Università: voi al mio posto continuereste?

  • Salve a tutti! Un piccolo consiglio che vorrei chiedere a tutti voi.. sto affrontando un periodo davvero nero ed ora vi spiegherò il perché:
    1) fin da piccolina ho sempre sofferto di ansia che mi ha impedito di procedere i miei studi nel modo migliore, ho sempre preso dei voti abbastanza decenti ma ciò nonostante a mio parere non erano direttamente proporzionale al tempo che spendevo sui libri, che vi giuro era veramente tanto. Per tutto il liceo io non ho avuto molti amici, non uscivo mai per stare tutto il giorno a studiare per prendere a volte a causa dell'ansia un 7 quando mie amiche che non aprivano libro prendevano 8 o 9. L'ansia di prestazione ho scoperto dopo molti anni che mi era stata trasmessa dai miei genitori, specialmente da mia madre.. sia geneticamente sia perché avendo lei perso molti figli prima di me, mi ha sempre detto che dovevo dare sempre il massimo e mi ricordo ancora adesso che quando prendevo un brutto voto a scuola lei e mio padre mi tenevano tutto il pomeriggio a parlare e dirmi cose come "Vuoi diventare un operaia?? una perdente? finirai a diventare una barbona in mezzo alla strada".

    2) Il 4° anno di liceo mio padre è morto a causa del fumo (lasciamo perdere l'odio che provo per mio padre per non aver smesso di fumare quando i dottori glielo hanno detto, ci vorrebbe un altra sessione intera) e io e mia madre ci siamo ritrovate sole, senza un lavoro (mia madre aveva mollato il lavoro per stare dietro a me e per soddisfare i voleri di mio padre che diceva che una madre non è una madre se lavora.). La mia ansia quell'anno è salita a livelli stratosferici ma mia madre non ha voluto mandarmi da uno psicologo perché diceva che lo psicologo è da perdenti. Ho sofferto di ansia cronica per un anno e non ricordo neppure cosa facevo o pensavo in quei mesi. I miei professori addirittura dicevano che non piangevo e quindi non ero una bambina normale. (so che può sembrare assurdo ma non mi invento niente, lo giuro.) Sono riuscita nonostante tutto a passare l'anno senza neppure un debito. Il 5° anno è andato benino seppur sono uscita con un 70 quando la mia media era dell'8 e mezzo e dovevo avere 80. Ci sono rimasta malissimo per questa cosa, ma i guai non erano ancora iniziati.

    3) Io non volevo fare la Cattolica di Milano, io ero depressa. Tutto icò che volevo era andare da uno psicologo, guarire e poi pensare al mio futuro. Ma i miei parenti e mia madre non erano d'accordo. Mia madre mi disse di cominciare l'università e di andare alla cattolica perché era il volere di mio padre; io decisi dunque di fare lingue a patto che L'IMS pagasse per me fino a 25 anni, come appunto l'IMS aveva promesso che avrebbe fatto. Mia madre acconsentì ed io iniziai l'università perdendo 2 anni e mezzo perché ero appunto depressa e non me ne fregava nulla a malapena di vivere.
    Alla fine del 3° anno di università vengo a scoprire che essendo andata fuoricorso l'IMS non mi pagherà il fuoricorso: io che ormai ero intenzionata a laurearmi e stavo guarendo grazie alle cure e all'amore donatomi dal mio nuovo ragazzo che è ancora il mio attuale, andai a piangere da mia madre chiedendole il perché non me lo avesse detto prima e sapete lei che mi rispose: "Ma il foglietto era arrivato il primo anno che tu ti iscrissi all'università ma probabilmente MI SONO DIMENTICATA DI LEGGERLO.
    Voi direte: ehmbé? non potevi cambiare scuola?
    Voi capite che io avevo seguito per 3 anni lezioni che mi avevano tenuto fuori fino alle 8 e mi trovavo a 23 anni a dover rifare tutto d'accapo? non esisteva proprio!! Ormai ero in ballo e dovevo ballare!
    Ho fatto 15 esami in un anno, ammazzandomi di lavoro ed iniziai ad andare dallo psicologo ma gli esami sono tosti e qua se tutto va bene mi laureo con 2-3 anni di fuoricorso (L'idea di averci messo 6 anni per una triennale mi fa venire i brividi, nonostante io abbia perso due anni e mezzo della mia vita per una buona causa non riesco a fare a meno di pensare che tutto questo si poteva evitare se mia madre fosse stata più presente nella mia vita e mi avesse mandato subito da uno psicologo.)

