Avevate ragione voi

  • In queste due settimane che sono stata nel forum, complice che non potevo fare altro perché ero influenzata, ho pensato a molte cose. Ma senza le vostre riflessioni non avrei potuto tirare nessuna conclusione, sarebbe stato come guardarsi in uno specchio di legno che non riflette niente.
    E' vero che ero molto ossessiva nel pensiero del cibo. Ora che mi sono un po' ridimensionata e che mi sono messa in dieta, sento che al cibo ci penso molto meno, quasi mai.
    Sentendo le esperienze degli altri, che anche loro hanno avuto problemi, studi interrotti perché la propria facoltà non presentava sbocchi, attriti con i colleghi di lavoro con cui c'è molta competizione e molto poca collaborazione, problemi familiari nell'infanzia, ansie, depressioni, relazioni finite male, senso di inadeguatezza e desiderio di qualcosa che non c'è, sto cominciando a sentire che tutti, anche se ci sentiamo diversi e unici al mondo, in una qualche maniera che non saprei dire, eppure siamo tutti uguali.
    E quindi sto cominciando a smetterla di darmi la colpa per non riuscire a essere qualcun'altra, quella che dovrei essere (non si sa per chi), e a cercare di accettarmi piuttosto per quella che sono.
    Rimuginare sui problemi a volte non fa che accrescerli. Come diceva qualcuno in un post, alla fine essendo impegnata sul lavoro, i problemi me li portavo a casa, e finivano per rovinare il mio tempo libero, a togliermi il sonno, e il piacere di fare le cose.
    Come mi dice sempre il mio amico, tutta questa psicologia non è che mi faccia bene.. anzi, peggiora solo il problema. Si rischia di fare di una formica un elefante a forza di guardarla, e di ingigantire qualcosa che magari, all'inizio, non era nient'altro che un problema banale.
    Si invidia sempre la felicità degli altri, che in realtà è solo nella nostra testa, se solo ci si avvicina abbastanza per guardare, che anche loro talvolta stanno male, soffrono, hanno problemi, tali e quali a noi.
    Si aspetta che arrivi dall'esterno un'illuminazione, un segno che ci indichi la strada, perché quando succederà questo, il problema sarà finalmente risolto, e le cose andranno avanti da sé. Ma quando mai? Ogni giorno è una lotta, ogni giorno bisogna fare delle scelte, perché come diceva qualcuno, gli esami, in realtà, non finiscono mai.
    E allora penso che forse sia il caso che mi prenda una vacanza. Una vacanza dai pensieri, dall'analizzare sempre tutto, cercando la soluzione perfetta che non c'è.
    Accettare anche che le cose hanno dei limiti che non si potranno mai eliminare, ma non per questo sono da buttare via in toto, in quanto sbagliate. La perfezione non sta nella natura, ma solo nella nostra immaginazione.
    E anche dopo tutto questo tormento interiore nel sapere di dover "cambiare pelle", o di fare un salto nel vuoto, mi avete fatta accorgere, che in realtà il salto era già stato fatto. Solo che non me n'ero mai accorta perché continuavo a guardare ancora indietro.
    Devo adattarmi un po' alla volta a questo nuovo modo di pensare alle cose, a rischiare un po' di più (non dico di buttarsi allo sbaraglio, la verità sta sempre nel mezzo), e di provare a fare qualcosa anche se può non andare bene del tutto, piuttosto che bloccarmi in un immobilismo deprimente che non mi porta a niente.
    E allora, siccome io non ci sono mai riuscita a prevedere le cose, ma vivo piuttosto secondo tentativi ed errori, stavolta vorrei fare questo, a provare prima, e a ragionare dopo. Chi lo sa, può essere che i problemi si risolvano meglio. In ogni caso sarà sempre un'esperienza, e quando le cose saranno portate a termine, non potrò più stare lì a pensare: se avessi fatto questo, o se avessi fatto quello, sarebbe andato meglio.... Ora che le ho fatte com'è andata? Ok. fine della storia.
    Per un periodo vorrei provare a smettere di guardarmi dentro, per vivere e basta, e poi, vediamo come va :)

  • Non c'è niente da fare, per il nostro pensiero siamo sempre "sbagliati".
    Anche il dire "non devo più gurdarmi dentro" è un modo più sottile del pensiero di dirci "non vai bene".
    Perchè dobbiamo sempre "diventare" qualcosa'ltro?
    Passiamo da un desiderio di cambiamente all'altro senza accorgerci che stiamo su una cyclette....pedaliamo pedaliamo ma rimaniamo fermi.
    Mi crea insofferenza anche pensare a queste cose.

    Per aspera ad astra

  • Sì Birdy, appunto pensiamo troppo, ma che senso ha tutto questo pensare?
    Forse non sono nemmeno degli estremi. Sono fasi diverse della vita.
    In alcuni momenti sei troppo impegnato a vivere per pensare. Poi arrivi ad un punto morto che non ci capisci più niente.
    E allora ti devi fermare un attimo a pensare che cavolo sta succedendo prima di ripartire.
    Solo che se uno si accorge che alla fine pensa e ripensa in tondo senza concludere niente, come la cyclette che dicevi, e non riparte più, allora forse si è bloccato qualcosa nel meccanismo.
    O una spinta te la dà qualcuno, e allora la situazione si sblocca, oppure se ci riesci, ti tocca dartela da solo, sempre se ti va, perché magari anche il fatto di darsi una spinta uno lo sente come un obbligo, e allora fa il contrario per dispetto. O perché non è ancora pronto per stanchezza o per altro a ripartire.
    C'è da dire che anche questo mito della spontaneità a tutti i costi che era venuto fuori anche in qualche altro post, dove quando uno va in terapia poi le cose riesce a farle spontaneamente e senza fatica, io credo che vada bene solo per le attività creative, e cose simili, ma per altro dove ci vogliono conoscenze della materia, e anche darsi da fare, come trovare un nuovo lavoro o anche, sì, un nuovo amore, se non si fa qualcosa, la vedo dura che la situazione cambi... certo può succedere, ma quando?

  • “Quando sei veramente felice non passi il tempo a pensare” Joel Schumacher

    "L’azione non porta sempre la felicità, ma non c’è felicità senza azione" Benjamin Disraeli

    “Tu non sei felice perché stai bene. Tu stai bene perché sei felice. Tu non sei depresso perché ti sono capitati dei guai, ma i guai ti sono capitati perché eri depresso. Tu puoi cambiare i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, e poi le cose esterne cambieranno per uniformarsi, e non vi è davvero altro modo di lavorare” Emmet Fox

    “Sii felice, ché la felicità è causa e non conseguenza” Enrico Maria Secci

    La felicità non dipende dagli avvenimenti che ci capitano ma dal modo in cui li percepiamo e li affrontiamo" Anthony De Mello

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