei stabilirmi lì) e da ieri sto di nuovo piena di ansia (purtroppo non ci si abitua mai). Come da titolo, mi sento divisa in due: da un lato c'è la voglia di mollare tutto e andare via da casa mia per inseguire i miei obiettivi (non voglio rimanere "attaccata" ai miei per sempre), da un lato ho troppa paura di andare via e di lasciare tutto (non mi sento pronta, come se in me vivesse ancora un'adolescente non del tutto sviluppata). Qualcuno ha (o ha avuto) i miei stessi problemi, oppure sono una matta senza speranza che si fa mille pippe mentali senza motivo? Scusate per il "papiello" ma avevo bisogno di sfogarmi!

Divisa in due
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Io ti direi, intanto inizia a fare questo mesetto, magari mettiti in contatto con uno psicologo di Roma, falli parlare con quello che ti ha seguito, pensa poi che comunque al giorno d'oggi le distanze sono molto ridotte, puoi sentirti con i tuoi quando vuoi stando a Roma e puoi tornare a casa quando vuoi, Roma è grande e piena di gente ma dietro l'angolo c'è casa, sei sempre in Italia.
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E a chi non è mai capitato di sentirsi in ansia per le novità, positive o negative che siano, in base al proprio stato d'animo?
È una cosa normalissima e anche funzionale alla sopravvivenza, non hai niente di strano...
Non farti ingannare dall'involucro delle persone che vedi camminare per le strade: tutti, dentro, abbiamo un adolescente, anzi un vero e proprio bambino, spaventato dalla vastità di ciò che lo circonda e alla continua ricerca di punti di riferimento...si cerca di non darlo a vedere per proteggersi dalla presunta aggressività altrui, anche questo è un istinto normalissimo...
Una grande città, in fondo, non è poi così diversa da un paesino: è popolata dagli stessi esseri umani. La paura che provi non è causata dalla città in sé, ma dal fatto che essa rispecchi i timori che hai dentro, i vuoti che credi di avere ma che a loro volta sono illusioni anch'esse causate da semplice paura... non devi considerare questa esperienza come un "mollare tutto" in maniera irreversibile: prendila semplicemente come una vacanza, tenendo sempre a mente che - come dice l'utente sopra di me - in qualsiasi momento, se ne senti il bisogno, puoi prendere il primo treno utile e tornare a casa. Poi, vedrai che tutto il resto verrà da sé. Funziona sempre così. -
Io ti direi, intanto inizia a fare questo mesetto, magari mettiti in contatto con uno psicologo di Roma, falli parlare con quello che ti ha seguito, pensa poi che comunque al giorno d'oggi le distanze sono molto ridotte, puoi sentirti con i tuoi quando vuoi stando a Roma e puoi tornare a casa quando vuoi, Roma è grande e piena di gente ma dietro l'angolo c'è casa, sei sempre in Italia.
Intanto grazie per avermi risposto.
Beh sì, questo mese lo devo/voglio fare. Non voglio che sia l'ansia a vincere. Purtroppo ho alti e bassi (a volte mi dico che ce la posso fare, che va tutto bene... altre che non ce la posso fare, che farei meglio a mollare), ma non posso demordere. Non so se mi sarà possibile contattare uno psicologo lì (devo starci solo un mese, per ora, poi si vedrà), ma una volta tornata qui dovrei risentire il mio psicologo. Il punto è che mi spaventa proprio stare lì, anche se per poco, perché sono sola. Come già detto, le situazioni nuove mi fanno andare in panico, soprattutto quando non posso confidarmi con nessuno (poi non vorrei allarmare i miei con qualche mia chiamata). -
E a chi non è mai capitato di sentirsi in ansia per le novità, positive o negative che siano, in base al proprio stato d'animo?
È una cosa normalissima e anche funzionale alla sopravvivenza, non hai niente di strano...
Non farti ingannare dall'involucro delle persone che vedi camminare per le strade: tutti, dentro, abbiamo un adolescente, anzi un vero e proprio bambino, spaventato dalla vastità di ciò che lo circonda e alla continua ricerca di punti di riferimento...si cerca di non darlo a vedere per proteggersi dalla presunta aggressività altrui, anche questo è un istinto normalissimo...
Una grande città, in fondo, non è poi così diversa da un paesino: è popolata dagli stessi esseri umani. La paura che provi non è causata dalla città in sé, ma dal fatto che essa rispecchi i timori che hai dentro, i vuoti che credi di avere ma che a loro volta sono illusioni anch'esse causate da semplice paura... non devi considerare questa esperienza come un "mollare tutto" in maniera irreversibile: prendila semplicemente come una vacanza, tenendo sempre a mente che - come dice l'utente sopra di me - in qualsiasi momento, se ne senti il bisogno, puoi prendere il primo treno utile e tornare a casa. Poi, vedrai che tutto il resto verrà da sé. Funziona sempre così.Il fatto di sapere di non essere la sola a sentirsi un'adolescente spaventata mi conforta un pochino.
Sarà che non sono una persona "pratica" della vita, sarà che mi manca l'esperienza, e tutto ciò mi spaventa. Parlo poco con i miei perché non voglio spaventarli e perché so che mi direbbero di rimanere (ma io non voglio rinunciare e, soprattutto, deluderli). Devo farmi forza... -
Siamo tutti adolescenti spaventati di fronte a ciò che ancora non conosciamo.
E le cose sconosciute spaventano soprattutto perché si tende a ingigantirle e a distorcerle con l'immaginazione. Ma l'immagine mentale di una cosa non è la cosa in sé, è soltanto una proiezione del proprio pensiero e quindi di se stessi.
[Immagine bloccata: http://www.robertoamadi.it/MagrittePipa.jpg]
"Questa non è una pipa."
È soltanto l'immagine di una pipa. -
Mi sto facendo forza. È difficile, ma non posso mollare.
Oggi sono tornata a Roma. Ho lasciato di nuovo casa mia, i miei affetti... E qui sono sola, e mi sento molto giù. Ma devo farmi forza. Anche perché se mollassi mi sentirei, forse, peggio. E, soprattutto, deluderei i miei. -
Non sei sola, ci siamo qui noi per qualsiasi sfogo o consiglio.
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Grazie mille!!
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Mi sto facendo forza. È difficile, ma non posso mollare.
Oggi sono tornata a Roma. Ho lasciato di nuovo casa mia, i miei affetti... E qui sono sola, e mi sento molto giù. Ma devo farmi forza. Anche perché se mollassi mi sentirei, forse, peggio. E, soprattutto, deluderei i miei.Dandina, non so bene i motivi per i quali sei a Roma, ma perché usi il "soprattutto" quando parli di deludere i tuoi genitori? E tu?
Roma è una città nella quale puoi passare davvero del tempo magnifico e conoscere tante persone. Lo capisco che arrivando da un paese piccolo tu possa provare timore per la grandezza del luogo, ma come ti hanno già detto, una grande città è un po' come un paese. Anzi, tanti paesi messi insieme, solo che qui si chiamano quartieri.
Se sei lì per raggiungere un obiettivo, credo che tu ce la possa fare perché sei consapevole di avere difficoltà ma allo stesso tempo ti fai forza e vai avanti. Ricorda una cosa, le paure hanno lo stesso potere di azione a Roma, al tuo paese e in una città molto più grande di Roma. Dunque, prendila come un'occasione per iniziare a sconfiggere le tue paure!
Ti auguro tante belle cose!
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