    4) ultimo ma non ultimo ed essenziale problema: mia madre si è ammalata di depressione, beve tutti i giorni vino e solo ed unicamente vino ed io inizio a pensare che si stia ammalando di alzheimer.
    Quando le parlo dell'università mi ascolta e mi sta accanto ma dopo qualche mese non si ricorda più nulla!! Non si ricorda neanche che è stata lei a dirmi che dovevo andare in quella università: è fermamente convinta che volesis andarci io e che ho pure fatto i capricci a riguardo!! Mi dice che sono una bambina viziata e che se entro un anno non mi laureo non mi paga più gli studi e quando le ricordo che sono stata 2 anni depressa lei dice che la depressione non è una scusa (lei però non pulisce casa da anni e la scusa che è sempre stanca è valida.) Ditemi voi...
    Ha senso andare avanti così?
    Sono arrivata al punto da invidiare CHI STA TUTTO IL GIORNO A CASA LAMENTANDOSI CHE NON HA UN LAVORO.
    POTESSI STARE IO TUTTO IL GIORNO A CASA A FARE QUELLO CHE MI PIACE!! SEMPRE MEGLIO CHE VIVERE QUESTA VITA DOVE STUDIO E NON OTTENGO!
    Per concludere in bellezza questa triennale ha 35 esami!! gli esami di lingua sono impossibile da passare (metà superano l'esame l'altra metà no) ed io ho paura di finire con solo un diploma in mano dopo tutto il sedere che mi sono fatta nella mia adolescenza e nella vita per diventare qualcuno.
    Ho chiesto aiuto anche ai miei parenti per alleggerire questa situazione, mi hanno tutti detto che mi avrebbero aiutato ma sono passati 3 anni e qua nessuno si è fatto vedere.
    Che devo fare??

  • Saro' onesta e diretta: la tua storia e' complessa. Molto. Capisco benissimo il senso di smarrimento e di confusione che hai. Se la cosa puo' consolarti..... E' anche normale! Anzi! Ti ammiro per quanta forza tu abbia messo nei tuoi progetti pur con la presenza di tante idee non proprio costruttive. Sicuramente tua madre e tuo padre han voluto per te il meglio ma allo stesso tempo ti han riempito la testa di robe davvero assurde! Ok sono umani. Nessuno e' perfetto. Quel che conta e' che dentro te hai una forza molto ampia. Devi iniziare a distaccarti psicologicamente dalle confusioni create da tua madre, chiederti se gli studi che stai seguendo ti piacciono davvero, rilassarti, perdonarti, magari avere come punto affettivo il tuo ragazzo ma fino ad un certo punto! Metti da parte i se ed i ma... Qualcuna gia' sei diventata. Diploma... Ok! Esami vari... Ok! Ora sei stanca e... Ok! Ne hai tutto il diritto! Ma se gli studi ti piacciono non mollare! Non invidiare nessuno! Ognuno ha le sue beghe. Tu sei solo stanca psicologicamente. Lo siamo tutti! Chi per un motivo e chi per un altro ma tu hai dimostrato di saper tenere botta! Gia' lo hai fatto! Devi distaccarti psicologicamente e rilassarti. Ora la priorita' devi essere tu! Tu e nessun altro!

  • Il problema è che l'alcolismo di mia madre non è una c∙∙∙∙∙a.
    Di giorno in giorno vedo che peggiora (beve 1 litro e mezzo di vino al giorno). Io più che stare tutto il giorno fuori di casa non so che dire né che fare.
    A volte penso se ne valga la pena, continuare gli studi era il mio sogno.. diventare qualcuno.
    Ma se il destino ha fatto di tutto per vietarmelo, ha senso?

  • ...e tu ora vorresti gettare tutto alle ortiche, vivere sensi di colpa infiniti perche' tua madre beve? Scusa se te lo dico in modo chiaro ma vuoi fare la sua fine? E' chiaro che stai interiorizzando tantissimo il comportamento di tua madre! E' anche naturale. Ma qui arriva il momento della tua svolta! Scegliere tu e nessun altro chi essere. Tua madre puoi aiutarla in tanti modi costruttivi. L'unico modo distruttivo per te e' quello di abbandonare baracca e burattini e.... Per cosa? Poi.... Per favore levati dalla testa il discorso del "diventar qualcuno". Tu gia sei qualcuno! Qualcuna che ha facolta' di scelta! Non scegliere male perche' poi a 30 anni maledirai te stessa e chi direttamente ed indirettamente ti ha portato a tale scelta. Non fare cavolate e vai avanti! Devi crescere prima? Cosi sia! A 30 anni darai il distacco a parecchie persone! Non mollare! La forza ce l'hai non gettare tutto alle ortiche.

