Dolciotto ma la tua è una frustrazione costante 24h/24?
Parte dalla tua testa o quando ti rapporti con il mondo, tipo Facebook? Vorrei capire se hai analogie col mio caso.
Non mi importa più di niente.
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Anche io avrei bisogno di psicoterapia e forse di un antidepressivo, ma mi chiedo, è così che bisogna vivere o sopravvivere? I nostri antenati ne avevano bisogno per superare carestie, guerre e pestilenze?
Credo che sia più saggio valutare il fatto che viviamo in una società di m∙∙∙a che ci vuole sempre più automi efficienti e meno umani fragili ed empatici e che ci ha costretti a far ricorso alla medicina per lenire i nostri patemi interiori. Su questo bisogna riflettere.
Con questo non voglio puntare il dito contro una categoria di medici o di psicoterapeuti, esistono pur sempre le eccezioni, ma difficili da trovare, come hai fatto notare. Questi sono i tempi che corrono.
Io non discolpo la mia famiglia, anzi, vorrei passassero loro ciò che hanno fatto passare a me. Ma mi rendo conto che i non valori che mi hanno inculcato sono il prodotto dell'educazione distorta che hanno ricevuto a loro volta; per questo mi sento di non escludere, un giorno, quando e se avrò raggiunto la piena maturità, di perdonarli. -
Io sono i∙∙∙∙∙∙∙o con me stesso, non do colpa a nessun'altro. è un'incazzatura che dura 24 ore al giorno, a prescindere dall'interazione con Facebook o con altre persone, che comunque certamente incide, anche fortemente, poiché il successo degli altri costituisce un naturale contraltare al mio fallimento che è un fallimento assoluto e totale, macchiato dall'assenza di un qualsiasi risultato positivo. Non c'è niente e dico niente di bello nella mia vita. Nessun risultato. Zero. Niente.
Sinceramente il problema non è prendere un farmaco che sarebbe un'ulteriore umiliazione perché sarebbe un anestetico, qualcosa per non pensare .. mentre mi tengo stretto il fatto di avere almeno la personalità di riconoscere che sono una m∙∙∙a. E me lo racconto ogni giorno ogni ora perché è vero e perché è sacrosanto e perché non mi resta niente altro. Boh poi fate voi, se devo andare a distribuire i volantini, o adottare una sorta di minimalismo strategico, per cui devo ringraziare di avere 10 unghie dei piedi e 10 delle mani ... oppure se devo raccontarmi qualche altra cavolata .. o forse esiste davvero qualche straordinerio principio filosofico a cui accedere atto a condurmi in una sorta di Nirvana.
Comunque, è oggettivo che se guadagno meno dei miei amici significa che valgo di meno; che se non faccio vacanze in località prestigiose significa che la mia realtà è molto più squallida, che se non convivo e non posseggo una casa sono una persona inferiore sul piano sociale. Poi si può discutere di tutto, ma questi sono fatti che a me paiono oggettivi. Se avete un rimedio a questo io sono disponibile ad ascoltare .. eh ci mancherebbe ..
L'altra cosa che mi rimane è sperare come dicevo in un infartino o in un tumorino. Mi aggrappo alla speranza di qualcosa che possa spegnermi rapidamente. Non c'è niente e dico niente nella mia vita per cui valga la pena di vivere. -
spiega meglio se ti va: quale è il problema (per Te) e quale la soluzione. Io ascolto.
È molto semplice: tendiamo a basare la nostra serenità (o, se vuoi, "felicità") su elementi esterni, senza soffermarci a ragionare sul fatto che, ai fini del benessere personale, non esiste in realtà alcun elemento esterno.
Cos'è, infatti, il benessere, la felicità? Uno stato di coscienza, qualcosa che raggiungiamo all'interno della nostra mente. Nient'altro che questo, uno scambio di sostanze chimiche tra neuroni (adesso voglio soffermarmi soltanto all'aspetto "fisico" della cosa, il discorso sarebbe molto più articolato ma non è il caso di andare oltre in questa sede, poi magari se ne avrai voglia potremo ampliare l'argomento all'interno di altre discussioni aperte appositamente).
Gli elementi necessari alla felicità, insomma, si trovano già, in qualsiasi momento, all'interno del nostro cervello. Poiché, in base alle esperienze fatte, si può constatare che determinate reazioni chimiche vengono facilitate e velocizzate da particolari fattori esterni, il cervello cade presto in una trappola illusoria che lo porta a credere che la felicità provenga dal fattore esterno, invece non è assolutamente così. Il fattore esterno induce il cervello a lavorare in un certo modo, ma è esclusivamente questo lavoro del cervello che ci fa provare la felicità, non il fattore esterno in sé. Questo meccanismo, inoltre, funziona anche in maniera retroattiva: crediamo di avere dei blocchi, delle fobie e via dicendo perché le ricolleghiamo a determinati eventi del passato. In realtà il passato non esiste: nel momento stesso in cui pensiamo al passato, stiamo ricostruendo un modello nell'immediato presente, ed è proprio questo processo che ci fa stare male.
Quello che voglio dirti è che non esiste una realtà che ti circonda, ma anche quella è presente soltanto nella tua mente.
Quando credi di guardare una bella ragazza per strada, stai guardando soltanto un'elaborazione del tuo cervello creata all'istante sulla base di alcuni stimoli provenienti dagli organi di senso, e tale elaborazione viene immediatamente condizionata e distorta dalle paure e dai blocchi che allo stesso tempo stai costruendo proprio in quell'attimo, basandoti su percezioni distorte immagazzinate nella tua memoria, che credi siano esistenti nel passato.
Quando pensi a una bella ragazza, al lavoro ideale, ai soldi e alle vacanze lussuose, non esiste un tuo pensiero che si rivolge ad esse, ma soltanto il tuo pensiero che guarda se stesso.
Quando, nella tua immaginazione - o, ancora meglio, nei tuoi sogni, dove sei inconsapevole di immaginare - hai la percezione che con la bella ragazza, i soldi eccetera saresti felice, di nuovo, è il tuo pensiero che riesce ad avviare, nelle cellule del tuo cervello, le reazioni giuste per la sensazione di felicità. ED È LA STESSA IDENTICA COSA CHE ACCADREBBE SE AVESSI DAVVERO ACCANTO LA BELLA RAGAZZA E I SOLDI IN TASCA. Tieni sempre a mente questo concetto.
Nel ventunesimo secolo, è decisamente ora che l'uomo si renda conto di questa cosa fondamentale. La scalata sociale, i soldi, il successo, il sesso e via dicendo non sono altro che illusioni, strumenti utilizzati per dare a noi stessi la conferma delle nostre proiezioni e dei nostri desideri nell'ambito della realtà, ma anche e soprattutto delle nostre paure. Niente di più.
Illusioni che, in quanto nulla, ci fanno sentire ancora più vuoti, spingendoci subito a cercare qualcos'altro di ancora più ambizioso, non appena raggiunte.
Finché continueremo a cercare qualcosa che non esiste, ci autodistruggeremo sempre di più, e ci combatteremo l'un l'altro in nome di niente.
Questo va bene per gli animali, che non hanno (non ancora, almeno) la possibilità di capire.
Ma se l'uomo ha avuto in dono dalla Natura un cervello così meravigliosamente complesso, capace di comprendere - anche se in maniera ancora molto limitata - determinati concetti, è un preciso dovere non buttarlo via.
Nel ventunesimo secolo, è arrivato il momento di comprendere e accettare che Dio siamo noi. -
Credo che l'immagine di un essere umano che trascenda la propria natura sia "divertente" quanto deleteria.
Dire che tutto è un'illusione è una scappatoia che non porta da nessuna parte.
Se ho fame e nelle mani invece di un panino ho una rivista coi fotoromanzi tailandesi è sacrosanto che mi roda il c∙∙o.
Tutti quelli che sulla terra hanno professato questo stato di coscienza superiore poi si trombavano la moglie dell'amico con la panza piena.
Continuo a girarmi fiero quando passano due belle cosce e ad emozionarmi nel raggiungere i miei sacrosanti obiettivi....questo sono e non voglio e non posso essere altro.
Mi sembra la cosa più vicina ad un atto di fede questa faccenda del "andare oltre", mascherata bene, ma sempre di un credo si tratta.
Meglio una braciola di maiale che passare la vita a testa in su; ripetermi che i bisogni sono illusioni è la maniera più teatrale e patetica di stare con gli occhi per aria.
Godiamoci questa condizione di "carogne" assetate di vita. Soffriamo, disperiamoci, ma vi prego , non rifugiamoci in un nichilismo da filosofi della domenica -
beh grazie di aver condiviso il tuo pensiero ma credo sia un po' troppo ... filosofico per i miei gusti. Siamo persone e siamo fatte per .. fare. quindi direi che la felicità o meglio .. la dignità ... è collegata al raggiungimento degli scopi e dei risultati fissati dalla società.
Se io non arrivo a questi risultati significa che non valgo niente come persona e, conseguentemente, non posso che essere triste e disperato nel momento in cui mi rendo conto che la mia vita ormai non mi da più possibilità di miglioramento ma solo di peggioramento. -
E allora fai come me. datti da fare per beccarti un tumore.
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Con lo smog che respiro credo ci siano ottime possibilità. :sos:
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Con lo smog che respiro credo ci siano ottime possibilità. :sos:
Aspetta e spera....
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Al limite mi metterò a fumare (anche se in realtà mi fa orrore ma pazienza). Poi ci sono i campi elettromagnetici .. vediamo.
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