  • Ti ringrazio molto.. rileggo il tuo messaggio ogni volta che mi sento triste e penso di voler mollare tutto.
    Ieri sera ho parlato con mia madre riguardo il suo problema.. mi ha detto cose stupide che non starò a riscrivere.
    Stasera ha fatto finta di non bere, ma poi sono uscita e quando sono tornata il bicchiere era ancora sporco di vino. Siccome non mi piace essere pigliata per quel posto, ho deciso che me ne sbatterò altamente e faccia quel che le pare. Io ho un università da concludere e dio spero in 1 anno di finirla.
    Tra l'altro non me la sta neppure pagando lei, ma quello stinco di santo di mio zio perché lei ha detto che tanto soldi non ne ha e quindi non li vuole spendere (quando vuole mangiare fuori devo pagare IO con i risparmi di mio zio.. pensate voi.)
    Cercherò di impegnarmi come posso, e forse tornerò dallo psicoterapeuta. grazie di cuore.

  • Ed e' la scelta migliore che puoi fare! Brava! Bravissima! Per quanto riguarda tua madre, ti ripeto che esistono tanti modi costruttivi per aiutarla. Se te la senti tu, bene altrimenti puoi sempre agire indirettamente senza immischiarti. Alcune dipendenze una volta prese son difficili da eliminare. Capisco anche il tuo stato d'animo derivante dal rapporto con tua madre. Ma appunto come ti dicevo, nessuno di questi motivi e' valido per mandare a monte la TUA vita! E poi ricorda, ognuno (chi piu' chi meno) ha i suoi problemi. Gli esami non finiscono mai. Stai serena, ricaricati e va avanti per la TUA strada!

  • Ciao. Vedo che sei già arrivata a una risoluzione, e mi fa piacere. Scrivo per dirti che sono solidale con te, e con la decisione che hai preso grazie anche ai suggerimenti degli altri utenti. Anche la mia situazione in casa è molto complessa.
    Mia madre non beve, ma in compenso fuma tantissimo, e mio padre ha una dipendenza di altro tipo (ludopatia), cosa per la quale spende anche molti soldi, per cui ci troviamo in difficoltà economiche (altrimenti staremmo benino). Oltre a ciò è anche una persona intrattabile e potenzialmente violenta, per cui ci ha rovinato la vita un po' a tutti, mentre mia madre un po' per paura un po' per stanchezza non è ancora riuscita a reagire davvero (ad esempio separandosi). Uno dei risultati di tutto ciò è che c'è un disamore diffuso verso la nostra casa, per cui anche nel mio caso, per fare un esempio, nessuno fa le faccende di casa e la scusa dei miei è che sono "stanchi" e non c'è "tempo". Ovviamente sono scuse che celano appunto il disamore verso questa casa e questa situazione.

    Naturalmente ci sono state ripercussioni anche su noi figli, ad esempio io sono stato depresso per molti anni. Ora fortunatamente grazie alla mia determinazione e a una terapia efficace (breve strategica) ne sono uscito, mi sono rimboccato le maniche e mi sono laureato. Certo però che servirebbe più serenità per studiare. A volte la fatica è tanta, magari si hanno 1000 pagine da studiare e di là si sentono venire urla e litigi e problemi. Però sono riuscito a distaccarmi emotivamente quel tanto da poter finora proseguire gli studi nei tempi previsti e coi massimi risultati, e sono convinto che possa riuscirci anche tu. Di sicuro ci teniamo alla situazione familiare, ma non dobbiamo fare l'errore di annullarci per il "bene" altrui, anche perché annullandoci non possiamo essere comunque di nessun aiuto, quindi tanto vale essere -almeno- d'aiuto a noi stessi.

    Poi il resto, forse, verrà, e anche più facilmente. Laurearsi è importante, l'Italia è il fanalino di coda per numero di laureati in Europa e non sarà un caso che quindi il paese va a rotoli e che la classe politica è infima.. Oltretutto senza un qualche titolo trovare un lavoro qualunque, soprattutto qui, è sempre complicatissimo. Quindi teniamo duro, io sto ancora studiando per la magistrale (ex specialistica). Non nego di essere molto indeciso su cosa fare dopo - proseguire con un dottorato, tra le mille difficoltà, o cercare un lavoro per andarmene - ma di sicuro stringerò i denti per finire questa nuova tappa, e non posso che suggerirti di fare altrettanto, con una stretta di mano di solidarietà.

    and maybe I will see a different destiny like knowing you at all was only a bad dream.

  • Ciao Paul! mi ha fatto davvero piacere sentire la tua storia; bisogna aiutarsi l'un con l'altro.. condividere le proprie esperienze.
    Ne approfitterò allora per dirvi una cosa: a volte mi sento in "colpa" ad essere felice.
    Vi spiego, a volte capita che io pensi "c∙∙∙o non ho un padre, mia madre è depressa, sono indietro con gli studi.. cosa ho da ridere? perché mi diverto?? non dovrei farlo non c'è niente per la quale io debba sentirmi felice!"
    Non scherzo sul fatto che alla mia laurea non vorrei far venire nessuno, nel caso mi laureassi, perché non credo ci sia nulla da festeggiare dato che andrò fuoricorso di 2 anni e più.
    Cosa c'è da festeggiare? sul fatto che sono una perdente? mia madre sono alquanto certa che alla mia laurea neanche vorrà esserci, conoscendola.
    I miei parenti boh, eviterei anche di avvisarli a riguardo.
    Ditemi voi.

  • Olà, Elydan. Sì, condividere fa bene. Soprattutto ho notato delle analogie tra la mia situazione e la tua.

    Su quanto scrivi ora, ti posso dire che alla mia laurea non c'era nessuno a parte i miei, che però sono rimasti fuori durante la proclamazione; e il ragazzo prima di me non aveva invece proprio nessuno. Non c'è nulla di male a voler vivere quel momento da soli o quasi, anzi. Ed è giusto che ciascuno possa scegliere il modo proprio di godersi i propri momenti. Però non direi che non c'è nulla da festeggiare. Uno che si laurea non può essere per definizione un perdente. Anche se lo fa dopo un tot di anni, o in tarda età, o con un voto basso... non importa: è un momento di vittoria perché si è completato un percorso che si era scelto.

    E con questo sono arrivato alla felicità... Beh, la felicità non è qualcosa che dipende da fattori esterni. Nulla di esterno può dare la felicità a chi non ce l'ha o toglierla a chi ce l'ha, come per la libertà...ed è così perché la felicità è una decisione. Forse per alcuni inconsapevole, nel senso che siamo noi stessi responsabili dei nostri stati d'animo. Nessuno e nient'altro fa reale differenza sullo stato interiore che costruiamo per noi stessi, anche se spesso siamo inconsapevoli di questo fatto, o ce lo scordiamo, e allora ci sembra che debba dipendere da, e rispecchiare, gli eventi esterni. Non è così. Dipende da noi, e perciò possiamo deciderlo in qualsivoglia condizione esterna. E chi può giudicare cattiva o ingiusta la nostra decisione di essere felici? E in base a cosa? E se uno giudicasse così, perché dovremmo starlo a sentire? ;)

    and maybe I will see a different destiny like knowing you at all was only a bad dream.

  • Secondo me tu hai sviluppato due cose, le quali derivano sempre dalla stessa fonte.
    Il senso di essere una "perdente".

    I tuoi genitori ti han trasmesso questa convinzione, allo stesso tempo quindi "aspiri" al massimo, alla perfezione. Che poi... la perfezione cos'è?
    Ovviamente appena esci fuori dai tuoi schemi di perfezione (non riuscendo a rispettare le date o altri impegni sia col prossimo che con te stessa) vai in crisi.
    E vai in crisi perchè ovviamente non hai sviluppato le giuste armi per combattere.
    Quindi ti senti stanca (giustamente) e vorresti abbandonare tutto, della serie: o tutto o niente!

    Se le cose stanno davvero così allora ti conviene aprire gli occhi e capire quanto prima che la vita è un'unica grande via di mezzo.

    Una grande via di mezzo con dei picchi e delle depressioni. Niente in questa vita è stabile e liscio.

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